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Autore: Crazy_Me    15/07/2010    4 recensioni
Lui. Alexi Laiho. Lei. Jessica, ma per tutti Jess. Loro. Due band in tour insieme. Solo tre aggettivi. Pazzi, folli e fanatici della birra.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premesse dell’autrice: E’ tutto inventato, i Children non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, non intendo offendere nessuno e né dare prova veritiera del carattere di ciascuno dei componenti del gruppo.

Trashed
, Lost and Strungout

- Che ne dite, ragazzi? – Chiese il manager dei Children, scrutando le loro facce un po’ rabbuiate.
- E’ senz’altro insolito tutto questo. – Il primo commento.
- Hai ragione, Janne. Ed è anche rischioso, in un certo senso. Voi, ragazzi, siete esplosivi e avete bisogno di una band che riscaldi bene il pubblico e se non fosse che li ho sentiti e mi fido di loro al 100% non ve lo chiederei mai. – Jake sorrise e annuì parecchie volte per sottolineare la fiducia che riponeva in quella nuova band.
- E poi una ragazza! – Sbottò Roope, tutto ad un tratto.
- Sì, canta e suona la chitarra. – Jake fece una pausa. – Come te, Alexi. – Aggiunse poi.
- Possiamo sentirli, almeno? -
- Mi piacerebbe, ma sono Inglesi e non penso che accettino di raggiungerci qua non sapendo nemmeno se verranno presi. Hanno, però, il loro MySpace, se volete dare un’occhiata…-
- Ok ok, abbiamo capito. – Il frontman era visibilmente scocciato da quella situazione. Aveva bisogno di una band speciale, almeno un po’ conosciuta, con grande tecnica e almeno un album all’attivo, non di un gruppetto sconosciuto, proveniente dall’Inghilterra, con una sottospecie di EP e…e una ragazza!
Però anche i Children all’inizio erano solo una band composta da cinque ragazzi pazzi. E anche loro hanno avuto la loro possibilità.
- Va bene, Jake. Ci fidiamo di te. – Disse improvvisamente il biondo, sotto lo sguardo dubbioso degli altri.
- Mi fa piacere sentirtelo dire, Alexi. Non appena li vedrete sarete entusiasti della vostra scelta. E anche loro lo saranno, non appena glielo dirò! –

Non appena li vedrete sarete entusiasti della vostra scelta.
Questa frase rimbombava nel cervello di Alexi come una minaccia e gli sguardi assassini dei compagni non facevano che peggiorare la situazione.
In più ci si metteva anche la confusione dell’aeroporto ad aumentare la tensione dei ragazzi, che, seduti a un tavolino di un bar, avevano davanti a loro quasi dieci bottiglie di birra vuote.
- Non è la fine del mondo, ragazzi. – Disse il chitarrista più a sé stesso che agli altri.
- No! Figurati! E’ solo un fottuto tour europeo! Non è la fine del mondo, cazzo! Cosa diavolo vuoi che sia?! – Jaska si calmò solo quando la mano di Janne si posò sulla sua spalla. – Dio, Alexi! E se fossero degli incompetenti? -
Non lo so, pensò il cantante.
- Possiamo sempre cacciarli e trovare un’altra band. – Blaterò a denti stretti, come per paura della reazione dei compagni.
- Ah sì? Nel bel mezzo del tour cacciamo questa band e ne troviamo un’altra? Sai quante cazzo di band vorrebbero farci da supporter? Eh? E sai quante cazzo di quelle band potrebbero davvero farlo? Come cazzo ne troviam…-
- Abbassa la voce, Jaska! – Lo rimproverò il tastierista, sbattendo la birra sul tavolo e appoggiandosi al poggia schiena della sedia, con le braccia incrociate.
- Lo so. Hai ragione, Jaska, ma io mi fido di Jake. Se ha detto che questa band ci merita vuol dire che è così! – Lo stesso vocalist ci credeva così così alle parole del manager, ma voleva sembrare sicuro per tranquillizzare un po’ i compagni.
- Ma una ragazza! – Ancora Roope. Sembrava che il suo unico commento fosse quello!
- Lo so, ma che importa. Magari è davvero molto brav…- Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che i suoi compagni, quelli davanti a lui, si alzarono e tesero la mano.
Il biondo fece subito lo stesso.
Davanti agli sguardi un po’ allibiti dei Children, c’èrano tre ragazzi di al massimo 20 anni, che sorridevano come se fosse la giornata più bella del mondo e magari, per loro, lo era veramente.
- E’ un piacere conoscervi. – Un ragazzo di media statura, capelli mori e corti, occhi marroni e pelle candida gli allungò una mano, che venne prontamente stretta da Janne. – Io sono il bassista, Steven, ma potete chiamarmi Steve. – Sorrise e si fece da parte, scoprendo altri due ragazzi.
- Io mi chiamo Alex e sono il chitarrista, insieme a Jess, ovviamente!. – Era il più alto tra i tre e forse quello con lo stile più simile al loro: capelli neri e lunghi, pelle molto chiara su cui risaltavano due iridi grigie con venature azzurrognole.
- E io sono Robert…ma non mi piace, quindi Rob. E sono il batterista. – Anche lui pelle chiara, ma con due meravigliosi occhi verdi e capelli biondi di media lunghezza.
Tutti e tre avevano dei jeans scuri con delle catene attaccate e delle maglie di gruppi Metal.
Alexi aveva stretto la mano a tutti e tre, ma non era stato molto a sentire i nomi e pensava di esserseli già dimenticati.
- Ma non manca qualcuno? – Chiese Roope, che sembrava quasi sollevato.
- A dire il vero sì. Manca la nostra cantante, Jessica, ma tutti la chiamano Jess o, al massimo, Jessy. -
Che nome pomposo, pensò Alexi, facendo una specie di smorfia e immaginandosi una ragazzetta rompiscatole e pignola.
- Oh, eccola! – Il più alto la indicò.
I Children alzarono all’unisono la testa e puntarono lo sguardo, seguendo la traiettoria del dito di Alex.
Le impressioni dei ragazzi furono varie, tutte tenute ben nascoste da un semplice sorriso di circostanza.
Roope e Jaska sembravano tirare un sospiro di sollievo nel vederla, a Janne aveva fatto una buona impressione, ma voleva prima conoscerla bene, mentre a Henkka, che non aveva fiatato per tutto il tempo, aveva lasciato un po’ indifferente. Era carina, sì, ma doveva essere brava e finché non l’avrebbe sentita suonare, non avrebbe saputo dare un giudizio.

Infine, il cantante. Alexi era piuttosto sbalordito, insomma, non si aspettava una così…bella ragazza? No, non era bella o almeno la bellezza non era certo quello che ti colpiva di lei. Era strana, solo a vederla così, camminare e avvicinarsi a loro, con un borsone non troppo grande e una bottiglia di birra in mano, la trovava intrigante.
Aveva la pelle pallida, due occhi stupendi verdi contornati da una matita nera e dei capelli lisci e lunghi, biondo scuro, con una meches blu elettrico che le ricadeva a destra.
In un arco di tempo che sembrò infinito, la ragazza li raggiunse, lasciò cadere il borsone a terra, senza troppa usta, e porse la mano a tutti.
Ai piedi portava delle AllStar che un tempo dovevano essere nere e che ora assomigliavano di più a un grigio topo, estremamente consumate e allacciate un po’ così. Poi, anche lei dei jeans scuri, non troppo aderenti, ma nemmeno in stile rapper, con una catena attaccata a due passanti, una cintura bianca, borchiata in nero e una maglia grigia leggermente più grande della sua taglia, con scritto Megadeth in rosso.
- Piacere, Jessica, ma non vi azzardate a chiamarmi così. Jessy o Jess vanno molto meglio! – Fece un mezzo sorriso.
- A cosa dobbiamo l’onore di questo ritardo? – Chiese Alexi, simpaticamente.
- Alla ricerca di questa birra! – La indicò, con sguardo sognante. – Non mi ero accorta di questo bar e così ero andata a cercarne un altro. Ero in assoluta astinenza da birra!–
- Beh, su questo andiamo d’accordo! – Esclamò Roope, sorridendole e dandole una pacca sulla spalla, indicando con l’altra mano il loro tavolino pieno di bottiglie che prima contenevano il prezioso liquido.
- Comunque, ragazzi, per noi è davvero un onore farvi da spalla. E’ semplicemente fantastico! – Gli occhi sognanti di Rob e l’incessante sorriso stampato sul volto.
I Children sorrisero compiaciuti e decisero di uscire dall’affollato aeroporto.
- Noi prendiamo un taxi per andare in Hotel. -
- Ok. Ricordatevi domani di venire in sala prove, alle 15.00. – Henkka sottolineò l’orario, sperando che non ritardassero.
- Non ti preoccupare, saremo lì puntuali! – La ragazza fermò un taxi e, dopo averli salutati con un gesto della mano e un sorriso, salì, insieme ai suoi compagni.

Jaska aprì la porta della loro casa, ad Helsinki.
- Chissà dove alloggeranno…- Si chiese Alexi, pensando al costoso Hotel in centro.
- Non lo so, ma mi piacciono. Sembrano i tipi adatti a noi! – Esclamò Roope, prendendo una birra dal frigo. – Che siano bravi, però, è un altro paio di maniche. -
- Domani lo scopriremo. Speriamo di non avere dei casini con questa band perché il tour inizierà la settimana prossima e, tra le prove e tutto il resto, non avremo tempo di cercarne un’altra. – Borbottò il biondo, stravaccato sul divano.
- Già. Ma com’è che si chiamano? – Chiese Janne, tutto ad un tratto.
- Cazzo! – Esclamò Alexi, schiaffandosi una mano in fronte. – Non ce l’hanno detto! Nemmeno Jake, a dire il vero. – Constatò poi.
- Non sappiamo nemmeno il nome della nostra band di supporto. Non c’è male! – Disse sarcastico il bassista, sedendosi a fianco del cantante.
- E dai, tranquillizzatevi! – Sbottò Janne, accendendo la tv in salotto. – Domani scopriremo quanto sono bravi. E nel caso siano ripugnanti, cercheremo un’altra band. -
Ci fu un attimo di chiacchiericcio sui tempi per trovare un altro gruppo, ma poi le acque si calmarono, pensando che magari erano davvero bravi, seppur sconosciuti.

I ragazzi entrarono nella stanza di un lussuoso Hotel in centro.
Jess si lanciò sul letto e iniziò a saltare, come una bambina al suo primo viaggio senza i genitori.
Gli altri membri si guardarono scuotendo la testa e pensando che non sarebbe mai cambiata.
- Dai, iniziamo a disfare le valigie. Dovremo stare qua una fottuta settimana e non voglio troppo casino in giro! – Era strano che non fosse la ragazza a dirlo, ma bensì Steve. Un ragazzo che raccomandava ai suoi compagni di non mettere a soqquadro la stanza? Sembrava quasi impossibile, ma Steven era uno che ci teneva a non vivere nel massimo disordine. Anche se, con i compagni che si trovava, avrebbe dovuto farci l’abitudine.
Ci misero qualche minuto per scegliere i letti singoli e poi gli armadi.
Rob si era già impadronito di un armadietto e con tutte le cose indispensabili che si era portato, a momenti, non ci stava nemmeno!
- Non so dove la metterai tutta quella roba quando saremo in tour bus, sai! – Scherzò Jessy.
Dopo pochi istanti, qualcuno bussò alla porta.
La cantante andò ad aprire e si trovò davanti due facchini con tre strumenti musicali nelle proprie custodie sulle spalle.
- La mia chitarra!!! – La bionda saltò letteralmente addosso al ragazzo con il suo prezioso strumento, sfilandoglielo velocemente e tornando dentro.
Gli altri uscirono e si scusarono per la vivacità e lo scarso autocontrollo della ragazza, prendendo poi anche i loro strumenti.
- Non c’era bisogno di ucciderli! -
- Lo so, Alex, ma la mia chitarra è preziosa e se le fosse accaduto qualcosa…-
- Sì, ok, afferrato il concetto. Fortuna che anche la mia è integra! Il viaggio deve essere stato abbastanza duro nella stiva dell’aereo. – Disse rivolto sia alla sua sei corde che alla ragazza.
Steve alzò gli occhi al cielo e controllò il suo basso millimetro per millimetro e poi tutti e tre misero i propri strumenti su dei piedistalli, in fondo alla stanza.
Solo il batterista, Robert, non aveva il suo strumento qui. Portarsi dietro la batteria sarebbe stato solo uno spreco di tempo e avrebbe rischiato grosso durante il volo.
Quindi si erano accordati per usarne una della sala prove e nei live quella di Jaska, che tanto era la stessa che usava il ragazzo.


Bene, il primo capitolo è terminato ù.ù
Questa FanFiction mi è venuta in mente in un momento di noia e non pensavo nemmeno che sarebbe stata terminata, invece l’ho finita e mi sono decisa a postarla.
Spero che l’inizio vi sia piaciuto. :)


Crazy_Me

  
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