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Autore: Sara Izzie    03/07/2010    3 recensioni
E se, dopo aver confessato ad Harry i suoi timori sul figlio, Remus Lupin fosse scomparso nel nulla? E se Tonks decidesse di non svelare al figlio l'identità del padre? E se i due si rincontrassero qualche anno più tardi, e Lupin scoprisse che Tonks è fidanzata? Cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo, l'ho scritto un pò di fretta ma spero vi piaccia ;) Ringrazio per le recensioni! E continuate a recensire mi raccomando!  Già dal prossimo capitolo le cose si faranno più movimentate. :)


          4- INTO THE NIGHT.


Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte”
Kahlil Gibran


“Remus! Remus dove sei?!”.
Bill Weasley si era addentrato nella foresta, alla ricerca di Lupin. Era preoccupato dopo il fatto avvenuto a casa; Tonks aveva rivisto l'uomo che amava, e la sua reazione non era certamente stata delle migliori. Lottò contro alcuni rami aggrovigliati e fece attenzione a non pestare il grosso formicaio appena sotto di lui. “Remus rispondimi!”.
Si udì un sonoro CRAC e apparve il volto pallido e scialbo di Lupin, visibilmente provato dal dolore.
Respirava affannosamente, come se avesse corso una maratona. Vedendo accanto a sé un grosso masso, si sedette, le mani sulle ginocchia, le braccia tese, il capo colpevolmente abbassato e il volto quasi impossibile da vedere, coperto dai capelli che scendevano davanti agli occhi.
Bill camminò verso di lui, si fermò a un paio di metri di distanza, senza parlare. Si udiva solo il fruscio degli alberi e il cinguettio degli uccelli nel cielo. Ad un tratto il vuoto fu colmato dalla voce del primogenito Weasley, che, incapace di sopportare oltre quel gravoso silenzio, si guardò intorno e parlò.
“Beh, guarda il lato positivo.. almeno sa che non sei morto”.
Si maledisse immediatamente per le parole idiote che gli erano uscite di bocca, ma il vero problema era che non aveva la minima idea di cosa dire, e cercava in tutti i modi possibili di alleggerire la situazione, ben consapevole che, se avesse continuato a parlare, Lupin l'avrebbe con tutta probabilità preso a pugni. Per un momento ebbe il timore che stesse per farlo, dal momento che le sue mani avevano cominciato a tremare pericolosamente. Invece Remus alzò lo sguardo e parlò con calma.
“Lavora al Ministero..?”
Bill ci impiegò qualche secondo a realizzare di chi stessero parlando.
“Peter intendi? Oh si, al Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici..”
E..” la voce gli tremò “Da quanto sta con lei?”
“Da un anno ormai” rispose Bill cupo “Mi sembra strano che tu non l'abbia mai visto.. non viene spesso da noi, lavora sempre.. però.. pensavo lo sapessi..”
“Mai visto in vita mia” mormorò Lupin “.. è da un po' di tempo che non vengo a guardarli mentre sono qui..”
Calò di nuovo il silenzio. Bill sospirò.
“Mi dispiace Remus, davvero. Ma Dora si è rifatta una vita, è normale che non abbia preso bene il fatto di averti visto dopo nove anni sano e salvo..”. Finse di non vedere l'espressione ferita di Lupin. “Cosa hai intenzione di fare ora? Tornerai a casa?”
“Non credo che lei voglia parlare con me”.
“Dovresti provarci”.
“Si..” mormorò lui alzandosi in piedi e infilandosi le mani nelle tasche dei jeans laceri “Certo..”. Senza guardare in faccia Bill, alzò una mano in segno di saluto e girò su se stesso, smaterializzandosi.


Tonks tornò in camera dopo aver messo a dormire Teddy. Peter era sdraiato sul letto, sfogliando la Gazzetta del Profeta. Erano stati entrambi sorprendentemente silenziosi tutto il giorno. L'unica voce che era risuonata chiara e decisa tra le mura di casa era quella di Andromeda Black, che alla radio aveva tentato invano per tre ore di seguire un corso ('Cucinare Facile, tutti i trucchi per preparare deliziose pietanze!'), riuscendo a metterne insieme solo un tentativo poco apprezzabile.
Ninfadora si lasciò cadere sul letto accanto al fidanzato, portando lo sguardo fuori dalla finestra.
La notte era già scesa velocemente,e la luna avrebbe preso il posto che le spettava. Ci sarebbe stata una bellissima, luminosa luna piena, che riportò Tonks indietro di molto tempo, ai momenti in cui accompagnava l'uomo della sua vita a casa, prima della trasformazione.
Rimase per un attimo lì ferma, a contemplare l'oscurità del cielo, finché decise che aveva bisogno d'aria.
“Esco un attimo”.
Afferrò il cappotto e, infilandoselo, uscì di casa. Davanti alla villetta a due piani si apriva una grande distesa di rigogliosa erba verde, coronata da enormi alberi. Il vento che soffiava con dolcezza sul campo accarezzò i capelli di Tonks, e lei fu costretta ad alzare il bavero della giacca fino alle orecchie. Si arrese chiudendo gli occhi quando una ventata fu troppo forte per riuscire a tenerli aperti. Non appena li riaprì di nuovo, il suo cuore mancò un battito. A circa ottanta metri da lei, fermo saldamente sui piedi come una statua, lo sguardo fisso, c'era Lupin.
Tonks pensò di avere le allucinazioni; certamente il fatto di averlo visto a Villa Conchiglia aveva annebbiato la sua mente. Scosse la testa, chiuse e riaprì gli occhi un'altra volta, eppure nulla cambiò. Lui era sempre là fermo.
Quando prese a camminare verso di lei, mille pensieri opposti si insinuarono dentro di lei alla velocità di un treno in fuga.
Non può essere lui..
Con che coraggio si presenta qui?!
E' vivo. E' Remus..
Se si avvicina lo affatturo!
Sembra distrutto..
Giuro che adesso lo prendo a pugni! Dopo tutto questo tempo si fa vedere?!

Si fermò a pochi metri da lei; mentre la luna cominciava a spuntare dietro le nuvole, il profilo dell'uomo era ancora oscurato, i capelli mossi dal vento, la camicia sbottonata e sporca. Non muoveva un muscolo, fissava Tonks negli occhi.
“Ciao..”. Fu tutto quello che riuscì a dire.
Ninfadora aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono; ormai non era più nemmeno certa di sentir ancora battere il suo cuore.
Fu come se il tempo si fosse fermato. La villa, il campo, il cielo erano solo la cornice dell'intensa scena che si svolgeva nel mezzo. L'incontro tra un uomo e una donna, due amanti che, a dispetto dei lunghi anni trascorsi lontano l'uno dall'altra, sapevano rievocare il passato con un semplice sguardo.


Ted restò in ascolto dietro la porta della sua cameretta: sembrava proprio che la mamma e Peter si fossero addormentati. Sorridendo con furbizia, aprì il comodino e estrasse una scatola di pastelli colorati. Non poteva proprio resistere alla tentazione di fare un bel disegno prima di andare a nanna! Si sedette alla scrivania, accese la piccola lampada e gli occhi gli si illuminarono davanti al foglio bianco. Immediatamente prese uno dei pastelli, e cominciò a disegnare un uomo sotto la luna piena. Un uomo che si trasformava in lupo.

Tonks cercò di riacquistare lucidità. Stringendosi ancora di più nella giacca, ma non riuscendo a distogliere gli occhi dall'uomo che aveva davanti, parlò.
“Che diavolo ci fai qui Remus”. Non era una domanda. Era un affermazione, chiara e netta.
“.. lo so Dora, mi dispiace..”
“Nove anni!” lo interruppe lei alzando la voce “Come credi che mi sia sentita quando ti ho visto!? Ti credevo morto!”
“Non sai quanto mi dispiace Dora..” mormorò Lupin, e si avvicinò a lei, ma Tonks arretrò bruscamente.
“Non ti avvicinare!”
“Ti prego perdonami..”
“Con quale coraggio vieni a chiedermi perdono!?”. Il tono di voce di Tonks si alzò ancora di più. “Abbandoni tua moglie e tuo figlio senza spiegazione, senza.. senza una cavolo di motivazione!”
“Dovevo proteggervi..”
“Proteggerci da cosa Remus!?” gridò Tonks, vicina alle lacrime “Perchè non l'hai mai capito!? Io volevo te! Solo te! Non eri tu il pericolo, era Voldemort, erano i Mangiamorte!”
“Il pericolo ero io!” esclamò Remus esasperato “Come avrei potuto permettere che mio figlio avesse come padre un lupo mannaro pregiudicato..!”
A quelle parole, lo sguardo di Tonks volò in cielo, oltre il capo di Lupin, dove la luna piena era ormai quasi del tutto comparsa da dietro le nuvole. Il sangue le si raggelò nelle vene.
“.. non me lo sarei mai perdonato..!”
“Remus..”
“Lasciami finire Dora! Hai parlato tu, ora tocca a me darti una spiegazione!”
“Remus..”
“Per favore fammi parlare!”
“Remus!”. Tonks lo fissò spaventata.
Si guardarono negli occhi. In quelli della donna, Lupin vide riflesso il suo nemico più grande. La luna piena era ormai chiara e splendente nel cielo. Qualcosa dentro di lui si fece largo. Come un fiume in piena lo investì, la sua mente perse ogni contatto con la realtà, e mentre il suo corpo prendeva le sembianze di lupo, davanti a sé vedeva solo una deliziosa preda pronta per essere catturata.
Tonks spalancò gli occhi e infilò una mano nella tasca dei jeans, prima di rendersi conto di non avere la bacchetta. Arretrò lentamente, un piede dietro l'altro.
“Remus!” gridò “Remus ti prego torna in te!”
Il lupo ululò. Lentamente avanzò verso di lei. A un certo punto Tonks non si mosse più.
Fissò intensamente negli occhi il lupo, tremando.
“Remus..”
Anche il lupo si arrestò. Per un attimo si scrutarono, immobili. Sembrava che l'animale si fosse improvvisamente calmato. Poi la porta di casa si spalancò, e Tonks non fece in tempo a vedere Peter puntare la bacchetta contro Lupin.
Incarceramus!”
“NO!”
Grosse funi volarono intorno al collo del lupo, soffocandolo. Si contorse su se stesso, tentando di liberarsi.
“Peter togli quelle funi! Toglile!”
“Vieni qui Dora! Scappa!” rispose lui dal pianerottolo di casa.
“Lascialo andare!” gridò lei, e cercò di avvicinarsi al lupo, per liberarlo.
Si udirono due CRAC, uno dopo l'altro.
Diffindo!”
Le funi si spezzarono, e Lupin scappò via, correndo, al di là del campo, tra i grandi alberi.
“Tonks! Stai bene?”
Solo una persona aveva quella voce, e la chiamava in quel modo; il suo nome era Harry Potter.
“Si” mormorò lei sospirando “Grazie”. Affiancato da un altro ragazzo più alto di lui, con lunghi capelli rossi e il volto estremamente familiare, Harry sorrise.
“Ron, tuo fratello Bill aveva ragione quando diceva che lo avremmo trovato qui!”.


Teddy aveva appena finito di disegnare, quando udì la voce di sua madre provenire da fuori. Si affacciò alla finestra, spingendosi sulle punte dei piedi. I suoi occhi si riempirono di meraviglia, paura e stupore quando vide l'uomo del sogno, davanti a mamma Dora, trasformarsi in un grosso, spaventoso lupo.














  
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