Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Feel Good Inc    16/07/2010    4 recensioni
Raccolta multifandom di one-shot (non necessariamente romantiche) basate sui prompt dei 15 hugs.
Capitolo 1: Harry Potter | Harry ~ Hermione | « Hermione, ti sto implorando. »
Capitolo 2: Death Note | L ~ Misa | « Misa-Misa si annoia, Ryuuzaki-san. »
Capitolo 3: Kingdom Hearts | Sora ~ Naminè | « Cosa posso fare per essere sicuro che riuscirò a ricordarti, un giorno? »
Capitolo 4: Alice in Wonderland | Hatter ~ Alice | « Non vado matta per i cappelli. »
Capitolo 5: Un ponte per Terabithia | Jess ~ Leslie | « Quella corda è vecchia, non c’è da fidarsi. »
Capitolo 6: Harry Potter | Sirius ~ Remus | « Non è divertente, Sirius. È una cosa mostruosa. Io sono una cosa mostruosa. »
Capitolo 7: Card Captor Sakura | Shaoran ~ Sakura | « Ma Sakura, immagino che tu sappia come preparare un po’ di cioccolato… »
Capitolo 8: Death Note | L ~ Near | « È una reazione naturale, non c’è motivo di vergognarsene. »
Capitolo 9: Kingdom Hearts | Riku ~ Sora | « Non so perché ma non prevedo nulla di buono. »
Capitolo 10: Pokémon | Drew ~ Vera | « Non posso trovarmi davvero in questo pasticcio con te. »
Capitolo 11: Kuroshitsuji | Sebastian ~ Ciel | « Zia Anne, tu sai chi è quel ragazzo? »
Capitolo 12: Cronache del Mondo Emerso | Sennar ~ Nihal | « Ora ci sono qui io. È tutto finito. »
Capitolo 13: Kingdom Hearts | Axel ~ Roxas | « Come sarebbe a dire, ‘perché’?! Perché siamo amici, no? »
Capitolo 14: Pokémon | Ash ~ Misty | « Spera solo di arrivare vivo a domani mattina, Ketchum. »
Capitolo 15: Death Note | Watari ~ L | « Io non ho niente dentro. Eppure fa male. Perché? »
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Warning, attention, achtung, atención, attenzione, chūmoku! SPOILER pesantissimo!

Se non avete ancora visto l’anime e non volete rovinarvi tutta la serie e anche l’inizio di Kuroshitsuji II, NON leggete!

 

Oddio O__O Ma cosa ho scritto?! Waa, è incredibile quanto mi sia venuta nonsense la shot su Seb e Ciel.

Ok, sinceramente non so davvero che dire su questo capitolo. Avrei voluto insistere molto più sul prompt che su ciò che ci sta intorno; non so, è come se mi fossi allontanata dall’idea originale che mi era venuto in mente di rappresentare. Però non saprei come cambiarla perché in questo momento mi piace così com’è. Anche se è incasinatissima. xD

Lo shounen-ai è praticamente implicito e trascurabile; questo non perché non mi piaccia il Sebastian x Ciel, ma perché se avessi forzato la mano sul loro rapporto sarei finita molto probabilmente OOC, ed era l’ultima cosa che volevo fare. Ci sono anche dei riferimenti Ciel x Elizabeth, ma nulla di esagerato. La dirò in altre parole: interpretatela pure come volete ^^ (Resta il fatto che l’abbraccio è tra Seb e Ciel :P <3)

 

Ma grazie! Sono così felice che lo scorso capitolo sia piaciuto *__* Ehh sì, lo sapevo, il “Ma anche no” ha sempre successo xD

Rispondo alle recensioni:

Elos: Yup, il Team Rocket REGNA x’DD No, seriamente, mi fa davvero piacere il tuo commento. In effetti è proprio questo il motivo per cui ho lasciato il finale così in sospeso; il tema principale è l’abbraccio, era quello che mi interessava… Poi, se Ash è arrivato in tempo per salvare Vera o se Drew ha elegantemente deciso di approfittare della situazione, affari loro xD Scherzo! Povera Vera. Grazie mille come sempre!

Dany92: Sono così lusingata *-* Te lo confesso, la faccenda della “trama semplice” per me è sempre stata un fantasma personale. Ho sempre paura che una storia non piaccia quando la trama è debole – il che mi succede molto spesso, perché purtroppo mi trovo più a mio agio nell’interpretare i personaggi nella loro introspezione che non nel contesto di avvenimenti in cui si muovono. Per cui, le tue parole mi confortano! *-* Ti abbraccio fortissimo!

Fede_Wanderer: Kyah, Fede-chan! Sono così dispiaciuta ç__ç Quanto tempo è passato dall’ultima chiacchierata che ci siamo fatte? (Se solo potessi uccidere MSN >.< Per ora sto usando spesso il pc di mia cugina, ma non posso certo monopolizzarle il computer ç__ç) Ohh, ok, parliamo della storia adesso. Inutile dire che sono stata onoratissima di averti ritrovata anche qui *-* Come avrai notato, questo capitolo è incentrato sul nostro recente interesse! E visto che è tutto merito tuo se conosco Kuroshitsuji, spero tanto che ti piaccia <3 Bacioni!

 

Colgo l’occasione per dirvi che in questi giorni sarò un po’ occupata, causa festa patronale di paese, e non so se potrò aggiornare molto presto. Mille scuse in anticipo. :(

Buona lettura a tutti, e a tutti grazie ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le macerie

 

 

 

 

 

Fandom: Kuroshitsuji

Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis

Genere: Introspettivo, Drammatico

Rating: Giallo

Ambientazione: Epilogo dell’ultimo episodio dell’anime

Prompt: #11. Childhood (Infanzia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

« Farà male? »

« Sì… Un po’. Cercherò di essere il più delicato possibile… »

« No. Fa’ in modo che sia più doloroso che puoi. Scolpisci il dolore della mia esistenza nella mia anima. »

« Yes, my lord. »

 

 

Non era come si aspettava.

C’era buio, tutto intorno. Non era il buio tipico delle notti a Villa Phantomhive. Non era freddo e vuoto; questo era un buio vivo, un buio pronto a circondarlo e ad ingoiarlo senza neanche un rumore.

Eppure non era ancora il nulla.

Perché sono qui?

Percepiva con tutti i sensi la propria presenza, tangibile, in quel buco nero e caldo e pieno dell’odore della vita e non della morte. Un odore familiare. Cos’era… Fiori? Fiori di campo? No… Un giardino. Che strano.

E le voci, le voci. Le sentiva. Ma come poteva esserci qualcuno lì con lui? Quella era la sua fine.

La cosa più strana era che ridevano.

« Ciel, Ciel! »

Elizabeth?

« Ciel, sei troppo veloce! Non riesco a seguirti! »

« Sbrigati, Lizzie, sbrigati! È arrivata la zia Anne! »

Aveva visto e vissuto troppe cose irrazionali, in quegli ultimi due anni di non-vita, per sorprendersi anche di questa.

Il buio si popolò. Non erano immagini di sogni o di ricordi. Non erano fantasmi. Era tutto vero, atrocemente vero. Due bambini attraversarono di corsa l’oscurità davanti a lui, ridendo. Una era la sposa che non avrebbe mai avuto. L’altro era lui a sei anni.

« Sei troppo veloce, Ciel… »

« Ehi, Lizzie, guarda! »

Il suo piccolo sé si era fermato a guardarlo. Faceva davvero uno strano effetto guardare se stessi, soprattutto perché quello era un se stesso che non sarebbe tornato mai, che non sarebbe potuto tornare in alcun caso. Un se stesso i cui occhi avevano ancora lo stesso colore.

Una fitta di rimpianto inutile gli percorse il corpo – non puoi recuperarla quell’innocenza, Ciel Phantomhive, non puoi – e il buio tornò un mostro addormentato.

« Zia Anne, zia Anne! »

Una macchia di rosso nel nero profondo.

Una donna avanzò dalle ombre. Tra le sue braccia il bambino di poco prima. Ridevano insieme, sembravano felici. Così tanto.

Il suo sguardo vagò su quel viso a sua volta appartenente al perduto, sulla pelle bianca contrastante con i capelli, le labbra, l’abito di fuoco. Da lei si irradiava lo stesso odore di fiori che aveva già sentito. Rose, le stesse che gli aveva portato lui come ultimo saluto. Rose rosse per l’assassina – rosso al sangue, rosso alla morte! Venite a vedere tutti, signori miei, che la morte è rossa e non nera.

« Zia Anne, tu sai chi è quel ragazzo? »

Si voltarono entrambi a guardarlo. Il bambino curioso, la donna sorpresa.

Come potevano essere così reali? E soprattutto, cosa pensavano, mentre guardavano il suo essere muto e immobile spettatore della loro felicità?

Una nuova fitta, più lacerante – non puoi riaverlo quell’abbraccio, Ciel Phantomhive, non puoi – mentre quelle figure sparivano nel luccichio di una lunga lama dentellata, comparsa dal buio vivo e di nuovo morta in esso, accompagnata da una risata di squalo rosso anche lui.

« Continuate a combattere! Dobbiamo proteggere il signorino! »

« Finian, togliti di mezzo o colpirò te! »

« Non potete, non potete farlo, non potete prendere la villa! »

Altre immagini, altre persone. Tre sagome in guerra, non tra di loro ma per lui.

E lui vedeva, sentiva, annusava: era tutto vero. Tutto vero. Gli spari, le grida. La paura. Avevano paura, ma avevano un compito. Lo avrebbero portato a termine perché era il loro riscatto sulla vita, ed era la loro promessa fatta tra le macerie ad un maggiordomo nero, ed era la loro espiazione.

Il dolore stavolta si fece sentire più a lungo – non puoi ritrovarla quella lealtà, Ciel Phantomhive, non puoi – più penetrante. Cadde in ginocchio nel buio e ne sentì la consistenza calda e stranamente morbida.

Avrebbe fatto male, gli aveva detto lui. Ed era giusto così. Voleva che fosse così.

Ma non aveva immaginato quanto male potesse fare.

« Ciel? »

Di nuovo la sua voce, ma ora Elizabeth aveva di nuovo dodici anni. Si aggirava, lo cercava, lo chiamava, tra le fiamme alte che ora nascondevano i corpi dei tre combattenti, dei tre amici. In lacrime.

Lo cercava e questa volta non lo vedeva.

« Ciel, perché non mi rispondi, perché non torni da me? »

Perché non posso, perché non posso.

Sentì le unghie affondare nei palmi mentre stringeva i pugni, ma non era paragonabile al dolore che aveva dentro, nel petto – non puoi asciugarle quelle lacrime, Ciel Phantomhive, non puoi – lì dove, beffardo, il suo cuore batteva ancora.

Le fiamme di Londra lambirono la ragazza, la plasmarono – “London Bridge is falling down, falling down, falling down. La trasformarono in qualcosa che lui aveva già visto e che non avrebbe voluto vedere mai più.

L’occhio di sua madre lo scrutava dal viso di suo padre.

No, questo no, questo no!

Si accasciò su se stesso, sfuggendo a quella vista, e vomitò anche l’anima. Quell’anima che lui ancora non era venuto a prendersi, maledetto demone.

Stava crollando, come ogni altra pedina. Scacco al re. E non ci sarebbe stata una prossima mossa, mai, mai, mai.

Gli ci volle un po’ per rendersi conto che le presenze e le voci ormai erano soltanto ricordi, per quanto reali e tangibili.

« Sbarazzati dell’impuro. »

Non voglio ascoltarti di nuovo!

« Zhou sognò di essere una farfalla. O forse fu la farfalla a sognare di essere Zhou? »

Un altro sparo. Un uomo che cadeva. Aberlain, razza di stupido.

« Hai la possibilità di riavere il tuo futuro. Non devi dimenticarlo. »

Bugiardo.

Una risatina acuta.

« Hai finalmente deciso di prendere posto nella tua speciale bara? »

Una musica di campane, il ricordo di una falsa pace.

« Ciel… Ti vogliamo bene. »

Basta! Basta! Basta!

Cercò di gridarlo, ma la bile si era portata via la sua voce. Aprì gli occhi – entrambi, sì, perché ora erano liberi, ora non c’era più ragione di nasconderne uno – e urlò solo con la mente le sue domande.

Perché mi stai mostrando tutto questo? Che senso ha? Perché non mi strappi l’anima dal corpo e non mi lasci al nulla?

Il buio di colpo si placò. Le fiamme sparirono, le voci tacquero. Soltanto una presenza, ancor più definita delle altre, ma invisibile al suo sguardo – dov’erano, dov’erano quegli occhi rossi? E poi l’unica voce che avrebbe potuto donargli il sollievo e che però glielo negava.

« Perché perdere la propria anima, signorino, significa ridurla in mille frammenti: le scelte fatte e le occasioni perse, i rimpianti e i ricordi; e vederli scorrere via da sé. È per questo che fa male. »

Non puoi sopportare di perdere la tua infanzia, Ciel Phantomhive, non puoi.

Scacco al re.

Il tempo nella bestia buia non esisteva, perciò Ciel Phantomhive non poteva sapere quanto ne fosse passato quando si ritrovò tra le braccia del maggiordomo nero, aggrappato a lui come all’ultimo appiglio, all’ultimo pezzo destinato a lasciarlo vuoto.

Singhiozzava. Per la prima volta da molto tempo, Ciel Phantomhive si ritrovava a fronteggiare il senso di perdita con le lacrime, l’ultima cosa che gli era rimasta e l’ultimo sollievo che avrebbe potuto avere.

Sebastian Michaelis lo cullò tra le braccia, amorevole, ironica imitazione di conforto – o forse era buffo proprio perché era vero anche questo?

« Ha fatto molto male, vero, signorino? »

Non gli rispose. Tra le cose che il buio gli aveva portato via c’erano anche le parole.

Il demone gli carezzò quasi dolcemente i capelli e lo tenne stretto contro di sé, mentre l’oscurità circostante sembrava farsi meno viva, meno crudele, più vuota e simile alle notti vere, a quelle che si limitano a osservare indifferenti e non ti divorano dentro.

« State tranquillo. »

Sentì il suo sorriso. Chiuse gli occhi e si augurò di non dimenticare anche quello.

« Ora potete dormire. »

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Feel Good Inc