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Autore: Asuka97    23/07/2010    0 recensioni
Sapevo che non sarebbe stato semplice... ma niente poteva tirarmi indietro. (Contemporaneo a Raccoon City) Nuovi personaggi inventati da me: Amy Summer e Daniel Rice
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Redfield
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Weeping Clouds, 9:37
Dopo aver camminato per cinque minuti in quella foresta, trovai la
casetta di legno... lì mi aspettava.
Vi entrai come se fosse casa mia quando qualcuno bloccò la mia azione,
colei che sarebbe stata la mia futura partner nella missione.
- A quanto pare, Sig. Daniel Rice, nessuno le ha insegnato che prima di
entrare da qualsiasi parte, deve bussare... -.
Ero un soldato, cazzo. Irrompere nelle stanze senza permesso era
all'ordine del giorno e nessuno se ne sarebbe lamentato.
- Immagino che se avessi fatto come avesse detto, a quest'ora non sarei
qui, sa, la Morte è sempre in orario! -.
Lei sospirò e cominciò a spiegarmi il motivo del mio richiamo.
- Bene, possiamo cominciare. Io sono Amy Summer, abito da queste parti
da due mesi per pattugliare la zona. Recentemente ho trovato corpi
esanimi di animali, analizzando i morsi e la dentatura trovata, posso
confermare con certezza che si tratti di segni umani INFETTI -.
Sottolineò l'ultima parola, io sussultai e le chiesi cosa volesse dire.
- Inoltre, ho scoperto che attraverso questa procedura, potevano
iniettare nel corpo degli altri un virus molto potente, qualcosa di
veramente fantastico... negativamente. Sono in contatto con una mia
vecchia amica, Claire Redfield, svolge una missione a Raccoon City e
sembra che anche lei ne abbia affrontati. La nostra missione, comunque,
non è ucciderli, ma consegnare questi dati al Prof. Brown che si trova
dall'altra parte della foresta, ci arriveremo con un elicottero... per
raggiungere il mezzo, dovremo camminare per un'ora. Non ci perderemo
perchè hanno piantato nel terreno dei cartelli, ci guideranno loro. Tutto chiaro? -.
Mi sembrava fattibile, anche se ero triste all'idea che non avremmo
spaccato teste a nessuno. Il temporale e la pioggia continuavano
imperterriti, i miei pensieri furono interrotti da un rumore di vetri
infranti e un tonfo. Sembravano provenire dalla stanza accanto, pensavo
fosse stata la mia immaginazione, ma vedevo che Amy si stava dirigendo
al piano superiore con estrema calma e io le tenni dietro.
Lei sussurò qualcosa come "le armi sono di sopra" e capii subito a cosa
voleva fare, infatti con estrema delicatezza aprii la porta della sua
stanza, prendemmo velocemente le armi caricate e scendemmo più veloci
della luce.
Eravamo già pronti sulla porta, contai fino a tre ed entrammo insieme
sbattendo la porta violentemente. Qualcosa o qualcuno si accasciò su di
me tentando di mordermi, fortunatamente la mia partner sparò subito al
nemico e dopo circa quattro colpi cadde a terra.
- Che diavolo è quel robo?-. Chiesi riprendendomi dallo spavento.
- Uno zombie... a prima vista, tutto sembra confermare la mia teoria
sui morsi, questo morto-vivente ha ucciso gli animali e si aggirava
sempre intorno a questa casa, non si era mai permesso di entrare...-.
Spiegò lei esaminandolo da vicino mentre puntavo verso il corpo di lui.
- Spero che in giro non ce ne siano altri o la nostra missione si
allungherà più del previsto-. Sospirai io.
- Non so per certo se questo fosse l'unico "esemplare", è sempre meglio
guardarci le spalle a vicenda, soprattutto dopo l'accaduto... sei
pronto partner?-. Mi chiese aprendo la porta.
- Mai stato così pronto-. Risposi velocemente uscendo dalla casetta.
Dovevamo tenere in mano le torce per fare luce in quella tempesta fitta
e mai abbassare la guardia, potevano sbucare dappertutto quelle
creature e, ritrovarmene un'altra in faccia, non era una bella
esperienza. Dopo dieci minuti di camminata, i cartelli erano spariti e
dell'elicottero nessuna traccia. Fummo costretti anche ad affrontare
altri zombie e ben presto le nostre munizioni si azzerarono.
Ci accorgemmo che tra gli arbusti si intravedeva una città, infatti
raggiungemmo quel luogo e vedemmo un grande cartello con la scritta
"Weeping Clouds- City", pensavamo fosse abitata ma scoprimmo presto che
le uniche persone ancora "vive" erano quei maledetti che ci inseguivano
dappertutto.
Eravamo a secco e l'unica cosa da fare era sicuramente scansarli,
buttarli a terra e scappare dentro qualche struttura, chiudemmo la
porta alle nostre spalle dopo aver eseguito il procedimento di prima e
ci nascondemmo sotto una scrivania.
- Dentro la mia borsa c'è una piantina di questo posto, pensavo che i
nostri principali l'avessero messa per sbaglio, invece ci hanno
incastrato proprio per farci fare il lavoro sporco...-. Commentò
furibonda lei, controllando nella borsetta. Tirò fuori una cartina e
l'unica via per scappare da lì era attraversare un centro commerciale,
un museo, un cimitero e delle ville chiuse in un recinto, erano cinque
i luoghi che ci avrebbero portato a destinazione... e il quinto?
Eravamo già lì!

  
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