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Autore: e l l i e    02/08/2010    0 recensioni
Se mi avresti ucciso sarebbe stato meglio. Ripenso spesso se te l'avessi quale sarebbe stata la tua reazione. Prima baciami fallo per compassione , fallo con irruenza, diventa un altro per rendermi felice. Prendimi con forza, utilizzami come un oggetto se vuoi, fai ciò che nessuno ha mai fatto. Feriscimi, fammi morire tra le tue braccia , rendimi inerme davanti ai tuoi smeraldi verdi che mi hanno dolcemente rovinato la vita. Divertiti, ma anche se per gioco ti ho avuto davvero. Stringimi forte, rompimi come cristallo, sfonda quel cuore che è sempre stato tuo, un amore impossibile, un amore vero? La risposta ad ogni tua domanda è perchè ti amo. ,ia prima FF spero vi piaccia buona lettura ed esprimete il vostro parere
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Georg Listing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P>-Ma che diav...- mi alzai ancora un po' frastornata per il poco sonno della notte. Sentì la porta della camera sbattere e una piccola signora si fece largo zompettando per la stanza spingendo un carrellino sul quele troneggiavano brioches, pasticcini, latte, the e qualsiasi altra delizia tipicamente della prima colazione. A giudicare dalla divisa nera svalzata da un grambiulino bianco con pizzo e tulle e una cuffietta in tinta rigorosamente posta sulla testa, la signora doveva essere una cameriera o comunque doveva far parte dell'ordine di servizio del castello. La guardai stranita mentre con gesti buffi per la tozza corporatura ma altrettanto curati e fluidi mi servì cornetti al cioccolato caldi contornati con cappuccino e marmellata. Fissai timorosa quella dolcezza per il palato e gli occhi, non so ancora se posso fidarmi, potrei ingurgitare la stessa cosa per cui Georg rimase senza sensi per due giorni, ma la fame mi attanaglia lo stomaco che si lamenta sonoramente attirando anche l'attenzione della signora che sembrava più un cartone animato che un'esperta tuttofare. Deglutì nervosa e questa mia reazione ai delizioni manicaretti fece agitare la cameriera che pose le piccole e cicciotte mani lungo i fianchi, gonfiando il prosperoso petto e le rosse guanche che assunsero sempre di pià un colore scarlatto. Inarcai un sopracciglio in assumendo un'espressione da punto di domanda afferrando il lenzuolo e girandomelo tra le mani come un piccolo giocattolo di pezza.

-Bè signorina non mangi? Sono tutte cose buonissime sai?- proferì lei saccente.

-Non mi fido di ciò che il tuo padrone mi rifila come "cibo"- rispondo.

Lei sventola prontamente una mano in aria come a scacciare qualche piccolo insetto, prende il vassoio argenteo appoggiandoci sopra una tazza di caffèlatte e un panino con del burro e portandomelo di tutta fretta sul letto coperto di seta bianca raffinata. Lo indica con forza usando l'indice guardandomi come una mamma apprensiva e severa, lo stesso di quando un bimbo non vuole prendere una medicina cattiva. Aggrottai la fronte scuotendo la testa in un esuberante "no" che viene ricambiato con una sbuffata scocciata a mo di toro da parte sua. Spazientita afferra bruscamente un pezzo di pane che si trova sulla superficie dell'oggetto d'argento e lo ficca malamente in bocca. Rimasi quasi scioccata nell'assistere al suo patetico ma divertente tentativo da tata di farmi mangiare qualcosa facente parte di quella splendida colazione. All'andare avati di questo teatrino per bambini scoppiai a ridere soffocando le risate con una mano che mi portai davanti alla bocca, è il primo sorriso di questi giorni e per altro regalatomi da una cameriera goffa e estremamente imperterrita. Anche lei increscpò le labbra in un dolce e comprensivo sorriso nella soddisfazione di essere riuscita a regalarmi un minimo di gioia.

-Ora ti va di mangiare qualcosa, il mio padrone non me lo perdonerebbe mai se sapesse che non sono riuscita a farti mettere un boccone nello stomaco- sospirò.

Era una signora così buona. Mi sentivo come un cucciolo cullato dalla mamma e per non demoralizzarla presi un pezzo di pane spalmandoci sopra della marmellata e mangiandolo con gusto, era assolutamente delizioso. Così presi a mangiare anche il resto delle dolcezze esposte sul vassoio e la mia pancia non mormorava più burbera ma prese a cantare da quanto cominciava a essere sazia. Lei allargò le guanciotte rosse porgendo le mani lungo il grembiule bianco e osservandomi mangiare con gusto.

-Ahhh ci voleva proprio- esclamai entusiasta. Afferrai un pasticcino ricolmo di crema, ma una fitta al cuore mi impedì di sfiorarlo nemmeno con la lingua. La mia espressione divenne velocemente cupa e triste e la piccola cameriera notò questo improvviso cambiamento mugolando in cerca di risposta.

-Questo cibo viene portato anche ai due ragazzi che il tuo padrone ha fatto rinchiudere vero?- dissi a fior di labbra mentre gli occhi mi si velarono vedendo la pafuta signora leggermente sfocata.

-Ehmm, non lo so bambina, mi dispiace- aggiunse lei con capo chino. Come posso stare qui ad ingozzarmi come un'insulsa egoista mentre Georg potrebbe essere a digiuno e nei peggiori dei casi anche senza acqua, questo pensiero mi fa rabbrividire e mi crea disgusto di me stessa. Posai il dolce sul vassoio bagnato da una timida lacrima che scese istintivamente.

-Non temere bambina- pronunciò la cameriera avvicinandosi -porterò io stessa tutte queste buone cose ai tuoi amici stai tranquilla, comunque io sono Rosario- mi prese una mano stringendola calorosamente tra le sue come una mamma piena d'attenzioni e quel gesto mi fece sussultare dandomi un senso di rassicurazione e di pace che fino ad ora avevo provato solo tra le braccia di Lui. Con un dito mi diede un affettuoso buffetto sul naso che accese il mio sorriso.

-Uno di quei due giovani è il tuo ragazzo è?- che strana espressione. Il mio ragazzo. Fino a questo momento non avevo mai preso in considerazione questa realtà, mi sembra tutto così assurdo o non volevo accettarlo rimanendo nella mia ingenuità da bambina come Rosario continuava a chiamarmi. Risposi con un fiebile "si" e lei rise sarcasticamente provocandomi confusione sul volto e nella testa.

-E' un vero peccato-sospirò lei - comunque stai serena, il mio padrone non ti farebbe mai del male, tu piccola, sei speciale per lui, non te ne sei accorta? Ti tratta come una principessina e non aveva mai fatto così con nessuna- disse portandosi un dito al mento in un'aria da pensatrice. -comunque, questo pomeriggio ha espresso l'assoluto desiderio di averti con se e passare del tempo in tua compagnia e ha dato l'incarico a me di darti una bella sistemata per il vostro incontro-. Rosario sembrava una scolaretta con un nuovo giocattolo insieme al quale potersi divertire battendo le mani gioisa del compito affidatogli da Adam. Mi prese per un polso strattonandomi in una stanza anch'essa bellissima e sfarzosa come quella in cui ho pernottato. Aprì l'armadio che sovrastava la parete dinanzi alla porta, cominciando a tirare fuori vestiti alla rinfusa fino a che non ne trovò uno di suo gradimento e me lo porse di scatto sotto gli occhi. Un completino nero con pizzo e sbalzi, la gonna molto corta quanto la scollatura ornata con un piccolo fiocchetto anch'esso scuro. Mi mise le mani sulla schiena facendomi roteare come una trottola malfunzionante e mi rispedì nella stanza da letto ordinando tassativamente di indossare quel grazioso abito. Mi cambiai di freta e furia uscendo il prima possibile dalla stanza per mostrarmi all'impaziente domestica. Rosario accartocciò le mani l'unca sull'altra portandosele al petto mentre riuscivo a cogliere un piccolo luccichio nei suoi occhi. Non disse nulla fece solo un sospiro compiaciuto gonfiando le guance rosse. Ancor più felice in men che non si dica mi fece sedere davanti a un enorme specchio dove prese a maneggiare con trucchi e spazzole. Dopo un'infinità di tempo, che nemmeno io saprei dire, Rosario si ferò improvvisamente dall'accociarmi i capelli sobbalzando sorpresa e cercando di mettere apposto il tutto nel minor tempo possibile.

-Che succede?- domandai stranita

-E' ora, è ora! Il signor Adam ti starà aspettando nel giardino! Su forza mettiti le scarpe e andiamo subito di fuori!- strillò lei

Mi lanciò letteralmente un paio di tacchi a spillo laccati che immediatamente indossai pronunciandomi pronta per seguirla. Camminavvo lungo il corridoio illuminato da altre finestre incorniciate di legno bianco e con i vetri puliti e limpidi come acqua dun ruscello montano. La piccola governante spalancò una porta-finestra simile a quelle precedenti, che s'affacciava direttamente sull'esterno della villa. Uno splendido e immenso cortile si estendeva davanti alla mia vista. Ogni qual dove spuntavano fiori di tutti i generi e colori creando un bellissimo quadro simili a quelli di Van Ghog abbellito qua e la da enormi sculture di piante raffiguranti animali e forme astratte. Al centro troneggiava una fontana di marmo preceduta da una scalinata anch'essa dello stesso materiale color perla. Davanti alla meravigliosa sorgente d'acqua zampillante si poteva scorgere una figura, alta e robusta che sovrastava il resto di quell'incantevole paesaggio. Attirava attenzione e luce come una piccola fiammella che seduce l'ingenua falena. Rosario si fermò in cima al primo gradino chinando testa e corpo in una spottospecie di inchino e salutato il poprio titolare. Mi diede uno sguardo di sbieco invitandomi ad andare da lui. Deglutì sonoramente avanzando impaurita e impacciata verso il ragazzo. I suoi occhi brillavano contrastati dalle perle d'acqua che ogi tanto sfuggivano dalla fontana. Indossa un elegante abito bianco avorio, la camicia sbottonata quanto basta e delle collne argento che gli pendevano lungo il petto in perfetto abbinamento ai vari anelli e braccialetti che sfoggiava su mani e polsi. Sorrise dolcemente mentre il tiepido venticello pomeridiano gli scombinava i capelli più cori ai lati che riprendevano un ciuffo sulla fronte, neri come l'eclissi e come quello che apparentemente sembrava essere il suo animo. Ma quella espressione di gioia riusciva a convincermi del contrario ricambiandola a mia volta leggendo e rileggendo quelle iridi ghiccio che abbagliavano persino il sole oscurato nella sua padronanza del cielo. Il cuore accellera in preda al panico, batte freneticamente forse per paura ma è impossibile definire l'insieme di sentimenti che gorgoglia nel mio stomaco. Si avvicinò prendendomi la mano, un'intenso aroma riecheggiava nell'aria, è il suo profumo, sa di buono, è fruttato e piacevole. Posò un bacio a fior di pelle sul dorso della mia mano e quel tocco mi provocò un brivido lungo la schiena. Non capisco cosa mi succede. Si spense ogni minimo rumore attorno a noi, il fruscio delle foglie, il cinguettio degli uccelli, riuscivo solo a udire le sue labbra umide farsi largo sulla pelle, un suono impercettibile, ma il mio battito gli rispondeva a tono. In un sussurro disse:

"Benvenuta Eleonoar, hai visto che strano? C'è stata l'eclissi, quando il sole ha incontrato i tuoi occhi"

   
 
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