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Autore: iosnio90    04/07/2010    3 recensioni
E' sempre una Damon/Bonnie. Ed è il seguito della mia prima storia - il linguaggio della resa - quindi per capire alcune cose di questa seconda parte vi consiglio di leggere prima quella....BACIONI...IOSNIO90.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo tredicesimo

Ted guardava compiaciuto e con la testa leggermente inclinata di lato la copia di Bonnie.
Aveva fatto proprio un bel lavoro, non c’era nient’altro da dire se non che era stato tutto perfetto.
Certo quello stupido vampiro lo aveva spiazzato con le sue farneticazioni su matrimoni e nomi cinesi, era vero che aveva studiato la vita di entrambi, ma aveva solo cercato e visto quello che più gli interessava per creare le sue illusioni, mica si era preso il disturbo di setacciare ogni minima parte della loro miserabile vita, però se l’era cavata alla grande comunque cambiando discorso e focalizzandosi sul colpo di grazia da dare al vampiro.
E la reazione dei Damon era stata così…così….
Oh accidenti, non c’erano parole belle abbastanza per esprimere come era stata la reazione del vampiro.
Sublime? Meravigliosa? Estasiante? No, erano parole troppo misere per quel contesto, non riuscivano nemmeno lontanamente ad esprimere quello che aveva provato Ted quando aveva visto il vampiro e tutta la sua sicurezza accasciarsi al suolo completamente privo di forza, privo di speranza, privo di tutto.
- Già! Ora prova a riprenderti da questo! - pensò Ted sorridendo mentre dava uno sguardo veloce e carico d’ odio alla sfera che mostrava ancora l’immagine di Damon a terra.
- Ma adesso basta Ted! Hai ancora altro lavoro da fare, non crogiolarti troppo nella tua vittoria! - lo rimproverò la voce della sua razionalità.
E aveva ragione: Ted aveva un’altra cosa da fare.
Guardò un’ultima volta la copia di Bonnie e poi schioccò le dita, mentre la copia si dissolveva nel nulla.
- Incredibile! Tanta fatica e tanto Potere per farla e poi usarla a dovere, quando bastano meno di due secondi per farla sparire! -  pensò Ted un attimo prima di spostare la sua attenzione sulla figura identica a Damon.
La copia era sempre lì, davanti a lui, dove era stata tutto  il tempo da quando era stata creata, e dopotutto….dopo sarebbe potuta andare?
Ted già pregustava il momento in cui anche la strega sarebbe stata annientata e da quella che sembrava essere la persona che amava di più sulla faccia della terra.
Doveva ammettere che infondo, ma molto infondo, gli dispiaceva un pochino ridurre così la strega.
Insomma, il vampiro se lo meritava eccome il trattamento che gli era stato riservato, e non solo per come aveva trattato Ted o per l’aria di superiorità che lo mandava in bestia, ma proprio perché era un vampiro.
Ted odiava i vampiri molto più di quanto odiasse tutte le atre creature oscure.
Non avevano diritto alla vita.
Erano dei morti che camminavano disseminando altra morte e altro dolore.
Erano degli abomini che invece di starsene dove dovevano stare, cioè tre metri sotto terra, pretendevano di andarsene in giro ad uccidere senza che nessuno facesse nulla.
No, Ted non lo aveva mai accettato.
Per lui quello che era morto, era morto e basta.
Potevano passare i licantropi, che sì uccidevano, ma per lo meno erano vivi.
Potevano passare anche i fantasmi che sapevano di essere morti, ma non pretendevano nulla, anzi spesso cercavano qualcuno che li aiutasse ad andarsene definitivamente.
Ma i vampiri no.
Loro erano gli esseri più viscidi che Ted avesse mai visto, erano morti, ma non se ne curavano, anzi, facevano in modo da mischiarsi con i vivi, soggiogarli e imbrogliarli solo per poi bere da loro ciò che gli dava più forza, più forza per continuare a mischiarsi, a soggiogare e ad imbrogliare.
Era ignobile.
Ma questo riguardava Damon, la strega non c’entrava nulla.
L’unica colpa di Bonnie era che non riusciva davvero a capire cosa fosse Damon, o comunque lo capiva ma non se ne importava, lei non dava importanza al fatto che lui fosse morto e che dovesse continuare ad esserlo senza andarsene tranquillamente in giro.
No, questo a Bonnie non importava, anzi lei proteggeva il vampiro, lo amava, lo baciava, si donava  lui anima e corpo e forse voleva addirittura diventare come lui un giorno per potere andarsene in giro insieme a succhiare sangue per l’eternità come se fosse la cosa più normale e ovvia del mondo.
Ma adesso il problema stava per essere risolto, perché ci avrebbe pensato lui, Ted, a mettere le cose a posto e ad aprirle gli occhi, l’avrebbe fatta soffrire, ma poco importava, tanto, prima o poi, sarebbe passata.
- Bene è ora che il gioco riprenda - si disse.
Come poco prima, si rimise le mani sulle tempie e in poco tempo una sorta di luce, ma questa volta oscura avvolse la copia di Damon che lentamente scomparve.
Ted continuò a tenersi le dite premute ai lati della testa per continuare a tenere tutto sotto controllo, anche l’entrata di Damon, perché la strega non doveva vedere come arrivava, doveva sembrare che fosse apparso da nulla e senza il minimo rumore, come farebbe un vampiro vero, altrimenti se lei avesse visto la luce che lo avvolgeva forse avrebbe capito qualcosa senza lasciarsi trarre in inganno.

Bonnie se ne andava tranquillamente in giro per il Labirinto, a volte proseguiva persino saltellando come una bambina tanta era la gioia che aveva dentro.
Il suo sesto senso la stava avvertendo che, in qualche modo, era molto vicina al centro e quindi molto vicina anche a Damon, e questo la rendeva ancora più euforica.
Sapeva che una volta raggiunta la meta non sarebbe stata comunque una cosa piacevole, perché c’era Ted da affrontare, ma questo non riusciva proprio a guastarle l’umore.
Ora sentiva dentro di sé la forza, sentiva che avrebbe potuto spaccare una montagna se fosse servito a raggiungere Damon.
Ma la cosa più eccezionale di tutte era che sentiva anche di non essere cambiata per niente, di essere sempre la stessa Bonnie di prima e questo significava che si era fatta un sacco di paranoie per niente, perché la forza di combattere lei l’aveva sempre avuta, lei non era debole, lei poteva farcela.
La sua felicità era alle stelle, anche se pensare poco prima a Ted l’aveva un po’ scossa.
Non aveva paura perché sapeva che con lei ci sarebbe stato Damon quando avrebbe rivisto lo stregone, ma quel Ted proprio non le piaceva, non le era mai piaciuto, ma dopo tutto quello che le aveva fatto e dopo chissà cosa aveva fatto a Damon, lei….insomma, non solo non le piaceva, lei lo detestava, anzi no, lei non lo detestava, lei lo odiava proprio, di un odio puro e irrazionale.
Sapeva bene che Damon voleva uccidere Ted, ma questo non le creava alcun problema anche se Ted pur essendo uno stregone era comunque un umano.
No, per lei non c’erano problemi se Damon lo ammazzava atrocemente, anzi forse poteva addirittura dare una mano se ce ne fosse stato bisogno.
L’unica cosa che le interessava ora era fare in modo che Ted lasciasse liberi gli altri da quel sonno magico in cui li aveva indotti, ma naturalmente la sua massima priorità era ritrovare Damon.
Con lui Bonnie sentiva di poter fare qualsiasi cosa, sentiva di essere invincibile, l’importante era che lui stesse al suo fianco e non l’abbandonasse mai.
Mentre era persa nei suoi pensieri, Bonnie avvertì una sorta di vento gelido provenire dalle sue spalle e istintivamente si voltò indietro.
Tutto sembrava a posto, non c’era niente e non c’era nessuno.
Dopo un attimo di spavento Bonnie trasse un respiro profondo e tornò a voltarsi nella direzione dove stava andando poco prima, ma restò completamente immobile per la sorpresa e l’incredulità.
Davanti a lei, a non più di due metri, c’era Damon.
Bonnie non riusciva a muoversi tanta era la felicità che la invase completamente.
L’unica cosa che riuscì a fare fu lasciare libere le lacrime che le vennero istantaneamente agli occhi.
Erano lacrime di gioia, di pura gioia, di una gioia tanto grande come lei non aveva mai provato.
Damon era lì e la guardava.
Bonnie si asciugò frettolosamente le lacrime e, ancora troppo scossa per riuscire a muoversi, alzò semplicemente la testa per far scontrare i loro sguardi, ma subito capì che qualcosa non andava.
Lui la guardava e lei lo guardava, ma non era come al solito, gli occhi di Damon non erano come al solito.
Era difficile per chiunque scorgere qualcosa negli occhi neri di Damon, ma per lei era diverso.
Ogni volta che lo sguardo di Damon si posava su di lei, Bonnie vedeva come una scintilla, come una luce che rischiarava quel buio.
Negli occhi di Damon, Bonnie ci vedeva le stelle più luminose, ci vedeva i diamanti più preziosi, ci vedeva il sole.
Più volte aveva cercato di spiegarlo alle sue amiche o a Stefan, ma nessuno di loro era mai riuscito a confermare quelle sue affermazioni, perché per loro gli occhi di Damon erano neri e basta, neri come la pece, a volte addirittura spaventosi tanto erano neri, e non capivano davvero come lei potesse dire di vederci addirittura il sole.
Ma Bonnie quella luce la vedeva davvero.
Ricordò che allora mise tutta se stessa e la sua attenzione per riuscire a svelare quel mistero, il mistero degli occhi di Damon.
Era davvero poco tempo che Chen era morto e per via di quella specie di periodo di prova di sei mesi a cui erano stati sottoposti, lei e Damon passavano davvero un’infinità di tempo con Stefan e gli altri al pensionato.
Lei era tutta presa da questa sua specie di missione e passava tutto il tempo a guardare Damon e a guardare come lui guardava gli altri e come lui guardava lei.
Passò così circa una settimana prima che lei capisse.
Quando Damon guardava qualcun altro, chiunque altro, i suoi occhi erano spenti, bui, neri ed impenetrabili, ma quando guardava lei era tutta un’ altra storia, quando guardava lei c’erano davvero le stelle, i diamanti e il sole nei suoi occhi, e fu solo allora che Bonnie capì che quella luce era una luce che Damon riservava solo a lei, forse inconsapevolmente, ma era così.
Dopo un po’, Damon, che non era stupido, le fece notare che si era reso conto che lei stava sempre lì a fissarlo e volle sapere il perché.
Bonnie, imbarazzata, confessò tutto e gli disse pure della conclusione a cui era arrivata.
Damon le sorrise e l’abbracciò, mentre con un sussurro tra i suoi capelli le disse: “E ti ci è voluto tutto questo studio per capirlo? A me sembrava abbastanza ovvio, streghetta!”.
In quel momento Bonnie capì di aver avuto ragione tranne che per una cosa: la luce negli occhi di Damon c’era solo quando lui guardava lei, questo era vero, ma non era vero che lui ne era inconsapevole, anzi, lui lo sapeva eccome, ma non gli importava e illuminava il suo sguardo solo per lei, per invitarla a guardare la sua anima, a toccarla e farne quella che più desiderava.
Per Bonnie quella era la caso più bella del mondo e la più romantica, ma adesso era diverso.
Il Damon davanti a lei era diverso.
Nei suoi occhi non c’era luce, non c’erano le stelle, non c’erano i diamanti e non c’era il sole.
I suoi occhi erano neri ed impenetrabili, come se stesse guardando un estranea.
“Damon…Damon che ti succede?” - chiese Bonnie con voce tremante.
Niente!” - le rispose Damon mentalmente e con una voce che dava i brividi tanto era fredda, tagliente e distaccata.
“Come sarebbe a dire niente? Damon sei strano! Cosa succede?” - chiese Bonnie dopo aver fatto appello a tutto il suo coraggio: aveva come l’impressione che stava per succedere qualcosa che non le sarebbe piaciuto per niente.
Ascoltami bene strega, perché non mi ripeterò due volte!” - cominciò lui.
- Strega? Damon non mi chiama mai strega! Lui mi chiama streghetta, ma lo fa con affetto come a prendermi in giro e a me piace, ma non mi ha mai chiamato strega e con quel tono poi….sembrava…..Oddio che sta succedendo? - pensò Bonnie in preda al panico.
Io me ne vado!” - annunciò Damon.
“Cosa? Che significa? Come sarebbe che te ne vai?” - disse Bonnie quasi urlando.
Sarebbe che me ne vado! Mi sono stancato di tutta questa storia, della magia, del Labirinto, ma più di tutto mi sono stancato di dover sempre rischiare di morire per te, mi sono proprio stancato di te!” - disse Damon.
“C-Che vuoi dire?” - chiese Bonnie sperando che lui intendesse dire qualcosa di diverso da quello che lei pensava e che semplicemente avesse sbagliato ad esprimersi.
“Esattamente quello che pensi! Avanti, Bonnie, tu hai davvero pensato che io ti amassi? Io? Se lo hai pensato sei stata un tantino arrogante, credi di essere davvero così speciale da riuscire ad imbrigliare me? Lo ammetto, è stato divertente con te, è stato qualcosa di decisamente diverso dalla solita routine, lo definirei un esperimento interessante, ma adesso mi sono stancato. Già una volta ho rischiato di morire, ma andava bene perché eravamo agli inizi e dovevo conquistarti, ma adesso no, adesso mi sono stancato, quindi….” - lasciò in sospeso Damon.
“Quindi?” - chiese Bonnie con un filo di voce.
Quindi… addio ragazzina, io me ne vado, ma è stato un vero piacere averti!” - finì lui prima di scomparire nel nulla.
E dopo quelle parole il cuore di Bonnie si spezzò definitivamente andando in milioni, anzi miliardi di pezzi.
Bonnie restò lì, con lo sguardo perso nel vuoto, non aveva la forza per fare nulla, neppure per piangere cosa che di solito le riusciva più che facilmente.
Era tanto sconvolta che non si accorse neppure che Damon era sparito, lo capì quando non sentì più la sua voce nella sua testa.
Lui se ne era andato, l’aveva abbandonata, non la aveva mai amata, era stato tutto un imbroglio, un esperimento come lo aveva chiamato lui e adesso si era stancato.
Non si accorse che era caduta a terra fino a che non sentì il suo viso schiacciato contro il pavimento.
Pensò che forse si era fatta male con la caduta, che forse stava sanguinando, che forse doveva sentire dolore, ma era tutto inutile, era diventata completamente insensibile a tutto.
Non sentiva nulla, nulla eccetto i pezzi del suo cuore che si dissolvevano all’interno del suo stesso corpo, ma non se ne curava.
A cosa le serviva un cuore se lui non c’era?
Non sarebbe mai più stata in grado di amare, ma questo non la preoccupò, non la turbò, non la spaventò.
Bonnie ormai non sentiva più nulla.






NOTE:
Ciao a tutti!
Come và? A me tutto abbastanza bene fatta eccezione per il caldo che proprio non sopporto.
Ecco il nuovo capitolo con cosa succede a Bonnie.
Ted è stato proprio un bastardo con questa storia delle copie.
Comunque sperò vi piaccia anche perchè siamo quasi in dirittura d'arrivo.
Grazie per le recensioni e anche a chi legge soltanto.
Mi raccomanodo, come sempre...ditemi sinceramente cosa ne pensate!
Recensite...recensite...recensite....BACIONI..IOSNIO90!







   
 
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