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Autore: Fanny Jumping Sparrow    10/07/2010    3 recensioni
"Il troppo stroppia?
Frase consolatoria per i codardi e i timorati di Dio. Lui non era nè l'uno nè l'altro".

Capitan Barbossa e i suoi alle prese con la maledizione della prima luna.
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Pintel, Raghetti, Sputafuoco Bill Turner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: Cambiare

Il legno del ponte tremava, le frasi si smarrivano nel frastuono dirompente e ognuno si muoveva più spinto dall’istinto di sopravvivenza che dall’obbedienza dovuta agli ordini, ululati, tra i tuoni e le onde, dai superiori. Era un’altra, dannatissima, notte di burrasca che avrebbe dissanguato qualunque ciurma mortale avesse tentato di domarla.
Ma loro erano di un’altra specie. E lui stava iniziando a tramutarsi in loro.
Sopravvivere. Questa, dopotutto, gli era parsa la scelta.
Tuttavia Bill riconobbe che era stato avventato, di nuovo.

- Vuoi unirti alla mia ciurma?
Quell’ulteriore replica del signore dei mari era parsa più una provocazione che un invito.
Tutto sommato non era sicuro che gli sarebbe riuscito di parlare; mosse le labbra velocemente, sconsolatamente: - Sì … Sì, accetto.
In un baleno era in superficie, era libero dalle corde.
Tuttavia la luce del sole, che aveva così fortemente agognato durante quella prigionia sottomarina, non riuscì a vederla. Si convinse che fosse colpa del tramonto inoltrato.
- Il tuo nome?
Il leggendario capitano lo scrutava con sufficienza, ansioso di terminare quegli odiosi convenevoli.
Gli dava a dir poco i brividi l’aspetto suo, del suo veliero e dei suoi ospiti, e la lingua continuava ad incepparsi mentre cercava di cogliere i dettagli dell’ambiente. La nave era come ricoperta di alghe e crostacei, e i marinai, erano più creature marine che uomini ormai.
Davy Jones ripeté la domanda irritato, muovendo un passo verso di lui.
- Sputafuoco … – farfugliò arretrando, ancora confuso e un po’ impaurito - Bill … Turner – aggiunse in un sussurro, distogliendo lo sguardo.
- Sputafuoco! Nome bizzarro! – commentò il capitano ridacchiando con gli altri – Trovatevi qualcosa da fare! – lo spronò quindi burberamente, voltandogli le spalle e zoppicando fino alla cabina.

- Sputafuoco Bill! Stupido pelandrone che non siete altro! Ma dove ce l’avete la testa oggi?
Solo con quello sgraziato richiamo Turner si accorse di aver mollato una cima che aveva allentato la vela di mezzana abbandonandola alla corrente.
Mortificato per l’incauta svista, si affrettò a riparare correndo a recuperare la corda, tirando con tutte le forze per sistemarla. La pioggia rendeva ancora più difficoltosi i movimenti e il cielo plumbeo confondeva le sagome dell’equipaggio con le stravaganti decorazioni dell’Olandese Volante facendolo inciampare e scontrare ripetutamente con gli altri.
- Rendete grazie che non vi abbia notato il nostromo o vi sareste alleggerito di un bel po’ di carne! – gli latrò contrò uno di loro quando lo scorse agguantare ben fermo la corda.
- Cosa? Io …? – balbettò con i nervi scossi, guardandosi attorno in cerca di chi gli avesse rivolto quell’avvertimento.
Era lì da tre mesi, ormai, ma gli era difficile imparare i nomi di quei … non sapeva nemmeno come definirli; e molti avevano cambiato volutamente nome per tacere la loro vera identità, di cui probabilmente si vergognavano, per come si erano ridotti.
La tempesta si quietò all’improvviso, nella volta violacea si accendevano alcune timide stelle e Bill si fermò a scrutarle, riposandosi mentre gli altri cominciavano a ritirarsi sottocoperta.
L’umore di quella ciurma era sempre pessimo, a meno che non incappassero in qualche nave naufragata. Allora lui preferiva nascondersi, ma un paio di volte avevano insistito a trascinarlo con loro.
Parte della nave, parte della ciurma, seguitavano a ripetere. E se rifiutava di sottomettersi a quell’unica, semplice, terribile regola … non aveva idea di cosa gli sarebbe capitato.
Aveva giurato di servire per cento anni, ma gli era ormai chiaro che non avrebbe mai più lasciato quel vascello. Nessuno era mai andato via dall’Olandese Volante. Da vivo.

- Sicuro di voler andare da solo, signore?
- Sì, Bo’sun. Tu pensa alla Perla. Mi basteranno due che sappiano remare di buona lena, altrimenti sarà già buio quando saremmo arrivati.
- Vi fidate di quella? Dicono sia infida.
Barbossa non rispose al suo scrupoloso primo ufficiale e, facendo cenno ai marinai di calare la scialuppa, mantenne un’espressione altera e sicura finché non riuscì più a distinguere le facce degli uomini a bordo.
Twigg e Koheler restarono in un nervoso e apprensivo silenzio  mentre vogavano in quelle acque verdastre, via via sempre più scure e intralciate dalle mangrovie.
Il capitano non osò intersecare i loro volti, ripercorrendo piuttosto con calma i passi che lo avevano condotto sin lì. Negli ultimi giorni ovunque avesse chiesto, senza specificare quale fosse il suo dilemma, tutti avevano dato la medesima indicazione: in materia di stregoneria nessuno era più esperto della sacerdotessa voodoo che abitava una palafitta in fondo ad una baia, non lontano da un’ isola di cannibali, i Pelegostos.
Il posto lo aveva infine trovato, ma il problema era capire con quale nome chiamarla, dato che gliene avevano forniti diversi. In quel momento ricordava solo Alma … Dettaglio trascurabile, si disse. Invece era un po’ preoccupato per l’eventuale pagamento. Non era del tutto certo di riuscire a giostrarla.
Il cielo era vicino all’imbrunire quando la barca si accostò alla scaletta che pendeva da quella baracca, all’apparenza abbandonata. Hector non fece in tempo a rivolgersi ai suoi che vide venirgli incontro una donna dall’aspetto insolito e attraente che con una sola rapida e intensa occhiata gli diede la sensazione di aver letto i suoi pensieri, come parvero confermare le parole che pronunciò con un largo e seducente sorriso: - Ah, ecco perché è da stamani che la palude mormora. L’immarcescibile capitan Barbossa è venuto a chiedere il mio aiuto!
Twigg e Koheler si scambiarono uno sguardo tra lo stupito e il sospettoso mentre il comandante raggiunse la bruna fattucchiera la quale gli domandò esigente: - Cosa mi avete portato di bello?
Barbossa si ricompose dalla meraviglia, riappropriandosi della sua rinomata sagacia e imperturbabilità: - Sono venuto a chiedervi un consulto e può darsi anche che non sappiate soddisfarmi, perciò non pago in anticipo.
- E io non parlo – asserì la donna sorridendo tra sé, quindi con un ridolino di scherno lo prese sottobraccio per condurlo all’interno, ma subito si ritrasse con una smorfia: - Come siete freddo! – sbottò squadrandolo con sdegno e interesse.
Il filibustiere si irrigidì e portò gli occhi altrove, serrando le labbra.
- Entrate! – la padrona di casa gli additò una sedia e dopo che lui la accettò, piegandovisi con lentezza – Come ci siete arrivati lì? Nessuna nave è mai stata in grado di trovarla … e tornare … - affermò con un’intonazione che il pirata non seppe se considerare sorpresa o adirata. Era l’esemplare del gentil sesso più singolare e oscuramente affascinante che avesse mai incontrato. Senza chiarire il suo dubbio le posò sulle mani la cartina con le parole abbozzate da Sparrow.
La donna avvicinò a sé il foglietto: - Chi l’ha scritto?
- Questo non importa – borbottò l’uomo al che lei replicò con disinvoltura: - Una maledizione azteca, legata ad un tesoro che avete rubato, destinato a Cortez.
- Sì, questo lo so già – ribatté il capitano, iniziando a spazientirsi per il modo di fare della strega – Vorrei sapere se c’è un rimedio – ammise un po’ sconfortato.
La signora proruppe in una inquietante risata: - Ovvio che c’è! Qualunque maledizione può essere spezzata.
Hector avvertì un tenue sollievo e si concentrò ad ascoltare, ma rimase deluso quando quella dichiarò beffarda, avvicinando il viso al suo e incatenandolo coi suoi occhi accesi eppure languidi: - Il resto dopo il pagamento.



Eccomi! Stavolta sono tornata prima col nuovo capitolo ed è tornato pure Bill che vi piace tanto!
Bene, ammetto che ho azzardato ad inserire la cara Tia Dalma pure qui, ma d'altronde ho avuto l'impressione che il buon Barbossa la conoscesse da prima di quando ce li hanno fatti vedere nel film, pensiero mio su cui non mi aspetto consenso assoluto, anzi sono curiosa del vostro parere!

Mille grazie a tutti i lettori! Un bacio a tutti! A presto!
   
 
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