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Autore: Shatzy    11/07/2010    2 recensioni
11/07 - “Taicho, oggi è il suo compleanno, non avrebbe dovuto perdere tempo a fare un regalo a me; doveva essere il contrario, casomai” disse, per poi aggiungere, piano: “Grazie”.
07/07 - Nanao Ise quella mattina si era svegliata con due banali certezze: la prima era di avere un anno di più, invisibile sul suo corpo eterno, mentre la seconda riguardava un certo Taicho di rosa vestito che le avrebbe reso la giornata un inferno. Come ogni anno.
[Week of Love - Shunsui/Nanao]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ise Nanao, Kyouraku Shunsui
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi citati non sono miei, ma dei legittimi proprietari.


Birthday Boy


Nanao era molto paziente.
Lo era sempre stata, era una qualità insita in lei fin da bambina, e nessuno avrebbe mai potuto negare una cosa del genere. Ise Nanao aveva un livello di pazienza secondo soltanto a Unohana Taicho, il che era tutto dire visto che la donna in questione rasentava la santità.
Eppure, spesso si domandava se esistesse una qualche sorta di destino anche tra gli shinigami, un’entità potente e pericolosa superiore al loro campo di azione, o se fosse solo la loro parte umana che usciva fuori nei momenti meno opportuni. Sì, perché su tredici squadre disponibili Nanao era il vice proprio di quella con l’unico capitano – o essere umano probabilmente, o shinigami che fosse – in grado di farle perdere le staffe.
“Kyouraku Taicho, possiamo rientrare adesso?”
Il suddetto uomo se ne stava sdraiato all’ombra di un ciliegio, il cappello abbandonato in un angolo e il suo famoso haori rosa ben steso per terra, aperto in modo che anche il suo dolce Luogotenente potesse sedersi senza sporcarsi con l’erba. “Mh? Ma è ancora giorno, Nanao-chan” si lamentò immediatamente lui. “Perché dovresti restare chiusa in ufficio quando qui fuori il sole è alto e la natura fiorisce? Guarda questi petali… Oh no, aspetta! Non ti piacciono i fiori di ciliegio? Possiamo cambiare albero! O il sole ti sta irritando la pelle?” si allarmò.
Nanao sbuffò, chiuse gli occhi per un secondo e poi lo tranquillizzò. “Niente di tutto questo, Taicho”.
“Allora il ciliegio va bene?”
“Va benissimo”.
“Il sole scotta?”
“Sono all’ombra”.
L’uomo si limitò a farle un sorriso compiaciuto, poi riprese la sua attività, ovvero scribacchiare qualcosa su un foglio. E di certo non era uno dei documenti che lo attendevano in ufficio e che andavano consegnati entro la sera… Non tanto per l’impegno che Shunsui ci stava mettendo nel compilarlo, ma perché Nanao aveva lasciato la pila di fogli – che sicuramente in quel tempo era raddoppiata – intonsa sulla scrivania almeno tre ore prima, quando era stata rapita dal suo Taicho per una gita fuori programma. E con la scusa di ritrovare l’ispirazione per lavorare, l’aveva portata in uno dei suoi innumerevoli posti preferiti per sonnecchiare – o scappare dal lavoro – sotto un bell’albero fiorito, e le aveva chiesto di sedersi accanto a lui mentre cercava di risolvere la questione.
Che questione fosse Nanao avrebbe volentieri evitato di saperlo, ma lui era un uomo fin troppo estroverso per non averglielo ripetuto almeno quindici volte. E qui ritorniamo al punto di prima, ovvero la capacità di Shunsui di farle perdere la pazienza.
“Taicho, non crede che sia ora di tornare al lavoro e non perdere tempo con queste sciocchezze?” osò.
Lui alzò un sopracciglio, e si rimise con più volontà di prima a scrivere.
“Per favore… mi permetta almeno di portare qualche documento qui, così almeno io posso lavorare” provò accomodante.
“Mia laboriosa Nanao-chan, il lavoro lo puoi sempre fare domani, ma il riposo non si può rimandare” rispose sorridendole, veramente convinto del suo pensiero.
Lei sospirò, aggiustandosi gli occhiali sul naso. “Per quanto questo posto sia molto bello…” cominciò.
“Ah! Visto, accondiscendente Nanao-chan? Avevo ragione!”
“Per quanto questo posto sia molto bello” riprese senza scomporsi, seppur con una nota di stizza nella voce, “mi sto annoiando” troncò il discorso. E lei lo sapeva bene che quello era un punto debole del suo Taicho.
Taicho che rimase per l’appunto pietrificato, con la bocca aperta e la penna che gli sfuggì dalle dita. Si guardarono per un minuto buono, lui sconvolto e lei reggendo sicura il suo sguardo da bambino a cui la mamma ha vietato di correre nudo per casa. Poi lui distolse velocemente gli occhi per riportarli sul foglio, raccolse la penna e si rimise a scrivere di buona lena. “Impaziente Nanao-chan, ho quasi finito”.
“Taicho…”
“Cinque minuti!”
“Taicho!” lo riprese con tono più alto del dovuto, segno che la pazienza era ormai esaurita.
“Un minuto!” Insistette lui, e la ragazza non poté fare altro che sbuffare di nuovo e attendere. E allo scoccare dei sessanta secondi – che Nanao aveva contato precisamente nella sua testa, per poi potergli rinfacciare il suo costante ritardo – l’uomo posò la penna per terra e sorrise.
Sorrise in un modo che lei trovò decisamente inquietante, perché lo sapeva che riguardava se stessa e sapeva fino a che livello Shunsui era in grado di arrivare per darle fastidio. Perché ovviamente tutto quello che diceva o faceva non era vero. Almeno quello che riguardava il suo spassionato amore nei suoi confronti.
“Ora possiamo rientrare? Se ha finito con questo… Che c’è?” si ritrovò a chiedere, notando il suo sguardo assorto.
Lui sorrise e non mancò di aprirle i suoi pensieri: “Con questa luce… sei bellissima, Nanao”. La ragazza arrossì vistosamente, incredula, rimanendo senza parole e incapace di pensare a una frase per smorzare la tensione – che forse solo lei sentiva? – o a una scusa per colpirlo con un qualche oggetto a sua disposizione. Tuttavia, non ci riuscì. “Ah, incantevole Nanao-chan, non pensi che io meriti almeno un bacio di ringraziamento?” sbottò, socchiudendo gli occhi e protendendo le labbra verso di lei, che si ritrasse velocemente. “Anche piccolo piccolo, che ne dici, Nanao-chan?” continuò.
E l’inseparabile ventaglio della ragazza non tardò ad arrivare sulla bocca del Taicho, ammonendolo. “Io me ne vado!” esordì lei, rimanendo tuttavia immobile.
“Ahi, crudele Nanao-chan… Non pensavo avessi portato quel coso con te anche oggi!!” piagnucolò lui, ma non demorse e si riprese immediatamente, non perdendo di vista il suo vero obiettivo. Si schiarì la voce e cominciò: “Bene, ora ti leggerò la poesia che ho scritto per te” esordì, mentre i sospiri della ragazza diventavano sempre più esasperati. Shunsui si sdraiò sul fianco sinistro, davanti al suo luogotenente inginocchiato compostamente, prese il foglio di carta nella mano, sistemò il suo cappello in testa e raccolse poi la penna da terra, tanto per darsi un tono. E infine cominciò a declamare, dopo un ultimo colpo di tosse.
“Mia amata Nanao-chan, vorrei specchiarmi nei tuoi occhi intensi e baciare le tue ciglia. E anche baciare le tue labbra” aggiunse, scribacchiando qualcosa sul foglio.
Il sopracciglio della ragazza si arcuò pericolosamente.
“Vorrei accarezzare i tuoi capelli di seta e vederli strisciare sinuosi sulla tua schiena nuda”.
“Taicho…”
“Vorrei accarezzare le tue piccole e morbide…-”
“Taicho!” strillò lei, imbarazzata.
“…Mani” concluse, guardandola con due occhioni ingenui e sinceri che avrebbero ingannato perfino sua madre. “Cosa c’è che non va?” chiese, facendo con nonchalance diversi segni di penna sul foglio, su una singola parola, per poi abbozzarne di corsa una nuova.
“Ah… niente” si scusò lei, facendogli cenno di continuare.
“Infine, Nanao-chan, quando vado a dormire vorrei che tu fossi al mio fianco così da poterti… ehm, vegliare nel tuo sonno senza incubi. Fine. Che te ne pare, Nanao-chan?” chiese allegro, fiero del suo componimento.
La ragazza sospirò lentamente. “Taicho, più che una poesia sembra un porno” commentò sincera.
Kyoraku rimase senza parole, mentre sentiva il suo enorme cuore andare in mille pezzi. Ma non demorse, iniziando a guardarla con occhi da cucciolo abbandonato in cerca di affetto – e da un uomo della sua stazza non faceva un bell’effetto. “Inflessibile Nanao-chan, ma io ho messo tutto il mio amore per te in questa poesia!”
La ragazza sospirò – quante volte lo aveva già fatto in quelle ore? -, lasciando spuntare un piccolo sorriso sulle labbra. In fondo – nemmeno poi tanto in fondo – tutte quelle attenzioni le facevano piacere. “Taicho, oggi è il suo compleanno, non avrebbe dovuto perdere tempo a fare un regalo a me; doveva essere il contrario, casomai” disse, per poi aggiungere, piano: “Grazie”.
L’uomo si sciolse in un sorriso tenero, approfittando del momento per accarezzarle una guancia. “Mia dolce Nanao, il tuo è stato il regalo migliore!” commentò euforico, indicando l’ambiente circostante. “Hai esaudito un mio desiderio: noi due, sotto un albero di ciliegio, mentre scrivo un componimento e lo declamo per te.  Hai idea di quanti decenni sono che sogno questo momento?” dichiarò, e la sua sincera semplicità la colpì in pieno, facendola arrossire. “Sono io che ringrazio te, Nanao-chan. O hai in mente qualche altro regalo per me?” chiese, avvicinandosi senza pudore al viso della ragazza.
Lei non si scompose, passandogli due dita sul mento, per niente infastidita dalla barba ispida contro i polpastrelli. Gli sorrise, fissandolo negli occhi – così tanto seri da quella distanza – e gli sfiorò appena le labbra. “No” disse e si ritrasse velocemente, alzandosi in piedi e cominciando a correre verso l’edificio dell’Ottava Divisione. Perché lo sapeva che quello era l’unico modo per farsi seguire dal suo superiore.
Shunsui rimase con la bocca aperta per quei nanosecondi necessari affinché il suo cervello elaborasse la cosa. Un rifiuto, certo. Non era nemmeno il primo e non sarebbe stato l’ultimo. Eppure quella risata spensierata e cristallina era davvero un bellissimo regalo di compleanno.
Raccolse in fretta il suo cappello e con una mano se lo mise in testa, mentre l’altro braccio raccattava l’haori, sgrullandolo appena, inciampando quasi quando ricordò di recuperare anche la sua poesia d’amore. Quindi saltellò allegro tentando di raggiungere il suo Luogotenente, mentre dalla tasca del kimono scuro scivolava un bigliettino stropicciato.
Il suo lato giocoso aveva preso il sopravvento ancora una volta, e non era riuscito a leggere a Nanao quello che veramente sentiva per lei. In cuor suo, sperava che le cose cambiassero presto.

Tornando a vederli
i fiori di ciliegio, la sera,
son divenuti frutti.











Note: il bellissimo haiku finale ovviamente non è mio, ma di Buson Yosa. Ho pensato ci calzasse perfettamente nella situazione.
E con il compleanno di Shunsui si conclude la Week of Love ^^
Grazie a chi ha apprezzato queste storie, in particolare a Yoko_kun per il commento: stavo aggiornando con il secondo e ultimo capitolo quando me ne sono accorta XD La Week of Love è nata nel fandom inglese, l'ho trovata lì e l'idea mi è piaciuta tantissimo! Erano 5 storie per 5 giorni, in questa mini raccolta ne ho scritte due, poi ne ho pubblicata un'altra con le rimanenti tre (in realtà sono 3 aggiornamenti di una raccolta, non propriamente delle storie XD), quindi non ce ne saranno altre (faccio le cose di corsa e non sono chiara, scusami). Ti ringrazio per aver detto che non ho scritto nulla di sdolcinato nello scorso capitolo, in effetti il pericolo c'era conoscendo Shunsui XD Non so, mi sembra davvero capce di tutto (e io lo adoro *-*). Ma no, loro sono dolci e carini pur non essendo effettivamente una coppia, quindi niente smancerie! E poi Nanao non mi sembra il tipo.
Ti ringrazio tantissimo per il commento, sei stata gentilissima ^^ A presto.
   
 
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