Ecco il nuovo capitolo, l'ho scritto un pò di fretta ma spero vi piaccia ;) Ringrazio per le recensioni! E continuate a recensire mi raccomando! Già dal prossimo capitolo le cose si faranno più movimentate. :)
4- INTO THE
NIGHT.
“Per arrivare all’alba non
c’è
altra via che la notte”
Kahlil Gibran
“Remus!
Remus
dove sei?!”.
Bill Weasley si era
addentrato nella foresta, alla ricerca di Lupin. Era preoccupato dopo
il fatto avvenuto a casa; Tonks aveva rivisto l'uomo che amava, e la
sua reazione non era certamente stata delle migliori. Lottò
contro
alcuni rami aggrovigliati e fece attenzione a non pestare il grosso
formicaio appena sotto di lui. “Remus rispondimi!”.
Si udì un sonoro
CRAC e apparve il volto pallido e scialbo di Lupin, visibilmente
provato dal dolore.
Respirava
affannosamente, come se avesse corso una maratona. Vedendo accanto a
sé un grosso masso, si sedette, le mani sulle ginocchia, le
braccia
tese, il capo colpevolmente abbassato e il volto quasi impossibile da
vedere, coperto dai capelli che scendevano davanti agli occhi.
Bill camminò verso
di lui, si fermò a un paio di metri di distanza, senza
parlare. Si
udiva solo il fruscio degli alberi e il cinguettio degli uccelli nel
cielo. Ad un tratto il vuoto fu colmato dalla voce del primogenito
Weasley, che, incapace di sopportare oltre quel gravoso silenzio, si
guardò intorno e parlò.
“Beh, guarda il
lato positivo.. almeno sa che non sei morto”.
Si maledisse
immediatamente per le parole idiote che gli erano uscite di bocca, ma
il vero problema era che non aveva la minima idea di cosa dire, e
cercava in tutti i modi possibili di alleggerire la situazione, ben
consapevole che, se avesse continuato a parlare, Lupin l'avrebbe con
tutta probabilità preso a pugni. Per un momento ebbe il
timore che
stesse per farlo, dal momento che le sue mani avevano cominciato a
tremare pericolosamente. Invece Remus alzò lo sguardo e
parlò con
calma.
“Lavora al
Ministero..?”
Bill ci impiegò
qualche secondo a realizzare di chi stessero parlando.
“Peter intendi?
Oh si, al Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti
Magici..”
“E..”
la voce gli tremò “Da quanto sta con lei?”
“Da un anno
ormai” rispose Bill cupo “Mi sembra strano che tu
non l'abbia mai
visto.. non viene spesso da noi, lavora sempre.. però..
pensavo lo
sapessi..”
“Mai visto in
vita mia” mormorò Lupin “.. è
da un po' di tempo che non vengo
a guardarli mentre sono qui..”
Calò di nuovo il
silenzio. Bill sospirò.
“Mi dispiace
Remus, davvero. Ma Dora si è rifatta una vita, è
normale che non
abbia preso bene il fatto di averti visto dopo nove anni sano e
salvo..”. Finse di non vedere l'espressione ferita di Lupin.
“Cosa
hai intenzione di fare ora? Tornerai a casa?”
“Non credo che
lei voglia parlare con me”.
“Dovresti
provarci”.
“Si..” mormorò
lui alzandosi in piedi e infilandosi le mani nelle tasche dei jeans
laceri “Certo..”. Senza guardare in faccia Bill,
alzò una mano
in segno di saluto e girò su se stesso, smaterializzandosi.
Tonks
tornò in camera dopo aver messo a dormire Teddy. Peter era
sdraiato
sul letto, sfogliando la Gazzetta del Profeta. Erano
stati entrambi sorprendentemente silenziosi tutto il giorno. L'unica
voce che era risuonata chiara e decisa tra le mura di casa era quella
di Andromeda Black, che alla radio aveva tentato invano per tre ore
di seguire un corso ('Cucinare Facile, tutti i trucchi per preparare
deliziose pietanze!'), riuscendo a metterne insieme solo un tentativo
poco apprezzabile.
Ninfadora si lasciò
cadere sul letto accanto al fidanzato, portando lo sguardo fuori
dalla finestra.
La
notte era già scesa velocemente,e la luna avrebbe preso il
posto che
le spettava. Ci sarebbe stata una bellissima, luminosa luna piena,
che riportò Tonks indietro di molto tempo, ai momenti in cui
accompagnava l'uomo della sua vita a casa, prima della
trasformazione.
Rimase per un
attimo lì ferma, a contemplare l'oscurità del
cielo, finché decise
che aveva bisogno d'aria.
“Esco un attimo”.
Afferrò il
cappotto e, infilandoselo, uscì di casa. Davanti alla
villetta a due
piani si apriva una grande distesa di rigogliosa erba verde, coronata
da enormi alberi. Il vento che soffiava con dolcezza sul campo
accarezzò i capelli di Tonks, e lei fu costretta ad alzare
il bavero
della giacca fino alle orecchie. Si arrese chiudendo gli occhi
quando una ventata fu troppo forte per riuscire a tenerli aperti.
Non appena li riaprì di nuovo, il suo cuore mancò
un battito. A
circa ottanta metri da lei, fermo saldamente sui piedi come una
statua, lo sguardo fisso, c'era Lupin.
Tonks
pensò di avere le allucinazioni; certamente il fatto di
averlo visto
a Villa Conchiglia aveva annebbiato la sua mente. Scosse la testa,
chiuse e riaprì gli occhi un'altra volta, eppure nulla
cambiò. Lui
era sempre
là fermo.
Quando prese a
camminare verso di lei, mille pensieri opposti si insinuarono dentro
di lei alla velocità di un treno in fuga.
Non può essere lui..
Con che coraggio si presenta qui?!
E' vivo. E' Remus..
Se si avvicina lo affatturo!
Sembra distrutto..
Giuro che adesso lo prendo a pugni!
Dopo tutto questo tempo si fa vedere?!
Si fermò a pochi
metri da lei; mentre la luna cominciava a spuntare dietro le nuvole,
il profilo dell'uomo era ancora oscurato, i capelli mossi dal vento,
la camicia sbottonata e sporca. Non muoveva un muscolo, fissava Tonks
negli occhi.
“Ciao..”. Fu
tutto quello che riuscì a dire.
Ninfadora aprì la
bocca ma non ne uscì alcun suono; ormai non era
più nemmeno certa
di sentir ancora battere il suo cuore.
Fu come se il tempo
si fosse fermato. La villa, il campo, il cielo erano solo la cornice
dell'intensa scena che si svolgeva nel mezzo. L'incontro tra un uomo
e una donna, due amanti che, a dispetto dei lunghi
anni
trascorsi lontano l'uno dall'altra, sapevano rievocare il passato con
un semplice sguardo.
Ted restò in
ascolto dietro la porta della sua cameretta: sembrava proprio che la
mamma e Peter si fossero addormentati. Sorridendo con furbizia,
aprì
il comodino e estrasse una scatola di pastelli colorati. Non poteva
proprio resistere alla tentazione di fare un bel disegno prima di
andare a nanna! Si sedette alla scrivania, accese la piccola lampada
e gli occhi gli si illuminarono davanti al foglio bianco.
Immediatamente prese uno dei pastelli, e cominciò a
disegnare un
uomo sotto la luna piena. Un uomo che si trasformava in lupo.
Tonks
cercò di
riacquistare lucidità. Stringendosi ancora di più
nella giacca, ma
non riuscendo a distogliere gli occhi dall'uomo che aveva davanti,
parlò.
“Che diavolo ci
fai qui Remus”. Non era una domanda. Era un affermazione,
chiara e
netta.
“.. lo so Dora,
mi dispiace..”
“Nove anni!” lo
interruppe lei alzando la voce “Come credi che mi sia sentita
quando ti ho visto!? Ti credevo morto!”
“Non sai quanto
mi dispiace Dora..” mormorò Lupin, e si
avvicinò a lei, ma Tonks
arretrò bruscamente.
“Non ti
avvicinare!”
“Ti prego
perdonami..”
“Con quale
coraggio vieni a chiedermi perdono!?”. Il tono di voce di
Tonks si
alzò ancora di più. “Abbandoni tua
moglie e tuo figlio senza
spiegazione, senza.. senza una cavolo di motivazione!”
“Dovevo
proteggervi..”
“Proteggerci da
cosa Remus!?” gridò Tonks, vicina alle lacrime
“Perchè non
l'hai mai capito!? Io volevo te! Solo te! Non eri tu il pericolo, era
Voldemort, erano i Mangiamorte!”
“Il pericolo ero
io!” esclamò Remus esasperato “Come
avrei potuto permettere che
mio figlio avesse come padre un lupo mannaro pregiudicato..!”
A quelle parole, lo
sguardo di Tonks volò in cielo, oltre il capo di Lupin, dove
la luna
piena era ormai quasi del tutto comparsa da dietro le nuvole. Il
sangue le si raggelò nelle vene.
“.. non me lo
sarei mai perdonato..!”
“Remus..”
“Lasciami finire
Dora! Hai parlato tu, ora tocca a me darti una spiegazione!”
“Remus..”
“Per favore fammi
parlare!”
“Remus!”. Tonks
lo fissò spaventata.
Si guardarono negli
occhi. In quelli della donna, Lupin vide riflesso il suo nemico
più
grande. La luna piena era ormai chiara e splendente nel cielo.
Qualcosa dentro di lui si fece largo. Come un fiume in piena lo
investì, la sua mente perse ogni contatto con la
realtà, e mentre
il suo corpo prendeva le sembianze di lupo, davanti a sé
vedeva solo
una deliziosa preda pronta per essere catturata.
Tonks spalancò gli
occhi e infilò una mano nella tasca dei jeans, prima di
rendersi
conto di non avere la bacchetta. Arretrò lentamente, un
piede dietro
l'altro.
“Remus!” gridò
“Remus ti prego torna in te!”
Il lupo ululò.
Lentamente avanzò verso di lei. A un certo punto Tonks non
si mosse
più.
Fissò intensamente
negli occhi il lupo, tremando.
“Remus..”
Anche il lupo si
arrestò. Per un attimo si scrutarono, immobili. Sembrava che
l'animale si fosse improvvisamente calmato. Poi la porta di casa si
spalancò, e Tonks non fece in tempo a vedere Peter puntare
la
bacchetta contro Lupin.
“Incarceramus!”
“NO!”
Grosse funi
volarono intorno al collo del lupo, soffocandolo. Si contorse su se
stesso, tentando di liberarsi.
“Peter togli
quelle funi! Toglile!”
“Vieni qui Dora!
Scappa!” rispose lui dal pianerottolo di casa.
“Lascialo
andare!” gridò lei, e cercò di
avvicinarsi al lupo, per
liberarlo.
Si udirono due
CRAC, uno dopo l'altro.
“Diffindo!”
Le funi si
spezzarono, e Lupin scappò via, correndo, al di
là del campo, tra i
grandi alberi.
“Tonks! Stai
bene?”
Solo una persona
aveva quella voce, e la chiamava in quel modo; il suo nome era Harry
Potter.
“Si” mormorò
lei sospirando “Grazie”. Affiancato da un altro
ragazzo più alto
di lui, con lunghi capelli rossi e il volto estremamente familiare,
Harry sorrise.
“Ron, tuo
fratello Bill aveva ragione quando diceva che lo avremmo trovato
qui!”.
Teddy aveva appena finito di disegnare, quando udì la voce di sua madre provenire da fuori. Si affacciò alla finestra, spingendosi sulle punte dei piedi. I suoi occhi si riempirono di meraviglia, paura e stupore quando vide l'uomo del sogno, davanti a mamma Dora, trasformarsi in un grosso, spaventoso lupo.