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Autore: Asuka97    24/07/2010    1 recensioni
Sapevo che non sarebbe stato semplice... ma niente poteva tirarmi indietro. (Contemporaneo a Raccoon City) Nuovi personaggi inventati da me: Amy Summer e Daniel Rice
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Redfield
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci trovavamo proprio nella stazione di polizia di Weeping Clouds e già l'aria che si respirava in quel luogo non mi piaceva per niente. Sentii Amy parlare alla radio con qualcuno, quando le chiesi chi fosse mi zittii con una mano e ascoltai anche io le parole di quella persona. A quanto mi raccontava la mia partner era Claire Redfield, una sua amica nella nostra stessa situazione e, cosa ancora più incredibile e agghiacciante, sembrava che il luogo descritto da lei era identico al nostro... possibile che Raccoon City avesse copiato l'intera città?
Poteva essere un dettaglio interessante, ma scoprimmo poco dopo una stanza diversa, che non fu descritta dalla amica.
Dovevamo inserire una password che non conoscevamo e ci sembrò inutile tentare, poteva perfino esplodere o attirare con qualcosa altri zombie. Decidemmo di esplorare e di coprirci le spalle a vicenda, trovammo in alcuni cassetti della scrivania all'ingresso dei proiettili, ne avevamo proprio bisogno.
Ricaricammo le armi e trovammo due documenti interessanti:

- DIARIO DI ALICIA REDFIELD (presunta madre/parente Chris e Claire?): Sono stufa di tutti questi inutili esperimenti di far male alla gente e iniettare virus, ho anche sentito uno scienziato che quando avranno finito QUELLA questione, mi avrebbero ucciso... i miei figli, spero che crescano all'insaputa di tutto questo. (Project N0Alpha: aspswdro)

- CANZONE DI CAMPBELL: Stralcio di spartito n° 8 su 9

L'unica cosa che ci colpì fu il diario di Alicia... possibile che sia lei? In più, dovevamo anche decifrare l'ultima frase, cosa voleva dire aspswdro? E il Project N0Alpha? Così tante domande annebbiarono la mia mente che Amy trovò la soluzione al dilemma.
- Ma certo, c'è scritto che la password di quella stanza è Project N0Alpha! Basta inserirla nella tastiera e si aprirà-. Disse lei con entusiasmo correndo nella direzione della camera. Io cercai di fermarla facendole notare di aver fatto troppo rumore, quando infatti degli zombie ci accerchiarono e cercarono di morderci. Sfortunatamente per loro ci eravamo riforniti e li facemmo fuori in men che non di dica.
Dopo aver inserito la password, aprimmo la porta ed entrammo, l'unica cosa che vedemmo era un lettino dove colava sangue e in giro c'erano solo pianticelle verdi.
Ne prendemmo due, potevano servirci in futuro... l'unica cosa che mi preoccupava era il perchè: perchè chiudere una stanza con password per niente? C'era sotto qualcosa e noi ci eravamo dentro fino al collo.
Continuammo a camminare e ogni tanto a sparare a degli zombie fastidiosi che ci seguivano per questo ci intrufolammo in una biblioteca per un attimo di pace, forse avremmo trovato qualcosa di interessante su questo progetto.
- Non c'è tempo, Daniel! Ho la certezza che in quella stanza ci fosse qualcuno e forse lo abbiamo anche liberato, quindi non possiamo fermarci qui a leggere ogni singolo libro dicendo agli zombie "Ehi, amico aspetta un secondo che devo leggere!" è una roba da pazzi... vediamo piuttosto di recuperare tutti i documenti di Alicia, c'è una persona che dovrebbe conservarli...-. Capii e feci segno di "sì" con la testa.
Se Alicia ci aveva dato la password, forse dovevamo scoprire qualcosa di più e aprire quella stanza per liberare qualcuno... forse lei.
Io ed Amy ritornammo sui nostri passi e sentimmo un urlo disumano, carico di ira e rancore. Corremmo vicino alla camera di prima e vedemmo una creatura mostruosa dirigersi a passo svelto verso noi, sussurrando "S.T.A.R.S."
Non potevamo permettere che ci toccasse, per cui a volte camminammo velocemente per controllare la situazione dietro di noi e a volte cercavamo di sparare alla testa per metterlo K.O. e ci vollero 40 colpi
Chiudemmo una porta alle nostre spalle che portava alle scale, non sentimmo più il respiro forte e le urla e ci tranquillizzammo perchè non eravamo sicuri di averlo steso.
- Penso che quel coso sia il nostro progetto N0Alpha...-. Esclamai io riprendendo fiato.
- Già, però per la sua grandezza mi è sembrato un po' troppo debole, forse era un prototipo. Vediamo di trovare altri appunti da scienziati o dalla Redfield, sono certa che potremmo scoprire molto su questa faccenda-.

Ore 12,08 - 2F

Salimmo le scale pensando che fosse tutto finito, guardammo fuori dalla finestra, ma le cose non erano cambiate: alcuni morti viventi spaccavano vetri per entrare dove eravamo, altri gironzolavano e annusavano l'aria per capire dove fossimo. Eravamo molto ricercati...
- Caspita, che palle che sono! Neanche un secondo di pausa-.
- Forse perchè la loro cena siamo noi, cara-. Dissi ironicamente.
C'era solo una stanza al secondo piano, sembrava il capo della stazione o una cosa del genere. Constatando le foto sulla scrivania e la collezione di armi sulla parete confermarono il nostro ragionamento, trovammo infatti proiettili e armi nuove tra cui un fucile a pompa e uno di precisione.
- Bene, ora ci avranno circondati ancora e non conosciamo scorciatoie o luoghi in cui scappare... perfetto!-. Si lamentò Amy.
- Ho riguardato la piantina, sembra che ci sia un terzo piano, naturalmente sul tetto... possiamo buttarci con le corde da scalatore del vecchio Larry, tagliarle quando saremo abbastanza vicini a terra e il gioco è fatto. Dovremmo solamente scappare velocemente alla nostra destra e andare nel museo-. Riferii il mio piano, intanto che prendevo un altro stralcio della "CANZONE DI CAMPBELL"(n° 4 su 9).
- Va beeeene ma... chi è Larry? E poi, potremmo ammazzarci se ci buttassimo con le corde!-. Mi assalii lei.
- Larry è il capo dell'ufficio e potremmo legare le corde sul tetto, lanciarci e sperare che funzioni tutto-. Dissi sorridendo.
Lei accettò scettica mentre prendemmo tutto il necessario, c'era un'apertura segreta che portava direttamente al tetto, ci fece comodo e, una volta attuato il piano, tagliammo la fune che ci legava i piedi, potendo scappare tranquillamente nel nostro prossimo posto: il centro commerciale a fianco.

  
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