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Autore: _ToMSiMo_    29/07/2010    3 recensioni
Vanille, una giornalista in erba. Il suo capo, un grande stupido. A cinque dei suoi allievi dà un incarico preciso. A qualcuno più difficile dell'altro. Solo lei deve vedersela da sola.. Riuscirà ad ottenere un posto in prima pagina? (Tratto dal primo capitolo: -Cosa devo fare? Servizio su una catastrofe? Inventare balle varie?- rispose Vanille mentre apriva la cartellina. All’interno un paio di fogli con delle critiche,interviste,una busta con dei soldi e delle foto. -Deve scoprire il segreto della “diva isterica”- girò la pagina. Le apparve l’immagine di una persona vista mille volte. )
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si sa che Amburgo non è la città più solare del mondo. Come sospettava arrivò lì con ritardo e con la pioggia. Aveva rassicurato Juliet,sarebbe stata via davvero per poco. Bill avrebbe fatto un’eccezione.

Aveva richiamato il capo dieci volte quella mattina,voleva la conferma che fosse Amburgo.  Sì, ma dove?  Amburgo è la città più grande dopo Berlino e questo non era per niente d’aiuto. Avrebbe potuto chiedere una volta arrivata al centro ma se aveva rinunciato alle interviste era stato tanto furbo anche da non far sgamare la sua casetta.  Era cosciente che avrebbe passato tre giorni per cercare la casa e due per entrarci ma continuò lo stesso. Bill Kaulitz, per sfuggire a quelli della razza di Vanille , dove avrebbe potuto nascondersi? Mentre cercava invano di pensare,squillo il suo telefonino.

-Pronto?!- disse aspettando che la voce squillante di Juliet rispondesse.

-Ehilààà siamo già arrivate a d Amburgo?-

-Già arrivata ma ancora non sono scesa per andare in hotel,sto da schifo- disse girando per una superstrada. Pensava che come “checca isterica” avesse avuto sicuramente una grande villa con i fenicotteri rosa appoggiati al cancello.

-Perché? Ancora non hai sfidato “Miss K. Bill” ?-

-Uhm.. certo. Peccato che  Amburgo è solo in seconda posizione come città non capitale  più grande d’Europa -. Prese una strada di campagna e mise il vivavoce al telefono perché stava per fare una grande manovra per tornare in città.

-Ah quindi vai a culo?- chiese Juliet ridendo come la pazza,poi continuò –Allora come ti aspetti questa casa? Con il tuo spirito critico può essere che centri il modello-

-Beh-  rispose  ritornando velocemente al centro di Amburgo – che ne dici di fenicotteri rosa sopra il cancello?-

L’amica scoppiò in una fragorosa risata, mandando in tilt il navigatore dell’Audi.

-Perché- chiese Vanille- tu che avevi in mente?- un’altra stradina portava verso la periferia prima del centro. Decise di prenderla, il navigatore diceva che avrebbe abbreviato.

-Una villa Pink Sugar con la sua faccia dipinta ovunque,una fontana con il suo busto di marmo e..-

-No no basta Juliet,sei impos..- si bloccò.

-Che c’è hai trovato qualcosa?- chiese l’avvocato.

-Si è fermata la macchina,merda. Ci mancava solo questa, è un posto sperduto. Ci sentiamo dopo ti richiamo- .

Scese dall’auto, prendendo a parole il Tom Tom. Magari era davvero partito per l’urlo di Juliet,oppure era sempre stato poco affidabile. “Cosa diamine faccio?” si domandò. Prese il telefono,compose il numero del suo capo ma PUFF, “batteria scarica”.

Stava andando letteralmente in panico: per la città,il telefono,il giornale,il capo, la macchina e tutto il resto.

Si guardò attorno,spaesata. Alberi a destra, a sinistra ,davanti. La pioggia aveva smesso di scendere,inoltre aveva percorso già abbastanza strada per tornare a piedi in centro. Cosa diavolo poteva fare?

Si ricordò di quando andava agli scout. Chiuse la macchina, recuperò le cose con più valore e posizionò il triangolo di pericolo 150 metri prima dell’ostacolo. Borsa sotto il braccio e partì. Erano le quattro del pomeriggio, e nessuno passava di lì. Non le importava più nulla ora,voleva solo riuscire a chiamare un meccanico, la polizia e arrivare in Hotel. Percorse qualche miglio,finché vide da lontano una vecchia casa di campagna, ristrutturata. Le brillarono gli occhi,affrettò il passo e cercò di raggiungere quella casa da contadini. Aveva un cancello automatico grigio scuro,le pareti ocra e un bel giardino.  A destra dell’ingresso c’era il citofono. Bussò. Una voce profonda rispose  dopo alcuni minuti.

-Chi è?-

-Ehm mi scusi avrei bisogno di chiederle un favore, posso parlarle di persona?-

-Ha armi con sé?- chiese costui dall’altra parte.

Vanille sbarrò gli occhi, incredula. Armi? Mica aveva la voce da mafiosa?

-Su non faccia quello sguardo, stavo scherzando!Prego.- il cancello si iniziò ad aprire lentamente e scostandosi dal muro per entrare si accorse anche della telecamera.

Non era per nulla una vecchia casa in restaurazione. Era stata costruita da poco. Circa due piani,finestre,porticati,terrazzi,balconi. Un garage alla destra, delle cucce per i cani, giardini, alberi, fontane.

I contadini dovevano avere davvero un bel po’ di soldi. Sulla destra c’era anche la piscina e due ragazzi in divisa si stavano occupando della sua pulizia dopo la pioggia. Attraversò il porticato, con dondoli e fiori e aspettò davanti la porta. Nessuno andò ad aprirle,eppure avevano visto che lei stava entrando. Dopo alcuni minuti, un uomo,vestito di nero, con un fazzoletto sull’avambraccio sbucò dal lato destro della casa.

-Signorina- sorrise- mi segua-

Vanille lo seguì e solo quando fu sul lato della casa si accorse di quanto fosse lunga e quanto fosse bella.

Verso la fine c’era un’altra porta,più piccola,meno possente.

Lui entrò e lei lo seguì. Entrando vide altre due persone, oltre il signor “pinguino” e i due che stavano sul bordo piscina: una ragazza con i capelli ricci raccolti in una coda e  una donna con un grembiule bianco davanti.

-E’ arrivata finalmente- disse quest’ultima.

-Già- rispose la più giovane – almeno non lavoro da sola-

-No scusate, avete frainteso..- si scusò Vanille.

-Certo, neanche due giorni e scappa anche lei- disse il ragazzo con i capelli scuri.

-Ma che dici!!- disse il biondo- ha la faccia di una che è tosta-

-Basta ragazzi- rispose l’uomo- lasciatela lavorare e tornate al vostro posto- poi guardando la ragazzina- Lexa mostrale la divisa e la sua stanza-

La ragazza le si avvicinò come per farle strada ma Vanille si fermò.

-Avete capito male, io sono venuta qui, cioè mi sono persa, si è rotta la macchina..- stava per continuare ma l’uomo più anziano prese parola.

-Mando uno dei ragazzi a prenderla e ti fanno riparare la macchina in due giorni. Se ti serve qualcosa chiedi  a Lexa o – disse indicando la signora- a mia moglie-

Le sorrise ancora ed uscì. La signora,allora dopo aver messo l’acqua in una pentola e appoggiata sul fuoco , si presentò.

-Mi chiamo Giselle. Io e mio marito lavoriamo qui da molti anni. Lui è il maggiordomo della casa, io sono la cuoca. Jim e Daniel sono i miei nipoti e Lexa è mia figlia.- prese un coltello e delle carote e iniziò a tagliarle tutte a cubetti- non riusciamo più a mantenere questa casa. Lexa aveva bisogno di aiuto,perciò abbiamo chiesto ad un’agenzia  di mandare qualcuno. Avevano detto che non era sicuro,ma grazie al cielo sei arrivata. Tu dovrai occuparti delle camere. Il tuo lato della casa è questo. Il resto della villa è dei signorini. –

-I che?- chiese Vanille prendendo appunti mentali mentre si rendeva conto di essere capitata nel posto sbagliato in un momento ancora più sbagliato.

-Tom e Bill Kaulitz- disse Giselle – Da quando hanno deciso di prendersi una pausa,sono tornati nella loro vecchia casa di campagna.-

Vanille rimase immobile. Non aveva fatto nulla,eppure aveva appena scoperto di essere dove desiderava. Ma ora che avrebbe dovuto fare? Chiedere un’intervista, oppure “lavorare” come le avevano ordinato? Era davvero possibile che nessuno scoprisse nulla? Restare o meno? Vide il volto del suo capo nella sua testa, con una mano teneva un giornale e c’era la sua firma in prima pagina. Questa visione le aprì gli occhi.Avrebbe approfittato della situazione. Se alcuni giornalisti inventano le cose,perché lei non poteva entrare in casa della vittima? Sempre meglio che inventare no?!

Lexa le mostrò la stanza che divideva con lei. Aveva la sua stessa età e le spiegò le regole della casa.

-Allora- iniziò-  questo lato della casa è nostro. Qui noi possiamo fare tutto. Il lato dopo la porta rossa che hai visto in cucina è il lato dei gemelli. Loro sono dei bravi ragazzi ma guai a fare quello che non devi. Tu vedi  tutto ma non devi dire mai  nulla- disse aumentando la velocità delle sue parole.

-In che senso?- chiese Vanille

-Lo capirai con il tempo. Bill è molto riservato. Pensa che una volta un giornalista è entrato qui e ha chiesto di parlare con lui ma i cani sotto ordine del padrone sono partiti alla carica- Vanille ingoiò saliva ma Lexa sembrò non aver notato nulla. Mise delle asciugamani pulite sul letto e continuò- nonostante questo è un ragazzo d’oro. È bellissimo, dolcissimo, pronto a tutto per aiutarci-

-E’ anche venerato molto, a quanto sento- disse Vanille.

Lexa iniziò a ridere. Aveva gli occhi di due colori diversi: quello destro grigio e il sinistro azzurro chiaro.

-Può darsi ma è come un fratello per me. I miei si sono sempre presi cura di loro. Jim e Daniel sono molto amici, Tom li invita sempre nella stanza di sotto e solo loro possono andare a pulirla. Io sono una ragazza,mio padre mi impedisce di andare ma so cosa accade- 

“Altro che cantante e musicisti, questi sono pazzi” pensò la ragazza.

-Che altro devo sapere?- chiese Vanille.

-La cena la facciamo con loro, anche il pranzo, tranne quando Tom lo comunica prima. Devi indossare la divisa…- Vanille fece una bruttissima faccia e Lexa riprese- lo so che sembrano cose dell’antichità ma loro, o almeno la loro famiglia, la pensa così da un paio di generazioni-

Si avvicinò alla porta e le fece vedere le varie divise.

-Quando hai fatto, ci raggiungi in cucina- le sorrise ancora una volta e chiuse la porta alle sue spalle.

Vanille in fretta e furia, mise il telefono sotto carica, mandò un messaggio al suo capo e alla sua amica e poi lo spense. Avrebbe chiamato quando la situazione fosse stata più chiara. Indossò la sua divisa rosa e bianca a quadri, sbuffando per il pessimo gusto e si recò in cucina.

-          La tua valigia la portiamo in camera- disse colui che doveva essere Daniel.

-Grazie- disse con voce bassa lei.

Giselle la mise a tagliere le verdure e i ragazzi pulivano il camino nell’angolo sinistra della cucina.

Nessuno parlava,tutti si occupavano delle proprie faccende ma Vanille aveva bisogno del suo computer, di internet e di un massaggio.  Poi i due ragazzi iniziarono un discorso per fatti loro.

-Stasera dobbiamo pulire la stanza sotto, domani Tom ci ha invitati. Prendi tu la roba-

L’altro stava per rispondere ma si accorse di Vanille che subito dopo si voltò dall’altra parte a parlare di sé  con Lexa. Dopo un paio di minuti si sentì il rumore di un clacson e il maggiordomo,o meglio il Signor Frank, si avviò fuori salutando con un braccio.

-Sono tornati- disse mentre tutti prendevano le cose e le portavano dietro la porta rossa.

-Su Vanille- disse Lexa – dobbiamo preparare  la tavola che sono sempre affamati quando tornano dalla loro uscita di pomeriggio-

Mentre tutti scappavano al tavolo, Vanille si incastrò con il grembiule nel mobile e mentre cercava di uscirne sentì i saluti nell’altra stanza.

-Buonasera Signorino Bill- disse Frank. Vanille poteva vedere la sua ombra.

-Frank ti ho detto mille volte che sono Bill. Ciao Giselle- si avvicinò alla sua fronte. Forse le stava dando un bacio.

Poi riprese a parlare,ma questa volta la sua figura era dritta- Jim,Daniel- e per ultimo sentì dire – Dolce Lexa, buonasera-

Lexa con un tono di voce più pacato rispose –Buonasera Bill-

Si mise seduto accanto alla stessa figura su cui si era abbassato poco prima. Vanille mentre cercava di togliersi da quel guaio,imprecava in tutti i modi nella sua testa. Poi mentre aveva deciso di tagliare con le forbici quel pezzo di stoffa, sentì un colpo di tosse alle spalle.

-Tu devi essere la nuova cameriera- disse un ragazzo molto più alto di lei, sorridendo.

-Già, avrei voluto presentarmi in un modo degno ma sono bloccata qui- disse lei.

-Vuoi una mano?-

-Stavo per usare le forbici ma non mi sembra una buona idea, la divisa non è mia- si giustificò Vanille.

-Tom sei tu di là?- chiese Bill dalla stanza da pranzo. Anzi da cena ,dato l’orario.

-Si, Bill. Un momento e arriviamo-

Tom le si avvicinò, prese le forbici e tagliò quel punto. Adesso la sua divisa aveva lo spacco sulla destra.

-Stai bene anche così- disse il ragazzo.

-Piacere Vanille- disse arrossendo.

-Vieni Vanille. La cena è pronta-

Avviandosi per primo, portò Vanille fino alla stanza da pranzo.

-Lei è Vanille- disse Tom a Bill.

-Piacere- si alzò e le diede due baci sulla guancia.

In quel momento si accorse che a capotavola c’era il signor Frank da un lato e Tom dall’altro. Daniel e Jim sulla destra con lei e dall’altra parte, Bill tra Giselle e Lexa.

Le posate erano molto pesanti,brillavano,due bicchieri, fiori secchi al centro, tovaglioli di stoffa e cibo in ogni piatto,messo molto accuratamente. Giselle era una brava cuoca e Lexa ci teneva molto all’ordine. Spostò lo sguardo sul resto della stanza: il camino alle spalle di Frank,la vetrata a quelle di Tom, la credenza sulla destra, e delle mensole piene di libri sulla sinistra. La luce proveniva sia dai lampioni nel giardino che dal lampadario al centro della stanza. Accanto al camino c’era un’altra porta, marrone scuro. Quella dava al resto della casa.

-Allora è tutto pronto per domani?- chiese Tom,mentre stavano consumando la seconda portata.

-Si, amico- fece Jim.

-Bene, mi raccomando, deve essere tutto perfetto- poi guardò Vanille che cercava di mangiare senza sbavare.

-Complimenti Giselle, sei sempre un’ottima cuoca- disse Bill. Le strinse una mano e poi si rivolse alla nuova arrivata- Vanille, non so se ti hanno spiegato come funziona. Non voglio che si frughi tra le mie cose, e della mia stanza se ne occupa sempre Lexa-

-No, tranquillo. Non mi permetterei mai-

Sorrise, lasciando Vanille senza parole. Le foto che le aveva dato il capo non rendevano per nulla quella bellezza. Ma cavolo era così davvero femminile. Come avrebbe fatto a scoprire le cose se nella sua stanza entrava solo Lexa?

Aveva cinque giorni di tempo,prima o poi sarebbe entrata in quella stanza. Mentre pensava ai vari modi, rimase da sola nella sala con Tom.

Spostò lo sguardo vuoto dalla forchetta a Tom che continuava a fumare una sigaretta che non aveva visto accendere.

-Ne vuoi una?- chiese

-Cosa devo fare ora?- chiese lei senza rispondere alla sua domanda.

-Dovresti togliere i piatti, andare a dormire o  dare da mangiare ai cani, e la vuoi questa sigaretta?- richiese.

-Magari dopo,devo fare il mio dovere- rispose lei.

Si alzò,salutò e lavò i piatti.

“Tutti i soldi che hanno,non potevano prendere una lavastoviglie?”

Bill passò in cucina, diede la buonanotte a tutti e andò a letto. Poco dopo Lexa fece lo stesso e gli altri, pian piano si ritirarono nelle loro stanze. Vanille aveva davvero voglia di fumare adesso,ma le sigarette erano nel cruscotto della macchina. L’unica persona che fumava in quella casa,per ora, era Tom. Si mise il mini pigiama che voleva usare in hotel e passò oltre la porta marrone. Un salone immenso,divani rossi di pelle, scale che portavano alla parte superiore. La stanza di Tom la riconobbe perché lo vide entrare. Si avvicinò ma si rese conto tardi che Tom era in compagnia. Riccia, rossa, un bel seno. La stava spogliando mentre era seduta sul suo letto. Le vennero le guance rosse e poi vide Tom guardare dalla sua parte,o almeno così credeva. Fece per andarsene ma una mano le toccò la schiena.

-Non dire nulla- le ricordò Lexa prima di sparire tre stanze dopo.

Scese le scale di corsa,pensando in che guaio si era cacciata. Ok,doveva scoprire i segreti di Bill,ma sembrava il più normale. Ritornò dopo la porta rossa, entrò nella sua stanza e si mise a dormire. Aveva ragione Jim non sarebbe resistita neanche due giorni. Era un manicomio. Regole, vecchie tradizioni, Tom che si chiude in camera con una ragazza ma nessuno deve dire nulla, Lexa che va nella stanza di sopra, con chi e perché poi?

Aveva ragione Juliet, non poteva perdere quel posto per BILL KAULITZ E LA SUA FAMIGLIA DI MATTI.

 

 

Spero che questo capitolo, sia piaciuto. Ho spiegato un po’ la situazione, è se vi sembra assurdo ricordatevi che è tutto un lavoro di fantasia J

KarateGirl93= Grazie Mille davvero per aver recensito, spero di averti fatto interessare con questo capitolo anche al seguito. Buona Serata =)

  
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