RORONOA’S
TWELVE
CAPITOLO
1
Roma, 3 anni e mezzo fa
Usop aprì la porta di casa. Mise la valigetta
sul tavolo e si diresse verso la camera da letto, a tentoni nel buio. Si
avvicinò alla figura esile che era sdraiata sul letto.
Sorrise.
Le diede un bacio sulla fronte.
“Usop” mormorò lei svegliandosi.
“Scusa amore, non volevo svegliarti”
Lei sorrise leggermente “Come è andata?”
“Uno schifo” rispose togliendosi il
cappotto e appoggiandolo su una sedia lì vicino “Tu?”
“Benissimo, ci sono stati dei risvolti
sul caso a cui sto lavorando”
Usop si bloccò “Ah si?”
Si diresse in bagno ed accese la luce.
Si sedette sul bordo della vasca e si slacciò le scarpe.
“Si, abbiamo trovato l’impronta di uno
scarponcino, il tacco della scarpa sinistra è molto rovinato”
Il cuore accelerò vedendo il tacco rotto
del suo scarpone.
“È un buon indizio” cercò di mantenere
un tono di voce calmo.
“Si” rispose allegra “E in più abbiamo
anche un suo capello, domani sapremo il suo DNA, che shampoo usa, se ha la
forfora” ridacchiò soddisfatta.
Usop guardò gli shampoo sulla mensola
dello specchio davanti a lui.
Chiuse gli occhi sospirando abbattuto.
Questa non ci voleva proprio.
“Bene” mormorò mettendosi una mano in
faccia.
“Amore, non vieni a dormire?”
Si alzò “No, mi faccio una doccia
veloce, non aspettarmi sveglia”
“D’accordo” disse lei.
Chiuse la porta ed aprì l’acqua della
doccia.
Fece un respiro profondo sentendo un
vuoto nello stomaco.
Ma doveva innamorarsi proprio di una
poliziotta?
Scosse la testa sconsolato.
Aprì la finestra. Guardò giù un momento
poi saltò.
Addio
Kaya.
East
Haven Connecticut, 3 settimane fa.
Zoro si tolse gli occhiali da sole ed
entrò nella banca. Si guardò intorno e sorrise. Sarebbe stato un gioco da
ragazzi. Si avvicinò ad uno sportello.
“Buongiorno” lo accolse l’addetto.
“Buongiorno” rispose cordiale “Volevo
trasferire in mio conto qua da voi, se è possibile”
“Ma certo, nome?”
“Federico Diaz, mi sono appena
trasferito qua con la mia ragazza”
“Capisco” disse l’addetto guardando sul
suo computer.
Si guardò un attimo intorno, assicurandosi
che le telecamere fossero nei posti giusti “Voi avete delle cassette di
sicurezza?”
“Queste sono informazioni riservate”
“Oh mi scusi!” disse angelico “È solo
che ho assistito ad una rapina di caveau in una banca simile, era solo semplice
curiosità”
L’addetto lo guardò stupito “Deve essere
stato terribile”
Zoro sorrise “Oh, non così tanto”
“Beh, comunque un caveau l’abbiamo pure
noi”
“Ci avrei scommesso!” non riuscì a
trattenere un ghigno di soddisfazione.
L’addetto sorrise “Ecco, ho aperto un
conto, mi può dare le sue informazioni?”
“Si certo” disse cercando il portafogli
“Oh che sbadato! Ho dimenticato il portafogli in macchina! Vado a prenderlo,
torno subito!”
“D’accordo”
Zoro si girò e uscì dalla banca. Si
rimise gli occhiali e si incamminò verso casa. Passò davanti ad una
gioielleria, una collana attirò la sua attenzione. Il ciondolo era un diamante
a forma di cuore, legato ad una fine catenina in oro bianco. Era perfetta per
lei.
Entrò nella gioielleria.
“Buona sera” lo accolse la commessa.
“Salve” disse avvicinandosi al bancone.
“Come posso esserle utile?”
“Stavo cercando un regalo per la mia
ragazza, oggi sono due anni che stiamo insieme”
La commessa sorrise “E a cosa aveva
pensato?”
“La collana in vetrina mi piaceva molto”
“Quella con il diamante?”
“Si esatto”
“È
una donna molto fortunata la sua ragazza”
Zoro sorrise “È quello che le dico sempre,
ma non fa altro che darmi del cavernicolo”
Il quel momento squillò il cellulare.
Lo prese “Parli del diavolo..”
Lo aprì e lo portò all’orecchio “Ciao
amore, stavamo giusto parlando di te”
“Come è andata in banca?”
“Oh è stato un giochetto da ragazzi”
“Ma devi fare sopralluoghi anche il
giorno del nostro anniversario?” chiese infastidita.
“Tesoro, lo sai che devo lavorare”
“Tra quanto arrivi?”
“Compro due cose e arrivo” mise una mano
sul telefono “Mi può fare un pacchetto?” sussurrò alla commessa “Mocciosa non
ho trovato ristoranti liberi”
“Fa niente, staremo a casa”
Un ghigno apparì sul suo viso “A casa?”
“Si, cucino io”
“Ancora meglio” disse con voce suadente
“Prepara anche qualcosa di dolce”
“Perché non basta la panna?” chiese lei ammaliante.
“Volevo variare un po’” ridacchiò.
“Oh no Zoro” la sua voce era diventata
seria e preoccupata.
Il sorriso sparì “Che succede Nami?”
“È qui!” la sua voce era nel panico più
totale.
Zoro sgranò gli occhi sentendo il cuore
accelerare “Arrivo subito! Attacca!”
Chiuse la chiamata e corse fuori dal
negozio. Iniziò a correre veloce verso la sua auto.
Come aveva fatto a trovarli?
ANGOLO DI ROGI
Ed eccomi di nuovo qui!!! Con il
continuo di Roronoa’s Eleven!! (lettori: ancora? Rogi: eh si!! Vi tormenterò
ancora!!! Ahahahahaha!! *risata malefica*). Scherzi a parte, farò in modo di
aggiornare regolarmente ma tra un po’ parto e non so quanto riuscirò a
collegarmi a internet T.T
Comunque spero tanto che mi seguirete ^^
eravate davvero tanti a seguire Roronoa’s Eleven e mi ha fatto moltissimo
piacere ^^
Ebbene, cominciano subito a guai, se no non sono contenta eheheheh!! ^^
Ps: grazie a tutti quelli che hanno lasciato
le recensioni alle mie one-shot mi ha fatto molto piacere leggerle ^^
Beh al prossimo capitolo!!!