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Autore: moony94    15/07/2010    3 recensioni
Un vampiro e un'umana. Uniti finalmente, oltre che con il cuore, da un anello. E' giunto il momento per Bella di "celebrare" le nozze nella maniera desiderata...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Paradiso

Il motoscafo emise un ultimo, breve ronzio e poi tacque.
Avevo trascorso un’abbondante mezz’ora - necessaria per raggiungere il luogo – a rimuginare sui recenti avvenimenti. La sua proposta di sposarlo, la mia risposta, il tanto temuto discorso con Charlie e, infine, il matrimonio. Quel matrimonio che avrei voluto festeggiare nella maniera più semplice, intima, meno sfarzosa possibile. Quell’evento che, nei miei sogni di bambina quale ero, avevo rimandato a una decina di anni più tardi, con il pieno consenso dei miei genitori, con un uomo diverso…
Rimangiai subito le mie ultime parole. Non avrei mai sposato una persona diversa da Edward, eravamo legati da un vincolo stretto, solido… un nodo che non si sarebbe sciolto facilmente. Non senza il nostro accordo.
Avevo atteso tanto il giorno in cui mi sarei sposata, ma non immaginavo affatto di arrivare così precipitosamente al mio matrimonio. Così giovane, appena maggiorenne… non era il futuro che mi aspettavo. Decisamente no. Specie se mi ero ripromessa di accettare l’aiuto di Alice: centinaia di invitati – di cui a malapena un terzo potevo giurare di conoscere – , grandiosa torta nuziale, vestito elegante, sontuoso... Ero sicura che sarei stata al centro dell’attenzione, cosa che mi imbarazzava notevolmente.
Eppure, quando mi ritrovai finalmente sull’altare fiorito, dinnanzi al sacerdote, accanto all’uomo che più amavo al mondo, mi sentii come in una campana di vetro. Solo noi due lì, a consacrare il nostro amore. Due promesse, un lungo e tenero bacio e tutto svanì, divenne un flebile sottofondo, un sussurro indistinguibile. Persino mia madre e mio padre, in prima fila, che piangevano, acclamavano, erano sfumati assieme a tutti gli ospiti.
Marito e moglie, una verità simile a un favoloso sogno. Avevamo affrontato tutte le tappe che una qualsiasi coppia – anche se noi costituivamo una categoria un po’ inusuale – avrebbe percorso. Tutte, tranne una. E benché Edward facesse di tutto pur di fuorviare il discorso, tergiversare non appena entravamo in argomento o limitarsi a rimandare, sapevo che l’attendevamo entrambi. Avevo deciso di mettere a rischio la mia vita, pur di amarlo in tutti i modi concepibili. E lui, desideroso ma esitante, aveva accettato. Non l’avrei lasciato ritrarsi indietro. Mai.
Improvvisamente, la campana si disgregò: eravamo giunti alla meta. Un’immensa, paradisiaca, solitaria isola.



Stupendo. Avrei osato dire perfetto, ma avevo già una persona a cui attribuirlo.
Quel posto era magnifico. Nonostante fosse notte inoltrata, la luna piena si rifletteva sulla superficie dell’oceano limpido – lo potevo constatare perfino al buio – e illuminava la spiaggia, irradiando la sabbia bianca, come neve, come la pelle di un vampiro; le numerose palme ben piazzate nel grande paesaggio, il vialetto a ciottoli che conduceva alla casa… E che casa. Un’imponente, ma semplice villa dalle pareti chiare, in legno rifinito, incorniciata da fronde di arbusti e cespugli, vivacizzati da bellissimi fiori rosa e gialli. Le vaste finestre aperte, ma velate da tendine pressoché trasparenti, si adattavano perfettamente alla circostanza. Alla nostra intimità. E ciò risvegliò il mio dolce desiderio, impaziente di essere soddisfatto.
« Cosa ne pensi? » chiese sfoderando il suo meraviglioso sorriso.
Sei bellissimo…
Risposi mentalmente alla sua domanda, sebbene si aspettasse una risposta diversa.
« E’ favolosa. Sembra di essere nell’Eden ».
Rapido, silenzioso, mi prese tra le sue braccia vigorose, abbassò con grazia la maniglia della porta bianca e si fece strada verso l’ingresso.
« Benvenuta nella nostra dimora, signora Cullen » mi sussurrò delicatamente in un orecchio, poi mi poggiò a terra con lentezza. Il suo fiato gelido, la sua voce sensuale mi avevano intorpidito i sensi e a malapena riuscivo a stare in piedi. Probabilmente era anche colpa del lungo viaggio in aereo.
« Signora Cullen… Dovrò farci l’abitudine, suona ancora troppo strano. » dissi con una mezza risata. Ero tutt’altro che rilassata e disinvolta, più mi addentravo nella casa e più l’agitazione mi scuoteva.
Persa nei miei pensieri, non mi ero accorta di essere già nella camera da letto. Blu, come il mio colore preferito, come il colore che, secondo Edward, più mi si addice. Assurdo a dirsi, ma questo piccolo particolare mi fece sentire più a mio agio.
Il parquet chiaro ricopriva l’intera camera, spaziosa ma ben arredata in ogni suo angolo. L’armadio a muro, bianco come il colore dominante dell’intera villa, sfiorava quasi il soffitto e copriva un’intera parete. Dischiusi un’anta per sbirciare: vi era un infinito guardaroba di abiti da donna e da uomo. Inutile tentare di capire chi avesse provveduto a riempirlo.
Sulla parete adiacente, una porta-finestra dava su una piccola stradina, segnata da pietre piatte, che si ricongiungeva al vialetto principale. Accanto alla finestra, vi era un comò per la biancheria e una pianta esotica alla quale non riuscivo a dare un nome.
Ma il pezzo d’arredamento che aveva catturato subito la mia attenzione, in maniera tutt’altro che indifferente, fu proprio un letto a baldacchino. Ispirava morbidezza e comfort solo guardandolo, era ricoperto di un lenzuolo a tema floreale, con uno sfondo azzurrino.
Un letto matrimoniale. Due piazze, due cuscini. Rimasi impietrita a fissarlo, nonostante il dettaglio fosse più che ovvio, ora che eravamo una coppia a tutti gli effetti. Per quanto mi riguardava, potevo attribuirgli diverse utilità: ero umana, avevo bisogno di dormire, di rilassarmi almeno una volta al giorno. Ma per Edward, immortale e instancabile, riuscivo a trovare un solo scopo. Quel fine che mi tormentava da tempo, per il quale avevo accettato di sposarlo.
Ebbi un sussulto non appena le braccia fredde di mio marito mi circondarono da dietro, le sue labbra erano intente a sfiorare le mie guance, per posarvi ogni tanto un leggero bacio.
« Edward… » pronunciai il suo nome senza alcun motivo.
« E comunque, signora Cullen, affermare di trovarci nell’Eden è poco corretto. » mormorò, mantenendo un tono di voce delicato. « Nell’Eden non puoi peccare. »
Rabbrividii alle sue parole. Per la gioia, per l’ansia da prestazione, per l’eccitazione. Ero euforica, ma allo stesso tempo timorosa. Avrei voluto rispondere in tanti modi, ma ero troppo presa dalla sua bocca sul mio collo, le mani sui miei fianchi…
« Vorrà dire che saremo come Adamo ed Eva... »

Grazie per aver letto sin qui ^_^
Presto arriverà il capitolo conclusivo della fanfiction. Perdonate la brevità, essendo la prima avevo pensato a qualcosa di più "contenuto" (:
A presto!

  
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