Capitolo
2:
We
can work it out and get it straight, or say good
night.
Zia
Penny e mia nonna Mary erano gemelle. Riconobbi subito zia Penny per
quel
motivo, era la copia sputata di mia nonna. Noi non la conoscevamo molto
bene
zia Penny, l’avevo vista giusto qualche volta quando andavo
con mia sorella e
mia nonna a farle visita d’estate. Era una vecchietta arzilla
e simpatica,
forse un po’ più anti-convenzionale di mia nonna.
Sapevo che vivevano a
Liverpool vicino a John Lennon, sapevo anche che avevano frequentato la
stessa
scuola, ma non avevo mai immaginato che zia Penny fosse addirittura sua
amica,
era un pensiero quasi più sconvolgente del fatto che in quel
momento mi
trovassi nel 1958, da quel che avevo potuto intuire.
-Io…io
mi dispiace, non so come ho fatto a trovarmi qui- cercai di spiegare e
di
scusarmi senza saper bene di cosa.
-Ah
lo so io come hai fatto! E’ colpa di Penny, deve sempre
pasticciare con cose
che nemmeno conosce!- sentii solo la voce, ma poi vidi una testa bionda
far
capolino dalla botola. Era mia nonna Mary e anche se non dimostrava
più di
diciotto anni aveva lo stesso cipiglio arrabbiato di quando mi sgridava
perché
mangiavo i biscotti prima di cena.
-Ma
cosa potevo saperne io, pensavo fosse solo un gioco!- d’altro
canto Penny mi
guardava con aria preoccupata, come se avessi potuto saltarle addosso
da un
momento all’altro e sbranarla.
-Come
ti chiami?- mi chiese Mary, appoggiando le mani sulla vita e venendomi
incontro
con le sopracciglia aggrottate.
-Becky-
pigolai.
-Non
è che potresti spiegarmi come hai fatto a trovarti qui?- mi
chiese in tono accondiscendente.
Mi
sentivo un po’ un’idiota perché stavo
parlando con una ragazza della mia età,
anche se in realtà per me era sempre mia nonna.
-E’
quello che vorrei sapere anche io, la verità è
che me ne stavo qui tranquilla
nella soffitta a leggere vecchi diari di zia Penny quando
improvvisamente mi
sono ritrovata qui- non so se avesse realmente compreso quello che
stavo
dicendo, dovevo capirlo ancora io.
-E’
stato l’incantesimo, diceva che qualcuno dal futuro avrebbe
aiutato l’amore
della mia vita-
Io
e Mary (mia nonna) ci voltammo verso Penny, era molto diversa da mia
nonna
–anche se erano praticamente identiche-, portava corti
capelli biondi che le
incorniciavano il viso, e i grandi occhi verdi erano circondati da uno
spesso
trucco nero. Aveva grandi orecchini rotondi, ed era completamente
vestita di
giallo, pantaloncini corti e maglietta gialle, calze lunghe di cotone
fino
sotto le ginocchia con il bordo giallo e scarpe da ginnastica in tela,
anche
esse gialle. L’esatto contrario di mia nonna, che invece era
completamente
vestita di azzurro, portava uno strano tajer, sembrava completamente
fatto a
mano e portava i capelli lunghi con un cerchietto nero che le dava
l’aria di
una reginetta di bellezza.
-Mi
sa che non ha funzionato proprio bene allora, perché io non
ho idea di cosa
dovrei fare- ero incuriosita da tutta la faccenda, ma in quel momento
l’esasperazione vinceva su tutto.
-E
se in realtà fosse una ladra?- mi guardò storta
Mary, socchiudendo gli occhi
come se volesse leggermi nel pensiero per capire chi ero. Di certo non
potevo
urlarle “Nonna sono io!! Non mi riconosci??” anche
perché non mi avrebbe di
certo riconosciuta e quindi mi limitai a sgranare gli occhi, stupita
dalla sua
affermazione.
-Non
penso, guarda come è vestita, nemmeno i barboni sono vestiti
così- molte grazie
zia Penny, davvero troppo gentile. Iniziavo a innervosirmi un
po’, non ne avevo
già avute abbastanza per oggi?
-Perché
non mi fai tornare a casa?- chiesi agitando le mani per mimare un
incantesimo.
-Non
so come si faccia, forse dovremmo…-
-Portiamola
dalla nonna!- Penny venne bruscamente interrotta da Mary che
afferrandomi per
il braccio mi trascinò verso la botola.
-Aspetta!
E se la mamma la vede? Facciamola uscire dalla finestra- Cosaaa?? Non
avevo ben
capito, dovevo uscire dalla finestra?
E
così Mary mi trascinò fino al piano di sotto,
dove c’erano gli stessi mobili di
poco prima, solo disposti in modo diverso e visibilmente più
nuovi.
Poi
prese la sedia dello scrittoio e la posizionò sotto la
finestra.
-E’
solo il primo piano, se salti non ti fai male, Penny l’ha
fatto un sacco di
volte- annui con occhi sgranati, avevo sempre avuto paura delle
altezze. Però
volevo tornare a casa, quindi, non me lo feci ripetere due volte, salii
sulla
sedia, uscii dalla finestra e mi buttai a occhi chiusi. Nel cadere non
mi feci
nemmeno troppo male, anche se riuscii lo stesso a rompere i jeans
all’altezza
del ginocchio. Il tempo di rialzarmi e di spolverarmi i vestiti e Mary
e Penny
erano già li.
-Andiamo,
su- ci esortò Mary.
Ci
avviamo verso la casa della loro nonna, sembrava di essere in un
sogno/incubo,
erano davvero gli anni cinquanta quelli, si riconosceva da tutto
praticamente,
persino dall’aria, era più sana, meno carica di
smog. Passammo davanti al St.
John Market, si poteva sentire da fuori
-wow- sussurrai, avevo sempre fantasticato su come
sarebbe stato vivere in quegli anni, forse stavo sognando pure in quel
momento,
forse era tutto frutto della mia testa. Probabile visto che ero cascata
a terra
come una pera cotta prima di ritrovarmi qui.
-Cosa “wow”?- chiese Mary, come se si fosse
ricordata in quel momento che ero li con loro.
-Tutto, cioè…quella canzone un giorno
verrà rifatta
anche dai Beatles, riusciresti mai a crederci?- avevo una specie di
strano
sorriso beato in faccia, ero talmente persa nelle mie fantasie che non
mi
accorsi del grave errore che avevo appena commesso.
-Cosa sono i Bitols?- Mary mi stava osservando come
se avessi appena pronunciato una parola senza senso.
-Ooooh…ehm…sono…sono un gruppo di New
York, sono
molto conosciuti li…già- mi salvai
all’ultimo secondo.
-E quindi vieni da New York? Forte- sorrise e
le si illuminarono gli occhi, già allora
voleva andarsene da Liverpool, già allora voleva andare a
New York. Questo lo
sapevo, me lo aveva raccontato un sacco di volte quando ero piccola.
In un tempo non quantificabile arrivammo a casa
della nonna/strega, che stranamente ci aspettava fuori sulla veranda.
-Lo sapevo che non avrei dovuto lasciarti da sola
con quel libro- esortò, prima ancora che una di noi tre
potesse spiegare
qualcosa. Poi guardò me e mi fece un gran sorriso, non
capivo se fosse per
compassione o semplice cordialità.
-Non ero sola, c’era Lisa con me!- replicò Penny
quando ci fummo avvicinate. La nonna di Penny e Mary ci fece segno di
sederci
sulle sedie in veranda.
-Il tuo umorismo fuori luogo con me non funziona
Penelope!-
-Oh andiamo nonna, ora farai uno dei tuoi
incantesimi e sistemerai tutto!- qui si parlava di incantesimi come se
fossero
all’ordine del giorno, nemmeno mi trovassi ad
Hogwarts.
-Non è così semplice Penny, quello è
un libro molto
potente, ci sono incantesimi che non si possono spezzare, vanno portati
a
termine- e con questa frase tornò a guardarmi con
quell’aria mista di
compassione e dispiacere.
-Cosa vuol dire “portare a termine”?- chiesi anche
se non ero sicura di volerlo sapere.
-Vuol dire che dovrai fare quello che dice
l’incantesimo, dovrai salvare il suo amore-
-E’ assurdo!- sentenziò Mary.
-Concordo…non ho intenzione di fare nulla del
genere!- risposi con la gola secca.
-Il problema è che se non lo farai non tornerai
più
a casa- ora capivo perché mi guardasse con aria
compassionevole, era
dispiaciuta per me, per il guaio in cui mi avevano cacciato. Sempre che
di un
guaio si trattasse e che non fosse solo la mia fervida immaginazione.
-Ma cosa devo fare?? Non so nemmeno chi sia questo
“amore” da salvare- e nel dirlo, pronunciai la
parola amore con disprezzo, io
l’avevo perso il mio amore e ora dovevo salvare quello di
qualcun altro? Non
aveva senso.
-E’ John Lennon- rispose Penny con occhi sognanti.
-Devo salvare John Lennon?- non avrei potuto usare
un tono più stridulo e monocorde di quello. Dire che ero
scioccata era un
eufemismo. Mi sembrava tutto così assurdo che non riuscivo
nemmeno a essere
entusiasta del fatto che JOHN LENNON si trovasse li nei paraggi, ancora
vivo e
vegeto.
-E poi da cosa dovrei salvarlo?- furono le uniche
parole che riuscii a pronunciare. Non ne avevo assolutamente la
più pallida
idea.
-Da se stesso! Quel pallone gonfiato- si intromise Mary,
a quanto pare aveva avuto uno scontro con lui, visto che la sua voce
era piena
di risentimento.
-Non lo so cara, questo dovresti saperlo tu. Io
posso dirti solo che se sei qui è perché
sicuramente hai un legame con Penny e
con questo John-
-Penny è la sorella di mia nonna- e così dicendo
iniziai a fare “sisi” con la testa in modo convulso.
-Cosa? Io sarei tua nonna?- Mary mi guardò stranita.
-In effetti c’è una certa somiglianza- disse la
nonna/strega.
-Quindi…ricapitolando, io sono vostra parente,
conosco qualcosa su John che dovrebbe salvarlo e finché non
lo scopro non me ne
torno a casa, nel 2010?-
-Esatto cara!- rispose la nonna/strega. –Ora però
vi
conviene tornare a casa e dormirci su, anche perché si sta
facendo buio- e così
dicendo ci alzammo e tornammo verso la via di casa.
Era tutto assurdo, no, più di assurdo. Di certo
avrei dovuto fare due chiacchiere con zia Penny…o Penny e
basta, come avrei
dovuto chiamarla per non far ricadere sospetti su di me. Riuscirono a
farmi
entrare in casa loro senza che nessuno si insospettisse, raccontarono
che ero
una studentessa di New York in vacanza studio in Inghilterra, okay,
forse come
idea non era proprio molto intelligente visto che l’inglese e
l’americano sono
la stessa lingua in pratica, ma i genitori di Penny e Mary se la
bevvero senza
battere ciglio. Così ora mi trovavo a dormire nella camera
di Penny, su un
materassino per terra.
-Becky? Sei sveglia?- sentii chiedere nel buio.
-Si Penny, mi sa che farò un po’ fatica ad
addormentarmi stanotte, sai no?-
-Volevo dirti che mi dispiace, ne salteremo fuori
Penny, te lo prometto. Possiamo risolverlo questo problema-
-Lo spero anche io…buona notte Penny- speravo lo
fosse davvero una buona notte.
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Ecco il secondo capitolo, ammetto di non esserne troppo entusiasta, ma dovevo farlo per forza un capitolo del genere, dovevo spiegare alcune cose e spero di esserci riuscita. John non appare ancora, ma spero vi sia piaciuto ugualmente ^^ si accetta ogni tipo di critica :)
Ora passiamo ai ringraziamenti:
Martina97: grazie mille per i complimenti ^^ Devo ammettere che creare il personaggio di Becky è stato abbastanza difficile, anche perchè per certi versi non mi assomiglia per niente inoltre io (per fortuna aggiungerei) non ho mai dovuto affrontare la morte di un genitore o del mio ragazzo, quindi scrivere certe parti è stata un pò dura...ma avevo voglia di parlare di qualcuno un pò diverso da me in questa storia.
Sai che pure io preferisco George? Lo adoro <3 però sempre perchè volevo cimentarmi in qualcosa di diverso ho deciso di parlare di John in questa ff :) E grazie ancora per aver letto!!
TheThief_: ti rinrazio un sacco per i complimenti anche al lavoro grafico che ho messo all'inizio ^^ Mi piace anche illustrarle le storie. :D Onestamente anche io se mia mamma mi avesse proposto di trasferirci a Liverpool sarei andata senza protestare, anzi, forse non avrebbe nemmeno completato la frase che io ero gia là XD