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Autore: Bellatrix Lestrange    15/09/2005    2 recensioni
finalmente ho trovato un titolo decente...! -spero- questa fanfiction parla di come Massimo incontra sua moglie...secondo le mie malate teorie! l'ho m odificata a causa di qualche errore inutile e il font confusionario...ringrazio tutti quelli che l'hanno recensita e che mi hanno permesso di migliorarla! aggiornerò presto...scusate il ritardo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PERCHÈ TUTTO IL RESTO È ARIA E

PERCHÈ TUTTO IL RESTO È ARIA E

 POLVERE

 

 

 

Quando i generali vennero congedati la festa fuori dalla tenda non era nemmeno arrivata al culmine. Massimo ritirò la sua cena in quelle che venivano generosamente chiamate cucine e si diresse verso un drappello di ufficiali. Conversò qualche minuto, gettando di tanto in tanto un occhiata alla folla…e poi la vide. Sorrideva, discorrendo con suo padre…sembrava assorta nella conversazione, ma lui la conosceva troppo bene…non era interessata a una singola parola di quello che stava dicendo il suo interlocutore…lo capiva dalle mani che fletteva ogni tanto, distrattamente, e dagli occhi che non brillavano ma erano anzi quasi leggermente assenti. Si diresse verso di lei quasi in sogno, per riscuotersi dopo pochi passi. Lei non sembrava averlo visto. Stava pensando a una valida ragione per interrompere l’imperatore in una conversazione con sua figlia quando lei si girò verso di lui…si bloccò un momento, il tempo necessario per non correre tra le sue braccia…e poi lo salutò, approfittando di una pausa di Marco Aurelio. “Generale Massimo…era da tempo che non ci vedevamo” suonava padrona di sé e quasi distaccata, ma Massimo aveva imparato a cogliere i piccoli segnali che sfuggivano al suo impeccabile autocontrollo implicito nel suo rango…la vide fremere leggermente, dopo avere terminato di pronunciare quella frase…e avrebbe giurato che la musica si era fermata, e tutto il resto era svanito…quella sera nessuno li avrebbe disturbati, nessuno si sarebbe accorto che mancavano…non era un ricevimento importante, ma era una festa tra soldati…e c’era decisamente troppa confusione per accorgersi di loro…qualcuno salutò l’Imperatore, che andò a raggiungerlo, e loro si allontanarono, fingendo i stare conversando da conoscenti; pochi istanti dopo erano lontani, nella luce tremolante dei fuochi lontani, le fiamme riflesse negli occhi neri di lei un attimo prima che lo baciasse, felice. Non c’erano parole, non serviva ricordare all’altro quanto gli fosse mancato…lo sapevano entrambi, come sapevano che la loro era una storia fin troppo a breve termine e senza futuro…ma non gli era mai importato, mentre erano insieme, solo nei pomeriggi piovosi o grigi quando entrambi erano lontani, come succedeva il 90 per cento del loro tempo…lei si sarebbe sposata, lui avrebbe continuato a combattere, finchè non sarebbe morto o diventato troppo vecchio per continuare a farlo. Ma quella notte, come tutte le altre, come tutte le poche altre che avevano trascorso insieme, non importava… c’erano solo loro, il buio e le stelle riflesse nei loro occhi innamorati.

  
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