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Autore: Sara_S16    24/07/2010    0 recensioni
Soggetto: ragazza di diciassette anni. Sintomo: una vita monotona. Possibile rimedio: un black out e senso dell'umorismo. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio lei e Rebecca studiarono insieme. Non era una cosa che avveniva frequentemente, sopratutto da quando Rebecca si era fidanzata. In verità, da allora molte cose erano cambiate. Rebecca era cambiata. La maggior parte delle loro chiacchierate ruotavano attorno a Simone, l'amore della sua vita. Tamara trovava tutto molto sdolcinato, troppo per i suoi gusti. A volte si chiedeva perché l'amica insistesse a raccontarle certe cose:

-Ieri mi ha detto che non può vivere senza di me.

-Oooh, che dolce! È adorabile!

NO. Tamara non le avrebbe mai risposto così. Se capitava non dimenticava mai di sottolineare il senso ironico di quelle parole. Comunque era la sua migliore amica. Era felice per lei e il suo modo per dimostrarglielo era quello di stare pazientemente a sentire mentre le raccontava di un mondo ancora sconosciuto. Tamara non era mai stata innamorata. Aveva avuto dei ragazzi ma non aveva mai provato quelle grandi emozioni di cui aveva sentito tanto parlare, di cui Rebecca non faceva altro che parlare. Se da una parte credeva che fosse stupido cambiare i propri progetti e mandare all'aria tutto quello per cui si era lavorato, dall'altra era invidiosa per non essersi mai sentita così; per non aver mai desiderato qualcosa, qualcuno così tanto da prendere decisioni avventate, con il cuore, senza calcolare pro e contro. Tamara non riusciva a comprendere a fondo quello che provava l'amica, poteva solo immaginarlo. Questo la faceva sentire un passo in dietro rispetto a Rebecca. Altre volte Tamara si era sentita così. Rebecca sembrava che stesse sempre un passo avanti a lei. Era sempre più divertente, più carina, più disinvolta... Tamara ormai non ci faceva più caso. Non avrebbe permesso all'invidia di rovinare la loro amicizia e prima o poi anche lei avrebbe trovato quello che stava cercando. Sarebbe arrivato anche il suo momento, ne era sicura.

 Avvenne prima di quanto si aspettasse.

Quel pomeriggio, dopo aver finito di studiare, Tamara scese per andare a fare alcune fotocopie per lei e l'amica che non ne aveva avuto il tempo. “Avere un ragazzo è un lavoro a tempo pieno”. Così diceva quando le serviva un favore. Anche se trovava quell'affermazione stupida, Tamara finiva sempre per accontentarla. Era una giornata particolarmente fredda per essere Marzo, ma il cielo era terso. Bellano, il piccolo paesino in cui viveva, era situato sulla sponda orientale del lago di Como e offriva panorami mozzafiato. Per quanto Tamara desiderasse trasferirsi in una grande città piena di vita, sapeva che non avrebbe mai ritrovato un paesaggio come quello. Adorava il lago. Le sarebbe mancato. Quello che di certo non le sarebbe mancato erano le persone. Sempre le stesse da diciassette anni.

-Salve signora.

-Ciao cara. Cosa ti serve?

Conosceva la proprietaria della cartoleria da quando era nata. Una signora sulla cinquantina, sempre molto gentile. Da quando i genitori erano morti si occupava dell'attività di famiglia a tempo pieno. Non si era mai sposata e giravano diversi pettegolezzi su di lei. Tamara odiava i pettegolezzi.

Uscita dal negozio, si mise le cuffie nelle orecchie e accese il uso mp4. Conosceva benissimo quelle strade, le aveva percorse mille volte. Quel pomeriggio, però, forse a causa della musica di distrasse: attraversò in curva dimenticando che la strada era a doppio senso. Un auto la prese in pieno.

  
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