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Autore: The Corpse Bride    26/07/2010    5 recensioni
Ichigo Kurosaki inizia ad essere un problema per la Karakura High. Risse, cattiva condotta, nessuna intenzione di scendere a compromessi.
Ma, per evitare l'espulsione, gli viene fatta una proposta: una serie di incontri in gruppo organizzati da un consultorio per il sostegno agli adolescenti problematici, a cura di una professionista.
Ichigo se la sentirà di sviscerare la propria vita davanti a dei perfetti sconosciuti? Ma, soprattutto, chi sono questi sconosciuti, adolescenti problematici come lui, e che cosa li tormenta?
Perché in questo universo, Hollow e Arrancar non esistono, o, almeno, non sono quelli che ricordiamo. In questo universo, Ichigo e gli altri affrontano qualcosa di molto più pericoloso: i legami.
(Pairing principale: Ichiruki. Altri pairing verranno rivelati con lo svolgersi della storia.)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ikkaku era impegnato con quell’Edrad, che non gli lasciava un momento libero. Non aveva ancora preso il sopravvento, ma di sicuro non l’aveva preso nemmeno Ikkaku.
Parò l’ennesimo pugno, rivolto al suo petto. Bloccò con la gamba un calcio. Edrad fece per colpirlo in volto col pugno sinistro, e Ikkaku intercettò la finta e riuscì a bloccare il pugno destro rivolgo al suo stomaco.
Non fece in tempo a congratularsi con sé stesso, che dovette parare un gancio sinistro.
Fece per assestargli un montante sul setto nasale, quando Edrad si abbassò e cercò di colpirgli le ginocchia. Ikkaku saltò e cercò di colpirgli il volto in volo con un calcio. Edrad gli afferrò il piede e tentò di farlo cadere, ma riuscì a liberarsi con uno strattone.
Quel tizio non gli dava un attimo di tregua.
-Ehi, serve una mano? – sentì la voce di Tatsuki dietro di lui. Di certo non voleva darle di nuovo un’occasione per manifestare la sua superiorità.
-Certo che no! Il divertimento è mio. Va’ ad aiutare Ichigo, se proprio devi.
-Non sembrerebbe, ma Ichigo sa cavarsela – sbuffò – d’accordo, fa’ come vuoi.
-Certo che faccio come voglio – sogghignò – mio padre mi ha insegnato a farlo sempre!
Nel frattempo, Ichigo era finalmente faccia a faccia con Grimmjow.
-Allora, Kurosaki? Che ne dici, iniziamo?
-Ormai mi è passata la voglia, ma immagino che non abbia molta scelta, no? Via il dente, via il dolore.
-Proprio così – approvò Grimmjow, prima di scagliarsi contro di lui con un pugno rivolto al suo naso. Ichigo lo parò con un braccio, ma ugualmente barcollò; aveva una forza spaventosa.
-Niente male, eh – commentò.
-Grazie. E ora, vediamo di cosa sei capace tu.
-E va bene. Se ci tieni così tanto, sarebbe scortese non accontentarti – prima ancora di finire la frase, si scagliò contro di lui con potenza media. Il fatto che fosse forte in attacco non significava che fosse resistente. Indirizzò il pugno alla sua gola; progettava di tendere la mano all’ultimo momento, per colpirlo con la punta delle dita e lasciarlo in apnea almeno per qualche secondo.
Ma Grimmjow, fulmineo, gli afferrò il polso e con una forza inaudita glielo immobilizzò.
-Come accidenti…
Grimmjow rise.
-Se non sapessi fare questo, non sarei degno della mia fama, ti pare? Piuttosto, tu; mi aspettavo qualcosa di meglio! Di minimamente decente!
-Ah sì? Allora dimmi che ne pensi di questo – prese la spinta piegando il ginocchio e fece per colpirlo alla bocca dello stomaco con la pianta del piede; lo colpì in pieno, ma Grimmjow si limitò a vacillare.
-Ma cos’è, hai un magnete sotto le scarpe?!
-No – rise, di una risata cattiva – ho solo un casino di forza più di te.
-Ti piacerebbe!
Caricò un calcio montante mirato al suo mento; con quel calcio, ne aveva spaccati almeno quattro o cinque, di menti.
Fu deviato con una manata, e fu Ichigo a rischiare di finire per terra, non Grimmjow.
-Merda!
-Non mi dirai che è tutto quello che sai fare!
-E cosa ti sembra che possa fare?! Più che calci e pugni, uno che cosa dovrebbe inventarsi?!
-Non parlo di quello. È ovvio che non si può far altro che prendersi a calci e pugni. Quello di cui sto parlando, Ichigo Kurosaki… è una differenza di forza.
Prima ancora che se ne rendesse conto, gli arrivò in pieno stomaco un pugno che lo piegò a metà. Gli ci volle un attimo prima di riuscire a riprendere a respirare.
-Ichigo, che cazzo stai facendo? – gridò Tatsuki – Vedi di tirarti su immediatamente! Mi vergogno a dire di essere stata battuta da uno così debole, anche se è stato per un paio di volte!
-Ehi, vuoi provarlo tu, questo qui?
Si rialzò con fatica, respirando profondamente per regolarizzare il respiro. Grimmjow sembrò piacevolmente sorpreso.
-Ti alzi pure? Pensavo di avertelo distrutto, lo stomaco.
-Beh, le voci che girano su di me significheranno pur qualcosa, no?
-Questo è il minimo che pretendo per essere paragonato a te, Ichigo Kurosaki – ghignò, subito prima di partire con un diretto all’altezza del volto.
Ichigo portò due braccia a ripararsi, e con questo sembrò stabilizzarsi; ma non aveva calcolato che, impegnando due mani a parare il pugno, non poteva usarne nemmeno una per parare il calcio che gli stava arrivando sullo stomaco, nello stesso punto già colpito.
Quando gli arrivò, gli sembrò di essersi preso una cannonata sul ventre.
-Uh…! – boccheggiò, sbarrando gli occhi mentre cadeva a terra.
Fu bloccato nella caduta dal piede di Grimmjow, che lo raccolse puntandogli l’anfibio sullo stesso punto dello stomaco.
-Argh…!
-Ehi, Ichigo! Che stai facendo?!
Tatsuki sembrava nervosa. Allora era vero che le cose si stavano mettendo male.
Anche Ikkaku non sembrava passarsela bene: era a terra, incapace di rialzarsi, e si stava prendendo una raffica di calci, ma non voleva saperne di mollare.
-Faresti meglio a dichiararti sconfitto, no? – gli disse Edrad – In queste condizioni, mettitelo in testa, non puoi far nulla!
-A dichiararmi sconfitto sarà Yumichika quando accerterà che non ho più voce per parlare – tossì Ikkaku – fino ad allora, ouch! Mi prendo i tuoi calci, e poi, quando rie… cough! Quando riesco, te li restituisco… ehi, ma fammi almeno finire di parlare!
Edrad si fermò per un attimo.
-Avanti, parla.
-No, avevo finito. Però potevi anche lasciarmi dire due parole in fila!
Edrad gli assestò un calcio nel costato.
-Così da lasciarti uno spiraglio per alzarti e scaraventarti su di me? Non sono un tale idiota.
-E io non sono così furbo come pensi… urgh…!
-Tu – Tatsuki si voltò verso Yumichika – sei suo fratello; intendi aspettare finché non potrà più parlare sul serio?
-Chiaramente sì.
-Come sarebbe a dire?! Non è tuo fratello? Non ci tieni a lui?
-Proprio perché è mio fratello e ci tengo a lui, sono ancor più obbligato a rispettare la sua volontà. Io al posto suo mi darei alla fuga, ma se a lui piace così, affari suoi, no?
-Assurdo – Tatsuki scosse la testa – non potrei mai pensarla così. Se ci tengo a una persona, io… la proteggo!
-Evidentemente si trattava di qualcuno che voleva la tua protezione, non credi…? Ma Ikkaku ti sembra il tipo da volere una cosa del genere?
Tatsuki lo fissò, paragonandolo mentalmente a Orihime.
Per un attimo, lo vide con lunghi capelli castani e un gran paio di tette.
Ma scacciò velocemente quell’immagine inopportuna e tornò a focalizzarlo, muscoloso, pelato, violento e pieno di lividi. Eppure, con un ghigno di gioia sulla faccia.
-Decisamente no – sospirò, aggrottando le sopracciglia – direi che mi ucciderebbe, se soltanto ci provassi.
-Proprio così!
Tatsuki tornò a controllare Ichigo e notò che non se la stava passando bene. Quel Grimmjow gli aveva storto il braccio dietro la schiena e ora con l’altro braccio gli aveva circondato il collo.
-In difficoltà, Ichigo Kurosaki?
-Forse no – disse Ichigo con aria risoluta, e poi gli circondò le gambe con le sue. Si diede la spinta per spingerlo all’indietro; ma fu come incontrare la resistenza di un muro d’acciaio.
-Pessima idea – ghignò Grimmjow, e poi diede una spinta in avanti che li fece cadere entrambi; Ichigo finì faccia a terra, e lanciò un grido di dolore che fece rabbrividire Tatsuki.
-Adesso basta! Ichigo, lascia perdere!
-No! – riuscì ad esalare in qualche modo – Ha detto… ha detto che devo dimostrarglielo, no? – ansimò come un animale sgozzato – Quindi… quindi…
-Quindi, devi morire per dimostrarglielo?! Ichigo, non è questo che ci hanno insegnato al dojo!
-Che c’entra il dojo, ora… - la sua voce si affievolì – urgh…
-Sembri forte, ma sei fatto di quattro ossa tenute in piedi con lo sputo, eh?
Tenendolo fermo, Grimmjow si alzò quanto bastava per caricare una ginocchiata; questa finì dritta nel centro della schiena di Ichigo, colpendogli la colonna vertebrale. Ichigo lanciò un urlo lacerante che torse le budella a Tatsuki.
-Ichigo, maledizione, piantala! Non è un avversario per te!
-Te lo consiglio anch’io – disse Yumichika, che si stava limando le unghie – è chiaro che questo non è un avversario per nessuno di noi.
-Forse, tutti assieme potreste farmi qualcosa. Qualcuno vuole farsi sotto?
-Bastardo! – urlò Tatsuki, poi si lanciò contro di lui, senza un piano, animata soltanto dalla rabbia.
Lui la bloccò alzando una mano all’altezza della sua fronte; questo bastò a bloccarla e a farla cadere all’indietro, dopo un volo di due o tre metri.
Quando Tatsuki riaprì gli occhi, doloranti, qualcuno la stava sollevando dal suolo.
-Sado… - mormorò – devi fermare Ichigo. Subito.
-Non ce n’è bisogno.
La depositò su una panchina lì vicino e si diresse con calma verso Grimmjow. Quest’ultimo lo scrutò con interesse.
-E tu chi saresti?
-Sono un amico di Ichigo.
-Questo l’avevo capito anche da solo. Qual è il tuo nome?
-Yasutora Sado.
-Si chiama Chado – ebbe la forza di dire Ichigo.
-Ichigo… adesso non muoverti da lì. Lo farò io, al posto tuo.
-… d’accordo.
Sado non perse tempo e iniziò subito prendendo la carica per un diretto. Grimmjow lo schivò, ma lui fu veloce a deviare il pugno e riuscì a colpirlo ad un orecchio.
-Ah! – Grimmjow si portò una mano sulla zona colpita. – Sei furbo, tu. Hai pensato: non mirerò alla testa perché tanto schiverà e non potrò raggiungerlo, ma se miro all’orecchio posso fargli male comunque. Giusto?
-Può essere.
-Hah! Vuoi fare il misterioso. D’accordo, Chado Yasutora. Dato che Ichigo Kurosaki si è rivelato una delusione, vedete almeno di farmi spillare una goccia di sudore in due.
Chado non lo lasciò finire di parlare e partì con un altro tentativo di diretto. Venne parato con una mano aperta.
-Non mi fai parlare, eh? Un uomo d’azione. È così che mi piace combattere! Avanti, tira fuori un po’ di forza!
Chado ce la stava già mettendo, la forza, e parecchia. Solitamente, anche se magari la cosa non si concludeva al primo scambio, almeno i colpi riusciva a metterli a segno, tutti. Ma la sua altezza e il suo vigore fisico sembravano inutili, di fronte a quel tizio.
Continuò a cercare di assestargli un pugno, mirando ovunque: al naso, agli occhi, la bocca, la gola, il petto, lo stomaco. Ma quello riusciva sempre a scansarsi o a ritirarsi in tempo; quelli che non riusciva ad evitare, li parava con facilità, e non aveva mai bisogno di entrambe le braccia.
Anzi; ogni volta che parava un attacco, quando Chado non era ancora pronto a sferrare il prossimo, approfittava per cercare di colpirlo con la mano rimasta libera. Chado non sempre riusciva a schivare; prese diversi pugni sul petto, ma riuscì ad evitare di essere colpito in altre zone.
-Mi sembra che con te si possa iniziare a fare sul serio – disse Grimmjow, dopo un po’.
-Significa che finora stavi…
-Stavo testandoti, ovvio! Con Ichigo Kurosaki non mi sono premurato di controllare la sua forza prima di attaccare, ed è stato un errore; è caduto subito. Perciò, ho pensato che stavolta avrei potuto metterti alla prova, per vedere se almeno resisti ai colpi di base.
Tatsuki notò che perfino uno come Yasutora Sado sembrava spaventato. Nemmeno lei si sentiva tranquilla: con una sola spinta, quel Grimmjow era riuscito a farle battere violentemente la schiena. Le sembrava che fosse ancora tutta intera, ma doveva avere una contusione piuttosto estesa.
Tuttavia, Ichigo sembrava versare in condizioni molto peggiori: probabilmente aveva qualche costola rotta.
Quanto a Ikkaku, stava lentamente e inesorabilmente trasformandosi in una poltiglia di sangue e carne piagata.
-Ho capito; chiamo un paio di ambulanze – sospirò Yumichika – Tatsukichan, ne hai bisogno anche tu?
-No. Io sto bene Al massimo mi farò controllare domattina. Ma Ichigo… - sentì una goccia di sudore freddo colarle lungo la mascella – lui è messo male. E tuo fratello…
Si voltarono verso Ikkaku.
Edrad gli premeva un piede sullo stomaco, impedendogli di rialzarsi. Ma lui, come un insetto ostinato, continuava ad agitare le membra e a cercare la spinta per rialzarsi.
-Non ce la farà mai! – Tatsuki perse la pazienza; batté sulla spalla di Yumichika – Senti, non me ne frega niente delle vostre idee da pazzoidi. Io agisco così, che vi vada bene o no – detto ciò, strinse i denti davanti al dolore alla schiena e si scagliò verso Edrad. Prendendolo di sorpresa, riuscì a piazzargli un pugno potente sulla mascella, che per un attimo gli fece perdere la concentrazione su Ikkaku.
-Che stai…! Chi ti ha chiesto di…
-Alzati e fa’ silenzio! D’ora in poi, se sei un uomo, sbrigatela da solo!
Tatsuki sbuffò, gli diede le spalle e tornò verso la panchina camminando decisa come un militare.
Ikkaku perse solo una frazione di secondo per fissarla sbalordito, ma poi si riprese e si affrettò a rialzarsi.
-Pensi di riuscire a colpirmi, ridotto come sei? È assurdo! Ritirati e vattene, se hai un minimo di buonsenso!
Ikkaku ansimò. Ghignò, asciugandosi il sudore e il sangue dalla faccia.
-Sai cos’ha sempre detto mio padre? – si mise in posizione d’attacco – Ha sempre detto: buonsenso? Non…
In quel momento, però, Ikkaku vacillò. Normale, pensò Tatsuki con rabbia; era distrutto. Ma adesso quel tizio non l’avrebbe risparmiato.
-Non, cosa…? – disse Edrad – D’accordo, ho deciso che non m’interessa. Adesso la finiamo una volta per tu…
La ghigliottinata di tacco che stava per colpire Ikkaku dritto alla tempia fu fermata a mezz’aria da una mano. Quella mano indossava un guanto nero di pelle senza dita e fu abbastanza forte da immobilizzare il calcio di Edrad senza sforzo.
-Non riportare male le mie parole – disse una voce bassa e sguaiata – era “sanità mentale”. Sanità mentale, capito?
Edrad, nervoso, si girò verso la figura emersa dall’ombra. Si trattava di un uomo enorme, con i capelli ingellati, un chiodo con le borchie, un paio di anfibi e una catena appesa ai fianchi.
-Sanità mentale…? Che…?! – mormorò, cercando di divincolarsi.
-Ovvio, tu non l’hai mai sentita. A tal proposito, ho sempre detto… - il nuovo arrivato allungò l’altra mano; con uno strattone deciso e netto, gli storse completamente il polpaccio, lasciandolo penzolare storto dal ginocchio. Un urlo di agonia tagliò l’aria circostante. - … che non ricordo di aver mai avuto un simile disturbo!
-AAH! Bastardo! Bastardoo!
-Chiudi il becco – fece il tizio, prendendolo per il collo e scaraventandolo contro la parete della sala giochi. Quello, battuta la testa, perse i sensi. – Che diamine sta succedendo qui? Yumichika, com’è che tu non hai un graffio?
-In realtà mi ero spettinato un po’, ma ho subito risistemato i capelli! – cinguettò – Questo qui non era un tipo difficile.
Indicò al nuovo arrivato Yylfordt, a terra con il marchio “Chanel” impresso sul petto. L’omone scosse la testa.
-Proprio il tuo stile. Assurdo. Vabé, vediamo se riusciamo a cavarne qualcosa di buono.
-Padre, perché ti trovi qui?
-Mah, non ho trovato nulla da fare in giro. Forse qui posso trovare qualcosa con cui ammazzare il tempo.
-Papino ha fatto a gara d’impennate con gli altri motociclisti, ma loro avevano troppa paura di lui, perché faceva zigzag e cercava di buttarli tutti per terra, quindi non giocavano!
Una ragazzina che poteva essere delle elementari scese con un balzo dal dorso di quell’uomo. Tatsuki si voltò verso Yumichika, ormai talmente stranita da non avere le forze per chiedere spiegazioni.
-Ah, quello è nostro padre, mio e di Ikkaku. Kenpachi Zaraki, l’avrai sicuramente sentito nominare. E quella è nostra sorella Yachiru. Forse non l’hai sentita nominare, ma le medie di tutta la zona conoscono il suo nome e pregano che lei non si iscriva nel loro istituto.
-Prrr! Tanto a me basta papino! Della scuola non mi interessa!
-Vedi, è un po’ la filosofia della nostra famiglia. Io, invece, vorrei… - bisbigliò – studiare da designer d’interni, ma non dirlo a nessuno!
-Ma che razza di famiglia siete?!
-Se sapessi in quanti ce lo dicono.
-Pelatino è a terra!– rise Yachiru – Pelatino si è fatto battere. Guarda come sei ridotto!
-Non toccarmi dove sono ferito, stupida!
-Se mi chiami stupida, ti tocco ancora di più!
-Guarda che stavolta ti ammazzo!
-Volete fare un po’ di silenzio, ogni tanto? – borbottò Kenpachi Zaraki – Sentite, adesso vorrei divertirmi un po’, quindi voi andatevene da qualche parte, capito? Al pronto soccorso, per esempio. – Poi incontrò il corpo di Ichigo steso a terra. Lo indicò col pollice. – E questo qui?
-Ah, quello è un amico, padre – disse Yumichika – è stato lui a procurarci il divertimento di stasera.
-Ah sì? Beh, mi sembra che lui abbia finito di divertirsi, per oggi. – Lo sollevò la terra come se fosse stato fatto di gommapiuma; poi lo direzionò verso Tatsuki e Yumichika. – Prendetelo. Se vi casca, sono affari vostri, chiaro?
-Eh?! – esclamò Tatsuki – Ma cosa… ma lo vuole fare davvero?!
-Ricordi cos’ha appena detto…? Sulla sanità mentale?
-ZITTO, STA ARRIVANDO!
Riuscirono ad afferrarlo in tempo prima che si schiantasse sull’asfalto; caddero entrambi sulla panchina, però, a causa della forza di quel lancio.
-Non male mio padre, eh?
-È… è mostruoso…
-Yachiru, chiama qualcuno che si prenda cura di Ikkaku. Io porto Ichigo in spalla, e faccio controllare anche Tatsuki.
Kenpachi Zaraki raggiunse Grimmjow e Sado.
-Allora, chi è il più forte di voi due? – domandò.
-Non dovresti chiederti piuttosto chi è il tuo avversario? – disse Grimmjow.
L’uomo alzò le spalle.
-Me ne frega poco di chi è l’avversario. Io decido in base al mio criterio.. Quindi? Il più forte? A giudicare dalle condizioni di quest’altro, direi che dovresti essere tu.
-Sì, ma…
In quel momento, Di Roy si alzò faticosamente dal marciapiede dove Tatsuki l’aveva scaraventato. Pur faticando a mantenere l’equilibrio, si rivolse verso Kenpachi Zaraki con un sorrisetto di sfida.
-Grimmjow stava combattendo con colui a cui era interessato – gli sputò contro – quindi non disturbarlo e veditela con me.
L’uomo si voltò e lo fissò, inespressivo. O meglio, sarebbe stato inespressivo se non avesse avuto la pazzia e la furia omicida impresse a fuoco negli occhi, anche nei momenti di calma.
-IDIOTA! Levati da lì, immediatamente!
Inutile; Kenpachi Zaraki gli assestò un ceffone sul naso che glielo ruppe istantaneamente, e lo stese a terra dopo un paio di giravolte.
-Che seccatura – mormorò – dicevamo. Come hai detto che ti chiami?
-Grimmjow Jaggerjack.
-Ho capito. Un teppistello con una certa fama. Io sono…
-Kenpachi Zaraki. So perfettamente chi sei.
-Allora possiamo risparmiarci le presentazioni.
Non aspettò nemmeno un decimo di secondo prima di colpirlo in volto con una manata, che fu prontamente fermata; ma con qualche difficoltà.
-Se sconfiggo te, poi potrò dire di essere veramente il migliore.
Kenpachi Zaraki scoppiò a ridere.
-Cos’è che intenderesti fare, tu? – un pugno partì da dietro i suoi fianchi; non fu particolarmente veloce, ma andò a segno e prese Grimmow sotto il cuore.
Quello, pur accusando il colpo, sogghignò.
-Finalmente un avversario degno.
Tatsuki si era incantata a guardare quei due folli combattersi; fu riportata alla realtà da Yumichika, che la prese per un braccio.
-Andiamo, se non vuoi finire in pezzi. Lui non fa molta distinzione tra amici e nemici, in questi casi.
-Io rimango con papino! – esclamò Yachiru – Voi portate Pelatino e Icchy in ospedale, poi vi aspettiamo a casa!
-Capito? – fiatò Ikkaku – Siete tutti invitati.
-Almeno – sussurrò Ichigo – ci ho rimediato un invito a cena.
-Sei scemo? Sono le undici di sera!
-Ma mi offrirete comunque qualcosa, no?
-State zitti, voi due! – Tatsuki li colpì entrambi in testa con un pugno – A malapena riuscite a respirare! Piuttosto, Ichigo. Andiamo a casa tua, così ci rimetterà in sesto tuo padre.
-Sei pazza? – diede qualche colpo di tosse; sputò sangue. – Se quello mi vede e sa che ho fatto a botte di nuovo, mi fa il resto!
-Davvero? Nostro padre, invece, è fiero di noi se torniamo a casa con un po’ di ematomi.
-Vostro padre non è normale!
-Nemmeno Isshin è normale, Ichigo, ma non è così folle da lasciarti in queste condizioni!
-Se abiti a Karakura, effettivamente è più vicino, Ichigo – disse Yumichika.
-Fate come volete. Se poi cerca di farmi la pelle, me la prenderò con voi, chiaro?
-Pff – fece Ikkaku – e cosa pensi di potermi fare, ridotto così?
-Tanto, non riusciresti a ridurlo peggio neanche se volessi – concluse Yumichika.

Isshin li accolse con uno stupefatto mutismo.
Dietro di lui Karin e Yuzu, che erano andate a letto da poco, si presentarono in pigiama, ancora sonnolente.
-Papà, che succede? – mormorò Yuzu, stropicciandosi gli occhi.
-Oh! Ah… ma voi due bambine dovreste essere a nanna, no? A nanna, a nanna! Volete che il papà vi canti una…
-Ichi, ma che hai combinato? – chiese Karin, che invece era abbastanza lucida da accorgersi che non camminava sulle sue gambe, ma era sulle spalle di un tizio con le ciglia lunghe.
-Dormi – fu tutto quello che riuscì a dirle, e le fece cenno di andarsene. Karin non disse nulla e portò la sorella di sopra, mettendole un braccio attorno alle spalle.
-Ma che avete fatto? – si sbalordì Isshin – Ichigo, come sei ridotto?
-Lo vedi, come sono ridotto. Vedi di far qualcosa!
-Ehm, Isshin – Tatsuki lanciò un’occhiataccia a Ichigo – dei teppisti ci hanno attaccati, e Ichigo ha cercato di difendersi. Questi sono nostri amici, e sono stati attaccati anche loro.
-Beh, non penserete che io da solo, a quest’ora, possa rimettervi in sesto. Vi porto al pronto soccorso, salite in macchina.
-Cioè, vuoi dire che non mi dai il colpo di grazia? Non mi prendi a calci, non cerchi di lanciarmi contro il muro?
-Figlio mio, come potrei ridurti peggio di così? – si grattò la testa – Per almeno un mese, credo che non potrò nemmeno sfiorarti.
-Almeno, farmi pestare è valsa la pena di qualcosa – mormorò Ichigo.
-Che hai detto?
-Nulla, nulla. Andiamo, che Tatsuki si è fatta male.
-Una deliziosa fanciulla come Tatsuki, ferita? Di corsa! Immediatamente! Quando sarai guarito te la farò pagare per non averla portata tu stesso sulle tue spalle!
-Vecchio stronzo! Non credo nemmeno di avercele più, le spalle!


Al pronto soccorso c’era una folla piuttosto eterogenea.
Vecchietti in preda a infarti, vittime di incidenti stradali, drogati in overdose, teppisti come loro.
Ma, nonostante la stranezza del loro gruppo – un pelato, un effeminato, una ragazza con gli occhi di un demone e un omone dall’aria del tutto tranquilla – passarono completamente inosservati, perché gli occhi di tutti erano puntati su un’unica persona.
All’accettazione, tenuto in piedi da un’infermiera, c’era un tizio con una gamba rotta, un braccio appeso al collo e un collare sanitario.
Un tizio coi capelli azzurri.








(Nda: salve ^^! Solo per questa volta, permettetemi di usare questo spazio per le note per un po’ di pubblicità è_é!
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Voilà! Se cliccate sul banner troverete tutte le info; ad ogni modo, si tratta di un concorso di fanfiction IchiRuki (cioè, con pairing IchigoxRukia) indetto dal forum Death&Strawberry. Se voleste partecipare, avete tempo fino al 10 agosto per scrivere una fanfic ^^ il bello di questo concorso è che potrete scegliere un numero al quale è collegata una citazione random tra quelle riportate, alla quale la vostra fanfic dovrà ispirarsi. Secondo me è un’idea molto carina *_* inoltre io sono il giudice ^-^ per cui, se voleste mettervi alla prova, partecipate! Su che vi aspetto  *_*
Poi, le risposte alle vostre recensioni... :D wow, siete stati davvero tanti! Continuate così *_*!
@MayCry: spero di essere stata celere XD comunque, Chado stava presumibilmente facendo pipì XD la mia sarà una mente perversa, ma non fino a questo punto! Comunque, ecco a te la rissa, pronta e servita ;D.
@NekoGirl94: essì, Grimmjow punk :D a parte la questione capelli, me lo vedo proprio un adolescente ribelle… XD
@Kirschblute: grazie, grazie ^-^! L’idea di Kenpachi biker non è propriamente mia (anche se giuro che me l’ero immaginato un vecchio metallaro pure io XD) ma spero di averla sviluppata bene!
@Garconne: eh eh XD nella versione segreta… il rossetto non era un rossetto :°D solo che mi sembrava un po’ troppo cattiva come cosa e così ho corretto il tiro. ù_u
@Xazy: spero tu abbia trovato qualcosa di carino ^^ guarda, indicativamente ci sono “Desiderio” e “Under Your Spell” che sono delle lemon; “Drift to You” e “Senses” sono introspettive; “Choices” e “And you swore to run to my side” sono dei dialoghi, mentre “St. Valentine’s Day” è una cagatina senza pretese. Poi ci sono una RenjixRangiku e una NelxNnoitra, e poi “Meant to Live” e “Crucify” che sono sì Ichiruki, ma lì Rukia è morta ^^;. Spero troverai qualcosa di tuo gradimento!
@Selfish: uuh, grazie ^.^! Sì, è come dici tu, è difficilissimo estrapolarli da un mondo che li caratterizza così tanto. Infatti ho capito che con Yumichika ci devo rinunciare ‘’xD ad ogni modo, spero che anche questo capitolo sia stato coinvolgente, e sono felicissima di leggere che la storia piace anche se non è prettamente romantica. Grazieee ^-^!
@Sexta_aram: grazie davvero, ci tengo moltissimo all’IC. E, tranquilla, lo tratterò bene il tuo Grimmjow XD. Non è decisamente uno dei miei personaggi preferiti, anzi ‘’XD, ma mi prenderò cura di lui. In fondo mi fa tenerezza.
@Exodus: ammetto che ho dovuto chiedere al mio ragazzo qualche approfondimento XD io ho sempre giocato a Soul Calibur e non sapevo bene che personaggi ci fossero nella vecchia versione… comunque Sophitia mi ha sempre fatto il culo, ma forse perché io uso di base Amy XD
Sono contenta di aver soddisfatto il mio lettore più esigente e spero di aver mantenuto il livello (un film di Bud Spencer *_* per me è un complimento XD!). Ti prego di silurarmi se così non fosse.
@nick nibbio: wow, grazie o.o beh, eccoti subito il capitolo nuovo XD buon appetito! è_é
E con ciò vi saluto, ringraziandovi ancora dei vostri commenti (:*) e invitandovi a dare almeno un’occhiatina al concorso… ;D su che la sezione va ripopolata di IchiRuki!
(Precisazione: per il titolo di ringraziano i Ramones) Alla prossima!)
  
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