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Autore: Bibismarty    13/07/2010    1 recensioni
Edward è solo nell'immensa New York, in cerca di qualcosa che possa saziore il suo cuore vuoto dalla partenza di Bella. Solo il fulcro pulsante di una città affascinante come New York riesce a cullarlo, liberandolo dall'ansia che lo martella. Nessun dolore è così grande come quello provocato dalla mancanza della persona che ami. Edward dovrà convivere con questo peso soffocante. Ma non sa che Bella...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessun sabotaggio dalla cara Bella, anche perché conoscere meglio il giovane aitante è una prospettiva molto più allettante! Questo capitolino svia dai precedenti più malinconici. Volevo offrirvi uno spasso al femminile, ed ecco pronto il piatto condito. Edward in slip tutto per voi!

Buona lettura mie lettrici!


Carissime:

rere 18: il seguito c'è no? :) spero sia carino e interessante. È la prima volta che scrivo una storia su Bella e Edward ed è difficile gestire dei personaggi che escono da una costruzione già fatta da un'autrice di fama mondiale! Continua a leggere, a presto :) bacioni!

Giova71: la storia può avere sviluppi strani, anche perché è tutta in progettazione! Cercherò di farvi ottenere buone informazioni un pochino alla volta! E siamo sicuri che sia sparita di sua volontà? Perché eddie non sa nulla? Pensaci :) Bacione anche a te!

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Capitolo terzo: Brooklyn

Il giorno dell'incontro fatidico il mio nuovo interesse indossava una gonna anonima, calze nere che finivano in stivali marroni. Mentre più in alto la sua pelle era coperta da una camicetta ben abbottonata. I capelli erano raccolti in un alta coda, nonostante qualche ciuffo le sfuggisse sempre sul viso. Era bellissima.

I suoi occhi sprizzavano già di euforia. Le si leggeva in faccia che credeva che avrebbe vinto.

La mia mise prevedeva un pesante cappotto per rimediare alla nudità in cui mi trovavo. Un paio di mutande non fanno così caldo, non a New York almeno.

Bella alzò alla bocca il suo bicchiere Starbucks e intrappolò tra le sue labbra la cannuccia, ammiccandomi.

Avrei fatto vedere a questa provocatrice che non doveva sfidare il miglior corridore di New York.

Cominciava lo spettacolo. Lasciai cadere il cappotto in un colpo solo e l'attenzione di tutti fu in un attimo sul mio corpo. Le madri coprirono gli occhi ai bambini, i mariti alle mogli, i fidanzati alle loro fiamme, gli amanti alle loro avventure passeggere.

Bella lasciò la cannuccia, restando a bocca perennemente aperta. Chissà perché le donne si fanno così ammaliare dai muscoli...

Scrollai la testa e cominciai a correre mimando il ritmo di American Idiot dei Green Day, tra l'allarmismo della gente che mi incontrava. A parte della donne che non si facevano premure a spalancare la bocca.

Dovevo ammettere che non era stata una cattiva idea quella di correre mezzi nudi per New York. Infondo mi aveva portato a scoprire quanto fascino riuscivo a emanare.

Inoltre Central Park da quella visuale era fantastica a dir poco. Non era solo un ricco polmone verde, ma un centro polifunzionale. Era il fiore all'occhiello di New York. Non a caso ci incontrammo li io e Bella.

Quando arrivai al punto di partenza Bella mi porse velocemente il cappotto e insieme ci volatilizzammo per far perdere le nostre traccie.

Seduti al tavolino di un bar, Bella mi sorrise. Non fu nemmeno delusa. Scoprii che si aspettava la mia vittoria e che aveva già procurato i tacchi. Mi sembrò pure di arrossire quando mi fece i complimenti!

Così ci conoscemmo e così cominciammo a uscire. Nessuno dei due sapeva che mentre camminavamo sul luccicante ponte di Brooklyn, in una fresca notte,i nostri destini si sarebbero uniti inesorabilmente.


Il giorno seguente i giornali in prima pagina lanciavano una notizia bomba:

Ieri pomeriggio, in una fredda giornata un giovane spogliatosi dei suoi vestiti ha cominciato a correre nei pressi del Central Park provvisto di un solo paio di slip. Chissà se la fidanzata sarà stata contenta di vedere l'amato osservato da moltissimi ormoni femminili bloccati in una ferrea posizione tra l'indignato e l'ammirato. La polizia non ha fatto in tempo a raggiungere il luogo per arrestare lo sconsiderato, ma alle dolci pulzelle che hanno goduto della statuaria visione rimarrà certamente un piccolo ricordo. Inspiegabile il motivo di tale gesto. Esibizionismo? Malattia mentale? L'unica cosa certa è che molte persone lo hanno acclamato come un eroe.  Il nome? Rimarrà un mistero come la sua scomparsa.


L'aria della sera a Central Park era molto pungente. Lo spicchio di luna si intravedeva tra i rami contorti e neri. Sembrava proprio quella sera della scommessa, sia il cielo, sia il vento, sia la luce erano uguali. Era tutto così identico e intatto. 

Mi alzai sprofondando le mani nel cappotto. Più pensavo a Bella e più particolari riuscivo a ricordare. Voleva dire che ero sulla pista giusta, presto avrei ricostruito il puzzle distrutto e avrei scoperto cosa era successo a Bella.

Presi un taxi appena raggiunsi la fine del parco e chiesi al conducente di portarmi sul ponte di Brooklyn.

Quando scesi sentii una ventata di ricordi spalmarsi all'effimera illusione di trovare una risposta. Mi incamminai lungo il passaggio pedonale e mi soffermai a guardare il fiume solo a metà strada. 

Appoggiai i gomiti al parapetto e fissai l'acqua scorrere placida. Le luci brillavano nella notte scura regalando all'atmosfera qualcosa di magico, di sensazionale.

Sorrisi, come poteva essere cambiato qualcosa con Bella, se tutta la città era ferma? Ma come avevo fatto a non pensarci prima? New York aspettava. Aspettava me!


   
 
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