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Autore: chiaki89    16/07/2010    4 recensioni
Sono passati sei anni dall’arrivo dei Volturi. Leah, unica donna fra i licantropi, è sempre più insofferente verso tutto ciò che la circonda, nonostante ci siano stati piccoli miglioramenti.
Ma l’arrivo di un vampiro mai visto nella zona sconvolgerà di nuovo tutto.
Chi è Jeremy? Perché è arrivato a Forks?
Queste domande diventano superflue quando Leah si ritrova costretta con l’inganno a sorvegliarlo quotidianamente.
Ed è l’inizio di una nuova storia, nella quale incontrerete ancora tutti i personaggi che avete amato, e anche qualcuno in più.
“Quando il vampiro platinato si voltò ebbi la soddisfazione di vederlo stupito per un secondo buono. Presi fiato per dare libero sfogo alla mia volgarità ma lui mi precedette con una risata decisamente maleducata.
“E così, quel cosino è un lupo? Avete anche donne-lupo? Ridicolo! Inaudito!” continuò a sghignazzare.
“Ehm, lei è l’unica…” rispose cautamente Jacob, guardandomi.

[…]
Raccolsi un grosso masso di granito e lo scagliai con precisione. Gli staccai di netto un braccio. Mi permisi di rivolgergli un sorriso compiaciuto, consapevole che stavo giocando col fuoco.”
Tratto dal cap.3
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harvest Moon'
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NOVITA’

 

 

La festa era stata un vero successo. Tutti erano felici e soddisfatti.

Eccetto la sottoscritta, naturalmente.

Ma per non mancare alla parola data ero riuscita a mantenere la facciata cordiale tutta la sera. Mi ero persino lasciata trascinare nelle danze dai miei fratelli, anche se avevo ringhiato leggermente quando il vampiro medico aveva tentato di chiedermi un ballo. Quello sarebbe stato davvero troppo. Per fortuna però nessuno mi aveva notato; tutti erano troppo rapiti da Jacob e Renesmee che tubavano sfacciatamente.

C’erano così tante coppie da farmi venire il voltastomaco. Puah.

Alla fine della festa ero salita in macchina con autentico sollievo insieme a Seth e gli avevo sorriso in modo genuino. Lui parve sorpreso per quella dimostrazione di contentezza, ma per fortuna non ne individuò la fonte. Lasciai che si convincesse che ero felice per la serata. Che idiota, solo lui poteva pensare una cosa del genere.

“Splendida serata, davvero. Era da parecchio che non mi divertivo così tanto” Lui e il suo carattere vampirofilo. Dava sui nervi. Non capivo come potesse divertirsi in mezzo a dei succhiasangue, anche se “vegetariani”.

Mi limitai a rispondere con un ghigno, lasciando di nuovo che lo interpretasse a suo piacimento. “La mamma?” chiesi.

“Resta da Charlie stasera”

Sbuffai. “Perfetto. Magari un giorno tornerà a casa, chissà. Ma presumo che si sia scordata di avere dei figli: preferisce il papà della vampira” dissi caustica. Seth mi guardò malissimo. “Andiamo, Lee. Anche la mamma si merita di essere felice. E poi non è vero che sta sempre con Charlie. Siamo noi che stiamo troppo spesso fuori casa, anche se non abbiamo ronde” Era vero, ma non avevo alcuna intenzione di dargliela vinta. Lo guardai un attimo come se fosse un bambino con il quale esercitare pazienza, e non profferii più parola.

Arrivata a casa mi affrettai a salire le scale, avevo bisogno di stare da sola. “Leah, ascolta…” “Ho sonno Seth. E domani sono di pattuglia. Fammi andare a dormire” Visibilmente contrariato, borbottò un certo che sembrava un insulto.

Non mi importava stavolta. Mi sentivo esausta fisicamente ed emotivamente. Avevo terribilmente bisogno di lasciar sedimentare tutte le emozioni, come al solito, e seppellirle sotto la mia acidità. Non avevo alcuna intenzione di essere compatita. Da nessuno, neppure dai miei fratelli. Ero diventata davvero brava a nascondere le cose, nonostante il nostro collegamento mentale. Abilità femminile? Forse.

Mi chiusi in camera e tolsi con scarsissima cura l’abito di seta: ero certa che Alice non se ne sarebbe preoccupata. Probabilmente quella nana si sarebbe arrabbiata di più se l’avessi indossato in un’altra occasione.

Seminuda mi lanciai sul letto e presi ad osservare le venature nel legno del soffitto. Un occhio umano non sarebbe mai riuscito a vedere tutti i misteriosi sentieri che vi erano tracciati: seguendoli, ben presto mi abbandonai al sonno.

***

Finalmente potevo correre nella foresta, senza nessuno in mezzo ai piedi. O meglio, in mezzo alle zampe. Adoravo la sensazione di libertà della corsa a briglia sciolta: il pelo che si appiattiva sul corpo, gli artigli che graffiavano il terreno e la consapevolezza di essere irraggiungibile. Quel giorno potevo persino beneficiare della solitudine mentale in forma di lupo, visto che i membri del mio branco preferivano riposarsi dopo la festa. Io invece ne avevo approfittato per potermi godere questi preziosi e irripetibili istanti di libertà. Il cielo era azzurro e limpido, il sole di marzo scaldava quel tanto da rendere la temperatura dell’aria veramente piacevole. Una cosa quasi inaudita nella zona di Forks. I succhiasangue sarebbero andati a cacciare lontano, liberandoci della loro presenza. Non potevo sperare in una giornata migliore.

Correvo abbandonandomi ai miei istinti e annusando i profumi deliziosi della boscaglia, mentre seguivo il perimetro del nostro territorio. Decisamente un giorno meraviglioso.

Improvvisamente una scia di odore mi colpì come un maglio. Mi bruciava il naso in modo incredibile, come se stessi respirando fuoco. Si trattava chiaramente di un vampiro.

Mi lanciai subito sulla scia che puntava con decisione all’interno della riserva. Non era uno dei Cullen, avrei riconosciuto il loro odore; inoltre, anche se mi scocciava ammetterlo, non si sarebbero mai permessi di entrare a La Push senza il nostro consenso.

Era un nemico.

Ululai forte, senza interrompere la corsa, sperando che qualcuno dei miei fratelli si muovesse a darmi man forte. Non che ne avessi bisogno, ovviamente, ma si sarebbero incazzati terribilmente se non li avessi invitati alla rissa.

Modesta come sempre, Leah.

Fatti gli affari tuoi, Quil. Torna a giocare con Claire, se preferisci.

Non mi giunse risposta, a parte un torrente di emozioni negative. Ma non potevo farmi distrarre. Grazie alla mia velocità ero sempre più vicina all’obiettivo. Sbucai in una radura e mi bloccai, ringhiando. Il vampiro se ne stava beato alla luce del sole, rilucendo come un caleidoscopio, e mi guardava con blando interesse, come se fossi un animale di passaggio. Il pensiero mi fece ringhiare ancor più forte. Il succhiasangue sorrise scuotendo la testa, facendo rifulgere i suoi capelli di un biondo pallidissimo. “Non ci siamo proprio con l’educazione, mio caro amico mutaforma. In fondo non ho fatto nulla di male”.

Mi stava suggerendo di essere educata nei suoi confronti? Mi mossi minacciosa verso di lui, continuando a ringhiare selvaggiamente. Già lo odiavo per la sua strafottenza.

I suoi occhi scarlatti mi guardarono stavolta circospetti. Mi stava valutando attentamente ed io facevo altrettanto. Mi serviva Quil, dovevo ammetterlo. Non potevo sapere quanto quel succhiasangue fosse forte e non potevo rischiare.

Hey, pezzo d’un deficiente. Quanto ci metti ad arrivare?

Sto cercando di avvisare anche gli altri. Arrivo tra un minuto con i rinforzi.

Il vampiro distolse lo sguardo e si sfiorò distrattamente il lungo codino che gli scendeva tra le scapole. Un atteggiamento da principiante: non ci si distrae davanti ad un nemico.

Forse mi ero sbagliata. In fondo non sembrava troppo pericoloso. Tutto sommato, potevo provare ad attaccarlo da sola. Non sarebbe stato difficile.

Leah, stupida, cosa credi di fare?

Ignorai totalmente le parole di Quil e feci un balzo aggressivo verso il succhiasangue, puntando alla sua gola. Lui mi sorrise in un modo che avrebbe fatto invidia a Lucifero, gli occhi color sangue rilucevano di malizia. Non riuscii mai a raggiungerlo.

All’improvviso mi sentivo bloccata sulle mie zampe, incapace di muovermi.

“Amico mio, ti suggerirei di sederti. Mi sembra un primo passo verso una discussione civile”

Contro la mia volontà, mi sedetti. Ridacchiò. Il mio sguardo di sorpresa doveva essere abbastanza evidente, se lui riusciva a vederlo anche mentre ero trasformata. Batté le mani deliziato.

“Benissimo. Ora che sei comodo, direi che posso presentarmi. Mi chiamo Jeremy e sono il tuo nuovo vicino di casa”. Ringhiai incredula. I Cullen ce l’avrebbero detto. Ci avrebbero avvisato dell’arrivo di un nuovo membro nella congrega. Inoltre questo succhiasangue pareva particolarmente idiota, visto che era convinto che io fossi un uomo. Stava certamente mentendo, convinto che ci sarei cascata.

Intanto continuava il suo sproloquio.

“Mia madre diceva sempre di non giocare col cibo, ma visto che hai un tanfo tutt’altro che appetitoso non ti posso proprio considerare tale, mi spiace”

Come se lo desiderassi! Questo è il vampiro più imbecille della storia! Quil, muoviti, voglio ammazzarlo!

Stiamo arrivando! Tieni duro!

Non avere paura! Rincarò Embry.

Chi ha detto che ho paura, cretino?! Voglio solo che mi liberiate, così lo faccio a pezzi!

Non capivo come cavolo mi avesse immobilizzato, ma arrivati i miei fratelli questo non sarebbe stato più un problema.

“Mi perdonerai dunque se gioco un po’ con il mio potere di controllo usandoti come cavia, amico mio.” continuò il vampiro.

Lo guardai con occhi sgranati.

“Oh, non l’avevi capito? Sono in grado di controllare mente e corpo di chiunque”

Sentii il gelo impadronirsi di me, nonostante la mia temperatura corporea toccasse i 42 gradi.

Ragazzi, andate via.

Leah, non ti lasciamo! Stiamo arrivando! pensarono all’unisono.

Branco di poppanti, filate! E chiamate Bella, solo lei può fare qualcosa.

Sentivo salire la bile al solo pensiero di dover chiedere aiuto ad una succhiasangue. Ma non potevo permettere che i miei fratelli finissero ammazzati per colpa del mio orgoglio e del mio odio verso i freddi. Nascosi questi ultimi pensieri ai ragazzi e cercai di rilassarmi. Il massimo che poteva fare quel vampiro platinato era uccidermi e non ero del tutto sicura che la cosa mi sarebbe dispiaciuta. Santo cielo, probabilmente non sarebbe dispiaciuto neanche agli altri, pensai amaramente. La mia espressione dovette riflettere i miei pensieri, perché l’imbecille che avevo di fronte arrischiò una battuta che se fossi stata libera gli sarebbe costata la vita.

“Ehi, lupacchiotto. Piangi?” Il succhiasangue sembrava perplesso e vagamente divertito.

Ringhiai con tutte le mie forze, incapace di muovere un solo passo nella sua direzione: ma ebbi la soddisfazione di vederlo indietreggiare leggermente. Provai a riflettere. Se mi fossi trasformata sotto i suoi occhi forse sarei riuscita a distrarlo il tempo sufficiente a permettermi una fuga. Non che sperassi davvero di sfuggirgli, ma se non altro lo avrei allontanato un poco dalla riserva.

Sarei stata vulnerabile: non mi importava. Mi preparai alla trasformazione.

Leah, no! Non trasformarti! La voce di Jacob portava il doppio timbro dell’alfa e mi impedì di tornare alla mia forma umana.

Non eri tu che dicevi che non avresti mai dato ordini? Pensai notevolmente irritata.

Scusa, l’agitazione mi ha fatto perdere il controllo.

Non era da Jacob far emergere il suo affetto e la rivelazione mi fece vagamente piacere. Forse non stavo così antipatica a tutti i fratelli.

Non esagerare, Leah.

Ridacchiai, ma subito dopo tornai seria.

Che succede, Jake?

Tranquilla, questo succhiasangue era atteso. Ha solo avuto il cattivo gusto di venire a curiosare nel nostro territorio. Bella, Edward e Carlisle stanno arrivando.

Cosa? Era atteso? E quando pensavi di dircelo, sua maestà alfa?

Chiudi il becco Leah. E non mostrarti aggressiva verso di lui.

Sentivo la rabbia montare sempre di più. Altro che cani da guardia! Adesso dovevamo pure sopportare che gli ospiti dei Cullen bazzicassero nel nostro territorio! E senza neanche punirli! Cosa eravamo diventati? Jake si era evidentemente rammollito da quando aveva avuto l’imprinting con la mutante, prima non avrebbe mai concesso un abominio simile: al vampiro sarebbe stata staccata la testa senza indugi. Adesso invece gli facevamo da scorta. Ephraim Black si sarebbe messo a piangere di vergogna.

Adesso basta.

Sbuffai e tornai a controllare l’immortale platinato. Bleah.

Sembrava aver percepito che il mio sguardo era ostile ma non più pericoloso, quindi si azzardò a lasciarmi libera.

Mi scossi come se fossi appena uscita da un fiume e mi accucciai di nuovo, tenendolo d’occhio. Lui sembrava in ascolto e seguii il suo esempio. Ah, stavano arrivando. I loro fruscii erano inconfondibili. Entrò nella radura prima Edward, poi Bella e per ultimo Carlisle. Jacob entrò da un altro punto quasi contemporaneamente.

“Jeremy, benvenuto.” Disse Edward con cordialità. Tirai una zampata a terra con violenza, ad indicare che non mi univo al “benvenuto”.

Carlisle si fece avanti. “Jeremy, sapevamo del tuo arrivo, ma non immaginavamo che avresti deviato in questa direzione. Avresti dovuto seguire la via diretta verso la nostra casa”.  Il suo tono era severo.

“Scusatemi. Ero solo curioso di esplorare un po’ il territorio. Non pensavo ci fossero problemi” concluse guardandomi di sfuggita. Lo fulminai con uno sguardo totalmente non cordiale.

“Questo territorio è di proprietà dei Quileute. Non ci è permesso stare qui. Oggi i nostri amici hanno fatto un’eccezione perché ti riportassimo indietro, ma la cosa non si dovrà mai più ripetere”

“Comprendo.” rispose Jeremy apparentemente mortificato, e si inchinò verso me e Jacob. “Vi chiedo scusa dal profondo del mio roccioso cuore”

Sbuffai dalle narici. Le scuse sembravano sincere, tuttavia non sarei mai riuscita a fidarmi davvero di un succhiasangue. Soprattutto, uno come quello.

Leah, comportati bene.

Evitai di rispondere. Mi accorsi che Embry e Quil stavano già tornando a casa in forma umana, visto che l’emergenza si era risolta. Ero sicura che avrebbero immediatamente diffuso la notizia.

Adesso mi trasformo, così posso parlare con questo succhiasangue nuovo. Girati.

Non farlo, Jake! Non puoi chiedere al leggipensieri di farlo? L’alfa non poteva essere messo in pericolo, ne andava dell’integrità del branco.

Lo sai che mi dà fastidio.

Lo capivo d’altronde. Non era piacevole avere Edward come traduttore, nonostante fosse un nostro alleato. Un ghigno si aprì sul volto del vampiro in questione, che preferì limitarsi a stringere la mano a Bella invece di fare scenate. Saggia decisione.

Jacob si trasformò in un istante con la solita maestria. Sentii il fruscio dei vestiti indossati e mi voltai di nuovo. Volevo seguire la discussione anche con gli occhi: continuavo a non fidarmi.

“Sono l’alfa del mio branco, mi chiamo Jacob” si presentò.

“E’ un vero piacere conoscerti” rispose Jeremy educatamente.

“Continuerà ad essere un piacere solo se rispetterai le leggi. In caso contrario, avrai un intero branco di lupi pronti a farti a pezzi. Poteri speciali o no”.

“Non accadrà più, promesso” disse lui. “Ma come mai il tuo amico non si mostra in forma umana? Insomma, mi sembrerebbe corretto che si presentasse anche lui”

Evidentemente si divertiva a provocarmi.

Tutti mi guardarono allarmati. Valutai la possibilità di rimanere in forma lupesca giusto per fargli dispetto: mi ricordai però che da umana potevo vomitargli addosso tutti gli insulti che volevo. Che liberazione.

Sentii il leggipensieri ridacchiare e stavolta non potei arrabbiarmi.

Feci segno di sì con il muso e Jacob ordinò a tutti di girarsi.

Mi trasformai rapidamente ed indossai il vestito semplice di cotone marrone che avevo legato alla caviglia. “Fatto”

Quando il vampiro platinato si voltò ebbi la soddisfazione di vederlo stupito per un secondo buono. Presi fiato per dare libero sfogo alla mia volgarità ma lui mi precedette con una risata decisamente maleducata.

“E così, quel cosino è un lupo? Avete anche donne-lupo? Ridicolo! Inaudito!” continuò a sghignazzare.

“Ehm, lei è l’unica…” rispose cautamente Jacob, guardandomi.

Prova a controllare questo, pezzo di idiota.

Raccolsi un grosso masso di granito e lo scagliai con precisione. Gli staccai di netto un braccio. Mi permisi di rivolgergli un sorriso compiaciuto, consapevole che stavo giocando col fuoco.

“Tu…” ringhiò rabbioso. Sentii che stava prendendo controllo del mio corpo ma non me ne importava. Avevo avuto la mia rivincita.

“Jeremy, no!” esclamò Bella ed estese il suo scudo su di me.

“Fatti gli affari tuoi, succhiasangue. Non ho bisogno della tua protezione”. Bella mi guardò scioccata e ridusse immediatamente lo scudo. La mia personalissima tregua della sera prima era finita.

Nel frattempo il vampiro biondo mi aveva lasciato andare. Senza dire altro, lasciai i vampiri e il caro Jacob da soli nella radura. Non volevo avere niente a che fare con loro.

Ma come al solito, i miei desideri non si avveravano mai.

 

 

 

*Note dell’autrice*: ci tengo a ringraziare di cuore tutti quelli che hanno aggiunto la storia alle seguite o alle preferite, e anche chi ha recensito. Quindi grazie, grazie e ancora grazie! Se volete fare qualche commento o critica a me fa molto piacere, mi dà l’opportunità di migliorare e di capire se quello che scrivo vi piace oppure vi fa schifo! Alla prossima!

@rasonier: sono contenta che la storia ti piaccia! Spero che vorrai continuare a seguirla! ^_^

@ Shin_Igami: Sono….commossa! Non mi merito questi complimenti, davvero…mi auguro solo di non deludere troppo le tue aspettative!

   
 
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