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Autore: Natalja_Aljona    19/07/2010    2 recensioni
Revolution "Lucy" Richards, Lu'per gli amici, è la sorella minore di Keith Richards e migliore amica di George Harrison.
Dopo aver passato le vacanze insieme, infatti, i due sono inseparabili.
Ma un giorno, insieme ad altri quattro ben noti ragazzi, George partirà per Amburgo.
E Lucy...andrà con lui.
L'inizio di una grande Rivoluzione...una Rivoluzione chiamata Beatles.

(dal capitolo 69):
In quel momento, partì un servizio radiofonico dalla radio del commissariato di polizia.
-Keith Richards, giovane e promettente chitarrista di Dartford, denuncia il rapimento della sorella minorenne.
Un mostro verde, brutto e cattivo, chiamato dai colleghi del suo circolo criminale GH il Terribile. The Worst.
Nella buia notte GH ha strappato la dolce e ingenua ragazzina appena quattordicenne dalla sua casa natale, spezzando il suo fragile cuore e infrangendo i suoi teneri sogni.
La pioggia batteva inquietante sui vetri della finestra, quando la giovane assistette all'apparizione con terrore crescente, ma ormai il terribile GH l'aveva stregata, portando via tutto ciò che ne rimaneva di lei.
E adesso, chi asciugherà più le lacrime dai suoi occhi, quando GH punterà la sua prossima preda?
E chi sentirà più il lamento straziato della candida e innocente Lucy Richards, quando GH distruggerà tutto quel che ne rimane della sua splendida giovinezza?
Per lei e per il dolore del vecchio cuore dello straziato fratello, vi preghiamo di telefonare al seguente numero: BEEEEEEEP!
Very norman people! Centodue-cinque, yeah!-
George e Lucy si scambiarono soltanto un rapido sguardo, sforzandosi di rimanere seri.
Due secondi dopo ridevano fino alle lacrime.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucy is a Rainbow'
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I'd Have You Anytime

(I Want To Hold Your Hand/The Light Has Lighted The World)



Non sono neanche le sette, quando la pallida luce del mattino inizia a penetrare tra le sottili tende arricciate a ricoprire di vetri delle finestre accostate.

Accostate, appunto.

Ieri sera erano chiuse.

-Allora, bella? Che si fa?- esclama allegramente una voce, facendomi schizzare giù dal letto.

-Chi...che...cos...-

-Ehila, bella Luci'!-

Bella Luci' 'sto paio di ciufoli!

Indietreggio, arrotolandomi sempre di più tra le coperte.

-Fammi indovinare...Graham?-

-Ehi, ehi, bellina, ti vuoi strangolare??-

-N...no! Ma tu che ci fai qui?- insisto, sbucando da sotto il cuscino con la stessa enfasi di una piovra degli abissi.

-Oh, niente. Pensavo avessi bisogno di un accompagnatore: sei nuova di qui...-

-Beh, sì! Ma te l'avrei chiesto!-

-Giusto... Beh, allora io andrei... ti aspetto??-

-Graham! Ti ho detto di NO!-

-Vabbè, io ti aspetto lo stesso-
Reprimo a fatica il desiderio di buttarlo giù dalla finestra e inalo un lungo respiro, arpionandomi con le unghie alle lenzuola.

-Non ti arrendi facilmente, eh?-

Graham continua a fissarmi con una strana luce negli occhi.

-Ma che c'è?!- esplodo, seccata.

-Sei carina così, sai? Sei in pigiama?-

-No... Ho la curiosa abitudine di dormire vestita a festa. Ma veramente questa è una camicia da notte...-

-Davvero? Non l'avevo notato!- Graham si avvicina lentamente al letto, allungando una mano verso di me...raddrizzandomi una spallina.

-Era scivolata- si affretta a spiegare poi, imbarazzato.

Io scuoto la testa, buttandolo giù del letto. Che razza di impiccione!

-Andiamo, dai!- sbuffo. Ormai è inutile, chissà quando me lo leverò dai piedi! -Devo ancora fare colazione, però!-

-A questo ho già pensato io!- esclama, indicandomi un sacchetto accanto alla finestra. -Spremuta d'arancia! Cornetti!-

-Mitico...-

Ma che coincidenza!!

Quello che vorrei veramente sapere, però, è come abbiamo fatto ad arrivare a scuola in ritardo, quando siamo usciti quasi un'ora prima!

Devo ammetterlo, anche se prima mi sembrava soltanto un ficcanaso bestiale, è divertente stare con Graham.

Non è come George(certo, nessuno è come George), ma è abbastanza simpatico.

Dice che oggi Steve e Neil, i due suoi amici che mi cercavano a Dartford, tornano qui, e mi ha dato appuntamento a casa sua dopo la scuola.

Sinceramente, non so perchè ci tengono tanto a incontrarmi.

Che altro posso dire? Che incarico avranno per me?

Speriamo bene...


10.45, Università di Manchester


Sembra una congiura.

Ebbene sì, è una congiura.

Pare che abbiamo quasi tutte le ore scolastiche con la professoressa Sadie.

E qui, sinceramente, comincerei a preoccuparmi.

Non mi sono mai piaciuti i “segni del destino”.

Se poi questi cosidetti “segni del destino” dicono che sono mezza cornuta...beh.

La professoressa Sedia(proprio così, Sedia e non Sadie:La vedo un po' più umana, meno sexy-attentatrice alla mia storia con George, meno pericolo imminente, meno...meno Sadie, insomma!) sorride, raggiante.

Ecco, lo so: vuole vedermi distrutta. Vuole vedermi stramazzare a terra.

So perchè è così felice.

George ha, come dire, i suoi “modi” per stamparti un incomparabile sorriso sulle labbra.

Io li conosco bene, quel “modi”... George non mi permetteva mai di uscire di casa senza il sorriso.

Mi diceva: “E' escluso che la mia Lucy esca da casa mia senza il suo sorriso. Quindi, o mi fai un sorriso adesso, o non ti lascio uscire!”.

E quando provavo a dirgli che aveva telefonato John, che lo voleva in studio al più presto, che l'uomo nero aveva rapito Keith o cose simili, senza scomporsi sfoderava un sorriso dei suoi e rispondeva soltanto, con una pacatezza esasperante: “Salutamelo”.

Allora io gli sorridevo, lui, finalmente soddisfatto, mi abbracciava, afferrava la chitarra e correva fuori, a volte senza neanche salutarmi.

E spesso mi lasciava con quel sorriso incancellabile per tutto il giorno.

Sapere che quei modi potrebbe averli usati anche con lei, la mia professoressa... dire che mi fa andare a fuoco il cervello è dire poco.

E qui Georgie mi scade.

E' una SEDIA, suvvia!

Eppure... No, non è giusto.

Non mi avrai mai, professoressa Sedia!

Ho letto un libro, una volta, sugli uomini.

NON sono tutti uguali: niente di più sbagliato!

Solo NON si accontentano mai di niente: Sacrosanta verità!

E, per dirla tutta, io NON sono una di quelle che si legge i cosidetti “librettini” perchè t-trema al p-pensiero che il mio Gggggeorgino mi t-tradisca con una S-s-s-ssssedia.

Sniff. Scusate. Sono solo molto raffffreddata.

Come no.

Vedete, George non è nemmeno così romantico come sembra.

E' solo così irrimediabilmente, infinitamente dolce.

Come le nuvole d'estate, come il mare d'inverno... come le stelle cadenti quando non cadono mai.

Come l'equilibrio che non esiste, come la linea quasi sgretolata dell'orizzonte, lo vedi in lontananza prima che scompaia e quando è scomparso...già dipendi da lui.

Ma non una dipendenza ossessiva, una dipendenza velata, appena percettibile... una dipendenza che penetra sotto la pelle, una dipendenza dolorosa e quasi malinconica.

Come una meteora, un lampo di fuoco, un fulmine, una stella cometa: lo vedi una volta nella vita e una volta basta.

Ma adesso smettiamola di parlare di dipendenza, prima che la mia diventi una dipendenza dagli aggettivi.

Certo, adesso ci manca solo che George mi tradisca con una Sedia, mi viene una sincope e la finiamo qui. In un'esplosione di allegria.

Siate sinceri, avete sentito frasi più poetiche e romantiche di questa, eh?


-Ta-daa! Oggi interrogazione!-

Ta-daa! Oggi TI. STROZZO.

Alt, alt, alt! Mi è venuta un'idea! Puff! Immaginatevi un genietto della lampada in versione folletto uscire da...dai calzini del Manchester United di Graham.

Fumano(e puzzano) così tanto da far sospettare che ci sia veramente qualcosa di più di un piede, lì dentro.

No, no, niente paranoie. Almeno per oggi... Just for today!

Kryptonite. Nella borsetta. Nel reggiseno. Nel registro di classe.

No, eh?

Piano B: Un pitone. Un caimano. Una tarantola, una LUCERTOLA!

Ho sentito dire che ci sono delle persone allergiche alle lucertole.

Ma non è l'unica cosa che ho sentito dire: se si annoda un fazzoletto di seta intorno al polso e ogni giorno si stringe un po' di più, dopo un tot. di giorni si bloccherà la circolazione del sangue, perdendo ogni capacità di movimento del suddetto arto.

Adesso il problema è chiederle: Professoressa Sadie, le spiacerebbe arrotolarsi in qualche metro quadro(sapete com'è, per sicurezza) di seta, grazie?? Finchè non saremo sicuri che è al 155% a prova di resurrezione, magari??

E no, no che non va bene! Destino infame!

E va bene: facciamo qualcosa di più chic. Uno scarafaggio radioattivo!

Oddio, l'idea mi tenta, però...forse questo è un po' troppo chic. Eeeeee...se tentassi di farla ibernare??

Basta, mi sto autodistruggendo.

Ma che le venga una sincope, il colpo della strega, quello che volete...

Ok. Può bastare.

Un vecchio saggio indiano(ma anche no) diceva: “L'autocontrollo (si legga: oooooohmm!) è importante”.

Un “ohm” anche per me, vi prego.


Cerco disperatamente conforto nello sguardo di Graham: sento di non farcela più.

Quando mi giro, Graham è impegnato a farsi dondolare una scarpa sulla punta del piede.

-Graham? Che stai facendo?- sussurro, allungandomi verso il suo banco.

La professoressa Sadie mi scocca un'occhiataccia, ma non dice niente.

-Ho un sassolino in una scarpa...-

-Fantastico!-

-Ma quanto sei infantile, Lucy?- mi domanda il ragazzo del banco accanto al mio, un tale David Crosby.

-Non sono affari tuoi- sibilo per tutta risposta.

Non appena David si gira, gli lancio un temperino.

E quando mai mi sono comportata in modo infantile?


David deglutisce, gli occhi ridotti a due fessure.

-Dave...guarda che scherzavo!-

-Sì, sì, come no! Stupida- sibila tra i denti.

A un certo punto, però, Graham, nel vano tentativo di liberarsi della scarpa, da un colpetto al mio banco... e dal mio diario scivola la foto di George.

La mia foto preferita, o meglio, una delle tante.

But all I got is a photograph...


Mi chino per raccoglierla, ma David è più veloce di me.

Vedo un sorrisetto spuntargli sul volto e, sarà che oggi non è giornata, ma ho proprio voglia di prenderlo a schiaffi.

-Cos'hai da ridere?! Ridammi quella foto!!-

David scambia uno sguardo complice a un suo amico di cui non conosco il nome e entrambi scoppiano a ridere sguaiatamente.

-Oooh...le abbiamo toccato il fidanzatino!!-

-Santo cielo che sfigato!-

Ed ecco, ecco che sento il sangue ribollire nelle vene tanto da farmi infuocare la mano, assalita dal prurito a tal punto che, se solo fosse più grossa(e se non fosse soltanto una mano) gliela spiaccicherei in testa fino a farglieli ingoiare, quei suoi commentini da quattro soldi.

Oggi non è decisamente la mia giornata: basterebbe un niente per farmi infuriare, niente per farmi sballare, persino il pensiero del mio George.

Tremo sin dal profondo delle mie viscere.

Quanto ci scommettete che è tutta invidia??

-Non...non è vero!!-

Acc...e adesso perchè diavolo mi è venuto da balbettare??

Sciagurato d'un Crosby... Smetterai presto di ridere, vedrai!


Sono così concentrata nel mandare-mentalmente- all'inferno Crosby e il suo amico, che non mi accorgo che il candido ditino(che staccherei a morsi e poi impacchetterei tipo souvenire da buttare ai caimani) della professoressa Sedia gravita a pochi centimetri dal mio naso.

-Lei, Miss Richards! Mi dica l'enunciato del teorema di Pitagora!-

Aoh, ma ancora qui stiamo??

-Di Mick, vorrà dire- mi lascio scappare.

Lucy, ma ti sembrano cose da dire a una professoressa?!

-Prego?-

-Ahm...sì, certo-

Descrivo il tutto aggiungendoci uno “yeah” finale che renderebbe di sicuro John fiero di me.

La professoressa sorride.

-Molto bene, Lucy-

Improvvisamente, Graham comincia ad agitarsi nel banco.

-Ehi, Graham, che c'è...- ma chiaramente non faccio nemmeno in tempo a finire la frase, che il mio amico schizza in aria, facendo tremare la sedia e metà della classe.

Solo allora mi accorgo che ha una scarpa a un piede e all'altro soltanto un calzino bianco da Diavolo Rosso.

Non vorrei dire cavolate, ma... l'altra scarpa dov'è?

-Graham? Vuole dirci qualcosa?- domanda soavemente la professoressa, con un sorriso che non fa che peggiorare la situazione.

E' stato solo un sogno, Lu', solo un sogno.

-Ehm...io... Dovrei recuperare una scarpa...-

-Si spieghi meglio, Mr Nash-

-Ecco, professoressa, vede...- comincia Graham, alludendo probabilmente al calzino sul suo piede sinistro.

La professoressa deglutisce, annuendo.

-Vedo, vedo. Mr Nash, non è divertente!-

-Neanche per me, prof, mi creda. Potrei andare a recuperare l'altra?-

-E che diav...Certo, vai. Ma che sia l'ultima volta!-

-Ha la mia parola-

La classe ridacchia, in particolare David, che sta ritagliando a pentagoni imprecisi(sia chiaro: io LI ODIO, i pentagoni!) la mia povera foto di George.

Gli faccio la linguaccia e ne tiro fuori altre due uguali, posizionandone poi una sul banco e una nel diario, al posto della sfortunata defunta.

Crosby sgrana gli occhi, ma sta zitto.

Game over, Crosbyno!


Torno a guardare sotto il mio banco e quindi a finire il ritratto di George a cui sto lavorando da giorni.

Mi sta venendo abbastanza bene ma, soprattutto, la cosa più importante di tutte è che a George piaccia.

Per questo ce la metto tutta. Non che le altre volte non lo faccia, ma stavolta...stavolta è importante..

Come volevasi dimostrare(perchè al peggio, chiaramente, non c'è limite), Crosby addocchia il disegno e, neanche a dirlo, comincia a sbracciarsi verso la professoressa.

Questione di vita o di morte.

E' ufficiale: mi odia.

E' ancora più officiale: lo odio!


-Professoressa! Richards non segue!-

-Professoressa! Crosby tedia!-

-Coraggio, mio amabile tediatore e mia dolce disegnatrice... Fate un piccolo sforzo!-

Oh, cavolo. Ma che ha bevuto stamattina??

Oh, beh. Qualsiasi cosa abbia bevuto, a me non la darà mai a bere!

-Luuuuuuuucy! Svegliati che è primavera!-

Ma gliela do io, la primavera a Settembre, gliela do io!


Il ritratto di Geo


La Sedia si avvicina ancheggiando al mio banco, squadra il disegno e la sua espressione si addolcisce all'istante.

-Complimenti, Richards. E' davvero un bel disegno- si complimenta.

Ma passandomi accanto, a bassissima voce commenta:

-E anche un bel soggetto-

Queste ultime parole mi fanno letteralmente perdere la testa.

Come è possibile, se tutto quanto riguarda Sadie l'ho sognato, ritrovarmela in classe, perdipiù in qualità di professoressa(non so se mi spiego), a interrogarmi e a dirmi anche che il mio fidanzato è un “bel soggetto”?!

E via dicendo, paranoie su paranoie.

Basta, non se ne può più.

Io sono PAZZA.


-Senti...- sento mormorare alle mie spalle.

Istintivamente trattengo il respiro... e in effetti è allora che comincio definitivamente a sragionare.


Sadie, la professoressa.

Sadie, la segretaria.

Sadie, la collaboratrice di servizio.

Sadie, la vicepreside.

Sadie, la rappresentante di classe.

Sadie... ARGH!


-S...sì?- sussurro con un filo di voce, stringendo con tanta forza la copertina del libro da lasciarci dentro le impronte delle mie unghie.

-Dicevo che sono Claire, la rappresentante di classe!- trilla una ragazza dai lunghi capelli lisci e mori, gli occhiali da colta donna d'affari e gli occhi azzurri come il ghiaccio. Come il mare ghiacciato.

Oddio e se si chiama Sadie??

E dopo questo pensiero posso definitivamente andare in terapia.

-Giusto!- esclamo, battendo una mano sul banco, talmente forte da far saltare la ribalta.

Di bene in meglio.

-Già...- mormora la ragazza mora, con un sorrisetto di compatimento.

-Senti, ma tu da dove vieni?-

-Io? Oh, io... Da Dartford/Liverpool-

La mia solita risposta, la mia solita risposta idiota.

-Forte. Sono gemellate?-

-Ehm...cosa?-

Lo sguardo della ragazza si fa più insistente, da dietro gli occhialetti dalla montatura dorata.

Non sembra una snob, ne una di quelle persone che giudicano dal primo sguardo.

E, SOPRATTUTTO, non si chiama Sadie.

Questo è l'importante.

Penso che impazzirei, altrimenti.

Diciamo così, facciamo finta che non sia già impazzita.

-Dartford e Liverpool, no?-

-Oh... No, no, certo che no! Oh, insomma. Io e mio fratello siamo nati a Dartford. Liverpool è la città del mio fidanzato.

-Chi, lo sfigato?-

-N...NOOOO!!- grido, facendo definitivamente saltare la ribalta del banco, che va a farsi friggere da qualche altra parte, non più in balia dei miei movimenti repentini.

-George non è uno sfigato! Lui...lui...lui... è George!! Ed è assolutamente...assolutamente...-

Claire mi rivolge un sorriso di circostanza, posandomi una mano sulla spalla, forse per sembrare comprensiva.

-Ciao, eh?-

-Cia...ciao!-

Sistemo velocemente le mie cose, afferro la cartella e corro fuori, borbottando:

-Non è giusto, non è giusto... George non è uno sfigato! Invidiosi, invidiosi, tutti viscidamente, vergognosamente invidiosi!-


A little later...


-Ma l'avete sentita?- ridacchia un'altra ragazza, nel corridoio.

-Quanto ci scommetti che è una famosa?-

-Ma va, è una svampita bestiale! Avete sentito come mi ha risposto? E poi gira sempre insieme a Graham...non la molla un secondo!-

-Fortunella!-

-Beata lei!-

-Invece a me è simpatica!-


Cerco di capire chi ha parlato, ma vorrei non averlo fatto.

Adesso l'impulso è di sbattere la testa contro il muro così tante volte da farla passare dall'altra parte.

Quella che ha parlato è Graham travestito da donna.

Destino infame!

Avrà recuperato la scarpa, probabilmente.

Glielo chiedo.

-Graaaaahmie! Trovata la scarpetta??- ridacchio, arrotolandomi una ciocca di capelli intorno a un dito.

-Ooooh, yeah!-

-Mitico!!-


Però...a pensarci bene è un gesto carino.

Ci tiene proprio a farmi sentire a mio agio, a quanto pare.

Non faccio in tempo a finire il pensiero, che un'altra ragazza(e stavolta una ragazza vera) mi si avvicina, domandandomi:

-Ehi...Revolution, giusto?-

-Lucy, grazie-

-Bel nome!-

-Oh...tu dici?-

-Beh, sì! E' così...luminoso!-

-Addirittura?? Beh, grazie. Tu come ti chiami?- chiedo gentilmente.

-Jade, ma tutti mi chiamano Zazar. Senti, ma tu sei davvero...la nuova amica di Graham?-

-Ma chi, il mezzo stalker?-

Jade, anzi, Zazar ridacchia.

-Dai, ma se è così carino!-

-Sarà...Comunque no, io sono fidanzata-

-Eccome se sei fidanzata... wow- commenta lei, sorridente.

-Non ci credo... mi hai riconosciuto!!-

-Pensavi di no?-

Faccio per dire qualcosa, ma quell'uragano di ragazza mi afferra per un braccio, facendomi fare un paio di giri su me stessa, per guardarmi meglio.

-Sei uno schianto! Andiamo un po' in giro, dai!-

-A...adesso?-

-Non vorrai rischiare di incontrare di nuovo lo stalker!-

-In effetti...-

-Vamos!- risolve lei, trascinandomi via.


Neanche un'ora dopo, eravamo già amiche per la pelle.

Certo, forse era un po', come dire, “turbolenta”...ma era anche per questo che mi somigliava tanto!

Io e Zaz abbiamo passato la giornata tra gli scaffali di un negozio di vecchi LP, finchè, nelle ultime uscite, avevo trovato quello che cercavo.

Please Please Me!

-Hey! Ti piacciono i Beatles??-

-Ma dai...- ridacchio, cercando di sbirciare il prezzo.

-Eh già... ci credo! Non ti preoccupare, questo te lo regalo io!-

-Ma no, non devi...-

-Zitta e taci, Luci'!-

-Oh, beh...-

-Probbbblemi?- allora lei si è girata verso di me, il Please Please Me stretto minacciosamente in una mano a mo' di ascia bipenne, scintille assassine che le scorrono negli occhi lampeggianti a 200.000 watts.

-Grazie!- mi sono limitata a rispondere, abbracciandola.

Arrivate alla cassa, però, mi sono paralizzata davanti a un gigantesco cartello su cui troneggiava una scritta a caratteri cubitali rossi e bianchi su sfondo celeste.

-Sa...sadie?!-

-Sale, Lucy... E' tutto in saldooo!!- grida di nuovo Zaz, afferrando due copie dell'ultimo album di Buddy Holly e tre di quello di Elvis.

E' ufficiale, i saldi le stanno completamente dando alla testa.

Quasi un'ora dopo riesco a trascinarla fuori dal negozio.

-Mi sorprende che tu abbia ancora dei soldi! Hai praticamente sbancato il negozio!-

-No, no, no, tu non puoi capire!-

-Come vuoi, Zaz...-


-E questo chi è?- chiede Zazy una volta fuori dal negozio, guardando una foto.

Sta sfogliando il mio... “Quaderno di matematica”.

-Te l'ho già detto, è il mio fidanzato!-

-Sicura?-

Sicura? Ma che domande mi fa... ops.

Guardo meglio la foto di George.

Da notare: La foto di George.

George

-Sicura? No, perchè io mi preoccuperei...-

-Oh, cavolo. Ma 'ste figure del ciufolo capitano sempre a me?!-

-Dai, non te la prendere... Comunque è carino ugualmente!-

-L'ornitorinco-

Con tutto il rispetto per gli ornitorinchi(per carità!) io ne dubito.

-Sì, perchè no? E poi...guarda il lato positivo! Gli somiglia veramente, a George!-

-Sì...e magari adesso si trasforma anche in uno scarafaggio. Come Kafka!-

-Kafka? Io ADORO Kafka!-

-Quello che si è trasformato in uno scarafaggio, no?-

Zazar mi guarda malissimo, inarcando persino un sopracciglio.

Blink! Il sopracciglio di Zazy raggiunge la fronte e si riabbassa, come frustato.

-No-

-Beh- cerco di rimediare, facendomi piccola piccola sotto lo sguardo scioccato di Zaz -Era plausibile-

-Lucy??-

-S-sì?-

-You'd better run for your life if you can, little girl!-


Avviandoci verso casa di Graham, Zazy ricomincia:

-Ma no, davvero, hanno gli stessi occhi!-

Gli occhi di un ornitorinco?

George?

Povero.


Ad ogni modo, riusciamo ad arrivare in tempo davanti a casa di Graham.

Faccio per suonare il campanello, ma Zazy mi trattiene per una manica del vestito.

-Hey, Lu', aspetta!-

-Che c'è?-

-Io penso che tu e Graham potreste andare molto d'accordo...in un altro senso- il tono di Zaz è stranamente malizioso.

-E...e allora?-

-Dai, sei sicura che non ti piace??-

-ZAZAR! Io...io NON POSSO!-

-Ma ci staresti, vero?-

-Zaaz...cammina! No, no e ancora no. Io avevo, ho e avrò occhi solo per George-

-La prima che hai detto-

-Ma per piacere...-

-E allora passa la palla, no??-

-Io...non credo di aver capito-

-Io ho capito che a te piace Graham. E daaaai! Il tuo George è ad Amburgo! So far, so far, sooo far away!-

-Folle! Vuoi portarmi sulla cattiva strada!-

-Ride bene chi ride ultimo-

Abbasso lo sguardo, confusa. Sarà solo una mia impressione, ma, se continuiamo così, piangeremo.


Finalmente, dopo interi attimi di esitazione, mi decido a suonare quel dannato campanello.

-Non sono in casa!- grida una voce.

Già...spiritoso!

Alzo lo sguardo e...che dire?

Won't you please come to Chicago? *

[Graham Nash quando l'ho visto io-foto scattata da me- Graham]

Grahm mi sorride, affacciato al balcone.

E'...è carino. Nulla di più.

-Hey, Luci'!-

L'ho detto, lo ripeto: Luci' 'sto paio di ciufoli, Grahamie, ficcatelo bene in testa, il mio nome è Lucy, Lucy, Lucy come Revolution!

Ok, forse il paragone è poco chiaro, ma il concetto c'è, dico bene??

-Salite dalle scale ed entrate dalla porta!- ci grida, prima di sparire dietro la porta a vetri.

Sento degli urletti sguaiati in stile “Beatlemania”, ma non ci faccio caso.

Salgo dalle scale ed entro dalla porta(proprio da nobel, neh?), sulla soglia della quale Graham ci sta aspettando, ancora più sorridente.

-Togliti quel sorriso dalla faccia e mostrami il bagno, cosino- è l'unica cosa che riesce a dire Zaz, con il solito scopo di farmi fare bella figura.

-Graham. Per il bagno, comunque...turn at the roundbouth!-

Neanche a dirlo, la mia amica, seguendo(ma anche no) le sue indicazioni, finisce dritta tra gli scaffali di una libreria dotata addirittura di scala, a due piani, costellati di piccoli o medi settori pieni, neanche a dirlo, di libri.

-Che forza la tua libreria, Graham!- esclama, mettendo la testa fuori dall' “Idiota” di Dostoevskij.

Mai titolo fu più azzeccato, oserei dire.

-Bah...Che imbranata!- commenta Graham in mia direzione, ma sono troppo occupata ad assistere secondo dopo secondo all'inquietante oscillazione di “Umiliati e Offesi” sullo scaffale per prestargli attenzione.

Quando si dice il destino, eh?

-Appassionato di Dostoevskij?- domando, cercando di cambiare argomento.

-In un certo senso...-

Adesso giuro che se quella svanita di Zazy non torna qui in meno di un picosecondo(qualcosa da ridire??), avremo anche “Delitto e Castigo”!

-Pigliate a Luci' e statte zitto, buono a nulla!- gli sussurra Zaz, passandogli vicino.

-Traditrice!- sibilo, trascinandola di fianco a me. -Tradice e imbranata- infierisco -Che razza di solidarietà!-

Non faccio in tempo a dire altro, perchè il coretto di risatine sguaiate che avevo sentito prima si è già trasformato in un groviglio di urli eccitati:

-MISS RICHAAAARDS!-

-Ehm. Richards, se non vi dispiace-

In meno di due secondi mi ritrovo attorniata dai due ragazzi, che mi fissano con lo stesso sguardo di chi è convinto che sia la salvezza della loro vita.

In poche parole, lo sguardo che George mi riserva quando mio fratello cucina i biscotti alla crema.

N.d. Keith:Ma che non si sappia in giro!

-E così...voi siete i famosi Steve e Neil!-

-Ci avrei giurato!-

Strana risposta. Non ci faccio caso e cerco qualcosa di intelligente, furbo e soprattutto sensato da dire per intavolare una conversazione...o perlomeno un accenno di conversazione.

-Bene... Io sono Lucy!- che uscita a dir poco geniale. Lo sanno già!

-Piacere, Lucy! Noi siamo Steve e Neil. Io sono Steve e lui è Neil. Cioè, è il contrario-

Wow...la conversazione sta prendendo una piega interessante!

Proprio quando sto per sedermi, Graham fa il suo ingresso con un enorme vassoio di cannoli siciliani che, in un attimo o nemmeno, vanno ad occupare il posto che sto per occupare sul divano.

Neil e Steve vi si siedono intorno.

E io dove mi siedo?

Zazy ormai l'abbiamo persa, o forse semplicemente ha trovato il bagno e ha deciso di passare lì il resto della giornata.

Bell'amica, nevvero?

-Serviti pure, Lu'- mi invita Graham, con un sorriso.

-Dai, che davanti a un bel vassoio di cannoli ci si conosce meglio!-

Strana filosofia...

-Beh...-

Steve lancia uno sguardo d'intesa a Neil, che scoppia a ridere.

-Sei a dieta, vero?-

-Oh, ma voi uomini non sapete proprio dire altro?? E cosa vi farebbe mai pensare che sia a dieta, sentiamo?-

Steve e Neil tacciono. Graham anche.

Bene.

Sorrido, compiaciuta.

-Detto questo, io ne prenderei cinque, con permesso-

Neil mi guarda ad occhi sgranati.

-Cinque cannoli?!-

-E perchè no?-

-Ma...ma...ma...[cit.]-

Faccio per prenderne uno, ma Steve mi toglie immediatamente il vassoio da davanti.

-Ma...ma...[cit.2]-

-Gnè!-

Steve fissa il cannolo come se dovesse esplodere da un momento all'altro.

-Attento a non strozzarti!- gli ricorda Neil.

Graham si limita a ridacchiare.

Steve accavalla le gambe e nasconde il cannolo nella fodera del divano.

Lo vedo armeggiare ancora per qualche secondo, mentre Neil lo guarda annuendo, dopodichè mi spazientisco e sollevo la fodera.

-Ma cosa...-

...


No, non cominciate a farvi strani pensieri.

Non è niente di osceno, apparentemente.

Sì, perchè con una performance degna del mago Houdini, Steve fa saltare un pezzetto di carta fuori dal cannolo.

Poi appoggia il dolce sul tavolo, straziato in una maniera da far stringere il cuore e apre il foglietto, con naturalezza, come se niente fosse.

-'Mbè?-

-'Mbè cosa, Lucyna bella??-

-SI PUO' SAPERE COSA ACCIDENTI STATE COMBINANDO LAGGIU'?!-

Laggiù”. Beh. Non che significhi molto, ma pazienza. Il senso è quello.

Niente da fare, quelli non rispondono.

Sorridono come ebeti, ma non rispondono.

-ESIGO una spiegazione!- Nah. Mi da tanto un'aria da professoressa isterica che scopre due alunni scambiarsi bigliettini in classe.

Me lo ricordo perchè lo facevamo sempre, io e Ruby. Ma questa è un'altra storia.

-Stephen Stills e Neil Young, responsabili della Posta del Cuore di Buffalo Springfield-

-Buffalo che??-

-Per adesso è il nostro giornaletto scolastico. Tra qualche anno, forse, potrebbe diventare la nostra band...-

-Ma va...perdonalo, Lu', Steph è sempre il solito sognatore!-

-Speriamo!- sorrisi, accomodante. -Beh, ma cosa c'entro io con la vostra posta del cuore??-

-Eccome se c'entri, tesoro!!- saltò su Neil, strappandomi di mano il biglietto che ho appena tolto di mano a Steve.

-Eh no, caruccio! Quello lo dai a me!- Cavoli. Mi sento ancora di più la mia prof di Dartford! Niente a che vedere con Sadie, ovviamente.

Afferro il foglietto e comincio a leggerlo, con una certa curiosità.

Che cosa può mai essere, perchè valga la pena di nasconderlo in un cannolo?!

From Neil

To Steve


Premessa:

Spero che tu non abbia già ingoiato il biglietto contenuto in questo cannolo.

Se l'hai fatto, comunque, saresti sicuramente l'ultimo a saperlo.

La trota è già caduta nella rete con il branzino, vero??”


Leggo solo queste tre righe, ma bastano e avanzano.

Lo poso sul tavolino, alzando repentinamente lo sguardo subito dopo, con gli occhi che fanno scintille.


-Aspettate un secondo... Io sarei la trota?!-

Neil annuisce, con un sorriso da perfetto idiota.

-Ma se neanche mi piacciono, le trote!-

-EEEh...pazienza! Te le fai piacere!-

Stai calma, Lucy. Calma!

-E il branzino?!-

-Graham-

-Ah, sì? E il Pesce Cretino??-

-Non è contemplato nei miei atlanti, spiacente-

-Ma spiacente un corno, branzino dei miei stivali!-

-Mi dispiace...- mormorò Graham, posando una mano sulla mia.

Sembrava sinceramente dispiaciuto.

-E va bene! Ma adesso mi spiegate cos'è questa storia! Dall'inizio!

-Vedi, Lu'...c'è questa Irina. Lei sta con Pe...rcival, ma Percival è innamorato di Lu...Lumaca. Lumaca, però, è fidanzata con Geo...ffred. Proprio per questo Irina, spaventata dalla possibilità che Percival possa lasciarla per ritornare alla carica con la sua corte spietata ai danni di Lumaca, ci ha chiesto di indagare. E di darle un consiglio, prima di tutto-

-Lumaca, eh?- chissà come mai, ho l'impressione che non me la raccontino giusta.

In caso contrario, trovatemela, una che si chiama Lumaca e che ha pure 'ste miriadi indiscusse di pretendenti!

Neil e Steve replicano con il sorriso ebete, solo che stavolta si aggiunge anche Graham.

-Prrroprio così-

-Siete patetici!-

-Beh, ma lo sai... Queste star il più delle volte non vogliono dirci i loro veri nomi...-

-Star?!-

-E poi... Tu dovresti fare i disegni per la nostra rubrica- riprese Steve, ignorando la mia domanda.

-I...disegni per la vostra rubrica??-

-Sei o non sei stata l'allieva prediletta del Grande Maestro Seargent Sutcliffe??-

-Sì, Grande Maestro Hare Krishna!-

-Eddai, Lu'...-

-E cosa dovrei disegnare, sentiamo?-

-Beh, quello che ti diciamo noi, ovviamente. E' un giornale importante, il nostro, sai? Ti pagheremo bene!-

-Oh...sul serio?? Cioè, non per i soldi, affatto. Davvero...insomma... per quanto riguarda la prima parte. Me lo state proponendo davvero??-

Insomma, è uno strano modo di proporre un lavoro... sempre che lo possa già chiamare lavoro.

-Voi lavorate per un giornale...un giornale che vuole i miei disegni?!-

-Già. E questo è il tuo primo incarico. Certo, è un po' tirato per i capelli, però...questo è. Se te la senti, se accetti di lavorare con noi, se il tuo fidanzato, tuo fratello e la tua famiglia sono d'accordo... sei dei nostri, Revolution Richards-

-E che bisogno c'era di tutta quella scena? Della trota, del branzino, dei cannoli...Non capisco-

-Va beh. Adesso te lo possiamo dire. Noi avevamo bisogno di un'illustratrice, ma LUI...- tutti indicano Graham. -Ti ha visto su una rivista, in una foto con il chitarrista... Coso, lì, Harrison. Sempre LUI, essendo nostro amico da sempre, ci ha chiamando dicendo che l' “illustratrice” dovevi essere tu. Però noi...noi ti stimavano molto già dall'inizio della tua carriera, sia chiaro!!- Annuisco. Tutte quelle spiegazioni mi ovattano il cervello, è come stare di giorno in una camera buia, inizio finalmente a tranquillizzarmi.

-A tutto si aggiunge il fatto che lui...LUI è sempre il solito marpione!-

Beh, fin qui ci ero arrivata!

Graham diventa dapprima pallido come un fantasma, poi rosso come un cannolo bruciacchiato.

-Da qui in poi immagino che ti sia tutto chiaro: Perchè ti abbiamo cercata dappertutto, perche cercavamo proprio te... Perchè siamo dovuti rimanere nell'ombra, perchè fino all'ultimo è rimasto tutto segreto...-

-Certo. Beh, sarebbe... Sarebbe fantastico, ecco!-

La mamma sarà contenta. Papà sarà contento. Keith anche. George più di tutti, forse.

Io...io...SE SONO CONTENTA??!

Desideravi altro nella vita, Revolution Richards?

E' tutto così...così fantastico! E così adesso sono un'illustratrice. Un'illustratrice vera!

Non ci posso credere.

Solo penso che sia successo tutto troppo in fretta.

Beh, dov'è l'inghippo?

-Dite la verità... acquarelli e matite varie sono a carico mio??-

Steve e Neil scoppiano a ridere.

-Ma no, Lucy, tranquilla... Sono a carico di Graham!-

Graham scuote la testa, ma sotto i baffi sorride.

-Scusali... Neil e Stè sono sempre così...inopportuni!-

-Ehi, Graham...non fa niente, davvero!- cerco di tranquillizzarlo. -Non so come ringraziarvi...anzi, forse lo so!-

Dette queste parole, afferro un cannolo e faccio per portarmelo alla bocca, ma prima chiedo:

-Niente esplosivi, stavolta? Niente messaggi segreti e autodistruggenti? Niente cimici, scarabei, scarafaggi?-

-Tranquilla!- esclama Steve. Ma sotto sotto, anche se cerca di non darlo a vedere, anche lui li sta analizzando.

-Hey, Graham... Non sono scaduti, vero??-

Sputo una quantità industriale di ricotta in faccia a Steve, tossendo rumorosamente.

-CHE COSA HAI DETTO?!-


In un momento in cui nessuno ci sta pensando più, una nostra vecchia conoscenza varca la soglia del soggiorno.

Zazar sgrana gli occhi, indicando Steve e Neil.

-I fratelli Karamàzov!- esclama, con un inquietante sorriso idiota.

D'altra parte, adesso ne avete la conferma anche voi, questo è quello che succede andando a sbattere contro la collezione completa delle opere di Dostoevskij!

-Zaaaaazy! Povera amichetta mia!- mi alzo ad abbracciarla, togliendole aeroplanini fatti con le pagine dell' “Idiota” dai capelli.

-Chi è stato il buontempone, dimmi?-

-Oh, Lu'...- sospira. Non sono sicura di voler sapere cos'è successo in quella libreria.

-Hey, Lu'!- grida neanche un attimo dopo, facendomi sobbalzare.

-S-sì?-

-Ti ricordi quella “cosuccia di cui ti ho parlato prima, vero??-

Oh...e io che pensavo che quel sant'uomo di Dostoevskij le avesse chiarito le idee!!

Che sotto sotto anche il nostro caro Fëdor sia un pervertito??!


-Sì, va beh, ma...-

-Eddai, non dirmi che non hai notato come ti guardava!!-

-Zaz...-

-Bella Luci'!- mi interrompe lei, battendomi una poderosa pacca sulla spalla.

-Veramente...-

-Due parole: Vai e colpisci!-

Colpisci?! Oh, ma...

-Ma...Zazyy!! Sono tre parole, non due!- faccio per dire, ma lei mi ha già spinto verso Graham, che mi fissa con un sorriso da perfetto beota.

-Ehm...ciao...-

-Cia...cia...o?-

Cavoli. Sembra così...così...emozionato, accidenti a lui!!

E io non posso farlo, semplicemente non posso farlo. Perchè illuderlo a tal modo, Lucy, che razza di persona sei?!

Che poi forse non gli piaccio neanche. Ma sì, ci conosciamo da due giorni, in fondo!

Che stupidaggine...

-Sai, mi chiedevo...- rigiro nervosamente le fodere delle tasche del giubbotto, per prendere tempo.

A qualche metro di distanza, Zazar mi guarda con gli occhi luccicanti.

E no, non posso farlo. Che razza di fidanzata, che razza di madre responsabile sarei, se cedessi così facilmente, accidenti!!

In un attimo rivedo davanti ai miei occhi tutti gli assurdi pensieri che ho appena violentemente represso, sbattendo le ciglia fino quasi a farmele cadere.

Stupida, stupida, stupidissima Lu'!


I got something to say that might cause you pain

If I catch you talking to that boy again

I'm gonna let you down

And leave you flat

Because I told you before, oh

You can't do that


-Avresti qualcosa per pulire l'acciaio?- chiedo, cercando di sembrare naturale.

La prima cosa che mi è venuta in mente, ovviamente.

Si legga: la prima cavolata.

Non posso farlo, no, non posso proprio.

Al suo sguardo interrogativo(e a quello assassino di Zazy) rispondo:

-Oh, ma anche il viakal può andare bene...-

Lo vedo entrare e uscire rapidamente dal bagno, con in mano una bottiglietta fucsia.

-Può andar bene anche questo? Superfici metalliche e acciaio...-

-Oh, va benissimo!- esclamo con un sorriso raggiante.

-E dire che avreste potuto fare “qualcos'altro”, in quel bagno...- mi sussurra all'orecchio la mia amica, facendomi diventare dello stesso colore della bottiglietta del detersivo.

-ZAZAR!-

-Eddai... non si può nemmeno scherzare!-

Altro che scherzi... stavo per tradire George, io!


Everybody's green

Cos I'm the one who won your love

But if they'd seen

You're talking that way they'd laugh in my face


Una volta uscite, mi metto a dare una poderosa lucidata ai vetri della psichedelica(anni prima della psichedelia n.d Marty) porsche di Zazy, molto simile a quella di Janis Joplin.

-No...il mio Georgino no... Tutto ma questo no...- inizio a mormorare a macchinetta, incapace di fermare la mia mano sul vetro opaco della porsche.

Zazy mi blocca il polso in una mano, indicando prima il finestrino, poi lo sgrassatore.

-Acciaio, eh?-

-Beh...male non fa!-

Abbasso lo sguardo a terra, atterrita.

Zazar mi abbraccia, costringendomi a mollare lo sgrassatore sul pavimento.

-Ma dai, Lu'...non è successo niente!-

-Quasi, però...-

-Sei così terrorizzata all'idea di...-

-Sì! Sì, lo sono!-

-...fargli del male?-

-Io non potrei mai, capisci? Il mio Georgino...-

-D'accordo, d'accordo... In tal caso,

scusa!-

-E Ray, Zazar, il mio piccolo Ray! E' mio figlio, che diamine!!-

-Allora me lo fai conoscere, questo Ryan?-

-Ray!-

-Chel che l'è...-

-Sì, dai, domani te lo presento. Adesso torniamo in albergo, però-

-Ti accompagno!-

-E va bene...-

-Senti, Lucy...- chiede a un certo punto Zazar, stranamente timida.

-Sì?-

-Perchè non mi racconti qualcosa di più... di voi? Qualcosa di quell'infrangibile complicità che vi lega...che non ti permette di guardare nessun'altro...nessun'altro al mondo? Qualcosa nel suo modo di essere...per te, ecco- è incerta, insicura, imprecisa, ma si fa capire benissimo.

E' sincera. Mi fa quasi tenerezza. Certo che te lo racconto...che te lo vorrei raccontare.

Sorrido, ma in realtà sono terrorizzata.

Oh, Zaz, cosa vuoi che ti racconti??

E' così complicato... Potrei parlare per ore, ma in realtà... dove potrei arrivare?

-Beh, George, per me...-


E' successo una volta, una notte sola.

George, capriccioso, incontentabile ragazzino all'apparenza tranquillo.

George...la luce della notte nei suoi occhi socchiusi.

George...George e questa matta incosciente di Revolution Richards, George e tutto quello che fa fatto per me.


Non comincerò dall'inizio, non stavolta, no.

Comincerò...da dove è giusto iniziare.

Dalla fine.



Not guilty
For getting in your way
While you're trying to steal the day
Not guilty
And I'm not here for the rest
I'm not trying to steal your vest.


Io tremavo, tremavo dentro, finchè lui non si prendeva, un po' ridendo un po' piangendo per l'emozione, tutto quello che restava di me.

E in quel momento io sapevo che sarebbe stato difficile dimenticare quei capelli arruffati, quel sorriso crescente e quasi beffardo, ma mai inopportuno...

Indispensabile, semmai.

E poi mi guardava con quello sguardo innocente, che in realtà innocente non era per niente...

Mi guardava come per chiedermi il permesso.


I don't expect to take your heart . . .
I only want what I can get
I'm really sorry that you're underfed . . .
But like you heard me said . . .
Not guilty.


Mi guardava e poi mi diceva, un po' sussurrando un po' accarezzandomi i capelli, se qualche volta tremavo un po' più del solito:

-Non sto cercando di rubarti il cuore. Ma... don't let me wait too long- e con queste parole, ogni volta, mi faceva sorridere anche se non ne avevo voglia, mentre cercavo di mordermi le labbra per non essere costretta a piegarle in un sorriso che sicuramente gli avrebbe fatto capire di aver vinto tutto, anche quello che non esisteva.

Innocente, ecco com'era lui, pur non essendolo per niente. Un costante controsenso.

Innocente non per scelta, ma perchè in fondo a quegli occhi non c'era che quello sprazzo di cielo che non si vede mai, neanche di notte, ma che riesci lentamente ad ammirare, se ti fidi completamente di lui.

Innocente e senza speranze, perchè quello era il culmine, era l'inizio e la fine di tutto, un attimo fulminante che sarebbe potuto durare tutta una vita.

Quella finta innocenza era l'inizio di ogni mio desiderio, l'apice dello stordimento abissale, quello che più di ogni altra cosa era in grado di portarmi fuori strada.

Meraviglioso, atroce George.

Meraviglioso e atroce come la consapevolezza che in quel corpo, nel suo corpo, batteva il mio cuore.


Take my time
I'll show you cloud nine
Take my smile and my heart
They were yours from the start
The pieces to omit are mine

E poi metteva una mano sulla mia guancia, quasi a sentire lo scorrere del sangue dentro di me che si era fermato per lui.

Mi diceva di stare tranquilla, e nel frattempo sentivo le sue dita percorrere lentamente la distanza tra il naso e l'orecchio e viceversa, solleticandomi gentilmente la pelle.

E la sentivo così maledettamente fragile, la mia mano nella sua... Avrebbe potuto sgretolarsi come niente, disperata neve ingenuamente esposta al bruciante sole di mezzogiorno.

La mia mano nella sua, mentre l'altra, all'apparenza troppo grande, non si muoveva dalla mia guancia.


I hold you in my heart (hold you in my heart)
I know that you're a part of me
But its a must to know that you love me too



E allora mi guardava, sorrideva, scuoteva la testa quasi inconsciamente e non capiva.



I look you in the eye (look you in the eye)
You're swimming by my teardrops
But I want to know for sure that you'll let me see


Rigirava delicatamente uno spallino della mia misera canottierina tra le dita, con una scrupolosità esasperante, finchè io non gli dicevo:

-E' cotone al 100%, George, cosa credi?!-

Lui rideva e ridevo anch'io.

-Sicura sicura? La accendiamo?-

-Accendiamola...-

E non mi lasciava mai la mano, quel maledetto ragazzaccio travestito da bravo ragazzo, non me la lasciava mai.

Avrebbe potuto fare qualcosa, almeno aiutarmi un pochino...

Ma no, ma lui cadeva dalle nuvole, quel dolce ragazzino.

E un giorno avrei avuto modo di esaminarla anch'io, quella benedetta canottiera di cotone al 100%

E dopo...dopo mi mancava il coraggio di dire qualsiasi cosa, così lasciavo fare a lui.



Oh, galeotta fu la canottiera e chi me la vendette!


E la mattina dopo...

- Lucy...mia piccola Lucy...- sussurrava piano, prima di lasciarmi lì, adagiandomi ancora tiepidamente addormentata tra le lenzuola, con un bacio tra i capelli.

Io allora mi svegliavo, ma non aprivo gli occhi, piuttosto rimanevo così, immobile, la testa gettata all'indietro nella disperato tentativo di riflettere al tempo stesso non pensare a niente.

Lui prendeva la chitarra, usciva e prometteva di salutarmi John, Paul e Ringo.

Poi voltava la testa con un movimento quasi impercettibile e gli occhi gli si illuminavano, mentre, con una risata impagabile, gridava:

-Ci vediamo dopo, al Settimo Cielo!-


Have my love
Use it while it does you good
Share my highs but the times
That it hurts pay no mind
The pieces you don't need are mine
I'll see you there on cloud nine


E io rimanevo lì, per il mondo ero lì.

Piena di gratiduine per tutti.

Per lui no, chi lo sa dov'ero.

Cercavo di vedere la luce.

Felice? Tanto.

Folle? Non potete immaginare quanto.

Spaventata? Forse.

Praticamente morta dentro.

E il cuore dove l'avevo lasciato?

E poi l'ho vista, quella luce.

Mi giravo su un fianco e pensavo: “Oh, maledizione. Questa è la mia fine. La luce che ha illuminato il mondo. La fine.-


I'm greatful to anyone,
that is happy or 'free'
for giving me hope
while I'm looking to see
The light that has lighted the world


-Oh, Lucy!- Zazar mi abbraccia, posando la testa sulla mia spalla.

Non servono parole.

O forse si?

-Che c'è, ti metti a fare come George, adesso?-

Ridiamo entrambe... Ma allora perchè mi sto asciugando le lacrime?!


E' allora mi accorgo che Graham ci ha seguite fino all'hotel.

Non, non è per questo che piangevo. Grazie al cielo.

Mi sono dimenticata di restituirgli lo sgrassatore, forse??

-Ah, Gra'...lo sgrassatore te l'ho messo davanti alla porta di casa, eh!!-

-Sì, sì, Lu', ma non sono certo qui per quello...-

-N...no?-

Oh, cavolo.

No, seriamente: Oh, cavolo!


Senza neanche accorgemene, stiamo già entrando in camera.

Oh, ma perchè diavolo mi segue??

In camera, fortunatamente, ci stanno aspettando Ang ed Elisa.

Ray è già a dormire, il mio caro bambino... Non vedo l'ora che sia mattina, così da poterlo salutare come si deve.

Non voglio proprio svegliarlo, non adesso.

Graham mi si piazza davanti, sulle labbra un sorriso maledettamente sfacciato.

-Che vuoi?-

Rotea gli occhi con fare esagerato, sbatte le palpebre come se avessi detto un'assurdità. Ride.

Scemo.

-Posso dormire con te??-

E che è, prendono tutti lezioni da John, adesso?!

Sono ben sicura che se John fosse qui adesso, salterebbe su come una molla, pigolando: “Oh, ma che c'entro io?” e poi andrebbe a piangere sulla spalla di Paul.

Johnny, Johnny, Johnny. Lo adoro, quel matto di Lennon.

Lo detesto, certe volte.

Ma mi sa che anche questa è un'altra storia.

-Graham...vai!- sospiro, spingendolo via.

-Eddai...lo sanno tutti che vuoi!-

Sì, ma chi te l'ha detto?

Ma che razza di film vedi?!

-Che voglio staccarti la testa, sì! Fila!- grido, lanciando successivamente un cuscino in direzione di Eli e Ang, che ridono sguaiatamente, nemmeno fossero ubriache.

-Uscite subito da lì, cretinette!-

-Scusa, Lu'... Pretendenti appiccicosi, eh?- mi domanda Eli, perchè Ang, per le troppe risate, ha finito per calpestare un attaccapanni e finire lunga distesa per terra.

Potremmo fare una fiction:

Jones & Richards Comic, in diretta da Manchester!

In quel momento, però, il telefono inizia a squillare, così insistentemente che sembra essere sul punto di mettersi a saltare sul comodino.

-QUALCUNO FERMI QUEL TELEFONO!- grido, è più forte di me.

Elisa e Angie ridono ancora più forte.

-Oh, ma che avete bevuto?!-

-Guarda che magari è George...- mi fa notare Graham, che, orrore degli orrori, è tornato!!

-Un motivo in più per non rispondere-

-Grahamie... fammi il sacrosanto favore di sparire dalla mia vista una volta per tutte e lasciami rispondere al telefono, che diamine!!- grido, scaraventandomi di conseguenza addosso al telefono, ghermendolo ansiosamente tra le mani e urlando con tutte le mie forze:

-PRONTO!-

-Lu...Lucyna?- domanda debolmente George, con il tono di chi è appena stato assordato da un orecchio.

-Accidenti a te, George, proprio adesso dovevi chiamare?!-

Il tono di George si fa più basso, quasi rauco.

-Lo sapevo-

-Beh...cosa?- mi addolcisco, sdraiandomi sul letto con la cornetta del telefono in mano.

-Passamelo- ordina, serio.

-Passartelo...chi?-

-Con chi mi stai tradendo, Revolution?!-

-Non mi starai diventando paranoico!-

E invece no, non è lui ad essere paranoico, lui ha ragione.

Sono stata messa alla prova, George... Ma non è servito a niente.

Io sono la tua piccola Lucy, accidenti a me, non c'è niente da fare, sono la tua piccola Lucy.

Non mi credi?

Chiedilo a Graham, allora.

L'ho lasciato con uno sgrassatore in mano.

La tua mano non l'ho mai lasciata e basta.

E' gentile, è un amico.

Tu...tu, George, sei un idiota. Un idiota paranoico, capriccioso e quant'altro.

Quindi sei il mio George.

Sorrido, soddisfatta del mio ragionamento.

Che stupida.

Quando ti deciderai a cambiare, Revolution Richards??!


-Ok...dov'è Ray??- mi domanda, cambiando completamente argomento.

-A dormire... Anche se con tutto il rumore che fanno la Ang e la Eli è un miracolo che non si sia svegliato!-

-Bene... Dagli una scompigliatina di capelli anche da parte mia, mi raccomando!-

Sorrido.

-Ci puoi contare!-

-Ma...che rumori stanno facend Ang ed Eli, scusa?-

-E' una lunga storia...-

-Beh, io comunque ti chiamavo per dirti che c'è posta per te!-

-Sì, come no... La posta del cuore!-

-Ma...cosa stai dicendo??-

-Niente, niente, scusa. E'...è...è un dettaglio trascurabile!-

-Sicura che le tue “rumorose” cuginette non abbiano niente da darti, ragazzina??-

-Non saprei... Tu dici di si??-

-Io dico, io dico... Tu non dici?-

-Io dico che non capisco...-

-Beh, ci vediamo, piccola incosciente- con queste parole, George ha chiuso la conversazione.

E non ho avuto nemmeno il tempo di parlargli del mio nuovo lavoro!

Ad ogni modo, poso il telefono e mi rivolgo alle mie due adorate cuginette, che mi guardano con due sorrisetti da Pink Ladies un attimo prima di ascoltare il racconto di Sandy.

-Aaaaallooooraaa????-

-Racconta, racconta!-

-E' per caso arrivato un pacchetto da Amburgo, carissime??- domando, con aria vagamente assassina.

-Da...da...AMBURGO??! WOW!! E racconta, racconta, non farti pregare e racconta!-

Ma ci sono o ci fanno??

-Angie...Eli... No, dico, dove l'avete lasciata la testa?!-

-Anima miaaa...Nella stanza suaaa...-

-Nella stanza di chi, Eli, scusa??-

Ok. Queste due stanno cominciando a preoccuparmi. Sul serio!

In effetti, me ne accorgo solo adesso, sul letto c'è un pacco.

Carta multicolore infiocchettata con un bel nastro dorato e l'inconfondibile firma di George sotto la scritta “mittente”.

Il mio cuore inizia ad accellerare, chissà cosa mi ha mandato, da Amburgo!

A un certo punto, però, mi viene uno strano sospetto.

-E se esplode?-

Questo basta per provocare un'ulteriore esplosione di risatine da parte delle mie cugine. Risatone, direi.

Ho come l'impressione che le pareti della stanza stiano per mettersi a tremare.

E' appurato, sono ubriache.

Mentalmente, almeno.

Magari non hanno neanche bevuto. E' questa la cosa preoccupante.

Avvicino il pacco all'orecchio e tutto quello che sento, anzichè un ticchettio sospetto, è il respiro di George.

Me lo immagino, più che altro.

George che lo impacchetta, George che mi pensa, George che lo spedisce...

E se invece tutto questo l'ha fatto qualcun altro per lui?? Qualcuno come...l'impiegato delle poste??

Lucy, tu non sei una ragazza, sei un GENIO!!

Dai, smettiamola.

Che cosa stavo dicendo?

Che bello, George.

Un pacco PER ME?!

Sono così curiosa, così confusa, così felice.


Mi siedo sul letto, il pacchetto di George appoggiato sulle ginocchia.

Slaccio il nastro colorato e me lo lego tra i capelli. E' strano, ma lo faccio sempre. E' come un mio modo speciale per ringraziare il mittente. In questo caso... beh, è più che un ringraziamento.

Ho così tante cose da farmi perdonare a quel mittente, anche se lui non lo sa...

Forse è solo una mia impressione, perchè, come mi ha ripetuto Zaz nelle ultime due ore, io non ho fatto niente.

Eppure, in questo momento mi sento così...indegna nei suoi confronti.

Vorrei fargli un disegno. So che mi servirebbe a sdrammatizzare.

Ma qualcosa mi dice che, per cominciare a farmi perdonare, devo finire di scartare il pacchetto.


You ask me to read this letter that you wrote the night before

And you really should know better 'cause she's worth a whole lot more


Una volta Ray mi ha chiesto:

-Papà, ma tu vuoi davvero bene alla mamma?-

Sospirando, gli ho scompigliato i capelli.

-Ray...-

-Tanto?- aveva insistito lui, gli occhi sgranati e quasi imploranti.

-Ray, tu nemmeno te lo immagini...-

Improvvisamente ho pensato che forse... forse nemmeno tu lo immaginavi.


I'm not so much of a man, more a fish on the sand


I'm not so much of a man...

...more a fish on the sand!


Introduzione by George Harrison:


I once knew a beautiful girl

She had long black hair in a curl

She looked after me, and I looked before her

At that time it hadn't occurred


As time turned my head and my mind

The pleasure seemed harder to find

By then it was such,

That I live for too much,

Now I stay home and slowly unwind


Now I look out the window and see

I look out the window and see

I look out the window and see

That I get the feeling it doesn't see me


Prendete una mattina qualsiasi del 1956.

Una mattina in cui vedi arrivare un pullman, un pullman dalle sconfinate campagne del Kent.

Immaginate che dal pullman scendono tutte, facce abbronzate e mai viste prima, facce di tutti i tipi.

Immaginate di essere lì soltanto per errore, o per seguire un amico così maledettamente donnaiolo da non riuscire a star fermo in un banco di scuola quando ha, e in teoria l'avresti anche tu, la possibilità di incontrare le fantomatiche ragazze del Kent.

Fantomatiche? Mica tanto.

Magari sono delle toste pazzesche, magari una manciata di principessine sul pisello(vi prego, non fraintendetemi) in un mondo di batuffoli/pecorelle rosa.

Immaginate di avvicinarvi in silenzio a una ragazzina teneramente addormentata su un fianco, i capelli neri come il mare di notte sparpagliati in disordine sul finestrino e un sorriso...un sorriso fantastico.

Tutte le radiazioni dell'arcobaleno sono concentrate su di lei, microscopiche particelle di elettricità freneticamente saltellanti nell'aria, la Rivoluzione è lì, dolcemente adagiata tra le sue mani.

Se non si sveglia, tutto il mondo precipita. Ma se si sveglia...precipito io.

Adesso immaginate di avvicinarvi e di allungare piano piano una manina...con tutte le buone intenzioni del mondo, s'intende.

Immaginatevi di fare tutto questo e di ricevere come risposta un alquanto scocciato “Keith, smettila!” con la sua soave voce ancora impastata dal sonno.

Adesso mi rivolgerò a lei, alla mia Lucy mezza addormentata.


Never seen such a beautiful girl

Got me shaking inside

Calling on me from deep within her eyes

Not the kind you go handing around

Want to keep her right there

But this love it don't come as no surprise


Hai aperto quei tuoi occhi neri, niente di più e niente di meno di stelle di luce oppressa dall'atmosfera di una città a te sconosciuta, lontana dalla tua Dartford.

Inevitabilmente, mi hai guardato.

Più vicini così ci saremmo praticamente baciati. Ma stai tranquilla, non ho mai fatto pensieri simili su di te, il primo giorno.

(Voce fuori campo: Credici, George, Credici...)

E io...io sono rimasto con uno sguardo molto simile a quello di uno stoccafisso un attimo prima di venire tranciato in due dall'elica di una nave.

No, no, niente colpo di fulmine.

Solo qualche brivido.

Fantastico.

Traumatico.

Ero sconvolto.

Tu...tu...tu... E no, so cosa stai pensando, non era la segreteria telefonica.

Eri tu, Lucy.

E' difficile guardare una ragazza e non fare la figura dell'idiota, sai?

Così, mentre andavamo su e giù per i campi, cercavo di non fartelo capire, ma con la coda dell'occhio ti guardavo così intensamente da farmeli bruciare, quegli occhi immeritevoli.

Peccato che tu non ti fossi accorta di niente, anzi, continuavi a parlarmi di te come se fossimo amici di sempre e io un po' ridevo, un po' ti raccontavo di me, dei miei amici, della mia chitarra... E poi siamo arrivati a un punto dolente: le mie fidanzate.

Eccome se ne ho avute di fidanzate! Scherzi? Tu non puoi capire, tesoro(e non sai come tremavo nel chiamarti “tesoro”!), parli con uno dei più famigerati playboy di Liverpool! Ovvio, io sono, io sono... e no che non è vero. Non sono nessuno, io. Scusa. Mi dispiace.

E' stato allora che tu mi hai abbracciato, facendomi sentire sulla pelle, per la prima volta, il calore che, si supponeva, si provava ad avere una “fidanzata”, quello di cui tutti i miei amici parlavano, sapendone poco o niente, probabilmente.

E tu?

Non sei arrossita, non sei corsa via in preda alle convulsioni, non mi hai gridato di essere un impiccione, un maniaco o tutto quello che avresti potuto gridarmi: ti sei limitata a nascondere la faccia tra i miei capelli, in preda all'imbarazzo.

Certo, non li avevo lunghi come i tuoi, anzi, se non consideriamo il ciuffo alla Elvis...ma a te bastava così poco!


And when I saw the way that she smiled at me

I knew it there and then that she was A 1

And then I felt the way she was touching me

Was something I had known I was waiting upon


-Scusa... Forse un fidanzato l'ho avuto, sai? Si chiama...Mick-

Alla faccia delle ragazzine precoci!”, pensavo io.

Perchè, nessuno lo sa, ma c'è stato un periodo in cui tu e Mick siete stati veramente “fidanzati”.

Da sbellicarsi dalle risate, certo.

Lui era da sempre gelosissimo di te, così come anche tuo fratello, il dobermann numero uno, caro Keith, tanto da far credere(e da credere lui stesso) di essere realmente il tuo fidanzato.

E lo ero anch'io, forse addirittura più di tutti, pur non potendo esercitare nessun diritto su di te.

Non quello che avrei voluto ““““esercitare”””” io, ovviamente.

In realtà lo sapevamo tutti, che Mick era ““““““innamorato””””””” (me lo sento, mi suiciderò a furia di mettere virgolette) di Elisa. Forse anche di Angie. Chissà.


Never seen such a beautiful girl

Had me quickly untied

Calling to me she made me realize

Not the kind that is lost or is found

She has always been there

A lover needed for this soul to survive


Come dimenticare, allora, poco dopo, nella cucina di mia madre, la mia espressione felice davanti ai biscotti e il tuo sorriso stirato, mentre cercavi di non farmi capire che ti sembravo soltanto un ingordo biscotto-dipendente.

In quel momento, forse lo ero.

Ma lo ero anche di te e del tuo sorriso, che minacciava di voler scomparire da un momento all'altro.

No, no, non deve! Non deve smettere di sorridere!” gridava una voce nella mia mente e allora ti prendevo per un braccio e ti facevo fare una tale giravolta su te stessa da farti cadere a terra con le lacrime agli occhi dalle risate.

E se tu mi avessi dato la tua mano...


And when I saw the way that she smiled at me

I knew it there and then that she was A1

And when I felt the way she got through to me

Was something I had know I was waiting upon


Non avevo mai visto una ragazza così bella.

Ma non era tanto la tua bellezza fisica ad avermi colpito... Non quanto i colori che scorrevano prodigiosamente nella limpidezza delle tue iridi, pur corvine di natura.

Cosa vedevi tu da quegli occhi, non lo sapevo.

Lo ammetto, avrei voluto saperlo.

Lo desideravo tanto.

Per questo sono così felice, tanto da non poterci credere, quando mi dici, anzi, di solito non me lo dici nemmeno, ma lo so, che da quegli occhi, adesso, vedi me.


I'm so glad that she's my little girl

She's so glad, she' s telling all the world


Ecco, dopo aver ritrovato i nostri amici, siamo andati un po' con loro.

Di tanto in tanto ti guardavo per cogliere, dai tuoi occhi, brandelli di quei bagliori luminescenti che di tanto in tanto mandavi, abbagliandomi.

Volevo vedere se ti piaceva la città.

Avevi le guance così arrossate, Lucy, tu forse nemmeno te lo ricordi, e avevi solo una parola sulle labbra: “Fantastico, fantastico, fantastico...” finchè non dicevi, con un filo di voce, talmente timidamente che avrei voluto abbracciarti:

-Questo posto è meraviglioso, Geo...rge, giusto?-

E io che un po' annuivo e un po' scuotevo la testa, chissà che impressione ti ho fatto, chi lo sa.

Sorridevi, per educazione, ma chissà che avresti voluto dirmi.

E invece tu eri sincera, forse nemmeno tu l'avevi capito.

E mi sentivo tremare dentro, sentivo i miei occhi strizzarsi sempre di più, nel tentativo di vedere oltre.

-Ehi, George...torniamo a casa?- mi chiese Paul, con uno dei suoi soliti sorrisoni.

Ci aveva provato con Ruby, poco ma sicuro.

Gli aveva detto di sì?!

E tu...tu l'avresti detto di sì?

Ma no...tu, semplicemente, non avevi parole.

E il mio cuore non aveva mai perso un battito, fino a quel momento.

L'ho detto: fino a quel momento.


Never seen such a beautiful girl

Got me shaking inside

Calling on me from deep within her eyes

Not the kind you go handing around

Want to keep her right there

But this love it don't come as no surprise


Non avevo mai creduto che l'amore potesse essere realmente così doloroso.

Semplicemente, non credevo che potesse essere così doloroso senza essere neanche amore.

E poi sei venuta a casa mia, avevi già parlato con i tuoi, con i tuoi professori, con Keith ti lasciavano venire.

Ruby sarebbe stata da Paul. Che caso, eh?

Keith e Mick...beh, loro erano un problema.

Nessuno aveva voluto ospitarli.

Della serie: Un altro caso!

Ma no, la verità era che quei due (dobermann) con una benda sull'occhio(anche una in due, per risparmiare, va') e una taglia a partire dalle 100.000 sterline avrebbero potuto essere dei perfetti ricercati.

Quasi non ci potevo credere, quando mi hai detto che avevano passati la notte stretti in riva al mare, stretti alla prof di spagnolo, a correggere i compiti in classe, persino i loro.

Tu, invece... tu sei venuta con me.

Eri troppo... Niente, eri semplicemente troppo(you're too much...) per essere sottoposta al freddo frustante di Arnold Grove.

Ti avrei portata con me.

Dove?

Al porto.

Sulla White Star Line.


Let me in here, I know I've been here
Let me into your heart
Let me know you, let me show you
Let me roll it to you


E allora me ne sono reso conto: io non ne avevo la minima idea, di com'era l'amore.

Non lo sapevi nemmeno tu.

Ti ho chiesto freddo, sul ponte della White Star, ma tu mi hai risposto scuotendo la testa e rabbrividendo.

-No. No davvero, George, è meraviglioso. Ma non ti montare la testa-

E quando mai l'avrei fatto?

Tu per me eri come un sogno, ma non me ne rendevo conto.

Stupido, stupido, stupido George Harold.

Stupido figlio di un marinaio, che nulla aveva oltre a una casa fredda, due fratelli inutili, una nave che non era neanche mia e una chitarra.

Quella si che era mia, quella chitarra.

Ma tu non ci credevi.

-Ma dai, non la sai suonare veramente...sì?-

E sì che lo sapevo, ragazzina mia.

Lo sapevo e tu sei rimasta a bocca aperta, ma pur sempre troppo orgogliosa per dire alcunchè.

Com'era bello il mare, Lucyna.

Che strana, fantafavolosa sensazione quella di essere con te.

Ma tu c'eri veramente, tu eri lì con me?

Ehi, Lucyna...lo sai che non devi farti problemi. Tutto quello che posso fare...lo farò.

Tutto quello che posso dare...sarà tuo.


All I have is yours
All you see is mine
And I'm glad to hold you in my arms
I'd have you anytime


Troppe attenzioni. Ti sei insospettita.
-
Tu, stupido, disincantato chitarrista...vuoi illudermi che sono tutto per te. Lo sono? Oh, non lo voglio sapere. Io domani riparto!-

-Sarà comunque troppo tardi-

-Troppo tardi?-

-Sì, troppo tardi...troppo tardi per rimediare-

-Ma..cosa stai dicendo?-

Non lo so, Lucy, non lo so. Ma tu...lasciamelo dire.


Let me say it, let me play it
Let me lay it on you


Io in fondo che ne sapevo, di quello che volevi tu?

Credevo di saperlo, certo.

Ero felice come non mai...stavo letteralmente impazzendo.

Per badare a te, mi ero fatto fregare da una di quelle stupide zanzare marittime...hai presente?

Cercavo di parlare con te, di sorriderti, strizzarti l'occhio, leccarmi le labbra, spettinarmi i capelli, insomma...qualsiasi scusa era buona per attirare la tua attenzione.

E intanto mi grattavo il tallone.

Io le ho sempre odiate, le zanzare.

-Dai, Geo, smettila di grattarti...- mi hai detto tu a un certo punto.

Mi sono fermata a guardarti.

Che strana, che bella che eri.

Un'altra mi avrebbe riso in faccia, poco prima di avermi schiaffato uno schifato: “Infantile! Crescerai mai, George Harold Harrison”.

E invece no, tu stavi li, arrossivi, ridevi, ti sistemavi i capelli...

Mi sarebbe piaciuto farlo per te, sai?

Ci ho provato e tu mi hai detto, ridacchiando, mordendoti nervosamente le labbra:

-Cavoli, un'altra zanzara?!-

-Inuncertosenso- ho detto tutto d'un fiato.

Che cavolata.

I due timidi innamorati pazzi l'uno dell'altra.

Stupido luogo comune. Li odiavamo, noi, i luoghi comuni.

Te lo ricordi, no?

Ma eravamo forse timidi, noi?!

Eravamo timidi, quando, venuto il buio, venuto il freddo, abbiamo cominciato a comportarci seriamente?

Ormai l'avevi capito, ti avevo ospitata per una notte su una nave.

Ed eri felice.

Felice, che carina, ma quanto poco ti bastava!

Da non credere, sai?

Ma tu le adoravi, le navi. Adoravi le navi e il porto. Qualsiasi porto. Qualsiasi città avesse un porto.

Chissà se, con il tempo, avresti imparato ad amare anche il ragazzino che in quella città con il porto ci era nato...

Non ci pensavo affatto, allora.

Ma chi se lo ricorda, cosa pensavo?

Beh, ragazza...qualcosa lo dovremo pur fare.

Faceva freddo, tu mi hai parlato di Dartford.

Chissà se faceva così freddo anche lì!

Beh, io certo non potevo darti informazioni sul clima della tua città... ma potevamo inventarlo!

E così, ci siamo messi a scarabocchiare sui fogliettini che volavano spinti dal vento giù dalla nave, cavalcando le onde come non avremmo mai trovato il coraggio di fare noi, inventando e immaginando il tempo di Dartford, se c'era il sole oppure la pioggia, la neve, la grandine o una tempesta di sabbia.

Chissà, forse aveva nevicato tanto che un canale si era riempito di nave e adesso i dartfordiani sguazzavano nella nave... e quando saresti tornata a casa ti saresti divertita tanto, in quel mare bianco, che ti saresti dimenticata di me.

Ma c'erano canali, a Dartford?

Cosa ne sapevo io?

E forse piovevano coriandoli, piovevano chitarre, piovavano raggi di sole, piovevano lacrime e piovevano sorrisi...e forse semplicemente non era successo niente.

Forse le stelle erano cadute, forse la tua casa era distrutta e tu avresti pianto tanto che solo io avrei potuto consolarti, portandoti con me al largo, oltre a qualsiasi mare.

C'erano i denti di leone, c'erano le lucciole, le farfalle, c'erano gli alberi in fiore, a Dartford?

E tu? Tu mi guardavi e sorridevi. E perchè? Perchè non lo sapevo? Non me lo sapevo spiegare.

Basta, non c'era niente che sapessi, era così brutto, opprimente, non sapere!

Avevo solo tredici anni. Tu ne avevi undici, neanche, dieci e mezzo.

E non avevi sonno, eri perfettamente a tuo agio, nella notte, che facevi sentire a disagio me.

Il sole tramontava, era tramontato da un pezzo, ormai.

Che silenzio, in fondo al mare, che buio incredibile, quella notte.

Pace, quiete e tranquillità, aria benefica da Speke Hall... Che paradiso, quel posto. E ancora rumori di strada, rumori del porto, rumori di Liverpool.

Rumori e colori di quella vita che, a quanto pareva, era proprio la mia.

Il rumore della felicità. Ma che noia, basta, sono ripetitivo.

L'amore rende ripetitivi, lo sai? Bah. Che schifo.

Meglio suonare la mia chitarra. Suonare la mia chitarra e stare zitto. Meglio per tutti.

Tace George, tace Lucy, tace il mare, tace la notte.

Tace l'arcobaleno, tace la Rivoluzione, ancora sepolta in fondo ai nostri cuori.

Ma non si addormentava mai, la ragazzina dai mille colori?


Let me know you, let me show you

Let me grow upon you

E poi...poi è successo.

Tu ti sei addormentata così, tra le mie braccia, e io non sapevo cosa fare...

Non sapevo cosa dire, se non che ero felice, felice, felice fino a star male, perchè credevo di non avere le potenzialità, credevo che anche tu avresti perso la testa per Paul... o per Stuart, o per John.

E il giorno dopo sarei andato dal mio amico e gli avrei detto di non dire una parola, perchè quella notte io avevo stretto tra le mie braccia uno schianto di ragazza che in realtà era ancora una bambina, ma non immaginava neanche che ragazza sarebbe diventata...

E in effetti nemmeno io lo immaginavo.

Una ragazza completamente persa per me, per la prima volta...

Una ragazza che avrei voluto ogni momento.

All I have is yours
All you see is mine
And I'm glad to hold you in my arms
I'd have you anytime


E poi sapevo di essere uno stupido, a pensare solo a vantarmi con i miei amici.

Sarebbe dovuto rimanere tra noi, quello che era successo.

Ma ero felice perchè, riaccompagnandoti al pullman, anche sotto gli sguardi vigili e gelosissimi dei due dobermann che tu ti ostinavi a chiamare fratelli, ti si leggeva negli occhi, quello che era successo.

Sai, io sapevo già tante cose sull'amore, fisico e spirituale, si imparavano in fretta, ai tempi.

Le sapevo, ma non te le ho volute dire, perchè l'unica cosa che ho trovato il coraggio di fare, in quel momento, è stato stringerti forte la mano e chiederti, senza nemmeno guardarti, con un filo di voce:

-Vuoi...vuoi essere la mia migliore amica?-


Let me in here, I know I've been here
Let me into your heart


E poi, tutto quello che ho dovuto fare è stato aspettare, chiudere gli occhi e aspettare, aspettare che mi rispondessi di sì.

Sarai la mia migliore amica, sarai tutto per me... vorrei solo stringere di nuovo, stringere ogni giorno la tua mano.


Oh please, say to me
You'll let me be your man
And please, say to me
You'll let me hold your hand
I'll let me hold your hand
I wanna hold your hand



Ecco...questa saresti tu quel giorno.

Che altro posso dire?

Anche se non sono bravo come te...

Never seen such a beautiful girl!


She's like a rainbow...


Io...io...ci ho provato!

Ma lo sai che sono un imbranato...!

Mio arcobaleno...

Mi manchi-mi mancate- tanto!

George”.



Intorno al foglietto c'erano tanti di quei disegnini tipici di George... un arcobaleno sorridente con tutti di colori sbagliati, con in mano una stella cometa...e un piccolo sole dorato con gli occhi quasi più grandi del sole stesso.


From George to Lucy


[ll bigliettino che accompagnava il ritratto]


Ma non era finita qui! Seguiva una disperata richiesta d'aiuto da parte di John e Paul:


Cara Lucy...

Nostra umile e adorata fonte di salvezza!

Ti alleghiamo alcune foto dello stato moltovicinoalcatatonico del nostro Georgie.

Ora la domanda sorge spontanea: CHE GLI HAI FATTO?!

Tantissimi baci anche da Ringo e da quell'altro “molto alla lontana” ragazzo.

John&Paul

e Ringo... non vedi in che situazione siamo?!


Geo

rgino

E, come se non bastasse...

...per non parlare dell'inquietante sguardo che aveva ieri sera...

Not so much of a man, he's like a fish on the sand!


Adesso avrai invece una panoramica completa dei suoi pensieri...


Baci & Abbracci da...

Due angioletti prima...

Meditando assassinio DOPO...


I may not always love you
But long as there are stars above you
You never need to doubt it
I'll make you so sure about it
God only knows what I'd be without you

If you should ever leave me
Though life would still go on, believe me
The world could show nothing to me
So what good would livin' do me
God only knows what I'd be without you
God only knows what I'd be without you

God only knows


Sai una cosa, George? Certo che voglio stringere la tua mano!


Yeah, you've got that something
I think you'll understand
When I'll feel that something
I wanna hold your hand
I wanna hold your hand
I wanna hold your hand
I wanna hold your hand




*Won't you please come to Chicago: Non so precisamente cosa c'entri, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente xD


Blue Jay Way


P.s: scusate se da qui in poi è tutto in grassetto, ma non mi funziona bene l'HTML... :(


Now I'm look out the window and see, I look out the window and see, I look out the window and see... That get feeling it doesn't see me...


Ok, oggi(voce fuori campo: soltanto oggi??) sono leggermente in fissa con questa canzone...

Oh, Georgie.

Scusate. xD

E' che le foto di questo capitolo... le foto di questo capitolo... mi hanno tolto la lucidità, ecco. XD

La poca rimasta, s'intende.

Vi basti sapere che questa foto di George ce l'ho stampata in primo piano appesa davanti(anche in questo momento) ed è la stessa che ho usato anche per il compito di inglese, che chiedeva di descrivere brevemente il proprio chitarrista preferito... ehm xD Insomma, non era proprio il chitarrista, ma qualcuno che mi piacesse molto(si legga:troppo) e allora...beh. XD

La porto dappertutto, quella foto. ;) Ed è anche quella da cui ho fatto il ritratto ;)

E oggi, finalmente, mi è arrivata I Me Mine, l'autobiografia di Georgino, una delle poche copie rimaste, a quanto mi hanno detto (che la Sindrome di Paperino mi abbia abbandonato, una buona volta? xD)... e la sto già leggendo xD

Aallora... bene, era da un sacco di tempo che volevo scrivere questo capitolo e, beh, spero che vi sia piaciuto! ;)

Scusatemi per il capitolo lunghissimo, ma non sapevo proprio come dividerlo...

Non so neanche quando potrò aggiornare la prossima volta, perchè sabato prossimo parto per una settimana per la Sicilia(e finalmente rivedrò mia nonna!! Non so quanto ve ne possa importare, ma le ho promesso che le avrei portato da vedere alcune foto di George...così sto facendo una selezione xD), però ce la dovrei fare... ;)

Finalmente si scopre la vera identità di Steve, Neil e Graham!! Vabbè che si sapeva già...xD

Io li ho vistii!! Hanno cantato Ruby Tuesday, a Londra... E, beh, erano fantastici. Gli assoli di Stephen...beh, chi se li scorda?? xD C'era che mio papà che diceva: “Ma avete sentito Graham, è un grande, avete sentito che assoli??”. E io tentavo, invano: “Ma papy, guarda che quello era Stephen...” ...e infatti avevo ragione io! Si era confuso tra i due xD

E poi c'era Steve che diceva: “I heard you love David Crosby... I'm Stephen Stills!” xD

E dopo, quando sono usciti loro, è entrata in scena la batteria di Abe Laboriel...e, diciamo circa venti minuti dopo(ce l'hanno fatto aspettare, Paolino xD) è arrivato Paul!!

E di nuovo mio padre ha iniziato a ripetere: “Ma è assurdo... Non hanno fatto Carry On...robe da matti!” E io: “E non hanno fatto neanche Chicago, se è per questo...” ...però hanno fatto Ruby Tuesday e tra quelli vicino a me(un gruppetto di ubriaconi che mi hanno fatto quasi cadere su un piede una bottiglia di birra semivuota...quasi, perchè mi sono spostata in tempo xD) ero tra i pochi che sapevano tutto il testo a memoria(ritornello a parte)...che soddisfazione xD

Ma questo lo scriverò meglio nel resoconto, che sto ancora scrivendo, perchè è troppo lungo xD

E poi sono riuscita a fare qualche accenno alla prima volta e al primo incontro(o meglio, quello che non avevo ancora raccontato, anche dal punto di vista di George) di Geo e Lu'... ;)


Ah...ultima cosa: la scena dei cannoli è presa da “Acqua in bocca”, l'ultimo libro di Camilleri e Lucarelli xD


Passiamo alle recensioni... ;)


Zaz: Zaaaaaaz!! Visto che sono riuscita a metterti anche in questa storia?? Beh, vedi, pensavo... Lucy aveva bisogno di un'amica anche a Manchester e...quale amica migliore di Zaz?? xD Anzi, scusa se in questo capitolo ho dovuto farti fare il “lavoro sporco” di spingere Lu' verso Graham, ma, come era prevedibile... quei due benedetti ragazzi(si legga: Lucy e George xD) sono troppo innamorati per fare qualsiasi cosa. Diciamo che...hai messo alla prova la sua fedeltà, tutto qui. xD

Tu comunque diglielo in romano, che non fa mai male xD

Per quanto riguarda i capitoli... di preciso non lo so, è che non mi sembrano un granchè...

Comunque alla fine(per fortuna xD) sta a voi commentarli ;) Sono contenta che vi piacciano ;)

Thief: Lo fai anche tu?? Oh, guarda... io ho la tracklist di Help e Abbey Road sul diario xD Durante una lezione in cui non sapevo cosa fare *fischietta* me le sono scritte per benino sul diario, sotto gli occhi ammirati della prof(w gli appunti! xD)... Poi c'è stato il “periodo Ruby Tuesday”, in cui la scrivevo persino sul banco e...sugli appunti per il tema xD In pratica, visto che quando andiamo in gita con la classe io sono sempre la prima(e l'unica) a prendere appunti(che non sempre, come già dimostrato in precedenza, sono appunti prettamente “scolastici” xD), quando arriva il giorno della verifica(che poi sarebbe un tema con il resoconto della gita), mi ritrovo sempre la fila. xD L'ultima volta avevo scritto, appunto, l'ultima strofa di “Ruby Tuesday” nella prima parte degli appunti e...non ti dico che confusione per spiegare a tutti che avrebbero fatto meglio a non ricopiare quella parte nella verifica xD

Un'altra volta, invece, mentre facevo i compiti di matematica, un giorno che eravamo tutti a casa da scuola causa neve(e il giorno dopo avevamo la verifica), ho scritto le parole di “What is Life” al posto dell'enunciato del teorema di Mick Pitagora.

Pensa, poi, che di te credono che parli inglese e coreano con tua mamma... se vieni a Crema e chiedi a qualcuno di me, potrei giurare che ti risponderebbero: “Martina? Certo, è quella che sta scrivendo un libro in inglese e a cui piace uno di 54 anni più grande di lei.” xD

Che poi sarebbe George. Povero. XD Poi non sto a dirti quello che dicevano di me al grest(tra cui che Ringo era morto il giorno del suo compleanno e io dicevo “Peace and Love” in onore del suo lutto... *si nasconde* xD), perchè se no finiamo davvero in terapia(e occuperei tutta la risposta alla recensione a parlarne xD).

Passando alle cose serie, invece... Per quanto riguarda Lucy e Graham, ecco... Sì, qualcosa è successo...ma si sono fermati in tempo. D'altra parte, Lucy è troppo innamorata di George...e viceversa, come ancora hanno dimostrato alla fine del capitolo ;) E Sadie... beh, per adesso lei e George non si conoscono ancora(e si spera non si conosceranno mai), mentre l'incarico... beh. Per adesso ti dico che in questo capitolo è entrata in scena Irene... sta a te capire dove xD ;)



E per finire... la foto del capitolo!!

Macca Rulez! ;)


Anzi, le foto del capitolo, per concludere in bellezza... xD

HarryGeorge is in my ears and in my eyes...



E non è finita qui! Oggi dev'essere la giornata delle foto-e dei ritratti. Tanto per dire qualcosa di totalmente futile: sto lavorando a quello di Keith, ma penso che ci sarà ancora mooolto da lavorare xD- ;)

I look out the window and see...

That get feeling it doesn't see me xD


A presto, spero!! ;)


Marty ;)


  
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