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Autore: Calice    20/07/2010    2 recensioni
PierfrancescoContini, genio informatico dai capelli neri, nessun pelo sulla lingua. Occhi scuri e ben puntati sul suo sito. E naturalmente sulla sua compagna di classe e cantante del suo gruppo Lucia, anche se lei non lo sa. Alice fa la nevrotica, Anya fa la filosofa, Gianluca fa il rompiscatole, Riccardo anche. Al Liceo Vesalio nessuno è uno quasiasi. Mettere in una ciotola un tizio sveglio e pieno di sé con molta autostima chiamato PFHack, aggiungere sua cugina di secondo grado che è una mente crimale molto carina che ama le camicie, la sua migliore amica fissata con il colore Verde, le arti marziali e con una grande avversione per la tecnologia, l'ultima del trio che è un pò punk ed un pò rock, il solito batterista rompiscatole che non sta fermo mai ed il suo guppo sgangherato, la palestra piccola della Judo Gang, il Liceo Andrea Vesalio, i suoi studenti ed un sito un pò Illegale chiamato AITL ovvero Abbasso l'Istituto della Tortura Legalizzata. Mischiare insieme altri, troppi personaggi, due o più alter-ego che si dilettano a fare i Cupido della situazione, mescolare il tutto con un pizzico di Follia e cosa ne esce? Le Malattie dell'Amore.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Judo

Ovvero: Dove si scalano corde e si mettono in pratica prese imbarazzanti

_ Dannazione! _

Anya imprecò come tutte le mattine contro gli insolenti guidatori di motorini ed i loro aggeggi infernali.

_ Almeno mettessero il silenziatore, quei cretini! Prima truccano il motore e poi neanche si prendono la briga di cercare di non disturbare la quiete pubblica. E’ Lunedì mattina, porca paletta!_

Troppo impegnata nei suoi sproloqui giornalieri non si accorse della sinistra presenza che si era posizionata furtiva alle sue spalle.

_ Sei consapevole di essere una delle ultime persone al mondo che dice porca paletta, vero? _ la riprese un giovane biondino da dietro.

_ Ahhhh! Se ritrovi quei dieci anni di vita che mi hai fatto perdere adesso me li potresti rispedire via posta per favore? Grazie. _ chiese lei sorpresa portandosi teatralmente una mano al cuore alla vista di Riccardo.

Lui scoppiò a ridere di fronte all’espressione indignata che assunse il viso della moretta.

_ Che succede di tanto divertente?_ domandò Alice poggiando lo zaino Eastpack a terra con la grazia di un elefante.

_ Nulla. Solo che questo decerebrato del tuo migliore amico mi stava per far venire un infarto_ dichiarò la Ferranti con aria sostenuta.

_ E che Anya continua a dire porca paletta nonostante non lo faccia nessuno_ aggiunse Tarboni prendendola in giro. Quella si girò furiosa guardando Alice che tratteneva a stento le risate consapevole della bravura nelle arti marziali di Anya.

_ Che c’entra! Io sono alternativa_ ribatte piccata la ragazza.

_ Forse lo fa perché lo dice Alessio Perini_ sostenne la Creanzi con il puro intento di fare andare in bestia la sua migliore amica. La reazione della diretta interessata fu un verso strozzato ed un “Col cavolo!”. Alessio Perini faceva il terzo anno come loro, era alto quanto Anya, aveva occhi verdi e capelli neri che sfidavano le leggi della fisica, era simpatico alla maggior parte della scuola ed era amico di Gianluca. E piccolo inutile particolare: Anya lo odiava. Provava un fastidio impellente quando lo incontrava, una repulsione totale, cambiava strada se lo vedeva arrivare,  sosteneva la teoria che portasse sfiga e per questo faceva le corna per scaramanzia ogni qualvolta lo incrociava nei corridoi. Il tutto senza alcun motivo apparente visto che non si conoscevano e lui non aveva idea della sua esistenza. La stessa avversione, ripugnanza, antipatia, idiosincrasia veniva rivolta al altri due ragazzi ignari delle maledizioni contro di loro: Giorgio Raimoni e Leonardo Ravaldi. E nessuno sapeva il perché.

Anya fece scappare Alice in classe mimando uno strangolamento che valeva più di mille parole e rimase sola con il biondo.

Riccardo cominciò a giocherellare con il portachiavi del suo zaino, distratto. Alzò gli occhi cerulei per incontrare lo sguardo ammonitrice di Anya. Gli occhi castani di lei esprimevano una solo domanda “Non dici nulla?”.

Lei sapeva.

Era stata la prima ad accorgersi del suo cambiamento: nonostante lui avesse sempre pensato che Anya Ferranti fosse una smemorata svampita decisamente fuori dal mondo si era ricreduto. Lei era più presente di molte altre persone. La gente di solito tende a concentrarsi principalmente sulle preoccupazioni che concernono il singolo. Che farò oggi? Dove vado? Cosa provo?

Io. Io. Io.

E’ molto raro che qualcuno si accorga delle sensazioni che un altro prova. Anche se la giovane mora in alcuni momenti appariva totalmente distante era stata l’unica a capire. Accanto alla porta dell’incrostato sporco bagno dei ragazzi l’aveva preso per un braccio e gli aveva chiesto _ Allora sei innamorato di Alice?_ diretta, senza giri di parole. L’aveva preso alla sprovvista e, troppo sorpreso per riuscire a macchinare una qualsiasi scusa, non era riuscito a non rispondere con un Si strozzato ed un lieve cenno del capo. Poi per sfuggire alla raffica di domande che lei gli avrebbe fatto aveva mormorato un impercettibile e veloce _Scusadevoandareinbagnoèmoltourgenteciao _. Ora lei gli chiedeva senza parlare se lui volesse sapere qualcosa sull’innamoramento di Alice. Era una buona amica, Anya Ferranti.

_ Come si chiama?_ chiese infine stanco di sostenere le iridi marroni della ragazza.

_ Nicola Denardi. Fa Judo con noi tre_

Tre. Loro erano un trio ben assortito.

Alice Creanzi, Anya Ferranti e Flavia Incetta.

Spesso i loro conoscenti ed amici si domandavano come fossero capitate insieme e non a caso. Alice era rinomata come una romantica perfettina fissata con le camice e le belle scarpe amante di tutto ciò che è considerato kawaii* , Anya come una creativa sbadata decisamente femminista che indossava ciò che le capitava a tiro ed infine c’era Flavia considerata una solare punk-rockettara amante del giallo, delle borchie e dei Misfits nonché suo gruppo preferito.

Anya si girò e corse verso le scale salendole repentinamente al suono della campanella lasciando Riccardo nel cortile. Vide una chioma scura con una sola ciocca di capelli colorata e si fermò chiamando Flavia. Si conoscevano da una vita grazie all’amicizia fra i loro genitori. Aveva bisogno di una consulenza su Musica e la scatenata moretta era proprio la persona che cercava. Lei conosceva la storia del rock e del punk a menadito, Gianluca nonostante avesse un gruppo, i S.E.T, non era al suo livello.

_ Flà! Ti prego mi serve il nome di quella canzone degli AC/DC!_

_ An! Dai cazzo che sono in ritardo. Ho Chimica a prima ora!_ disse quella con il fiatone.

_ Per favore! Lo sai che tu per me sei... sei... sei come la carta igienica._ supplicò la Ferranti tentando la carta dell’adulazione.

_ Lo dovrei prendere come un complimento?_ chiese Flavia sarcastica mentre Anya cercava l’ispirazione in una crepa nel muro. Effettivamente non era proprio il massimo delle lusinghe quella che aveva scelto. Poi

_ Ovvio! La carta igienica è indispensabile!_

Quella scosse la testa ridendo. Anya sorrise: era quello il bello del loro rapporto scherzavano e si confidavano se ce ne era bisogno. Erano un sostegno. Sempre.

 

@@@

 

Stese la caviglia che le doleva.

Oltre a quei fastidiosi lividi che si era procurata, all’inizio di ogni allenamento sentiva sistematicamente delle fitte alla base della schiena. Il *sensei ripeteva in continuazione gli ammonimenti secondo i quali in caso di dolori si sarebbero dovuti fermare per 5 minuti, ma lei non lo ascoltava per più di due secondi ogni qual volta vedeva che si preparava per quei suoi sermoni che avrebbero fatto invidia al prete della sua parrocchia. Anya non aveva fatto cenno a tali dolori e non aveva alcuna intenzione di farlo. Avevano appena fatto un veloce *Ritzu-Rei ed in quel momento facevano stretching in un angolo della piccola palestra osservando i loro compagni di gran lunga più esperti prodigarsi in prese di strangolamento sul *tatami. Legandosi i capelli ramati in una coda alta a cui sfuggivano delle ciocche laterali iniziò a guardare le due cinture marroni alla sua sinistra: Davide e Nicola. Erano bravi, molto più bravi di loro e verso Giugno avrebbero dovuto passare alla cintura nera. Per questo motivo loro sarebbero rimasti ad allenarsi insieme ad altri pochi prescelti fino ad un orario indefinito mentre le categorie più basse (delle quali lei faceva parte) avrebbero tranquillamente potuto tornare alle proprie case.

I due si girarono in contemporanea verso di lei.

_ Che c’è?_ rispose al loro sguardo sulla difensiva incrociando le braccia. Sbuffò e si voltò verso Alice che la fissava insistentemente con uno sguardo più che eloquente. Pur non possedendo alcun tipo di capacità sovrannaturali né doti di preveggenza sapeva cosa stava pensando e non le piaceva affatto.

_ Pensi quello che io penso che tu stia pensando?_

_ Non so. Tu che stai pensando?_

_ Oh, non cominciare! Io penso che tu sappia cosa penso che tu stia pensando_

_ Io penso che tu stia pensando quello che io sto pensando_

_ Lo penso anch’io_

_ Allora, visto che tu pensi ciò che penso io, dimmi un po’,  che ne pensi?_

_ Penso che tu pensi troppo_

_ Forse hai ragione. Comunque facciamo per un nanosecondo finta di essere serie. Lo stavi guardando ancora!  Sei davvero sicura di non esserti innamorata di Davide?_ chiese ad Anya con fare investigativo. A completare il perfetto quadretto che rappresentava mancavano solo un pipa e un impermeabile alla Sherlock Holmes. Non seppe dire quanto ci mise a rispondere alla domanda ma, dopo averle dedicato un piccola pausa più che sufficiente a farla rimanere sulle spine, soppesò una risposta adeguata e le sorrise con sufficienza.

_ Mah, figurati!_ declamò convinta infine. Si sistemò meglio la cinta arancione del kimono che nelle prese precedenti si era spostata su un fianco dandole un aspetto decisamente simile a quello di Sandokan e nel frattempo ripensò alle tecniche che già conosceva e quali avrebbe potuto usare in combattimento.

_ Alice chiama Anya. Alice chiama Anya. Rispondi prego. Sai che odio essere ignorata_

_ Fai osservazioni poco degne di attenzione_ si voltò quella finita la difficile operazione.

_ Oh certo, è arrivata quella che non sa nemmeno che cosa sia l’amore_

L’espressione del viso di Anya le diede tutto ciò che chiedeva di sapere.

Lei era fermamente convinta che l’amore fosse una sorta di epidemia contagiosa, un luogo comune secondo il quale la persona che ti stava accanto fosse la tua anima gemella, una religione che professava sentimenti reciproci di affetto e passione che si trasformava in una girandola di emozioni totalmente sbagliate. Secondo la sua personale teoria, l’amore era una sorta di idea generata dagli egizi con il mito di Iside e Osiride, portato avanti dagli antichi greci e romani sistemando nel pantheon delle divinità Venere e Cupido e in fine sviluppato da Shakespeare con personaggi quali Romeo e Giulietta e da tutti quei registi di sdolcinate quanto mai irrealizzabili love story e scrittori di diabetici romanzi rosa. Non era il genere di persona alla quale potevi raccontare che credevi che il tuo ragazzo fosse colui con cui avresti voluto passare il resto dei tuoi giorni “Finché morte non vi separi”. Cinica di professione, era stata lei a decidere che gli avventori della loro parte del sito sarebbero stati classificati come in un ambulatorio poiché l’amore era una branca della Medicina diviso in casi specifici, ma molto più diffuso e meno curato rispetto alle altre. Le malattie dell’amore erano una delle categorie più pericolose che rendevano impotenti di fronte ad un dolore lento ed quasi del tutto incurabile.

Pessimista?

Le ponevano spesso questa domanda e lei con un alzata di spalle forniva sempre la stessa risposta.

Forse.

Vide a un lato del dojo (così viene chiamato il luogo in cui ci si allena nel judo) Fabrizio, un ragazzo che frequentava il quinto anno della loro stessa sezione, sciogliere le corde. Era arrivato il momento.

_ Anya non avrai intenzione di provarci anche oggi?_ domandò sconsolata Flavia alla sua destra. L’interessata guardava le due corde che scendevano come serpenti di stoffa dal soffitto bianco con una sorta di timore reverenziale misto a determinazione. Vide nei loro occhi uno sguardo completamente differente e fece un sussurro strozzato.

_ Oh no!_

_ Oh si!_ risposero in contemporanea lei e Ludovica, una delle compagne di corso al loro livello, entrambe già alzate e senza la parte superiore del kimono, completamente inutile se volevi scalare la corda.

_ Lu! Anche tu … _

Si avvicinarono alle due funi sotto le quali si era radunata già una piccola folla volta a osservare coloro che tentavano l’ascesa. Alzando lo sguardo si potevano rimirare due ragazzi a torace scoperto arrivati in cima.

Una delle più grandi ingiustizie dell’essere donne è infatti questa: gli esemplari di genere maschile che praticano questa particolare arte marziale al di sotto del kimono non indossano nulla. Il judoji, completo bianco che ognuno porta, è fatto da una stoffa molto pesante la quale permette una buona presa da parte dell’avversario e che non si strappa né rovina facilmente. Ha un grande e molto poco irrilevante difetto: è caldissima. Ciò non è un problema per i portatori di cromosomi XY i quali non si fanno scrupoli a spogliarsi mentre è qualcosa di estremamente irritante per il genere femminile che, al contrario, non può e al di sotto deve sempre indossare un qualche altro indumento. Solitamente non appena le ragazze si radunavano sotto la corda saliva alle orecchie un sospiro congiunto: per alcune era dovuto alla frustrazione generata dall’impossibilita di raggiungere l’estremità della fune mentre quegli energumeni con un solo balzo erano già in cima, per altre era provocato dalla vista di quei corpi che mettevano in mostra addominali contratti e bicipiti ben sviluppati.

_ Ehi!_ con un salto agile Davide scese dalla corda e diede uno spintone a Nicola.

_ Ehi …_

Lui era un pazzo. Nel vero senso della parola. La cosa che ti colpiva a primo impatto era la voce: roca, bassa e ironica. Possedeva quel tipo di voce che molti vorrebbero, per la quale si fanno sforzi immani. Il solo sentirlo parlare ti dava modo di riconoscerlo. Poi aveva un suo particolare senso dell’umorismo fatto di battutine pungenti e frecciatine sarcastiche. E, a detta di tutte quelle ragazze che lo vedevano scalare la corda a torso nudo ogni Mercoledì e Venerdì sera, aveva un fisico a cui non si rimaneva indifferenti. Alice e Flavia erano fermamente convinte che Anya provasse un qualcosa per lui, perlomeno una semplice attrazione e  nonostante l’ amicizia che le legava la giovane moretta non confidava loro mai nulla riguardante i suoi sentimenti. Anya spostò lo sguardo su Nico. Capiva perché Alice lo trovasse “carino” anche se lei lo intendeva diversamente, ovvio. Era … Se avesse dovuto cercare un termine esatto lo avrebbe definito “puccioso” anche se forse non rendeva l’idea. Era il classico amico delle donne, ma spesso sembrava più duro di quanto volesse sembrare. Flavia e lui erano stati insieme per un breve periodo e poi si erano lasciati di comune accordo perché troppo amici per poter essere realmente una coppia. Dalla lastra di vetro che separava i *judoka da coloro che assistevano agli allenamenti vide la zia di Ludovica, esuberante e pazza donna il cui mestiere era formare le coppie. La Cupido aveva scelto quella volta proprio Nicola ed Alice.

_ Nicola! La riporti tu Alice a casa, non è così?_ domandò la donna battendo sul vetro con insistenza. Quello sbuffò contrariato. Possibile che ogni volta fosse la stessa fottuta storia?

_ Non ti ho sentito!_

_ Allora?_

_ Si, si, va bene … _ annuì più per azzittirla che per altro.

Le cinture di grado superiore vennero chiamate da un lato della palestra per provare seriamente le immobilizzazioni mentre le cinture arancioni, gialle e bianche vennero trascinate in un angolo per impararne di nuove. Una cintura nera di nome Chiara e una marrone di nome Daniela diedero una dimostrazione pratica della fase a terra: chi prevaricava sull’ altro si doveva posizionare a cavalcioni sopra l’avversario, legare le gambe alle sue e mettergli le mani sulle spalle.

_ Ora mettetevi uno di fronte l’altro e provatela voi_ proclamò Chiara andandosene, la voce che sfumava man mano che si allontanava dalla palestra.

Ludovica e Anya si girarono per andare ad applicarsi in quella immobilizzazione in un angolo.
_ Anya? C’è un problema … _ iniziò Ludovica piano.

_ Dimmi_

_ Cosa succede se la dobbiamo provare con un ragazzo?_

Ora che ci pensava il modo per immobilizzare l’avversario era abbastanza equivoco e imbarazzante. Trovarsi a pochi centimetri di distanza per un tecnica di squilibrio, quindi in piedi, era diverso che stendersi a cavalcioni sopra l’altro soprattutto se per altro s’intendeva un esemplare del sesso opposto.

_ Oh, cazzo!_

Anya era decisamente contro le parolacce, ma se queste rendevano più esplicito un discorso non si faceva scrupolo di usarle. “Oh, cazzo” rendeva tre volte meglio l’idea di “Oh, cavolo” su questo non c’era dubbio. Non ci misero molto a notare che quel giorno dalla cintura verde in su si trovavano solamente 3 donne (Francesca, Chiara e Daniela) mentre loro, che alla fine dell’ora avrebbero dovuto dare una prova di ciò che avevano imparato nella lezione facendo cadere ed immobilizzando le cinture più alte, erano 5 ragazze.

Cosa significava tutto ciò? Due sfortunate avrebbero dovuto provare con un ragazzo l’immobilizzazione. Il *sensei le chiamò e formò le coppie.

_ Flavia e Fabrizio_ decretò. L’interessata si diresse verso la cintura nera mentre Ludovica la guardava un tantino invidiosa. Fabrizio era affascinante secondo lei. Secondo le altre era odiosamente perfetto in tutto, bravo negli sport, a scuola e faceva pure volontariato! Era decisamente troppo!

_ E anche_ L’uomo si guardò intorno in cerca delle altre vittime (pardon, coppie) e nonostante ci fossero abbastanza donne la sua insana voglia di fare da agenzia matrimoniale fece il resto.

La zia di Ludovica incrociò le dita.

Alice osservò Nicola speranzosa.

Possibile che il dojo fosse in pieno tempo delle mele e nessuno avesse avvisato Anya? Avrebbe fatto le valige seduta stante, allergica com’era all’amore!

_ Alice e Nicola_ l’interessata fissò Nico con uno sguardo sognante e le guance imporporate di rosso. Sarebbe stato difficile per Riccardo farsi guardare così.

  _ Ludovica e Francesca_ la giovane cintura arancione si diresse un po’ sconfortata verso la sua migliore amica, un’esuberante e vivace brasiliana.

_ Marta e Giampiero_ la più piccola fra di loro rivolse uno sguardo storto al suo avversario, si conoscevano dall’asilo ed erano come cane e gatto.

_ Anya e Davide_ dichiarò alla fine compiuta la sua missione guardando complice Giada, la zia di Ludovica, che approvava le sue scelte con i pollici all’insù.

La moretta si diresse verso il suo “nemico” sorridendo alla vista di Alice che, distratta dal suo compagno, sbagliava ogni singolo gesto e scuoteva la chioma bionda davanti alle proteste di Nico quando lei non lo ascoltava. _ Alice ascoltami, devi posizionare la mano qui_ gli indicò lui, toccandosi i riccioli castani, un punto tra la coscia ed il bacino. Lei, smarrita di fronte agli occhi nocciola del ragazzo, annuì mettendo la mano decisamente troppo al centro delle gambe. _ Ali! Magari potresti evitare di avvicinare la mano troppo alle parti basse?_ Cazzo! Cioè non quello… Cioè… Lei arrossì non potendo evitare di formulare pensieri non troppo casti. Rabbrividì di fronte allo sguardo indagatore che il ragazzo le rivolgeva e si deconcentrò pensando a quanto fosse dolce e romantico a volte.

Anya nel frattempo si era posizionata sopra al suo avversario tentando di ignorare quanto potesse essere imbarazzante il modo in cui erano avvinghiati. Davide le sorrise malizioso contribuendo a mandarla in confusione. A cavalcioni sul suo corpo gli si avvicinò con l’intento di bloccarlo e lui la spiazzò completamente portando una ciocca di capelli sfuggita alla coda dietro l’orecchio in un gesto lento e delicato. Vide il suo sorriso mentre la guardava dolcemente e lo sentì ribaltare le posizioni con un colpo d’anca. Infondo era lui il più bravo eppure lei era rimasta talmente sconcertata dal suo tocco che non aveva fatto nulla per impedirglielo.

_ Anya! Più concentrata! Ti sei fatta sovrastare senza opporre nessuna resistenza come un chiwawa che si fa fregare i cereali dal bulldozer_ mentre pensava se i chiwawa mangiassero effettivamente i cereali o no il sensei la richiamò in collera _ e adesso fa 5 serie da trenta di addominali, flessioni e dorsali. E non voglio sentire lamenti, chiaro?_

Si voltò osservando bene il suo avversario che non si seppe trattenere dal fare un sorriso vittorioso. Che stronzo! Il bastardo lo sapeva che facendo così l’avrebbe fatta capitolare.

Ed ecco il motivo principale per cui Anya Ferranti non si innamorava: quando provava qualcosa era sempre per dei bastardi. E come dissero una volta le sante parole del Dottor Cox di ScrubsIl mondo è fatto di bastardi. Bastarda la glassa, bastardo il ripieno.”

Ma avrebbe avuto la sua vendetta …

Prima o poi.

Onna kokoro to aki no sora.

Il cuore delle donne è come il cielo d’autunno. [mutevole]

 

Angolo di Trap (L’Inutile Autrice)

Ehi Gente! Come vanno le vacanze? In piena crisi creativa? Beh, io sì. La sottoscritta gira per casa impazzita spremendosi le meningi scrivendo, disegnando e trovandosi cose da fare come suonare la chitarra, ripassare il suo francese e il suo latino arrugginito, intanto cerca di studiare Inglese ed imparare dei rudimenti di tedesco (e poi dici che non hai tempo di scrivere!). Scusate per l’enorme ritardo (come se qualcuno ti seguisse) e scusate in anticipo se impiegherò più di tre settimane a postare il prossimo (causa: due settimane di campeggio con gli Scout, forse poi mare e finalmente Irlanda!) in poche parole questo capitolo è tutto incentrato sul Judo (sport che la suddetta autrice pratica ed ama alla follia) e sulla concezione dell’amore visto da Anya (cinica la ragazza, eh?). Finalmente si scopre perché la sezione romantica è chiamata Le Malattie dell’Amore e che Riccardo prova qualcosa per Alice. Al prossimo capitolo con il primo caso curato da Hatterdi e Cavelt!

 

The Harlequin: Mi sento onorata! Grazie per il tuo sostegno Ronnie e per tutti quei complimenti. Sono felice che il capitolo ti abbia fatto ridere e che addirittura ti abbia fatto venire gli addominali! Come vedi Alice innamorata è leggermente imbranata … Sarà che quando sente le farfalle nello stomaco non capisce più nulla: la romantica mente malvagia in realtà è più sentimentale che malvagia. (A prposito hai cambiato nick? Mi piace molto questo!) Grazie ancora!

 

Ly Ay: Grazie Joy, mio supporto morale e sollevatrice di autostima altrui! Anya e Giangi li conosci, sai come sono fatti. Chi li ferma più quando iniziano a litigare! Come vedi qui c’è anche la nostra Flavia la quale si impiccerà più del dovuto (si fa così fra amiche, no?). Ne vedremo decisamente delle belle. Ed anche se non c’entra nulla finisco questo commento con: Verdeeee!

 

Baci Trap

 

Ed ecco un piccolo vocabolario:

*Ritzu-Rei = saluto in piedi

*tatami = materassina con cui è ricoperto il pavimento

*kawaii = termine giapponese che sta ad indicare tutto ciò che è “carino”

*sensei =  dal giapponese “maestro”

*judoka = praticanti del Judo

*Dojo = palestra

  
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