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Autore: americanromance    25/07/2010    0 recensioni
Just for tonight, darling, let's get lost.
NdAmministrazione: si chiede all'autore di modificare questa introduzione aggiungendovi la traduzione in italiano o comunque parole in italiano (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mi voltai nel letto, riempendo di aria i polmoni e sorridendo, strizzai gli occhi.
Non avevo voglia di aprirli. Aprirli, avrebbe significato rompere quella dolce magia che mi avvolgeva come una bolla d'aria, spezzando il filo che mi univa alla persona distesa accanto a me nel letto che, evidentemente, si era accorta che mi ero svegliata e mi stringeva la mano, intrecciando le sue dita alle mie.
Sorrisi e non mi mossi, ma percepii una mano che mi acarezzava delicatamente i capelli, senza lasciarmi la mano.
< Buongiorno > dissi sorridendo, con voce roca.
< Buongiorno > e udii una risata scuoterlo. Aprii gli occhi e puntellai un gomito sul letto, e mi appoggiai la testa sulla mano, voltandomi verso lui.
Matt era disteso a pochi centimetri da me, con la mano intrecciata alla mia sul cuscino e l'altra dietro la nuca.
I suoi occhi chiarissimi erano più luminosi del solito, forse a causa della finestra aperta che lasciava entrare una leggerissima brezza piacevole e portava con sè odore di gelsomini e erba tagliata da poco. Guardai il suo petto nudo mentre, scosso da un altra risata, contraeva gli addominali e li distendeva.
Presa da non so quale istinto spontaneo, allungai una mano e la poggiai sui suoi muscoli, mentre, nello stesso momento del contatto con il palmo della mia mano, li sentivo guizzare e tendersi. Sorrisi e mi avvicinai. Quando mi avvolse tra le sue braccia forti, abbandonai la testa sul suo petto e sospirai sodisfatta.
< Hai dormito bene? > mi chiese, ancora con l'ombra di un sorriso nella voce. Era ilare, ironico, mi prendeva in giro.
< Si > dissi piano, arrossendo.
Riusciva anche a scherzarci sopra. Non sapevo davvero come ci riusciva. Dopo le nostre avventure notturne, non ero riuscita neanche a parlargli guardandolo negli occhi. Pian piano, i ricordi cominciarono a pressare, per gusgiare fuori.
Ricordai le sue mani forti e possenti mentre mi sdraiava sul suo letto e mi spogliava, i suoi baci bollenti sul collo e sui seni, i suoi morsetti sui lobi delle orecchie.
E, la mia voce timida e tremante che, quando aveva iniziato a togliermi l'intimo, aveva sussurrato:
< Fai piano, ti prego. E' la prima volta! >
E lui, che aveva annuito e mi aveva spogliato. Le mie mani tremanti, avevano sfilato i suoi boxer e poi, le sue spinte decise e costanti dentro di me, fino a quando era arrivato al punto nevralgico e, con una spinta più delicata delle altre, lo aveva oltrepassato, strappandomi un grido di dolore e qualche lacrima, sostituita subito da un piacere intenso. E poi, nel momento del culmine del piacere, le nostre voci roche e affannate gridare in coro uno i nomi dell'altra e viceversa. E i nostri sapori unirsi e mescolarsi dolcemente, creandone uno nuovo, uno che sa di noi.
< A cosa pensi? > la sua voce stupenda mi riporta alla realtà.
Mi volto verso di te e ti sorrido: < Penso che stamattina devo fare una cosa. Subito! > ti sorrido, ti stringo per un attimo la mano più forte, poi la lascio e mi alzo.
< Cosa devi fare? Vengo con te! >
< No! Devo farla da sola! > e mi metto a raccattare i miei vestiti arrossendo, mentre mi osservi.
< Ma io voglio venire con te. Ti prego, Nina... > mi supplichi. Ma non è ammissibile! Se devo parlare con i miei per dare loro qualche "informazione" riguardo il mio improvviso cambiamento di programma, devo farlo da sola. Non credo che la prenderebbero molto seriamente se spunterei con un ragazzo, che fino a qualche ora fa era il mio migliore amico e, con cui, nel corso della notte, ho dato il meglio di me, oltre che la mia verginità. Penserebbero che ho deciso di restare perchè ora c'è lui nella mia vita e mi chiederebbero di ripensarci e di non fare uno sbaglio così grande solo per un ragazzo che oggi c'è, domani scompare. Io cercherei in tutti i modi di spiegare loro che non è così, e loro non mi capirebbero.
Quella notte era stata magica, nemmeno nei migliori film sarebbe potuto succedere qualcosa di meglio: Damien non esisteva più, nè nei miei sogni, nè nei miei incubi. Adesso c'era solo una persona che colmava i miei respiri, per cui valeva la pena di stringere i denti e tirare avanti... C'era solo Matt, che mi aveva accolto tra le sue braccia e mi aveva resa sua, incodizionatamente.
Mi aveva riparata, dopo la distruzione pari all'esplosione di una centrale nucleare, e mi aveva amata e desiderata dal primo momento all'ultimo. Mi sentivo una persona nuova: più padrona di me stessa, nonostante gli appartenessi fino all'ultimo respiro, e più lucida. In tutti quei giorni non avevo fatto altro che tentare di non dimenticare una persona che mi aveva solo ferito. E adesso, ero finalmente libera. Mi aveva donato le ali per volare, ma io ero tornata da lui, perchè gli ero riconoscente di avermi tirato fuori da quel tunnel, e sarei rimasta al suo fianco. Ora e sempre....
Impossibile che i miei capissero no? Avrebbero pensato che fosse una cotta! E mi avrebbe sconsigliato di rimanere qui, e di trasferirmi alla Columbia! Se invece gli avessi dato altre motivazioni, mi avrebbero vista più sicura e determinata, e avrebbero accettato la mia scelta di buon grado. Magari più tardi, con la mia entrata all'università, avrei potuto aggiungerci Matt, ma non prima... Avrebbero visto che avevo un motivo in più per compiacermi della mia scelta e si sarebbero messi il cuore in pace. Ma come dirlo a loro? E come dirlo a lui soprattutto?
Stavo per rispondergli, spiegandogli le mie supposizioni, quando sento un rumore provenire dalla stanza accanto. Sua madre! Cazzo! In poco meno di dieci secondi, mi tuffo nuovamente nel letto e mi accoccolo a lui, guardandolo con occhi sgranati dal terrore. E se ci scoprisse?
Mi sorride, forse capendo il motivo della mia paura.
< Tranquilla! Io sono un ragazzo, ricordi? Non mi farà tanti problemi! Lo sa già > mi dice tranquillo sorridendo sornione e ne approfitta per strapparmi un bacio.
< Allora... Rimani? Con me? Qui, a Los Angeles? > mi chiede sorridendo mentre ne aproffito per stringermi a lui.
< Si, rimango. Rimango qui. > e sorrido di rimando, riappropiandomi le labbra delicate e calde che, da quella notte, sarebbero state mie per sempre.
  
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