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Autore: sevy    12/07/2010    6 recensioni
Silente era morto da un anno. Morto. Eppure il dolore che provava per lui non era sparito nemmeno un po' durante quell'anno terribile. Ma dopotutto, come dicevano le sue amiche e colleghe, era solo un amico... Ma all'improvviso accade qualcosa che nessuno aveva previsto. Sta forse diventando pazza? Albus/Minerva.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'hai vista anche tu, vero?

L’hai vista anche tu, vero?

by sevy

Minerva entrò nel proprio ufficio (no, non in quello della presidenza, il suo vero ufficio) ancora piuttosto irritata, con tutta l’intenzione di insultare Rolanda ancora per mezz’ora per averla costretta ad andare a venire alla festa, ma tutto questo svanì dalla sua mente quando vide Albus. Era girato verso la finestra, ignaro che lei fosse nella stanza, le spalle erano lasciate cascare verso il basso. Stava immobile in qeusta posizione, senza muovere un muscolo. Sfuggì un debole sospiro.  

“Albus?” L’uomo si girò.

“Oh, ciao Minerva” sorrise, e per chiunque altro sarebbe stato un sorriso normale; ma per lei, per lei che lo conosceva da così tanto tempo, che lo amava da così tanto tempo, era chiaro che era un sorriso forzato.

Questa volta fu lei ad avvicinarglisi, e a mettergli un braccio intorno alle spalle. Entrambi furono sorpresi da questa dimostrazione di affetto poco usuale per lei.

“Che succede?” gli chiese, con voce sorprendentemente dolce.

“È impossibile nasconderti qualcosa, vero?” rispose Albus, in un tentativo di sembrare di buonumore. Lei non rispose nulla: aspettò.

“È strano, sai? Essere invisibile intendo. Più che altro quasi inesistente. Mi sento così… inutile. Prima ero sempre impegnato, cercando di essere utile, e ora sono solo un peso per te. E la cosa peggiore è che, nonostante ciò che devo aver evidentemente pensato quando mi sono scritto quella lettera, non riesco a capire perché… e qualcosa mi dice che è un motivo talmente semplice! Ti sto rovinando la vita… anche oggi a colazione. Mi dispiace che tu sia stata costretta ad andare per colpa mia.” Rise, ma era una risata amara. “Ironico, no? Passare da essere probabilmente la persona più utile del mondo magico ad essere un peso.”

Minerva lo fissò intensamente negli occhi, che erano ora senza il brillio che li contraddistingueva.  

“Albus, ascoltami bene. Tu non sei, e non sarai mai inutile, tanto meno un peso. Perché pensi che tutte le mie amiche mi ritengano strana, ultimamente? Perché sono felice, Albus. Così felice come non sono stata da due anni, da quando sei morto.  Quindi direi che sei molto utile. Forse non per il mondo, adesso, ma Albus, sei un uomo. Non puoi reggere la volta celeste per l’eternità. Sei utile a me, Albus. Non penso che potrei farcela senza di te. Quanto alla festa, be’, pazienza, non è successo niente! Vorrà dire che starò là cinque minuti, ripensando alla fortuna che hai nel non venire, poi fingerò un mal di testa e tornerò qua. Ha sempre funzionato, finora, non vedo perché non dovrebbe.”

Silente ridacchiò.

“Grazie per aver tirato su di morale un vecchio pazzo. Mi dispiace che tu abbia dovuto essere presente in questo momento di debolezza.” Aggiunse poi, rivolto alla donna.

“Non sei vecchio!” protestò subito la donna, scandalizzata.

“Ah, vedo che non hai protestato riguardo al “pazzo”” ridacchiò Silente.

“Be’, neppure io posso negare l’evidenza, vero?”

I due risero.

“E riguardo a ciò che hai detto prima, non ci pensare neppure a scusarti. Sarò sempre presente quando avrai bisogno di me, non importa cosa succederà, chiaro, Albus?”

“Non sembra che io abbia possibilità di sfuggire da questa bellissima prospettiva.”

“No, nessuna chance.” Sorrise la donna.

“Allora mi arrendo all’inevitabile” disse Albus inchinandosi giocosamente a Minerva. 

Alla strega venne in mente una cosa, improvvisamente:

“Albus, ti va di andare a vedere quanto orribile è il vestito che Rolanda mi ha scelto? Così che io lo possa cambiare, in caso sia proprio terribile… non avevamo accordi su questo, dopotutto” aggiunse con un occhiolino (stava proprio cambiando: dove era finita la severa, austera professoressa McGranitt? Ma il punto era proprio questo: adesso non era, non voleva essere la professoressa McGranitt. Voleva essere semplicemente Minerva.).

“D’accordo. Ma dopo ti porto a scoprire un po’ la vita”. Affermò il mago, sorridendo affabilmente.

“Cosa?”  Chiese dubbiosa.

“Ti fidi di me?”

“Certo!” il tono in cui lo disse, quasi indignata, lo fece sorridere.

“Allora non far domande. Capirai.” Ora il brillio negli occhi era tornato, intenso.

Si diressero verso le camere personali che una volta erano appartenute ad Albus, e trovarono sul letto un magnifico abito color rosso e oro.

Silente la esortò a provarselo.  

Minerva protestò.

“È così attillato! E ha anche una piccola scollatura… sai che non potrei mai mettere niente del genere, men che mai di fronte agli studenti!”

“Provatelo, e se potrai sinceramente dire che non ti piace, ti prometto che ti lascerò in pace.”

L’insegnante di Trasfigurazione si arresse con un breve sospiro e si diresse verso il bagno per cambiarsi. Davanti allo specchio, dovette ammettere a se stessa che l’abito, per quanto presentasse i caratteri che temeva, non le dispiaceva.

Si cambiò di nuovo e tornò da Albus.

“Come! Il tuo fedele e fidato amico non può vederti in quel meraviglioso abito?” chiese Silente, una mano sul cuore, fingendo (in modo disastroso) di essere ferito.

“No, non sperarci. Non fino al ballo, almeno” Aggiunse.

“Sapevo che avresti ceduto!” rise Silente. Minerva si limitò a scuotere la testa, divertita.

“E ora… è il momento di farti scoprire la vita” esclamò allegro.

“Che cos…” Prima che potesse finire la frase, Albus l’aveva presa per mano ed era corso fuori della stanza, mentre lei aveva cercato di stargli dietro inciampando.

“Dove stiamo andando?” chiese, senza fiato.

“Al ripostiglio delle scope!” rispose Silente, non rallentando minimamente.

“Al ripostiglio delle scope? Per quale assurdo motivo?”

“Per quale motivo in genere si va in un ripostiglio delle scope?”

Minerva arrossì pensando che era una meta amata dagli studenti per baciarsi indisturbati.

“Per prendere una scopa, suppongo” replicò, invece.

“Esatto” fu l’unica risposta che ricevette.

Minerva non ebbe il tempo per chiedere altro, perché erano arrivati a destinazione: Silente afferrò due manici di scopa, ne rese invisibile uno (non sarebbe stata di certo una cosa di tutti i giorni vedere una scopa volare da sola in giro per Hogwarts), e porse l’altro alla collega.  

“Che cosa vuoi fare?” chiese incerta la professoressa.

“Oggi fai davvero domande inutili, Minerve, non fanno onore alla tua bellissima mente” commentò Silente, gli occhi che brillavano. “Cosa pensi che si possa fare con una scopa? Volare, naturalmente!”

“Volare?” ripeté la professoressa McGranitt titubante.

“Sì, volare!” esclamò l’uomo, montando sulla scopa e sfrecciando verso l’esterno.

“Albus, siamo nella scuola! Non puoi …”  Ma Silente non mostrava alcun segno di aver sentito, così la strega si arrese e, balzata sulla scopa, si precipitò verso l’amico.

Alcuni studenti si spostarono in fretta dai corridoi, guardandola con occhi che mostravano tutta la loro sorpresa: dove era finita la severissima professoressa McGranitt?

La donna, intanto, stava mentalmente maledicendo Silente per questa idea assurda. Chissà cosa aveva progettato di fare, poi!

Il mago iniziò a volare sopra il perimetro di Hogwarts, accanto a Minerva, con il vento che sferzava i loro volti.

Passarono sopra la Foresta Proibita, da cui ebbero una splendida visuale del castello, zigzagarono fra varie torri di Hogwarts stessa e poi tornarono verso il Campo di Quiddich. 

Mentre stavano passando per gli anelli del Portiere, Silente si voltò verso di lei, per osservarne la reazione, e non fu dispiaciuto da quel che vide: la professoressa, con le gote arrossate e gli occhi lucenti, sembrava divertirsi molto.

Sorprendendolo, lei si cimentò in alcune mosse piuttosto sorprendenti con la scopa.

“Non penserai che io sia diventata Capitano di Quddich di Grifondoro per niente, vero?” rise la donna.

“Non ho mai pensato così, mia cara. Anche se, certo, penso di aver sottovalutato le tue capacità” . Lei rise di nuovo.

Albus si abbassò di colpo, puntando verso il lago. Ormai incuriosita, la donna non esitò a seguirlo. Arrivato al lago, il mago sporse una mano verso la superficie, lasciandola scorrere.

“Che stai facendo?” chiese Minerva stupita.

Silente non rispose; le prese la mano e la appoggiò sulla superficie dell’acqua. La McGranitt ebbe un attimo in cui volle ritrarsi, pensando a cosa avrebbero detto i suoi colleghi e studenti, ma considerando cosa avevano già detto fino ad allora, decise che non le importava.

La professoressa sentì uno svolazzo d’aria, e si accorse che i capelli corvini le erano ricaduti sulle spalle.

“Albus!” lo rimproverò. Non lasciava mai, mai, i capelli sciolti. Questi si limitò a farle l’occhiolino.

“Niente proteste, Minerva”

Da una finestra del castello, tre adolescenti sorridevano guardando la professoressa apparentemente sola divertirsi.

Fu così che la professoressa passò il resto della giornata: probabilmente il primo pomeriggio libero che si era presa da anni.

Tornò nelle proprie stanze ridendo ancora insieme ad Albus, sorpassando Poppy e Pomona, che la fissavano a bocca aperta.

“M-minerva! Tu…”

“Ciao anche a voi” fu la risposta sorridente.

“Tu.. i capelli…”

La McGranitt scosse il capo allegra.

“Anche tu hai dei bellissimi capelli, Poppy. Ora scusami ma sono un po’ stanca” Così dicendo entrò nelle stanze della Presidenza.

Le due donne rimasero fuori, a fissarsi. Dopo alcuni minuti di silenzio,Poppy chiese esistante: “L’hai vista anche tu, vero?”  

L’altra annuì, ancora incapace di parlare.

“Gli altri non ci crederanno mai”.

Ok, so che è passato molto tempo, e neanche io pensavo che avrei più continuato questa fic. Ma dopotutto ci sono affezionata, quindi c'è una speranza che io continui a scrivere, con tempi piuttosto lunghi.

Questo capitolo è un po' di passaggio, ma volevo donare un pomeriggio di divertimento anche alla professoressa McGranitt: so che può sembrare OC, ma dopotutto, ogni persona ha vari lati che in genere rimangono nascosti, no?

Devo assolutamente ringraziare chi recensisce, perché senza di voi, ragazzi, questa storia sarebbe finita in un cassetto!

dublino: Grazie mille per la tua recensione, e per essere così fedele! Oggi ho letto il tuo commento e ho deciso: ok, oggi voglio aggiornare la fic, dunque sappi che hai il merito di questo capitolo ;-) 

Sono d'accordo con te riguardo ciò che hai detto su Silente: anch'io ammiro questa sua caratteristica, che penso sia importante in ogni persona. 

Sei meravigliosa, ti devo ringraziare mille e mille volte! 

Cruel Angel: grazie per il tuo sostegno, sei stata un conforto prezioso, e non lo dico tanto per dire! Spero che il capitolo non ti abbia deluso. Aggiorna presto anche tu, sai che adoro le tue storie!

Riguardo una tua domanda in uno dei capitoli precedenti: ups... no, non hanno le mani... volevo dire in zampa! Cercherò di correggere :-) 

Il capitolo che ti ho dedicato è meritatissimo, non sapevo come altro ringraziarti per le tue meravigliose storie...

fa92: Ti ringrazio del tuo commento! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se non c'è Rolanda! 

PinkMoonlightPrincess: Ciao! Grazie per la recensione! Come avrai capito anch'io adoro la coppia. Concordo con te, in effetti non riesco a non vederli insieme! E' un peccato che non se ne sia accorta anche la Rowling! Continua a seguirmi (anche se ci vorrà un po') :-)

  
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