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Autore: erydia    17/07/2010    1 recensioni
Nulla da dire su questa storia, spero che leggendola vi divertirete come mi sono divertita io a scriverla =), beh nulla mmm parla di ROBSTEN in primis ma ci sono anche altri stuzzicanti particolari =) ...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet_me= MA CIAOOO mia prima e unica fan huahaua, che dire sono contenta che questa mia fic ti piaccia già così tanto da meritare il posto nei tuoi preferiti =), questo è il primo capitolo spero ti piaccia e intanto mi auguro di rivederti anche nelle prossime recensioni, a presto kix =)..

Ok parlare da sola non è mai stato il mio forte ma comunque che dire, questa fic spero che avrà anche qualche altra recensione, anche una critica perchè quelle sono costruttive. Questo primo capitolo lo dedico ovviamente a sweet_me che è la mia prima e forse unica fan huahaua...kix Pagny

 

Quante volte avevo desiderato di farlo, di fare quel salto per non pensare più a niente e a nessuno, essere solo me stessa comunque vada..ricca o povera. Mi mancavano così tanto loro, la mia guida, il pensiero che dedicavo loro mattina e sera non mi faceva stare affatto bene. E fu proprio in quella stanza,  che ogni sera il mio sguardo vagava alla ricerca di qualcosa, le trovò. La mia chitarra, quella che papà mi aveva regalato l'ultimo natale che trascorremmo insieme. Poi il mio sguardo si spostò sulle mie scarpette da ballo, le punte..non li avevo più toccati quei regali perché mi facevano ancora male, era una ferita ancora aperta che pulsava e mi uccideva..dentro
“ehi bella addormentata”
Una voce che conoscevo molto bene mi riportò alla realtà. Ron, il mio migliore amico, colui che sapevo non mi avrebbe mai abbandonata.
“ehi cucciolo” dissi sorridendogli, era molto bello dovevo ammetterlo ma..ma non riuscivo a vedere più di un fratello in lui...
“cucciola pensi troppo”  mi disse mettendosi le mani in tasca come un uomo, mi piaceva molto quando faceva così..un cucciolo che a tutti i costi voleva diventare grande.
“lo so scusa” dissi grattandomi il capo e arrossendo quel poco che bastava per non rendermi ridicola. Anche lui come me aveva perso i genitori, ma quando accadde lui aveva 2 anni ed io 13, tantissima differenza, lui nemmeno se li ricordava! Io invece si! Li ricordavo benissimo..

“non scusarti sei strana ecco tutto”.
“ah grazie tante”  sbottai fingendomi offesa,lui rise e colmò la distanza che c'era tra noi abbracciandomi. Lo strinsi forte a me.
“ti va un giro?” dissi inspirando il suo profumo che sapeva di..casa mia, perchè era lui ormai la mia casa
“cucciola sono le 9” disse scostandosi quel poco che bastava per guardarmi negli occhi, poi continuò..

“anzi forse è meglio che vada in camera mia sai come sono quelle oche e se mi scoprono saranno guai”,
Ero stufa di tutte quelle regole, non fare questo, non uscire qua, non andare la..
“sti cazz…”  Ron mi posò un dito sulle labbra contrariato..
“no cucciola sei pur sempre una signorina”

Annuii sbuffando. Dopo 2 minuti se ne andò ed io restai di nuovo sola, mentre i pensieri di prima tornarono a farmi compagnia.
21:00
21:05
21:10
21:15
L'orologio ora segnava le 21:17. Guardavo fisso le lancette che muovendosi lentamente, facevano giri anti orari. Mi ci vollero due secondi, un secondo per pensare all'idea e l'altro per elaborarla. Di scatto mi alzai dal letto e mi precipitai verso la finestra, non era poi così alta. Mi arrampicai agile trovandomi in piedi sul bordo..
"Cavolo"
pensai, lo stavo facendo sul serio?, cioè stavo per evadere da quella prigione di affetto?. L'unica cosa che mi veniva in mente di dire era..
“alleluia”.
Comunque feci una preghierina, chiusi gli occhi e mi lanciai, in un secondo mi ritrovai sul terreno cone le ginocchio e le mani bene salde su di esso. Mi alzai ma i miei capelli lunghi e ricci restarono impigliati fra i rami della quercia ancora piccola.
“mer...”stavo per imprecare e dire una parolaccia ma inciampai, probabilmente nei miei stessi piedi.. “agliaaa” dissi massaggiandomi il mio povero piccolo nasino vittima di quella caduta. Restai lì per circa due minuti dovevo riprendermi, ma non potevo restare lì a lungo, potevano scoprirmi e lì si che sarebbero stati guai. Corsi cercando di non inciampare, fino al cancello, lo scavalcai e mi ritrovai all'esterno dell'istituto che guardai con l'aria di una che aveva vinto prima di urlargli contro un..
“fottiti”.
Purtroppo dovetti scappare subito perchè le luci della camera della direttrice si accesero.
“chi è?” urlò un pò spaventata spalancando la finestra, lo sentivo nel suo tono di voce..
“tua madre” esclamai a bassa voce ridendo e correndo verso quella notte giovane e MIA. Vivendo la mia avventura, quella che avrebbe reso quella notte unica in tutti i sensi.
Camminavo sorridendo vedendo finalmente il mondo di notte. Si ok forse esagero ma infondo mi sto solo facendo prendere troppo la mano. Comunque dicevo che camminavo felice per lei strade di New York quando tutto ad un tratto sentii il mio stomaco brontolare. Avevo dimenticato di non aver cenato quella sera e lui me l'aveva fatto ricordare..grazie!
“sti cazz..” volevo imprecare dicendo una parolaccia ma una signora sentendomi mi si parò davanti guardandomi male. Sbuffai e feci un risolino imbarazzato “sti cazz..” e ora che dicevo?? mi stavo facendo prendere dal panico quando li vidi ed ebbi l'ispirazione, un'ispirazione improvvisa “sti gazzebi sono stupendi, non trova anche lei?”. La mia voce era troppo angelica e il mio volto era quello di Gesù in persona, ma la nonnina ancora rompeva col suo sguardo e io dovevo andare perchè il mio stomaco si stava facendo un assolo di batteria, sbuffai.
“i gare go”.
Finalmente mi ero liberata della befana, ma cosa più importante avevo trovato del cibo, ( se le patatine fritte possono essere considerate cibo).
“ah!” esclamai annusandole e ghignando <“ma nooo!” urlai sbuffando “e che caz..”
“scusami”.
Una voce interruppe la mia frase..ma che c’avevano quel giorno?? manco una parolaccia mi facevano dire in pace?
“sisi tua sorella”
soffiai mentre mi alzavo.
“ehi!” mi aiutò ad alzarmi e fu lì che lo vidi in faccia, si fa per dire, per la prima volta. Aveva occhiali scuri da sole e un berretto, cioè praticamente la sua faccia non si vedeva, così mi venne un dubbio.
“scusa eh!” dissi portandomi le braccia al petto e incrociandole “ma ci sei o ci fai?”

“prego?” disse con un tono di chi non ci aveva capito niente. Bene pure idiota era.
“sai che ore sono?” chiesi
“le dieci meno un quarto perchè?”
“amico sono quasi le dieci e tu hai gli occhiali da sole”
Lui rise come se avessi detto una battuta e non un'affermazione, ok dovevo mantenere la calma.
“fai ridere anche me”
dissi brusca e non me ne fregava niente se era più grande di me e dovevo portare rispetto..
“ orto gli occhiali da sole perchè…” si fermò un attimo prima mentre la mia curiosità cresceva a dismisura.
Perchè?...Perchè?...Perchè?..”sono un attore!”.
Vi chiederete cosa abbia fatto io nel momento stesso della rivelazione di quell'uomo. Beh vi basti sapere che il mio volto, apatico era e apatico rimase.
“attore eh!” dissi guardandolo in cagnesco “e chi saresti?” chiesi.
Lui mi guardò e sorrise come se sapesse già la mia reazione che però non avvenne.
“Robert…Robert Pattinson” disse quasi in stato di shock per aver conosciuto forse l’unica persona al mondo che non lo conosceva.
Robert Pattinson?? e chi era?..Cercai di collegare tutti i film che avevo visto ma di lui non ne sapevo niente.
“ehm...” dissi grattandomi il capo, non volevo dirgli che non lo conoscevo e peggio non lo avevo mai sentito nominare..gli attori erano emotivi e non volevo portarmi nessuno sulla coscienza. Ma lui se ne accorse purtroppo...poraccio lui.
“non ti ricorda niente twilight?” mi chiese speranzoso
“che è un film romantico?”
“si” rispose, ecco svelato il mistero...io non guardavo film romantici e l'unico ideale di attore per me era Paul Walker il bello di Fast and Furious.
“naah, mi dispiace” gli dissi e lui sgranò gli occhi, oggi potrei giurare di aver visto spuntare un sorriso sul suo volto angelico.
“wow” esclamò “sei la prima persona che non sviene o mi salta addosso vedendomi”
“forse ti ho fatto del bene allora”, beh mi sentii subito più tranquilla e sollevata e restare lì ormai era diventato inutile così accennai un sorriso sperando che non restasse impalato a cercare una risposta da darmi per sempre.
“beh io andrei ciao” alzai la mano in seguo di saluto, gli rivolsi un'altro sorriso ancora forzato e mi voltai dandogli le spalle. Feci per andarmene ma lui mi fermò parlandomi finalmente, pensavo di dover chiamare un dottore.
“aspetta” disse allungando la mano senza sfiorarmi, “almeno permettimi di offrirti qualcosa per ripagarmi del danno della tua cena” indicò le povere patatine assassinate che giacevano senza vita per terra.
“no ma non preoccuparti davvero” gli dissi ma il suo sguardo mi fece ritornare i sensi di colpa e sapevo che se me ne sarei andata in quel momento lo avrei portato sulla coscienza per molto, così esasperata gli risposi con un “e va bene, hai vinto tu”.

Quel suo sorriso genuino e dolce mi fece venire le carie, anche dal dentista mi avrebbe spedita ora.
Andammo in un McDonald che si trovava nelle vicinanze, lui sempre con occhiali da sole e cappello.
Vi dirò, ormai ci avevo fatto l'abitudine. Ordinò 2 Big Mac, 2 Coche e 2 porzioni di patatine..poi ci andammo a sedere lontano dai "riflettori".
“non mi hai ancora detto il tuo nome” mi disse una volta seduti.
“importa?” non mi andava di parlare di me...Mai..Quando si trattava di raccontare qualcosa su di me, anche solo il mio nome iniziavo a farmi le seghe mentali.
“a me si” disse fissandomi con quei suoi occhioni..
“Angela o Angie come preferisci” dissi infine esasperata.
“Angie..” disse come a pensarci su..”vivi qui?” chiese. Oddio l'interrogatorio NOOOOO!
“si!” dissi dando un morso al mio panino..era delizioso.
“i tuoi genitori..” non gli lasciai finire la frase e guardando altrove risposi
“sono morti.” Una pugnalata al cuore.
Ci furono minuti di silenzio, io non guardavo e pensavo si fosse addormentato..non parlava più. Ma poi alzando lo sguardo vidi i suoi occhi e capii tutto.
“vuoi sapere come sono morti eh?” chiesi e lui annuì, poi parlò
“però se non vuoi non ti obbligo”..
Di nuovo gli occhioni dolci..dovevo, volevo imprecare ad alta voce ma mi limitai a farlo mentalmente.
“la curiosità uccide lo sai?” dissi cercando di fare il volto più serio e filosofico ma al suo sorriso mi sciolsi e lo ricambiai.
“mia madre era una ballerina di can can, mio padre uno scrittore squattrinato, si incontrarono e fu amore a prima vista. Però mia madre era malata di tubercolosi così dopo aver avuto me è morta e mio padre l'ha seguita tre giorni dopo..” nel suo sguardo lo vedevo, era attento a ciò che dicevo così tanto che quasi mi fece pena -..mi trovarono una settimana dopo-
“davvero??” disse sconvolto ed io lo guardai e scoppiai a ridere
“naaah” lui mi lanciò un'occhiataccia e poi rise di se stesso per averci creduto.
Restammo a parlare del più e del meno finchè il mio sguardo cadde sull'orologio..
“oh mio dio è tardissimo!” mi alzai di scatto -devo andare se scoprono che sono...-
"Ehi Ehi Angie stai un pò zitta", stavo raccontando troppo a quello sconosciuto.
“no!” disse alzandosi  “non ti lascio andare da sola” continuò  “lascia che ti accompagni”

Lo fissai incerta se accettare o meno, me se lo avessi fatto avrebbe scoperto anche dove vivevo e non mi andava di sputtanargli tutto di me.
“non sarai mica un pedofilo?” ironizzai e lui sgranò gli occhi.
“no certo che no, che vai pensando è solo che..”
“solo che?” lo incitai a finire la sua frase
“sei diversa dalle persone che conosco, sei spontanea”
Sorrisi, un ultimo sorriso prima di sfrecciare via e ritornare a casa, ignara che...

  
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