Libri > L'ospite
Segui la storia  |       
Autore: missele    11/07/2010    10 recensioni
“ Wanda.. sono io” ripeteva una voce meccanica, intorno a me era tutto nero e i miei occhi
erano come cechi, aleggiava una strana sensazione, potevo sentire indistintamente la rabbia e la paura di quel momento, ma una gioia indescrivibile.
Le mie mani si mossero istintivamente, come per afferrare qualcosa che non esisteva.
La voce rimbombava nella testa cose se dovessi analizzarla…
“E’ lui pensai mentre deglutivo con forza; un singhiozzo minacciava di spezzarmi la voce, ma non potevo dare retta alle emozioni.
“Sono Ian” continuò la voce inanimata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ian, Quasi tutti, Walter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi svegliai presto quella mattina per colpa del caldo opprimente.

Un grosso mal di testa limitava i miei pensieri e la sensazione di nausea non era svanita del tutto; il sapore dentro alla mia bocca, poi, non migliorava la situazione.

Per un attimo pensai di dover correre di nuovo in bagno ad espellere quel poco di bile rimasta nel mio  corpo ma , visto che  l’idea non mi allettava molto, cercai di riacquistare un minimo di decenza, chiusi gli occhi e ispirai profondamente, poi li riaprii e mi guardai intorno ricordando l’accaduto della sera prima.

Mi stupii non poco nel trovare  la porta del bagno praticamente distrutta e tutti i cassetti della stanza rivoltati. Cosa era successo dopo la mia perdita di conoscenza?


Ero stata dolcemente appoggiata sul morbido materasso del mio letto,le coperte lillà mi ricoprivano  minuziosamente e una grossa figura dal respiro irregolare era stesa vicino a me. Mi si gelò il sangue e mi voltai di scatto per identificare l’uomo. La ragione aveva avuto un’ ennesima  volta sopravvento sulla mia  razionalità e rimasi leggermente delusa nel trovare il mio quasi cognato addormentato.

Lo guardai attentamente cercando di scovare qualche indizio che chiarisse i  dubbi  sulla sera prima, ero tentata di svegliarlo ma a vederlo così profondamente addormentato  mi rassegnai; avrei aspettato il suo risveglio… in fondo in quel periodo ero diventata maledettamente egoista,cosa mi sarebbe costato aspettare un po’?

Pian piano mi alzai  e controllai i danni complessivi.

Come avevo fatto a non svegliarmi con  tutto quel trambusto?

Aprii l’acqua del lavandino e mi sciacquai la faccia, poi mi lavai i denti per togliere quel terribile sapore.

Cercai di rassettare un po’ la stanza ma con scarsi risultati,  non riuscivo a muovere bene il braccio sinistro  e in più avevo ancora la nausea.

Decisi comunque di vestirmi e di andare a prendere la colazione al bar dell’hotel,ero sicura che un po’ di aria fresca mi avrebbe messo di buon umore.

 

 

Arrivata al bar mi sedetti al bancone e ordinai.


-Cosa prende signorina?-

- mmmh due cornetti e due caffè!-

Il barista mi abbagliò con il suo sorriso lucente poi cominciò a servirmi.

La sua simpatia mi metteva e di buon umore .
Egli cominciò a raccontarmi della sua vita passata, presente e futura, del suo lavoro, della sua noiosa moglie e del suo amorevole cane.

Ridacchiai non poco a sentire quegli strani aneddoti  sulla moglie.

Ad un certo punto però l’uomo  ricevette una chiamata e il suo sorriso si trasformò in una smorfia preoccupata.

Mi guardava  così intensamente che mi preoccupai, era come se stesse parlando di me.

Quando attaccò il telefono ci fu una strana pausa, poi continuò a servirmi in silenzio.

Alla fine stranita, decisi di andarmene nella stanza.

Il braccio mi dava qualche noia e portare tutta quella roba non era uno scherzo, risultavo barcollante e goffa.

Decisi di prendere l’ascensore, quindi, premetti nervosamente il tasto, sperando che con quel gesto sarebbe arrivato prima.

Mi sentivo vulnerabile e avevo una strana sensazione.

L’ascensore arrivò,come previsto poco dopo, affollato .

Feci gentilmente scendere la gente e poi entrai dentro alla piccola cabina.

-Signorina! Signorina-

Mi senti chiamare e bloccai l’ascensore  per far entrare  un uomo vestito in modo molto formale con un tesserino sul petto.

Egli si pettinò i suoi pochi capelli rimasti  e mi guardò in uno strano modo.

Mi incuteva inquietudine quindi decisi di scendere un piano prima, avrei continuato il mio tragitto a piedi.

L’uomo mi si avvicinò, quasi volesse sfiorarmi, i suoi occhi scuri mi seguivano passo passo.

Odiavo sentirmi osservata.

L’unica cosa che volevo fare ora era andarmene con Kyle da quello strano Hotel.

Finalmente le porte dell’ascensore si aprirono.

Mi avvicinai velocemente l’uscita ma una mano mi tappò la bocca.

La sorpresa fu tanta da farmi rovesciare i due caffè  sul pavimento, poi cercai inutilmente di assestare due calci.

Ero in trappola

 

 

 

 

 

 

 

 


Ma salve a tutti ragazzi!

Quanti tempo è passato?

Non so se potrete mai perdonarmi per tutto questo >.<, purtroppo sono la tipica ragazza che lascia le cose a metà e in più mi era venuta una sorta di blocco dello “scrittore”… che persiste tutt’ora.

Non mi piace quello che scrivo… lo odio!

Non sapete quante volte ho riscritto questo capitolo…

Vi sarei eternamente grata se commentasse.

Lo so chiedo molto.. ma ho bisogno di opinioni J

Ringrazio i miei 8 commenti 50 fra preferiti , seguiti e ricordati.

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > L'ospite / Vai alla pagina dell'autore: missele