Crossover
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Autore: HHS_892    14/07/2010    1 recensioni
[...]Mettiamo le cose in chiaro: non ho la super forza, non sono super figa, non ho poteri, non ho abilità straordinarie, non sono un'intelligentona e conduco una noiosa vita normale[...]
L'estate è cominciata, c'è chi ha appena finito gli esami e deve fare serie decisioni sul proprio futuro rinunciando ai divertimenti dell'infanzia. La protagonista di questa storia è una ragazza che si è stancata di seguire il proprio sogno, ma uno strano giorno si troverà in un luogo dove la sua speranza e la sua fantasia protrebbero riaquistare vigore.
I personaggi di fantasia presenti in questa storia sono di viaria "entità" (tra cui Buffy e anime/manga/fumetti vari) e alcuni sono solo comparse.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Ammissioni e negazioni
 
«Oh, così tu sei una delle nuove matricole!».
Una donna dai capelli rossi si avvicinò a me con cordialità, vederla così allegra e pimpante mi fece arretrare di qualche passo.
«Sì… sì, esatto.» risposi imbarazzata.
«Benvenuta, io sono Willow Rosenberg.»
«Piacere, il mio nome è Agata… Condorelli.» mi vergognai del mio cognome che in confronto al suo era cacca, inoltre non ero abituata a parlare l’inglese e solo il fatto di essere in un luogo molto lontano da casa mi rendeva irrequieta.
«Vieni, ti accompagno al dormitorio. Hai bisogno di aiuto con i bagagli?» stranamente riuscii a comprendere ciò che disse come se stesse parlando in italiano.
«No, grazie, ce la faccio.» risposi cordialmente.
La sconosciuta aveva un non so che di familiare, come se la conoscessi da sempre.
Durante tutto il tragitto la fissai stranita, ma il mio pensiero primario era ancora quello del “come sono arrivata qua?”.
 
Qualche mese prima, quando riferii del modulo ai miei genitori, questi la presero a ridere.
«Ma dai, la signora-
«”Signorina”.»
«La “signorina” ti avrà dato il modulo sbagliato. Invece di aprirla avresti dovuto riportarla subito indietro.»
«Non ci avevo pensato...»
«E poi se era scritto in inglese chissà dove si trovava questa accademia. Lascia stare, non abbiamo abbastanza denaro per mandarti all’estero.».
Ci rimasi male nonostante sapessi che quel modulo ormai era andato perso.
Dopo le persuasioni da parte dei miei genitori dimenticai questo fatto e iniziai gli esami per entrare nella facoltà di legge, di lettere e filosofia.
Qualche giorno prima di saper i risultati degli esami ricevetti una lettera di ammissione in inglese da parte della “fantomatica accademia di scrittura”. Quando tradussi il contenuto ad alta voce ai miei genitori, il loro cinismo mutò in entusiasmo, insistendo che era il luogo più adatto a me e che i soldi non erano un problema.
Stavolta provai io a persuaderli, ma quando posai la lettera sul tavolo, questa scivolò a terra facendo svolazzare un foglietto poco più in là. Mi avvicinai e lo colsi… era un assegno! Era un assegno con un enorme quantità di denaro perfetto per mantenermi all’estero per almeno tre anni.
 
«Siamo arrivate.» Willow mi portò di fronte ad una porta in legno massiccio. In alto c’era una piccola insegna con scritto “D3-4K” al posto del numero della camera.
«Che significa?»
«Quello? “Dormitorio tre, quarto piano, camera K”, serve per distinguere le camere dagli altri dormitori.»
Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi resi conto dove mi aveva portato. Per un attimo ci scambiammo uno sguardo in silenzio, a giudicare dal suo sembrava aver capito che ero in difficoltà.
«Dai vieni, ti faccio fare un giro per l’accademia.»
Posai la valigia e la seguii.
Una volta scese al piano terra mi bloccai vedendo alcuni tizi vestiti in modo molto strano,  avevo già il dubbio se questa era un vera accademia di scrittura o meno, ma feci finta di niente.
Man mano che andavamo avanti un pensiero buffo mi passò per la mente: possibile che mi trovavo in una specie di Hogwarts? No, non può essere. A parte il fatto che Harry Potter non è mai stato un mio interesse e poi questi tizi, compresa Willow, non avevano la faccia da scuola di magia, o almeno mi sembravano troppo grandi per esserlo.
A dividere i dormitori da quell’edificio che doveva essere un’accademia, c’era un enorme spiazzale con tanto di panchine e di spazi verdi, dove alcuni gruppi di ragazzi di età differente, seppur fosse sera, si stavano riunendo. Avevano quasi tutti facce da bravi ragazzi, non sembravano proprio essere tipi che mi ero abituata a vedere in Italia, anzi, avevano addirittura un abbigliamento orientale o molto, e quando dico molto intendo sul serio, bizzarro.
Ciò che mi fece capire che questo non era un luogo normale fu un ragazzo di un gruppetto poco distante da me che con un movimento veloce di mani creò una sfera d’aria dove si sedette iniziando a percorrere tutto il parco ad una velocità impressionante ridendo di cuore. Mi bloccai.
«Ok, ora si che sono a Hogwarts.» borbottai mentre Willow imbarazzata mi trascinò via iniziando a farfugliare frasi come se volesse distogliermi da ciò che avevo visto.
 
Dopo aver corso per almeno una decina di minuti la donna mi portò in un’enorme biblioteca dove un uomo composto e dall’aspetto elegante leggeva un libro sorseggiando del caffè, quando si accorse di noi due sembrò stupito.
«Willow, che ci fai qui?»
«Ero passata…» mi indicò con lo sguardo come se avesse combinato un guaio.
L’uomo si alzò subito, schiarì la voce e mi diede da parlare con gentilezza.
«Benvenuta… tu sei una nuova matricola, giusto?»
«Esatto…» risposi ancora sotto shock.
L’uomo cercò di distrarmi facendomi visitare la biblioteca, iniziò a dire che se avessi avuto dubbi o problemi bastava semplicemente andare da lui per trovare una soluzione.
Non stesi molto a sentirlo, più che altro avevo intenzione di iniziare a fare domande a raffica su cos’è esattamente questo posto, ma interromperlo mi sembrò un gesto da maleducati, quindi mi limitai ad aspettare che avesse finito di parlare.
«Questo non è un luogo normale, vero?» arrivai subito al dunque.
«Ma certo che lo è! Cos-Cosa ti fa pensare il contrario?» rispose Willow nel panico.
Rupert, così aveva detto fosse il suo nome,  bloccò la donna e mi rispose con sincerità.
«No, questo non è un luogo da considerare “normale”.».
Era la risposta che volevo. «Ah?» ma anche quella che non mi aspettavo.
Avrei voluto dire: “E io che ci faccio qui? Le sembro il tipo con poteri magici? Cosa sono, Harry Potter al femminile? Sono una maga? E voi? Ahahahahah!!” e avrei iniziato a delirare urlando come un’indemoniata con la schiuma alla bocca. Mi limitai a dire «Ah? Ah.».
 
***
Ho finito di correggere anche questo capitolo (YEEEH!), spero che vi sia piaciuto.
È un po’ lento come inizio, ma visto che questa storia è nata dal nulla sto iniziando a costruirla pian piano ad ogni capitolo.
Se avete dubbi, domande, suggerimenti o correzioni sono disposta a prenderli in considerazione!
A proposito, il personaggio ritratto nell’immagine sopra è Agata, per adesso ho potuto utilizzare solo quei due bozzetti, ma al più presto disegnerò le scene e alcuni personaggi da mettere all’inizio o alla fine di ogni capitolo.
Ci vediamo al terzo!
 
  
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