Crossover
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Autore: Robotech90    03/07/2010    1 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                              Coste Opposte

 

Mirko si svegliò di buon mattino e mise a fuoco il soffitto della sua abitazione di Silthrim, uno dei pochi edifici rimasti in piedi in tutta la città. Gli altri sei Cavalieri dormivano ancora e il ragazzo ne approfittò per prendere una boccata d’aria in solitaria. Con delicatezza, aprì la porta dell’alloggio ed uscì, cercando di non svegliare i compagni. L’aria era fresca e leggera e il sole non era sorto ancora del tutto, non c’erano Elfi in giro e il che significava che era veramente molto presto. Sbadigliando, Mirko fece qualche passo e si sgranchì le gambe, provando, nel frattempo, a riordinare le idee.

“Dunque- pensò il giovane, accigliandosi- Alexander giunge su ordine di Sauron e afferma che Galbatorix non è più il Re. Come se non bastasse, il Signore Oscuro gli chiede di convincermi ad andare da lui, altrimenti farà giustiziare Kiara….oh, non ci capisco nulla”- sbuffò alla fine, dando un calcio ad una pietra e spedendola nel lago.

Xavian atterrò vicino al Cavaliere e lo spinse con il muso:

“Già in piedi, Mirko?”

“Stavo per chiederti la stessa cosa”

Il drago richiuse le ali e si accomodò al fianco del giovane, leccandosi gli artigli delle zampe anteriori. Mirko sospirò e guardò il cielo, sereno e ridente.….come avrebbe voluto essere lui in quel momento.

“Allora, cosa hai deciso di fare, ragazzo?”- chiese Xavian, voltando il capo verso il suo Cavaliere.

“Uccidermi”- scherzò questo, sorridendo e scuotendo il capo, poi aggiunse- “C’è un dubbio che mi opprime:

Galbatorix è stato veramente spodestato oppure tutto questo fa parte di un suo piano?”

“In entrambi i casi, non penso che cambierebbe molto….sia Sauron che il Re sono potenti, anche se io mi preoccuperei più del primo, se fossi in te”-affermò Xavian, ricordandosi dello scontro nel quale i due avevano affrontato il Signore di Mordor. Quella volta, furono fortunati, ma non si poteva contare sempre e solo sulla buona sorte….stavolta avrebbero dovuto cavarsela in modo diverso.

Il Cavaliere sentì dei passi alle sue spalle e vide Eric avvicinarsi, senza la minima ombra di sonno sul giovane viso.

“Eric, che fai qui a quest’ora?”

“Oh, se è per questo, mi sono svegliato molto prima di te”- esclamò il ragazzo carezzando il fianco di Xavian e dando una pacca sulla spalla dell’amico- “Ma quando ti ho sentito uscire, ho deciso di seguirti”

“Hai fatto male”- brontolò Mirko, aggrottando la fronte- “Non so proprio che pesci pigliare”

Eric emise un risolino e cercò di consolare l’altro Cavaliere:

“Magari, ti serve solo l’amo adatto”- Mirko ricambiò il gesto del compagno con un sorriso e lo invitò a sedersi vicino a lui.

“Chris dice che non dovresti andare”- esclamò il Cavaliere di Maskind, scostandosi i capelli dal viso.

“Chris dovrebbe essere al posto mio- ribatté Mirko, dando uno sguardo all’appartamento dove stava riposando il resto dei Cavalieri- Sauron è malvagio…molto….e non esiterà a mantenere la sua promessa, se non mi presenterò da lui”

Eric annuì, ma poi il suo sguardo si fece serio e poggiò una mano sulla spalla del compagno, guardandolo negli occhi:

“Mirko….voglio dirti una cosa, e te la voglio dire da amico….io….tengo molto a Kiara e non vorrei che le accadesse qualcosa di brutto. Non so perché, ma sento che Alexander non stava mentendo….quello che diceva è la verità e se non facciamo subito qualcosa, Kiara morirà e non me lo potrei mai perdonare”

Mirko accolse queste parole con stupore e batté una mano sulla schiena del compagno che aveva abbassato il capo e sembrava stesse piangendo:

“Non preoccuparti, Eric. Non lascerò né lei né gli altri cartoni al loro destino. Partirò oggi stesso per Uru-Baen, ma tu devi promettermi una cosa”- mentre diceva queste parole, Mirko fece sollevare la testa ad Eric e continuò-

“Io….non so se tornerò…no, aspetta,fammi continuare- esclamò il Cavaliere, vedendo che Eric voleva interromperlo- “In mia assenza, ti affido la vita degli altri. Sanno cavarsela anche da soli, è vero, ma gli serve qualcuno che gli dia forza nei momenti di difficoltà e non mi riferisco solo a noi Cavalieri. Angel ha sofferto molto, in piccola parte anche per colpa mia, ed ha bisogno di tranquillità e calma…occupati anche di lei. Guidali bene e speriamo in qualche divinità che prima o poi ci potremo rincontrare….chissà, magari ad Uru-Baen, magari all’altro mondo, ma ci rincontreremo…va bene?”

Eric annuì silenziosamente e l’amico lo imitò, alzandosi e allontanandosi da lui. Xavian seguì il suo Cavaliere ed Eric rimase seduto a terra a guardarsi le mani, il ragazzo le strinse a pugno e si disse:

“Sì, Mirko. Non permetterò che a nessuno dei nostri amici venga fatto del male. Io confido in te e sono sicuro che, in qualche modo, riuscirai ad avere la meglio su Sauron”

 

                                              *

 

Mark si accasciò a terra e bevve una sorsata d’acqua fresca, mentre, tutt’intorno a lui, i soldati di Gondor, i Rohirrim e gli Haradrim festeggiavano dopo la grandiosa vittoria del Pelennor. Chiudendo la borraccia, il ragazzo si mise comodo e osservò Arnold, mentre si esibiva in piccoli giochi di magia di fronte ad uno stupito gruppo di guerrieri. Ogni qualvolta l’abile arciere effettuava un incantesimo, si levava un grido di meraviglia o di divertimento. In quel momento, Arnold stava facendo levitare una sfera di ghiaccio, facendola passare in mezzo alla folla e suscitando un certo clamore tra di essa. Improvvisamente, la sfera esplose, ma non fu acqua quello che colpì i soldati, bensì candidi fiori primaverili. Osghiliat era stata completamente liberata dagli invasori di Mordor, anche se erano evidenti i segni della lunga battaglia che l’aveva molto provata prima e dopo l’assedio a Minas Tirith: macerie, segni di bruciature e anche macchie di sangue rappreso erano molto numerose in tutto l’abitato. Faramir sedeva su una roccia e sorseggiava della birra, quando Mark gli chiese:

“Come pensi di trasportare le truppe in Alagaesia?”

“Ho già inviato degli uomini lungo la costa, stanno approntando una flotta che ci condurrà nella vostra terra”

“Bene- sorrise Mark- Per Mordor come la mettiamo?”

“Gli esploratori che ho inviato mi hanno riferito che non ci sono movimenti di rilievo e comunque, in questo momento, la priorità è  portare soccorsi ai tuoi amici, anche a costo di rimanere relativamente scoperti qui”

“Concordo”-esclamò Eomer, poco distante dai due.

Mark chiuse gli occhi per un momento, cercando di rilassarsi, quando Legolas giunse ad Osghiliat. Il viso dell’Elfo era imperscrutabile, difficile capire se volesse portare una buona o una cattiva notizia. Mentre si avvicinava, Faramir ed Eomer si alzarono in piedi, imitati, subito dopo, da Mark.

“Come…come sta il Re?”- domandò il Capitano di Gondor, congiungendo le mani dietro la schiena.

Legolas abbassò il capo, ma lo sollevò immediatamente con un largo sorriso:

“Aragorn si sta rimettendo velocemente ed ha intenzione di unirsi alla spedizione di Alagaesia. Fortunatamente la ferita non aveva intaccato organi vitali perché in quel caso l’avremmo perso”

Gli occhi di Faramir si illuminarono e sia lui che Eomer emisero un sospiro di sollievo, mettendosi una mano sul petto. Mark si asciugò la fronte imperlata di sudore e disse:

“Sono felice che il Re stia bene. Dì , da parte mia, che è un grande gesto quello che si accinge a fare per noi”

Legolas annuì e si allontanò, mentre Gimli, che lo aveva visto arrivare, ma non era stato tanto veloce da raggiungerlo, gli urlava:

“Ehi, orecchie a punta….ne ho fatti fuori quattrocento….QUATTROCENTO….hai sentito?….Ehiiiii”

L’Elfo non rispose, ma Mark notò che un lieve sorriso gli aveva solcato il volto, mentre ascoltava le urla del Nano.

Faramir ed Eomer si allontanarono un attimo dal Cavaliere e Arnold lo raggiunse, dopo aver strappato altre decine di applausi.

“Si va ad Alagaesia?”- chiese l’arciere, raccogliendo la propria roba.

“Sì. Stasera partiremo e ci recheremo sulle coste Ovest della Terra di Mezzo. Lì dovrebbe attenderci una flotta che ci trasporterà dall’altra parte dell’Oceano”

“Bha, tanto per quel che ne avremo bisogno noi”- esclamò Arnold sistemando le proprie cose sul dorso di Razar.

Mark sorrise, ma non poté fare a meno di ricordare Kovu, mentre colpiva Aragorn. Lo sguardo del cartone era atterrito dalla paura; mai il ragazzo lo aveva visto in quelle condizioni. Kovu aveva detto che Stitch non poteva combattere perché era distratto dal pensiero di Angel, ma allora quei due non erano completamente sottomessi a Galbatorix, se riuscivano a pensare con la propria testa. Da una parte, ciò rese felice il Cavaliere, ma dall’altra gli inspirò preoccupazione….ciò significava che Kovu si comportava così anche di sua spontanea volontà? Dopotutto, perché dire al Re di avergli ucciso il figlio? Se non è un atto di malvagità questo…….e poi, prima di ferire Aragorn, non sembrava che il cartone fosse comandato da qualcuno. Mark lo aveva visto nei suoi occhi, mentre cercava di non far cadere Eldarion……aveva visto negli occhi del cartone una scintilla di odio e malvagità pura.

  
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