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Autore: IsaMarie    05/07/2010    9 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao raga! Sono proprio contenta che continuiate a seguirmi. Mi raccomando non mi abbandonate!
Ora rispondo e poi capitolo!!!

 bellina97 [Contatta] Segnala violazione
ciao belllina, è vero non si può scegliere di chi innamorarsi. Ma Edward non pensa di esserlo, sa solo che è attratto fisicamente, quindi non vuole incasinare la famiglia, visto che lui è il tipo da una botta e via!
A presto!
 giova71 [Contatta] Segnala violazione
Ciao giova, sì eddy si sta comportando proprio da stronzo. Ma vedrai che da questo cap. andrà un po' meglio! Baci!
 Austen95 [Contatta] Segnala violazione
Grazie Austen, mi hai fatto scompisciare! Sei troppo forte!
 ashar [Contatta] Segnala violazione
Ciao ashar, benvenuta!!!! Sono sempre contenta di avere nuove fan! Un bacione
 vanderbit [Contatta] Segnala violazione
Ciao vanderbit! Edward innanzitutto è attratto da Bella fisicamente, ma visto come tratte le donne, non vuole creare casini in casa, per questo lei è il suo frutto proibito. E da buon deficiente pensa che lo attragga solo perchè sa di non poterla avere. Non è ancora consapevole che c'è dell'altro. Ma vedrai che da questo cap. le cose andranno meglio! 


CAPITOLO 6
 
Posso venire con te?


Pov Bella

Quella mattina mi alzai con un tremendo mal di testa. Avevo pianto per buona parte della notte, dopo la tremenda discussione con Edward, e alla fine mi ero lasciata andare ad un sonno agitato per niente ristoratore. Andai a farmi una doccia, per fortuna il bagno era tutto per me. Mentre mi asciugavo i capelli guardavo il mio volto allo specchio. Ero un disastro: il mio colorito era più pallido del solito, le occhiaie molto marcate, gli occhi gonfi e il viso sembrava più lungo e smunto per via della stanchezza. Dovevo assolutamente darmi una sistemata, altrimenti chi le avrebbe sentite Rosalie ed Alice! In più mi aspettava una giornata molto lunga e faticosa: shopping con le due pazze! Un incubo!
Scesi a fare colazione e trovai Emmett, Jasper e Rosalie già intenti a mangiare tutto il ben di dio che aveva preparato Esme. Chissà a che ora si alzava, poverina, per far trovare tutto pronto a noi ragazzi. Era proprio molto dolce e premurosa.
Mi ripromisi che, dal giorno successivo, avrei cercato di svegliarmi presto per darle una mano: non era proprio giusto che si accollasse tutto quel lavoro da sola… d’altronde avevo sempre pensato io alla colazione e, nonostante mi avesse rassicurata più volte che le faceva piacere occuparsi di noi, non volevo assolutamente farmi servire e riverire da lei… il lavoro non le mancava di certo!
Mio padre come al solito era già al lavoro, Alice aveva preso il mio posto in bagno e di Edward neanche l’ombra. Che fortuna! Non ero proprio dell’umore per sopportare le sue frecciatine mattutine. Le parole della sera prima bruciavano ancora… e parecchio anche!
La notte avevo rimuginato tantissimo sul perché mi avesse offesa in quella maniera gratuita… e poi una terribile paura si era fatta strada in me… lasciandomi agitata e ansiosa…
E se Edward, quando mi aveva afferrata per non farmi cadere, si fosse accorto che stavo per baciarlo? E proprio per quel motivo aveva erroneamente pensato che fossi come tutte quelle sciacquette che era abituato a ripassarsi?
Baciarlo… il pensiero di quelle labbra piene e carnose sulle mie, mi faceva accaldare… Scossi la testa per scacciare quelle immagini così vivide…
Ma cosa diavolo mi stava passando per la testa?! Io non dovevo baciare Edward! Già non mi sopportava… se la sera prima mi fossi fatta trasportare dal momento, non lo avrebbe più fermato nessuno dal ricoprirmi di insulti ogni singolo momento… Oddio, ero stata a un passo da fare la peggiore figura di tutta la mia vita… per fortuna che la sua solita acidità era uscita fuori quasi subito e mi ero immediatamente ripresa, altrimenti avrei anche potuto cambiare stato.
Cercai di non pensarci e iniziai a mangiare. Ma la mia quiete durò poco perché, dopo poco, ci raggiunsero anche Alice e Edward. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo e si buttò letteralmente sul suo piatto, mentre parlava con Jazz. Diedi una rapida occhiata agli altri… certo che riuniti attorno al tavolo tutti insieme eravamo proprio una bella famiglia. Quel pensiero mi risollevò un po’ il morale.
-Ehi, Bellina! Fatto le ore piccole ieri sera, eh?!- mi canzonò Emmett, maliziosamente.
-Già…- risposi io, senza aggiungere altro.
-Che hai stamattina? Ti vedo sbattuta! Se non riesci a tenere questi ritmi non dovresti uscire con certi fusti che ti stancano così tanto- mi schernì Emmett, ridendo come un matto.
Rose gli tirò uno scappellotto tra capo e collo. -Ehi! Ma come vi offendete subito!- si difese, imbronciato.
-Grazie Rose, era troppo lontano- affermai, ridendo.
-Non c’è di che! E’ sempre un piacere picchiarlo. Ma dimmi un po’… hai litigato con Jake, per caso?- mi chiese Rose, guardandomi sospettosa.
-N-no- balbettai, avendo capito dove voleva andare a parare.
-Ma dai! Guarda che ti conosco molto bene. E sono sicura che tu hai pianto e non poco!- continuò convinta, Rose. Tutti improvvisamente mi fissarono curiosi, soprattutto sentivo lo sguardo di Edward addosso, anche se cercavo meticolosamente di non guardare nella sua direzione. Probabilmente, in quel momento, sul mio viso era comparsa la gamma completa di tutte le sfumature di rosso. Mi sentivo le guance bollenti.
-Assolutamente no, Rose!- esclamai,  guardandola in modo truce per farle capire che non era un argomento da discutere davanti a tutti. -Sono solo stanca. Era tanto che non vedevo Jake, quindi avevamo molte cose di cui parlare, noi- spiegai, calcando sul “parlare”, e voltandomi a fissare negli occhi Edward. A buon intenditor poche parole!
Mi aspettavo una delle sue risposte velenose e invece con mia enorme sorpresa, mi guardò imbarazzato e poi abbassò la testa sulla sua colazione. Sembrava… pentito del suo comportamento? Possibile? Mah… ci credevo poco.
Rose ci osservò e capì immediatamente che era successo qualcosa, ma, per mia fortuna, lasciò perdere… anche se sapevo che la discussione era solo rinviata…
-Allora ragazzi, visto che la mamma è di sopra e non ci sente, mettiamoci d’accordo per oggi- propose Alice, carica di energia come al solito. -Come sei rimasta con Jacob?- si informò, rivolgendosi a me.
-Gli ho riferito che nel pomeriggio saremmo andati a Seattle a comprare tutto l’occorrente. Noi ci occuperemo delle decorazioni, del reverendo, degli sposi e degli invitati, al resto penseranno loro. Poi al ritorno, se non è tardi passeremo da lui a lasciare tutti gli acquisti- spiegai.
-Perfetto! Io proporrei di andare direttamente finita la scuola; nel pomeriggio, poi, avvertiremo mamma e Charlie che non saremo presenti a cena, così faremo le cose con calma- continuò Alice. Vidi mio fratello sbiancare e mi scappò subito da ridere.
-Alice… cosa vuoi dire?! Quante ore pensi che dovremo rimanere a fare shopping?!- le domandò, già disperato all’idea. Non era un amante degli acquisti!
-Quelle necessarie! Cosa pensi?! Scegliere le cose migliori richiede tempo e pazienza, quindi prima guarderemo tutto quello che ci può servire e poi decideremo cosa comprare- chiarì, descrivendo dettagliatamente tutto quello che ci aspettava nel pomeriggio. Mi sentivo già male!
-Ma tu sei matta!- sbottò Emmett; -Te lo scordi che faremo il giro doppio del centro commerciale, uno basta e avanza. Quindi… vedi di partire già con le idee chiare su quello che vuoi, sorellina! Passati davanti ad un negozio non torneremo più indietro… ricordatelo bene e ficcatelo nella tua testolina da patita dello shopping maniaco-compulsivo! E stai all’occhio! Non cercare di fregarmi, perché sono disposto a trascinarti via anche per i capelli!- sbottò Emmett, con un tono tremendamente serio, che non ammetteva repliche. Alice lo guardò in cagnesco e poi si avviò su per le scale, borbottando. Santo! Santo dovevano farlo ‘sto ragazzo!
-Grazie, Emmett!- esclamò Jasper, visibilmente sollevato; -Tua sorella mi fa veramente paura a volte- aggiunse, e tutti scoppiammo a ridere.
Decidemmo che saremmo andati con più auto, in modo da poter trasportare tutto.  Nei approfittai per far prendere aria alla mia piccolina, era da troppo tempo che non la facevo sgranchire un po’. E questa era proprio l’occasione giusta! Ci sarebbero volute ben due ore per raggiungere Seattle; l’avrei coccolata un po’! Finimmo in fretta di mangiare e, dopo aver salutato Esme, uscimmo. Ci recammo per la prima volta, da quando si erano trasferiti i ragazzi Cullen, verso il nostro garage. Eravamo stati così presi dal resto  che ancora non avevano avuto occasione di vedere i nostri mezzi. Appena Jazz aprì la saracinesca, rimasero tutti a bocca aperta. Edward ed Emmett erano meravigliati e Alice era ammaliata dalla Ferrari di Jasper.
-Allora ragazzi… se per voi va bene potreste venire con la Jeep e la Volvo perché ci sta più roba. Io ho bisogno di far girare il motore della mia piccolina… ma purtroppo non è molto capiente- spiegai, mentre accarezzavo il cofano della mia bambina. Salii sopra la mia adorata Aston e dopo aver fatto scaldare un pochino il motore, uscii dal garage, fermandosi subito fuori, dove gli altri stavano ancora parlottando.  
-Questa è la tua?!- mi chiese Edward, sbalordito.
Fissava la mia macchina ammaliato, come stesse rimirando la donna più bella di questo mondo. Le girò attorno, sfiorandola appena, quasi stesse toccando un fragile oggetto di cristallo. Ero decisamente compiaciuta.

Pov Edward

Non era possibile, avevo davanti ai miei occhi la macchina dei miei sogni, con sopra la ragazza dei miei sogni… No! Ma che diavolo stavo farneticando?! Mi ero completamente rincoglionito?! La ragazza no! O forse sì… Non ci capivo più niente!
Sfiorai delicatamente la carrozzeria come se stessi accarezzando la più preziosa delle amanti… ero estasiato, elettrizzato e eccitato…
Sì… vedere Bella seduta su quell’auto mi stava eccitando da morire! Ma si poteva essere così maniaci?!
Intanto Bella aveva aperto il finestrino. Mi abbassai per guardare gli interni in pelle. Ma fu un grosso errore: fui catturato dai suoi magnifici occhi… I nostri sguardi si incatenarono magicamente… per un attimo tutto intorno a noi sparì… in quel momento c’eravamo solo io e lei…
La voglia di baciarla, di prenderla, di farla mia tornò prepotentemente in me con la forza di un uragano…
La tonante risata di Emmett, che conversava con Jasper, mi fece riprendere lucidità… ma, senza rendermene conto, all’errore precedente, se ne aggiunse immediatamente un altro: le parole uscirono dalla mia bocca, senza che il mio cervello avesse dato il via libera e soprattutto non considerando le implicazioni che ne conseguivano da quella frase.
-Bella ti prego posso venire in macchina con te oggi?- la supplicai. Vidi chiaramente i suoi occhi sgranarsi per la sorpresa.
-C-co-cosa?- balbettò, in evidente imbarazzo.
-Sai… questa è la macchina dei miei sogni e mi piacerebbe farci un giretto. Posso? Prometto che mi comporterò bene!- la rassicurai, con il mio migliore sorriso. Ci pensò un po’ su.
 -Ok, ma a una condizione. Guido io e non ammetto repliche! Mi spiace, ma la mia piccolina non si tocca!- accettò, mettendo in chiaro le cose. Dentro di me, esultai felice, anche se avrei tanto voluto provare l’ebbrezza di guidare quell’auto.
 -Va bene, per adesso mi accontenterò- risposi, sorridendo.
-Per adesso e anche in futuro, Cullen- puntualizzò, seria. Odiavo quando si rivolgevano a me, chiamandomi per cognome… ma come era possibile che detto da lei suonasse così sexy?
-Grazie… Swan- le risposi sarcastico; rise di rimando. Cavoli,  quando rideva, era ancora più bella.
Basta… non dovevo pensarci!
Salimmo sulle rispettive auto e ci avviammo a scuola. Nel tragitto pensai all’implicazione che la mia richiesta comportava. Come avrei fatto a stare in auto con lei per due ore, seduti così vicini, con i nostri corpi che si sfioravano? Cosa diavolo mi era venuto in mente?!
Quella ragazza mi piaceva ogni giorno di più, e iniziavo a pensarci un po’ troppo spesso. Non mi era mai capitato con nessuna. Ma probabilmente dipendeva dal fatto che vivevamo assieme e che quindi ce l’avevo sempre davanti agli occhi. Sì… era senz’altro così. Se fosse stata una normalissima ragazza conosciuta a scuola, probabilmente me la sarei già fatta e non ci avrei più pensato. Sempre che lei avesse voluto… non mi calcolava neanche di striscio! Anzi sembrava proprio che la irritasse anche solo la mia presenza. Il mio fascino su di lei sembrava innocuo, come se non mi vedesse nemmeno.  Magari era perché ero sempre scortese con lei. Pensavo che sarebbe stata una soluzione facile per risolvere il mio problemino, invece trattarla così male, iniziava a pesarmi. Mi ero accorto che soffriva per la situazione… in più  a colazione Rosalie era sicura che la sera precedente avesse pianto e i suoi occhi ne erano una chiara dimostrazione… ma quando era rincasata stava bene… Possibile che avesse pianto per causa mia, per le mie parole? Ero confuso, non sapevo proprio come affrontare la situazione. Magari dovevo solo lasciarmi andare….
 
Pov Bella

Ci stavamo recando a scuola e ripensavo alla grossa cavolata che avevo appena fatto. Come avrei sopportato un viaggio fino a Seattle sola in macchina con lui? Poteva finire solo in due modi o lo facevo fuori o gli saltavo addosso e nessuna delle due opzioni era in qualche modo lontanamente accettabile. Ma possibile che se non mi mettevo nei casini non ero contenta? Cosa mi diceva la testa? Dovevo dirgli semplicemente: “No, grazie”. Invece quando mi aveva parlato così vicino, mi ero persa in quegli smeraldi e il mio cervello era andato in stand-by. Non riuscivo ancora a capacitarmi di come fossi riuscita a rispondergli senza avventarmi su quelle labbra così carnose e perfette a pochi centimetri dalle mie. Ohhhh… ma Bella cosa pensi?!
-Basta devo ricordarti come ti ha trattato ieri sera e quello che pensa di te?- domandai ad alta voce a me stessa.
Perfetto! Ora ero proprio andata… mi mettevo persino a parlare da sola! Va già bene che non c’era nessun altro in auto con me, altrimenti mi avrebbero preso per pazza.
Arrivammo a scuola e mentre mi avviavo a lezione con Alice, mi ritrovai affiancata anche da Rose.
-Bella, dobbiamo parlare un attimo- dichiarò seria Rose, bloccandomi improvvisamente in mezzo al corridoio. Deglutii a fatica.
-Rose, non ora… arriveremo tardi- provai a replicare, sapendo già dove volesse andare a parare.
-Non ti preoccupare, le nostre aule sono qui di fronte e mancano ancora dieci minuti. Quindi non ci puoi scappare- si intromise Alice. Divolo! Ma cos’era?! Un complotto?! Evidentemente si erano messe d’accordo durante il tragitto in auto.
-Cosa volete?- chiesi acida, sbuffando sonoramente.
-Cosa è successo ieri sera? Hai detto che Jake non c’entra e ti ho creduto… ma a giudicare dagli sguardi tra te ed Edward, deve essere successo qualcosa quando sei tornata- domandò Rosalie, centrando subito la questione. Uffa! Ma perché era sempre così attenta? Avrebbe senz’altro avuto una carriera in ascesa come detective privato! Alice spalancò gli occhi alle sue parole.
-Cosa diavolo ha combinato stavolta, quel deficiente di mio fratello?- esclamò, palesemente arrabbiata.
Trovandomi alle strette, raccontai per filo e per segno tutta la conversazione della sera precedente e nuove lacrime si fecero strada sul mio viso.
-Mi dispiace… ma allora non capisco proprio perché hai accettato di dargli un passaggio, oggi. Perché non l’hai mandato a quel paese?- mi chiese Rose, sempre molto pratica.
-Non lo so... ci teneva così tanto… non sono riuscita a rifiutarmi. E poi a colazione… mi sembrava un po’ imbarazzato per quel che è successo… magari si è reso conto di aver esagerato stavolta- supposi, sperando che fosse la verità, e non una mia illusione.
-Sì, in effetti stamattina non ti ha trattata male come al solito, nonostante Emmett gli abbia dato lo spunto per una serie di frecciatine velenose- mi dette ragione Rosalie.
Alice, che fino a quel momento, era rimasta in silenzio, mi guardò in modo molto strano.
-Hai detto che mio fratello era sceso per prendere un bicchiere d’acqua, giusto?- domandò, pensierosa.
-Sì, così mi ha detto. Perché?- le chiesi curiosa.
-Bè… direi che la cosa mi puzza alquanto! Vedi… Edward si porta sempre una bottiglietta d’acqua quando va a dormire, e ho notato che ieri sera, quando mi ha dato la buonanotte, ce l’aveva con sé, come sempre- mi spiegò. Non capivo comunque dove volesse arrivare. Poteva pure essere che l’avesse già finita… non ci vedevo niente di così astruso.
-Ma allora…- si intromise Rosalie, con l’espressione di chi avesse improvvisamente capito ogni cosa. Ma non fece in tempo ad aggiungere altro, perché il suono della campanella ci richiamò al nostro dovere.
-Uffa ne riparleremo, ci vediamo dopo- ci salutò Rose;  io ed Alice entrammo nella nostra classe.
La mattinata passò veloce e in un attimo ci ritrovammo in mensa: mancava solo Edward.
Poco dopo, fece il suo ingresso, abbracciato a una morettina del terzo anno. Si salutarono con un bacio, che di casto aveva ben poco, e ci raggiunse.
Jasper ed Emmett come al solito ridevano, io invece mi sentivo  morire. Basta! Dovevo togliermi dalla testa certe idee e soprattutto lui. 
Con le ragazze non potemmo proseguire il discorso, iniziato in mattinata, per la presenza dei ragazzi e io mi sentii sollevata: ero stufa di pensare al perché o al come del comportamento di Edward. Era fatto così, non c’era nient’altro da aggiungere.
Ci riavviammo alle ultime lezioni, che, per fortuna, passarono in un lampo; e così ci trovammo tutti nel parcheggio:  ero agitatissima all’idea del viaggio con lui!



   
 
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