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Autore: candidalametta    10/07/2010    1 recensioni
un Jared troppo giovane, alle prese con uno dei suoi primi film, il cuore chiaro di speranze e l'anima forse, ancora intatta. un Angelo distratto che ne in contra un'altro, diverso e forse opposto che fa a pugni con il cielo. un non-amore... e in fondo, forse, una lezione da imparare... -(spostata dalla sezione 'attori' a quella 'cantanti' dopo attenta riflessione)- "volevo solo distruggere qualcosa di bello"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4

Solo un lenzuolo, stretto intorno al corpo chiaro addormentato, come ad intrappolarlo forzatamente al sonno. Un’ancora a quel letto. Il cellulare squillò, ferocemente, nonostante la suoneria scelta non fosse per nulla aggressiva. “Leto”, una voce cristallina, leggera nell’aria del mattino, Jared biascicò qualcosa contro il microfono aperto, “non ti ho chiamato per sentirti dormire!”. E una risata, la prima dell’alba si insinuò tra i pensieri del ragazzo riportandolo sulla terra, “smuoviti, ti aspetto davanti il parco dietro casa tua tra dieci minuti”, un altro mormorio, stavolta più distinto trai cuscini. “e non costringermi a venirti a prendere” sibilò il Maestro al cervello ormai sveglio di Jared, “non ho intenzione di infilarmi nel tuo letto solo per tirartene fuori” e rise sfacciata all’imbarazzo invisibile dell’allievo appena alzato.

La donna in una tuta blu scuro lo aspettava sorridendo in cima alla collinetta, le mani poggiate ai fianchi, Jared con il fiato mozzo all’aria fresca del mattino restava periodicamente indietro da quando avevano iniziato a correre. Un’ora abbondante ormai.
Uno scarto di metri ogni pochi minuti.
“basta non ce la faccio più!” sibilò svenendo sul corto prato che ricopriva il centro del parco, il Maestro gli sorrise accondiscendente sedendosi con grazia accanto a lui. Jared respirò a pieni polmoni cercando di regolare il suo cuore, stendendo le braccia oltre le spalle, la donna ne approfittò per poggiarvi le mani e tenerlo ancorato al terreno, “alza le gambe ad angolo retto” Jared la guardò confuso, “dai non perdiamo tempo!” rise forzando le dita contro gli avvallamenti dei muscoli sulle ossa, a Jared sembrò un’impossibile carezza. “non c’è una qualsiasi cosa che possa fare per impedirti di approfittare di ogni momento per farmi allenare vero?” chiese Jared con rassegnazione prestandosi all’esercizio, “è il minimo che possa fare, d’altronde non sei qui per fare conversazione no?” rispose il Maestro con un’altra domanda. “sapere qualcosa su chi mi sta allenando non sarebbe male” sussurrò il ragazzo forzandosi nella contrazione dei muscoli, “fai quello che ti chiedo e risponderò alle tue domande personali Leto, sempre se sia possibile” sorrise la donna trattenendolo più forte contro il terreno.

“come ti chiami?” ansimò Jared tenendosi lo stomaco dieci minuti dopo, la donna in piedi contro l’aurora sembrava immersa nel chiarore incredibile dei suoi capelli biondi, “Angela”.

“non mi sembra adatto a te” si lasciò sfuggire con velocità, la donna gli lanciò un’occhiata curiosa dal buio dei suoi occhi, “davvero?”, chiese divertita, “si, beh” sospirò Jared passandosi una mano tra i capelli, consapevole di stare rischiando in una bugia debole, “non hai proprio una faccia da cherubino”, Angela si abbassò fino a lui, ancora steso a terra, “sempre meglio che avere quelle guance da schiaffi” ghignò osservandolo. E Jared non poté che chiudere la bocca davanti a tanta decisione, perché nulla l’avrebbe convinta del contrario, sembrava irremovibile su qualsiasi decisione, con quella sua espressione saputa e decisa. Il più delle volte sarcastica, ma pur sempre impassibile, decisamente una faccia da poker.
Angela si allontanò camminando lentamente e Jared fu costretto ad alzarsi e inseguirla, nella speranza che non ricominciasse a correre, “quanti anni hai?” balbettò tenendo il passo e continuando l’interrogatorio. La donna non rispose camminando spedita verso un’altra area del parco, quella attrezzata, “fammi dieci piegamenti alla sbarra e vedrò di risponderti”. Jared si aggrappò con un sospiro alla sbarra posizionata sopra di lui e comincio ad issarsi sempre più lentamente, stremato dopo cinque molleggiamenti, cadde sul selciato sollevando polvere sottile. La donna rise sostituendosi a lui nell’esercizio con una leggerezza da acrobata, “qualcuno più di te” rispose al suo sguardo indagatore, “non è una risposta!” si lamentò Jared, “e il tuo non era un esercizio, direi che è equo” ribatté scendendo con una piroetta, il ragazzo evitò di controbilanciare la discussione correndole di nuovo dietro fin quando inaspettatamente non fermò, e Jared si accorse di essere arrivato al cancello, finalmente l’allenamento era finito, il sole adesso era un po’ più caldo sulla pelle.

Si guardarono per un attimo, la donna ancora saltellante e Jared completamente spompato che si reggeva appena in piedi, piegato sulle ginocchia tremanti, “dovrei essere così incauto da chiederti qualche altro esercizio per sapere qualcosa della tua vita o mi concederesti il piacere di quattro chiacchiere davanti un caffè?” chiese con il fiato ai minimi termini. Angela rise, continuando a saltellare ritmicamente, con la lunga coda bionda che rimbalzava sulle spalle, “direi che non c’è altro di interessante da sapere su di me, e poi che piacere avrei di raccontarti qualcosa mentre svieni sul bancone di un bar? Vai a riposare Leto, io vado a lavoro”, gli fece un cenno con la mano prima di ripartire di corsa, mentre Jared uccidendo la sua dignità crollava sul selciato, nella speranza di non essere investito da qualche bicicletta.

ne approfitto per salutare alice brendon cullen e Andy14 che seguono questa storia ;)
ps; se ieri qualcuno avesse notato qualche strano "capitolo" sappiate che è stato un banalissimo errore di inserimento. ovviamente era un'altra storia che sto pubblicando in questo periodo
  
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