Capitolo 4: Lacrime e Tempo
Quando
le fiamme si furono spente del tutto, Voldemort lasciò i ragazzi sulla collina
per andare ad occuparsi di un’altra famiglia che stava disonorando il regime, e
i mangiamorte tornarono al castello per passare la notte. Gli insegnanti e gli
studenti, tuttavia, rimasero di fronte all’erba annerita e ancora fumante dove
le ceneri della Sprite erano ancora posate. La professoressa McGranitt e il
professor Vitius le recuperarono con un gesto della bacchetta, entrambi in
lacrime, il volto sconvolto. Per tutta la durata dell’esecuzione avrebbero
voluto ribellarsi, lanciare incantesimi sui mangiamorte pur sapendo che
sarebbero morti subito, ma senza di loro gli studenti sarebbero stati ancora più
in pericolo, e dovevano pensare anche al bene della loro scuola, seppur non
fosse più la scuola che avevano amato. Le ceneri della professoressa Sprite
vennero poste in un vaso decorato con piante e foglie e portate dietro la
capanna di Hagrid, dove era stato creato un cimitero in cui riposavano le varie
vittime della guerra di Hogwarts e le successive. Era un luogo molto bello, al
sicuro dalla luce verde del marchio nero, dove un incantesimo faceva ancora
splendere il sole e la luna, e i fiori crescevano rigogliosi e colorati tra le
varie tombe. La professoressa Sprite venne posta tra le tombe di Fred Weasley e
Remus Lupin, entrambi morti per salvare il mondo magico dall’oppressione di Lord
Voldemort durante la guerra che era stata combattuta tre anni prima. Quando
uscirono dal cimitero incantato, notarono un piccolo raggio di sole venire
dall’orizzonte. Era rosa, in netto contrasto con il verde del marchio nero. Un
raggio d’alba.
Nessuno
riuscì a dormire, nonostante fossero svegli ormai da ventiquattro ore. Nessuno
poteva togliere dalla mente quella vista, quelle fiamme, quello scempio. Nessuno
avrebbe più rivisto la professoressa che da ormai dieci anni vedevano come
insegnante di Erbologia. Era tutto strano, confuso, doloroso e devastante. Ma
dopo qualche ora da quel tragico evento, i ragazzi capirono che stare a piangere
non li avrebbe portati a nulla, così decisero di concentrarsi su come tirare
fuori Harry da quella fortezza, per fare in modo che la Sprite non fosse morta
invano.
“Dunque
– iniziò Hermione con tono incerto - sappiamo che Harry si trova in questa
pa-parte di Azkaban e ch-che è dall’altra parte dell’entrata, qu-quindi dobbiamo
trovare il modo di tirarlo fuori mentre i mangiamorte sono da un’altra pa-parte”
ma si dovette fermare, i singhiozzi diventavano sempre più frequenti, così Ginny
prese la parola.
“Certo,
dobbiamo portarlo fuori quando i mangiamorte non ci vedono, ma non pensate che
ci staranno con il fiato sul collo peggio di Ron quando stavo con Dean?” chiese,
lanciando uno sguardo di traverso a Ron, che la guardò storto. Poi Hermione,
sotto gli occhi preoccupati degli amici, tracciò la strada più breve per
raggiungere Harry e decise di andare a dormire almeno un’ora, prima dell’inizio
delle lezioni pomeridiane, dato che quelle della mattina erano state sospese per
lutto sotto concessione di Voldemort.
I
giorni seguenti furono quasi privi di eventi, ma le punizioni inflitte agli
studenti aumentarono di numero e di cattiveria. Ron si ritrovò a sfoggiare un nuovo taglio per
aver torturato un ragazzino del primo anno per soli tre secondi, Neville e Luna
dovettero resistere alla maledizione Cruciatus per aver detto ad una ragazza del
secondo di mandare al diavolo la professoressa Alecto Carrow, mentre Ernie e
Rolf vennero sorpresi a studiare gli incanti patronus in biblioteca. Il sangue
che sgorgava dalle loro braccia gli fece passare la voglia di uscire dai
dormitori, ma si esercitarono ugualmente quando erano tutti a letto, insieme a
Ron e gli altri.
Fu
proprio durante una di queste serate che accadde qualcosa che gli diede modo
finalmente di andare avanti con il piano: avevano una data. Comparve infatti un
cartello nella bacheca che diceva “Gita Scolastica ad Azkaban: tutti gli
studenti del terzo anno si recheranno alla prigione di Azkaban scortati dai
mangiamorte il giorno 23 novembre per una dimostrazione pratica delle torture e
delle uccisioni nella prigione”. Il cartello non riportava altri dettagli, ma i
ragazzi capirono che dovevano sbrigarsi: mancavano solo due settimane alla gita.
Così ricominciarono a parlare del piano, mentre Ernie e Rolf si allenavano sotto
lo sguardo divertito di Luna, che lanciava strane occhiate al secondo.
“La
cosa peggiore - esclamò Hermione, scossa da un brivido - è che non possiamo
farlo uscire così facilmente, visto che i mangiamorte vogliono farci fare
pratica. Comunque, stando al cartello, l’uccisione è riservata per la fine!”.
Ron era di tutt’altro pensiero.
“Ma
Hermione, perché non usiamo il mantello dell’invisibilità? Possono andare due di
noi e poi…” ma la reazione degli altri fu prevedibile: nessuno sarebbe stato
lasciato indietro, era una cosa che dovevano fare insieme.
“Se
solo potessimo avere più tempo… Perché abbiamo distrutto le scorte di Giratempo
del ministero?! Adesso ci sarebbero state utili!” pensò Ginny, ad alta voce.
Rimasero qualche secondo in silenzio a pensare, finchè Luna che stava ancora
guardando i due ragazzi dall’altra parte della sala mormorò, sognante: “Non
esiste solo il ministero inglese. Potremmo chiedere un giratempo ad un ministero
straniero, anche loro hanno l’ufficio misteri dove studiano il tempo, la morte e
dove tengono i goblin cattivi che si ribellano alla comunità e vi fanno
esperimenti di ritorsione gastrica magica”.
Ignorando
l’ultima parte, Hermione chiese: “Ma chi conosciamo che potrebbe farci avere un
giratempo in un luogo straniero? Non credo che Viktor potrebbe avere accesso
all’ufficio Misteri. Bisogna essere un funzionario del ministero, o un
indicibile, o un…” ma si interruppe. Mentre i ragazzi la fissavano con uno
sguardo interrogativo, la sua mente viaggiava, il ricordo di una donna alta tre
metri che si faceva sempre più vivido.
Quando
Hermione raggiunse la capanna di Hagrid venti minuti dopo, nascosta dal mantello
dell’invisibilità, la trovò vuota. L’unico rumore che proveniva dall’interno era
il raschiare di Thor, il grosso cane nero di Hagrid, che aveva sentito la
ragazza bussare. Così Hermione si mise seduta ad aspettare, sempre nascosta dal
mantello, sul gradino più alto della capanna. Era la loro unica speranza di
poter mettere le mani su un Giratempo, un’occasione d’oro che non andava
sprecata. Proprio mentre pensava questo, venne illuminata da un timido, raro
raggio di sole che passava furtivo attraverso le nuvole, raggio che venne presto
coperto da una grossa massa in movimento: il guardiacaccia era tornato. Hermione
si spostò in fretta per non essere travolta dal mezzogigante e attese che fosse
entrato per bussare nuovamente alla porta.
“Zitto
Thor… zitto, stupido cagnone! Ah, Hermione! Cosa ci fai qui? E se ti vedessero i
mangiamorte?!” chiese Hagrid, preoccupato, lasciando entrare la ragazza che posò
il mantello su una poltrona e si sistemò su uno sgabello.
“Hagrid,
ti devo parlare di una cosa… tu… sei ancora in contatto con Madame Maxime,
vero?” chiese incerta Hermione, non sapendo se il guardiacaccia scriveva ancora
alla preside della scuola di Beauxbatons. Hagrid arrossì leggermente quando
rispose: “Certo che ci sentiamo ancora, che domande! Anzi, se vuoi proprio
saperlo ogni tanto ci viene a trovarmi qui alla capanna, oppure ci vado io a
trovarla in Francia… ma perché ti interessa di sapere la mia vita sentimentale,
Hermione?” le chiese poi, guardandola un po’ divertito ma anche leggermente
sospettoso. Hermione si affrettò a rispondere: “Non è per me, è un’idea che ho
avuto… Non posso rivelarti tutti i dettagli perché correresti un enorme rischio,
ma ho bisogno che tu chieda a Madame Maxime se posso riuscire ad ottenere un
Giratempo dal ministero della magia francese. E’ per salvare Harry, Hagrid”. A
queste parole, il mezzo gigante sgranò gli occhi, preoccupato.
“Mi
stai dicendo che avete un piano per tirar fuori Harry da quel buco? Hermione, lo
sai quanto è pericoloso? Poi ora con tutti quei mangiamorte che stanno
dappertutto, e i dissennatori…” ma Hermione lo interruppe prima che avesse tempo
di finire la frase.
“Lo
so Hagrid, ed è per questo che abbiamo bisogno di quel Giratempo, per togliere
di mezzo i mangiamorte per un po’. Potresti mandarle una lettera in cui le
spieghi la situazione? Ti prego, so che è un rischio per te come per noi, ma
renderò la lettera indesignabile, farò tutto io…”. Hagrid la guardò per qualche
secondo, poi si alzò, prese piuma, calamaio e pergamena e cominciò a scrivere.
Hermione lo guardò mentre scriveva, gli suggeriva qualche parola e alla fine
della lettera asciugò l’inchiostro con un incantesimo e la incantò per far sì
che se un mangiamorte l’avesse letta avrebbe visto soltanto una comune lettera
di Hagrid alla sua “ragazza”, senza poter sospettare che si trattasse di una
disperata richiesta d’aiuto.
Note
dell’Autore:
questo è solo uno dei capitoli di transito che ci separano dall’azione vera e
propria, quindi spero mi perdoniate se non è proprio il massimo. L’idea del
cimitero l’ho presa da una vecchia intervista della Rowling secondo la quale a
Hogwarts ci sarebbe dovuto essere un cimitero che alla fine non è stato messo.
Tra pochi capitoli arriverà il momento dell’azione ma anche della psicologia dei
personaggi, che in questa fan fiction avrà molto spazio. E se ci riesco dovrei
postare anche una locandina che ho fatto appositamente per la ff. Beh, per
adesso vi risaluto, al prossimo capitolo!
Relly