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Autore: Reina Murai    21/07/2010    2 recensioni
- Avevi ragione, Nao-san. Indi per cui, ti conviene iniziare a correre come un pazzo... - dicendo ciò, lo avvolse fra le sue braccia robuste e avvicinando le labbra carnose a quelle del ragazzo gli sussurrò dolcemente : - Aishiteru, Nao -
- Wakaru yo, Saga, wakaru yo -
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kyoufu Titolo capitolo : Kyoufu ( Paure )




-Tora-kun? Ehi Tora? Svegliati! Va bene che ci ho messo un'ora a trovarti, ma addormentarsi mi pare esagerato!- gridò il piccolo chitarrista a Shinji, raggomitolato in un armadietto. Scosse violentemente la testa e fissò spaesato Hiroto che ricambiava lo sguardo.
-Stai bene?- chiese aiutandolo ad uscire.
Si portò una mano alla testa tentando di ricordare lo strano sogno che aveva fatto. Gli sembrava tutto così vero, maledettamente vero: lui, Hiroto e infine suo padre. Dal sogno all'incubo. Si massaggiò le tempie, stanco e si sgranchì le ossa doloranti, per la posizione scomoda tenuta troppo a lungo.
-Si, sto bene- rispose poi voltandosi verso Hiroto.
-Bene, dato che non sono bravo a giocare a nascondino, che vuoi fare adesso?-  quella stessa identica domanda che aveva udito nel sogno gli bloccò il respiro per qualche istante, finchè non gli venne a mancare totalmente l'aria e con una grande inspirazione si riempì i polmoni, tornando a fissare Hiroto. Quello era un Déjà vu? Aveva già vissuto quella giornata? Gli rispose esattamente con le stesse parole: -è uguale. se uscissimo? andiamo a farci due passi- e si avviò alla porta, senza attendere la risposta che si aspettava - buona idea -
Lo stesso sole lo colpì in volto, lo stesso profumo gli invase le narici e nella stessa fontana Hiroto si bagnò le mani per rinfrescarsi. Ma prima di sedersi sul bordo della fontana si guardò intorno circospetto, osservando il viso di ogni singolo passante, l'inizio di ogni via con il terrore che da una di quelle strade potesse arrivare suo padre. Hiroto si comportava esattamente come nel suo sogno ma Tora non poteva lasciarsi andare, era percorso da un' incredibile paura e non smetteva di preoccuparsi per la probabile comparsa del padre, tant'è che Hiroto se ne accorse e si sedette di fianco a lui, rimettendosi le scarpe e dondolando i piedi dal muretto.
-Sei sicuro di stare bene?-
-Si- rispose nervosamente, il biondo chitarrista si ritrasse spaventato e guardò altrove. Tora era completamente immerso nei suoi pensieri, quando sentì la voce di Hiroto gridare un po' distante da lì. Si voltò di scatto preso dall'angoscia, ma appena si accorse che quelli che stava salutando erano semplicemente Shou e Nao, si portò una mano al petto tentando per l'ennesima volta di calmarsi. Quello che si aspettava era la fine tragica di quella giornata, ma così non fu, per sua grande fortuna. Si alzò anche lui, raggiungendo i tre amici.

Girarono per qualche ora per le strade della grande Tokyo, finchè una grande fame colpì il batterista, che iniziò a trascinarsi sempre con più fatica dietro agli altri tre ragazzi.
-Forse è meglio che porto a casa Nao. Non vorrei morisse di fame- rise Shou afferrando Nao-shi per un braccio, sollevandolo appena. I quattro ragazzi si salutarono e si diedero appuntamento allo studio di registrazione il giorno seguente.
-Oh avanti Nao, come la fai lunga. Siamo quasi arrivati-
-Fameeeh- continuava a boccheggiare l'affamato batterista, trascinando rumorosamente i piedi.
Arrivati a casa, Shou si mise subito ai fornelli e cucinò un delizioso piatto di pasta che Nao gradì particolarmente. Shou osservava mangiare Nao dolcemente, con un misto di piacevolezza e felicità che da lungo tempo non provava. Andarono a letto presto quella sera poichè il giorno seguente alle sei dovevano trovarsi negli studios per registrare il nuovo singolo. Nao si addormentò subito, mentre Shou tardò, troppo preso da un programma che trasmettevano in tv quella sera. Prima di andare a dormire, decise di entrare in camera di Naoyuki: adorava guardarlo dormire. Come aveva notato molto tempo addietro Saga, Nao quando dormiva serenamente somigliava molto a un orsetto di peluche. Si avvicinò silenzioso al suo letto e gli si sedette accanto, sistemandogli il lenzuolo e accarezzandolo in viso. Sulle labbra aveva disegnato un sorriso sbarazzino che fece pensare a Shou quello che il goloso batterista stava sognando: migliaia di dolci e bicchieri del suo caffè preferito piovere dal cielo. Gli stampò un flebile bacio sulla guancia e tornò nel salotto, si sistemò sul divano e chiuse gli occhi.

Quella stessa sera Tora dovette partecipare alla cena di famiglia. Era sempre felice di passare la serata coi suoi parenti, ma questo delizioso sentimento scemava alla vista della sua più grande paura. Si sedeva molto spesso lontano da lui ma per tutto il tempo si sentiva il suo sguardo imperioso addosso. Due grandi occhi immobili e inanimati lo tenevano inchiodato sulla sedia, senza che potesse ribattere guardandolo fisso. Anche quando cercava di distrarsi coi cuginetti, lo avvertiva distintamente ammonirlo, anche per la più semplice stupidata. Neanche durante la cena di quel giorno il moro chitarrista potè rilassarsi un attimo. Alla fine della grande mangiata tutti gli ospiti tornarono alle proprie abitazioni, lasciando solo Tora con suo padre. Avrebbe dovuto occuparsi della casa e aiutarlo a sistemare le varie stanze. Avrebbe tanto voluto lasciarlo lì da solo, a fargli venire un infarto per lo sforzo, a morire in quella stramaledetta casa.  Lo odiava, con tutto se stesso. Preso dalle sue meditazioni e dalla concentrazione per tenere un aspetto normale e armonioso non sentì la voce del padre che lo chiamava duramente.
-Shinji!- gridò per l'ennesima volta. Il ragazzo si voltò di scatto e lo osservò stancamente.
-Cosa vuoi papà-
-Avvicinati-
Pauroso ma senza farselo ripetere due volte, si avvicinò guardingo all'uomo sulla sedia. Lo prese da un orecchio e lo trasse vicino alla sua bocca.
-Come sta il tuo caro amico Hiroto- chiese soffiando rum e fumo di sigaretta. A quella domande il cuore di Tora aumentò doppiamente il battito e i suoi occhi si spalancarono un poco.
Scosse la testa violentemente per staccarsi da lui e guardandolo furioso rispose - Sta benissimo -
-Davvero?- domandò nuovamente il vecchio, guardandolo sottecchi, con un sorrisetto agghiacciante.
La sicurezza che Tora stava acquistando si ridusse notevolmente e senza rispondere alla domanda sparecchiò velocemente, e si rintanò in cucina.
-Shinjii- cantilenò divertito il padre. Poi emise un rumore roco con la gola e lo richiamò nuovamente.
-Shinjii non avrai paura del tuo vecchio, vero? - e rise senza moderazione. Nel frattempo Tora si era raggomitolato in un angolo della stanza e affondato il viso fra le gambe gli vennero in mente tutte le cose che il padre potrebbe fare al suo amato Hiroto. Le immagini del sogno iniziarono a tormentarlo, avrebbe potuto ucciderlo con soli due pugni, suoi padre era vecchio ma stranamente forte. Hiroto sarebbe collassato come un fiore appena sbocciato, spezzarsi su se stesso a causa del vento forte e della pioggia.
-Shinji, lascia quella band, Shinji. Fatti una vita per amor del cielo!- gridò infuriato e ubriaco il vecchio.
-Smettila papà, non mi farai mai cambiare idea!- iniziò a piagnucolare Tora, abbracciandosi le gambe più saldamente. Sentì dei passi pesanti avvicinarsi sempre di più, finchè la porta della cucina non si spalancò sbattendo contro la parete. Il padre con una mossa fulminea lo prese per il colletto della maglia e lo tirò su.
-è questo che ti ho insegnato? non sei degno di essere mio figlio!- e lo scaraventò a terra.
Tora si toccò la guancia dolorante, che aveva sbattuto contro lo spigolo del mobile e si rialzò deciso.
-Forse tu non hai capito papà, io non ti ho mai ascoltato, non voglio essere come te, non voglio ridurmi come te! Se solo mamma fosse qui...- abbassò la voce spezzata e guardò i piedi del padre non avendo il coraggio di fissarlo negli occhi.
-Bene, tua madre non è qui, ora ci sono solo, dovrai dare retta solo ed esclusivamente a me, Amano Shinji! Sono io che ho sempre mandato avanti la famiglia, spezzandomi la schiena per te e tuo fratello, lavorando dalla mattina alla sera, ed è cosi che mi ripagate? E' grazie a me che ora sei qui, con una casa, non è certo grazie a tua madre!- lo prese per le braccia gettandolo nuovamente a terra.
-Mamma, lei mi aveva sempre incoraggiato ad inseguire i miei sogni, ed è quello che ho fatto! sono diventato un chitarrista famoso grazie a lei! Non è grazie a te che sono qui!- si alzò nuovamente e dando una spallata violenta al padre uscì di fretta da casa e corse verso la sua abitazione. Appena arrivato in casa, scoppiò in lacrime, ricordando la defunta madre e a quanto le voleva bene. Era sempre stata un punto di riferimento per lui, lo scoglio a cui aggrapparsi nelle situazioni difficili, mite ma con la capacità di tenere a bada il marito, seppur a lui devota. Riempì il cuscino di fredde gocce salate ripercorrendo ogni istante della vita passata con lei, ricordando i suoi folti capelli corvini scendere morbidi sulle guance rosate, questi occhi magnetici e dolci, neri come il petrolio, avevano il potere di calmare qualsiasi persona e la sua voce così soffice che poteva essere paragonata all'ovatta. Lei così perfetta, strappata alla vita solo qualche anno prima. Da quel momento il padre aveva iniziato a torturarlo, intimandogli di lasciare quella band, di lasciare Hiroto. Ripensando a lui, un brivido gli attraversò la schiena e voltò lo sguardo su un poster appeso alla parete che ritraeva gli Alice Nine con i costumi di Tsubasa. Forse lui non contraccambiava i suoi sentimenti, forse non sarebbe mai stato in grado di confessargli i propri. E' in questi forse che Tora si addormentò sul cuscino ormai fradicio di lacrime di dolore.


Un lampo illuminò l'intera stanza in cui dormiva da qualche ora Shou che si destò spaventato, cercando tastoni il cellulare per farsi un po' di luce. Si alzò lentamente, guardando fuori dalla finestra: una grosse nube nera sovrastava Tokyo illuminata e la pioggia fitta non permetteva di vedere oltre qualche centinaio di metri. Non gli erano mai piaciuti tanto i temporali e di certo con quella tempesta che infuriava di fuori non sarebbe riuscito a riprender sonno tanto facilmente. Andò in cucina e per ingannare il tempo si mise a prepararsi qualcosa da mangiare, attendendo che il temporale passasse. Erano le 3 e un quarto quando sentì un rumore violento provenire dalla stanza di Nao e poi dei lamenti bisbigliati. Si precipitò in camera sua e lo ritrovò a terra dolorante. Lo aiutò ad alzarsi e preoccupato gli chiese come stesse. Nao lo guardò confuso, poi si voltò verso il letto.
-Era da un sacco di tempo che non cascavo dal letto!- rispose divertito. Shou lo guardò attonito e gli fece la stessa domanda.
-Sisi, non ti preoccupare, stavo sognando di afferrare un grosso gelato panna e fragola, ma a quanto pare non l'ho preso- disse ridendo, guardandosi le mani e alzando le spalle con un sorrisetto dolcissimo. -Approposito, ti ho svegliato?-
Kazamasa scosse la testa e prima che potesse rispondere un altro tuono lo spaventò a morte. Quando fu passato si ritrovò abbarbicato stretto al braccio di Nao che lo guardava divertito.
-Non mi avevi mai detto che avevi paura dei temporali-
-Io non ho "paura"- disse, mettendo il broncio. Si sentì afferrare il mento fra due dita e sollevare fino a raggiungere una distanza di pochi centimetri dal viso del batterista.
-Ah no? Allora potresti gentilmente lasciarmi andare il braccio?- soffiò sul suo viso con un sorriso malizioso sulle labbra.
Shou arrossì, ma, complice il buio, Nao non se ne accorse, lo lasciò subito e tornò in cucina per finire il suo spuntino. Naoyuki lo seguì con difficoltà fra il buio della casa e iniziò a rovistare fra gli armadietti appesi in cucina, cercando anche lui qualcosa da sgranocchiare. Un altro tuono squarciò il silenzio della notte e fece sussultare nuovamente Shou che nel frattempo aveva terminato il suo pasto e si stava dirigendo in salotto, ma si bloccò sullo stipite della porta. Il batterista trattenne a stento la risatina malefica per la paura del cantante, ma poi non riuscì più a resistere e scoppià a ridere, avvicinandosi a Shou. Gli mise una mano sulla spalla cercando di soffocare la risata con l'altra, spingendolo fuori e accompagnandolo in camera sua.
-Se ti fanno così tanta paura i temporali allora dormi qui- rise tornando in cucina. Shou era arrossito nuovamente, ma seguì il suggerimento dell'amico e si sdraiò nel suo letto, profumava esattamente come lui ed era ancora caldo. Aspirò avidamente quell'odore dolciastro finchè non lo scolpì indelebile nella sua mente, si riempì totalmente i polmoni ed espirò flebilmente per non far scappare quel dolce profumo.
Si mise supino e fissò il soffitto ascoltando attentamente ogni movimento di Nao in cucina. Non riusciva a capire se sarebbe tornato a dormire con lui o preferiva andare sul divano. Era quasi stato catturato dalle braccia di Morfeo quando sentì il letto traballare e qualcuno avvilupparsi nelle coperte. E di nuovo l'ennesimo tuono echeggiò nella casa, Shou si accucciò nel suo spazzietto, tirandosi le coperte fin sopra la testa tremando leggermente. Un braccio caldo e pesante lo prese dalla vita stringendolo a sè, Kazamasa sentì il respiro tiepido e profumato di Nao sui suoi capelli e il suo corpo come se gli fungesse da scudo. Nessuno dei due osò parlare e si addormentarono così, abbracciati, in un dolce sonno.




To amyreita:
Scusa se ci ho messo un po', ma le idee scarseggiavano. Ora ho tutta la storia perfetta e ben delineata in mente!
Ho aggiunto il padre di Tora perchè avevo letto in qualche blog che lui era la sua più grande paura, quindi cascava a pennello con quello che avevo in mente.
Saga, eh, Saga, sempre con quella tizia. Bah..
Comunque, grazie mille per aver recensito anche il capitolo precedente!
Arigatou.

To misa_chan:
Grazie mille Misa Misa per aver recensito :D
Tranquilla per le altre recensioni, con questa mi hai già resa molto felice!
Beh spero che andando avanti ti piaccia ancora di più.
Nel frattempo ti saluto, byee.
Arigatou.


Ooooooookei, ci ho messo una vita a scrivere questo capitolo, ma alla fine Reina ce l'ha fatta!
Penso di riuscir ad aggiungere un altro cap. prima di agosto, perchè parto e non mi farò sentire per un po'.
Lo sto già scrivendo, quindi penso tempo una-due settimana e la posto!
Speriamo vi appassioni fino alla fine!
Un bacio grande!
Recensite please >-<


Reina.

  
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