Capitolo 16: Cambio di personalità
Sai era felice di non essere più un sottoposto di Danzo.
Da quando era piccolo era sempre stato sotto il suo servizio. Lo aveva
accolto quando era rimasto orfano, ma solo con lo scopo di addestrarlo e
renderlo suo servo.
Spesso veniva maltrattato dagli scagnozzi dell’uomo per un semplice
errore in allenamento, non tenendo conto che era solo un bambino e che come
tutti aveva bisogno di tempo per imparare.
Ma non si arrese, cercò di dare il meglio di se stesso, di esaudire
ogni suo desiderio, solo per non dare a Danzo la soddisfazione di prendersela
con lui.
Ricordava ancora lo sguardo soddisfatto di quando veniva torturato.
Sai odiava quell’uomo e se non fosse stato per quel sigillo, lo
avrebbe fatto fuori con le sue mani.
Era davvero riconoscente a Naruto, il quale,
nonostante stesse per morire a causa sua, lo aveva perdonato e dato la
possibilità di vivere una vita migliore.
Tsunade si avvicinò al ragazzo
per chiedergli come si sentisse dopo il rito.
“Magnificamente Hokage-sama!” rispose il
ragazzo. “Avrei una proposta da farle se ha voglia di ascoltarmi!”
Tsunade sgranò gli occhi e gli
diede il permesso di parlare “So che ora sono libero dalla prigionia di Danzo,
tutta via penso che fingermi ancora un suo alleato potrebbe tornarvi utile.
Potrei informarvi di ogni suo passo, fare il doppio gioco”
Tutti rimasero sorpresi a quella richiesta, ma Tsunade
mise in chiaro che non era d’accordo. Già Danzo avrebbe creato non pochi
problemi una volta scoperto che Sai lo aveva tradito e il ragazzo era già in
pericolo di vita così. Non voleva rischiare di metterlo in pericolo ulteriormente.
“Sei coraggioso ragazzo! Ti rendi conto che un passo falso e Danzo ti
farà uccidere?” chiese Jiraya.
“Mi ucciderebbe comunque. Ora non ho più nessun sigillo che mi
impedisca di riferirvi i suoi piani loschi! Inoltre sono in debito con voi, con
Naruto due volte!” disse guardando e sorridendo al
biondo.
“Non mi devi niente!” disse il ragazzo mettendo le braccia dietro la
testa.
“Tsunade,
secondo me, se facciamo come Sai ha detto, potremmo davvero incastrarlo!”
disse Jiraya cercando di convincere la donna.
“La prego Hokage-sama, mi sentirei molto più
utile!” disse Sai.
Alla fine l’hokage accettò, chiedendo al
ragazzo massima cautela.
Una volta messi d’accordo, Naruto propose a
Sakura e Sai di andare a festeggiare con un bel pranzo dall’Ichiraku.
Era da qualche giorno che non mangiava ramen e
sentiva come la necessità di mangiarlo.
“Naruto, veramente noi vorremmo parlarti!”
disse Tsunade seria.
“Non ora, ne parleremo più tardi, ora bisogna festeggiare!” disse il
ragazzo, cercando una scusa per rimandare al più tardi possibile l’argomento Kyuubi. Sapeva che la madre e il padre avrebbero voluto
chiarimenti sul suo uso del charkra della volpe.
I ragazzi si diressero verso il locale, ma il gruppo non era completo.
“Ragazzi, non dovremmo chiamare anche Sasuke-kun?”
chiese Sakura.
Naruto annuì e si offrì
volontario nell’andare a cercarlo. Sapeva
benissimo dove trovarlo e di fatto lo trovò al campo di allenamento ad
allenarsi.
Sasuke ultimamente era
inquieto. Infastidito dal fatto che Naruto fosse più
avanti rispetto a lui, innervosito dal fatto di non essere riuscito a scalfire
suo fratello, ma soprattutto non gli andavano a genio i misteri che si celavano
dietro a Itachi.
Naruto aveva fatto un giro di
parole per fargli capire che quello che sapeva sul fratello non era esatto, ma nonostante
il tempo che ci aveva perso a rifletterci, non era mai riuscito ad arrivare a
una soluzione che avesse senso.
Alla domanda che il biondo gli aveva posto, del perché Itachi lo avesse risparmiato, aveva trovato solo come
risposta il fatto che il fratello, nonostante l’aria fredda di quel giorno, ci
tenesse a lui, ma un’altra domanda nacque spontanea nel cervello del ragazzo. Itachi non ci teneva anche alla famiglia e al Clan?
“Avrei giurato che ti avrei trovato qui!” disse Naruto
beccandosi un’occhiataccia da parte del moro “Cos’è? ti alleni per riuscire a strapparmi qualche
informazione in più di tuo fratello?”
“a te o a Itachi. Diventerò più forte di
entrambi e finchè uno dei due non si convincerà a
dirmi quello che sapete, vi pesterò a sangue!” disse sasuke
stringendo un kunai.
Naruto sogghignò “passerai sul
mio cadavere, piuttosto che io ti dica quello che so, ma con Itachi dovrebbe essere più semplice, infondo lui vuole
dirti la verità, sta solo aspettando il momento giusto!”
“Semplice o no, peccato che lui non sia molto rintracciabile!” disse
sbuffando il ragazzo.
Naruto scosse le spalle e
cambiò argomento “Vuoi venire a festeggiare la liberazione di Sai con noi?”
“Non mi interessa. Non mi piace quel tipo.” Disse lanciando il kunai.
Naruto mise le mani dietro la
testa “Accidenti, sai? Incontrare Itachi ti ha fatto
diventare più scontroso! Eddai, non farti pregare,
non è che se abbandoni gli allenamenti per un’oretta, cambia qualcosa!”
Sasuke voltò il capo
contrariato, quando si accorse che qualcuno li osservava.
“C’è qualcuno!” disse l’Uchiha.
“Si, sono anche in parecchi!” disse invece Naruto.
I tipi nascosti uscirono allo scoperto. Erano ragazzi della stessa età
dell’Uzumaki e dell’Uchiha.
Entrambi i ragazzi erano tranquilli nonostante fossero circondati da
otto genin come loro.
“Che cosa vuoi Yuki!” disse Sasuke riconoscendo nel ragazzo l’ex compagno di accademia.
Yuki era un ragazzo piuttosto
grosso, a capo di una banda ninja che non prometteva bene, più che proteggere Konoha sembrava divertirsi a creare problemi, anche se con
piccoli furti e atti vandalici.
Se non fossero stati minorenni, l’hokage li
avrebbe già sbattuti nelle segrete delle prigioni, ma la legge lo vietava. Erano
ammesse delle sanzioni e punizioni, non molto utili dato che i ragazzi
continuavano nelle loro scorribande.
“Yuki, dove ho già sentito sto nome? È un
lontano ricordo!” disse Naruto facendo finta di
rifletterci su.
In realtà sia che lo conoscesse o meno, se era li per grane, le
avrebbe trovate, percependo l’aria che girava in quel momento.
“oh non ti ricordi di me mostro! Ora ti faccio tornare la memoria io!”
disse il ragazzo prendendo il biondo per il colletto della tuta e spingendolo a
terra senza che esso si ribellasse.
Naruto lo guardava serio, ma
tranquillo.
“Ricordi il bambino che hai spinto giù per le scale il terzo anno di
accademia?” disse.
“uhm…si. Era un cretino che si divertiva a
prendere di mira i più deboli e spifferare loro, in modo poco delicato, cose di
cui non si sarebbe dovuto intromettere! Quindi sei tu. Quella botta in testa
non ti ha reso più intelligente vedo!” disse Naruto
sorridendo “Sei il solito sbruffone e cretino, ma riconosco che qualcosa in te
di diverso c’è!” di porto le mani sulla pancia “Hai messo un po’ di pancetta
vedo!”
Yuki assottigliò gli occhi e
strinse i pugni “appena ho saputo del tuo ritorno al villaggio, ho cercato di
farti pagare l’affronto che mi hai fatto subire!”
“e tu vorresti fargliela pagare? Buona fortuna e sta attento a non
farti spezzare troppe ossa!” disse Sasuke
allontanandosi, non volendo essere coinvolto in certe ragazzate.
“Aspetta Uchiha. Ho un conto da saldare
anche con te! Non mi hai reso la vita facile all’accademia!” disse Yuki facendo cenno a due ragazzi ancora nascosti di farsi
vedere.
Questi spingevano una Sakura che cercava invano di liberarsi.
La ragazza era davanti al chiosco del ramen che
aspettava i suoi amici, quando la banda l’aveva colta di sorpresa e portata
via.
“cosa hai intenzione di farle?” chiese Sasuke
guardando il ragazzo minaccioso.
Yuki si avvicinò alla rosa e
le alzò il mento “Mi è sempre piaciuta questa bambolina, ma diciamo che la
voglio usare come ostaggio. Tu, Uchiha, sei un osso
piuttosto duro, anche se non credo che tu sia capace di riuscire a competere
contro tutti noi, ma avendo anche l’aiuto del mostro, pensavamo che
minacciandovi avreste fatto i buoni e obbedito ai miei ordini!” disse
divertito.
“Non lo ascoltate e dategli una bella lezione!” disse Sakura riuscendo
a liberare un braccio e dando una gomitata a uno dei ragazzi che la tenevano
prigionieri, ma l’altro stringendo la presa impedì la sua fuga. Quella sua
reazione però, peggioro la sua condizione dato che le venne puntato alla gola,
un coltello dalla lama affilata.
“Vi avverto che i miei compagni non ha paura di usare quell’arma sulla
ragazza!” disse Yuki.
Naruto lo guardava con rabbia e
stringendo i pugni fece qualche passo verso il suo avversario, ma Sasuke mettendogli una mano avanti, gli disse di calmarsi “Così
facendo fai il loro gioco, dobbiamo giocare d’astuzia!”
Un Kunai lanciato, fece separare i due e
ogni di loro fu circondato da quattro ragazzi e Yuki
decise che come preda preferiva Naruto.
Naruto era pronto a colpirlo,
ma il ragazzo lo mise in guardia.
“Per ogni pugno che dai a me o ai miei compagni, la lama affonderà sempre
di più nel collo di Sakura! Vuoi davvero essere tu la causa della sua morte?”
disse divertito.
Così facendo il ragazzo colpì in faccia il biondo e lo stesso fecero
quelli che avevano scelto Sasuke.
Entrambi i ragazzi dovevano subire e basta, ma se per Sasuke mentre cercava di schivare i colpi, pensava anche a
un piano per uscire da quella situazione, Naruto perdeva
sempre di più la calma e ogni volta che sentiva la mano di qualcuno scontrarsi
con il suo viso o la parola mostro.
Naruto era a terra con la testa
bassa, ma si rialzò senza nessuna fatica e non potendone più tirò tre pugni a Yuki, uno in faccia e due nello stomaco.
Il ragazzo si piegò in due per il dolore e diede segnale ai ragazzi
che tenevano Sakura di procedere.
La lama del coltello premette sul collo della ragazza, la quale emise
un piccolo gemito e dalla sua gola Naruto vide
scendere un rivolo di sangue.
A quella vista, Naruto non riuscì più a
trattenersi.
Fissò il suo nemico con uno sguardo rosso e carico di risentimento. I
suoi denti erano più appuntiti e i graffi sulle guance più spesse.
Gli succedeva sempre quando non manteneva la calma, il problema e che
perdeva la facoltà di pensare lucidamente, ma in quei momenti non gli importava,
voleva solo sfogare la sua rabbia.
Non sarebbe successo niente se di mira fosse stato preso solo lui, ma
incastrare anche persone che non centravano niente in certe faccende proprio
non lo sopportava.
Si era sempre trattenuto da quando era arrivato al villaggio, anche se
spesso gli era capitato di perder la calma, ma grazie ai suoi amici era sempre
riuscito a controllarsi.
Quella volta invece non ci riuscì e si mosse con velocità estrema,
tanto che solo Sasuke, grazie allo sharingan, riuscì a seguire i suoi movimenti.
Nel giro di pochi secondi, si ritrovò nuovamente nella stessa
posizione davanti ad Yuki, con l’unica differenza che
quest’ultimo aveva l’aria assente come anche tutti gli altri.
Tutti i componenti della banda caddero a terra privi di sensi, a causa
di un forte colpo subito nello stomaco.
Sakura era finalmente libera, ma era sconvolta da quanto accaduto,
dato che lei a mala pena si era accorta del movimento del ragazzo.
Sasuke invece lo guardava
contrariato, non solo perché non gli aveva dato retta, ma anche perchè avrebbe
dovuto raddoppiare gli allenamenti per riuscire a raggiungere il livello del
compagno.
In quel momento arrivò Kakashi, il quale era
stato messo in allerta dal chakra della volpe a nove
code.
Per quanto poco fosse stato usato, la minima quantità di chakra era percepibile dalle persone con cui erano già entrate
in contatto il giorno dell’attacco tredici anni prima.
E Kakashi era in prima linea quel giorno,
prima di essere mandato via, al sicuro, dai shinobi
più esperti.
Stava tranquillamente passeggiando leggendo il libro di Jiraya, quando dei brividi lo colsero e lo fecero correre
verso la direzione da cui proveniva quella spiacevole sensazione.
Al suo arrivo vide Sasuke, Sakura e Naruto in piedi e dieci ragazzi a terra.
Per un attimo temette che fossero morti, ma vedendo che uno si stava
per rialzare, dovette ricredersi.
Quello che vide dopo non gli piacque. Naruto
si avvicinò a quel ragazzo e gli diede, con cattiveria, un forte calcio che gli
fece perdere nuovamente i sensi.
Sakura si avvicinò al ragazzo e mettendogli una mano sulla spalla gli
disse di calmarsi, che era tutto finito, ma in risposta ricevette un ringhio e
uno sguardo carico d’odio.
Kakashi sussultò riconoscendo
sul volto di Naruto i tratti di Kyuubi.
L’uomo intervenne e fece portare via i ragazzi da una squadra medica.
“Cosa diavolo è successo qui?” disse serio guardando i tre ragazzi.
Sasuke fissava un Naruto ancora fuori di sé che stringeva i pugni come a
voler calmare i tremiti di rabbia, mentre Sakura spiegò quanto accaduto.
Kakashi sospirò sentendosi
sollevato del fatto che non era stato Naruto a
procurare quel taglio sulla gola alla ragazza. Da quanto visto bastava un altro
po’ che la ragazza avrebbe rischiato seriamente.
Anche Sakura venne accompagnata allo spedale per farsi medicare e con
una semplice quantità di chakra il graffio scomparve.
Sasuke venne mandato a casa e Naruto preso in custodia da Kakashi,
il quale si decise a portarlo dall’hokage.
Non trovavamo molto ideale rimproverarlo semplicemente e mandarlo a
casa, vedeva che era ancora visibilmente agitato. Infatti durante il tragitto,
si guardava a torno con fare agitato, mantenendo comunque la testa abbassata
per non dar mostra dei suoi occhi.
Giunsero vicino all’ichirakui ramen dove c’era un Sai annoiato ad aspettarli, con in mano
un blocco da disegno, quando li vide si avvicinò.
“Cosa è successo?” chiese Sai sentendo che qualcosa nell’aria non
andava.
Naruto appena lo adocchiò gli
si scagliò contro. Lo sbatte contro un muro e premette il suo braccio contro il
petto del ragazzo per non farlo scappare.
“Perché non sei stato con Sakura?”gli chiese con rabbia.
Sai sussultò a vedere i suoi occhi cosi uguali a quelli di un demone.
“S-sono andato a casa a prendere il mio
album da disegno. Volevo disegnare qualche momento nostro insieme!” disse non agitato. Era abituato a certi
trattamenti anche se era sorpreso che quello che ora lo teneva contro un muro
fosse proprio colui che lo aveva aiutato a liberarsi di coloro che lo
torturavano.
Kakashi prendendo Naruto per la tuta lo rimproverò e lo portò di peso dall’hokage, la quale non fu contenta di sapere quanto accaduto,
ma la parola si perse quando sgridando Naruto, lo obbligò
a guardarla negli occhi.
“Naruto, cosa hai…”
Il ragazzo riabbassò gli occhi e si liberò dalla presa di Kakashi che non gli mollava il braccio per sicurezza.
“Da quanto ha raccontato Sakura, Naruto ha
preso solo le sue difese. Quei ragazzi non si sarebbero fermati, nonostante
rischiassero di uccidere la ragazza!” disse Kakashi
in sua difesa, vedendo il volto scuro della donna.
“A quei tipi ci penserò più tardi, ma qualsiasi sia la motivazione non
accetto che mio figlio abbia fatto utilizzo di un tale potere!” disse Tsunade con voce grossa.
Naruto la guardò con astio, non
sembrava essere rimasto niente del ragazzo che Tsunade
conosceva “Cosa avrei dovuto fare?” disse con voce roca “Far pestare a sangue
me e Sasuke, mentre Sakura era in balia di quei
deficienti? È già tanto se mi sono trattenuto dall’ucciderli!” disse agitandosi
ancora di più al ricordo di quanto avvenuto.
Tsunade sussultò “Ti rendi conto
di quello che hai detto? Saresti stato capace di uccidere quei ragazzi? I tuoi
compagni di scuola?”
“Certo e mi sarei anche divertito a dirla tutta!” disse Naruto sorridendo, ma in quel momento Jiraya,
il quale un istante prima era seduto sulla sedia dell’hokage
e ascoltava quanto si stava verificando, applicò sulla fronte del ragazzo un
sigillo, rispedendo indietro il chakra della volpe
che era ancora in circolo nel figlio, facendolo sragionare.
Naruto si sentì disorientato
per qualche istante e se non fosse per il padre che lo tenne in piedi, sarebbe
caduto a terra.
“C-cosa è successo?” chiese confuso.
“hai fatto la festa a dieci ragazzi rischiando di ucciderli!” disse Tsunade.
Naruto voltò la testa e l’abbassò
“Io non ricordo di averlo fatto!”
Tsunade lo guardò storto non
credendogli.
Il ragazzo si arrese “Mi dispiace, volevo solo aiutare Sakura e in
quel momento mi sembrava l’unico modo di riuscirci…oltre
al fatto che non riuscivo più a sopportare quella situazione!”
“Non si può dire che hai dei nervi d’acciaio!” disse Kakashi.
“Naruto, ho una domanda. Hai già ricorso ai
poteri del Kyuubi prima d’oggi?”
Naruto annuì “Si, Itachi mi ha insegnato a controllare parte del suo potere!”
“A me non sembra proprio!” disse Tsunade
incrociando le braccia “Sbaglio ho hai detto che avresti voluto uccidere quei
ragazzi!”
Naruto la guardò seriamente
stringendo i pugni “L’ho detto, ma non l’ho fatto. se non fossi stato in grado
di controllare Kyuubi, avrei fatto a pezzi quei
ragazzi e non mi sarei fermato a loro. Quando uso il suo potere, oltre ad
acquisire maggiore potenza e velocità, acquisisco anche parte della personalità
della volpe. Posso dire e fare cose che in condizioni normali non farei, ma so
quando mi devo fermare e lo dimostra il fatto che Sai non ha subito danni,
quando ho usato quel chakra per sciogliere la tecnica,
chakra che avrebbe potuto ucciderlo e che quei
ragazzi sono solo svenuti!”
“Tu non ricorrerai mai più a quel potere, sono stata chiara?” disse Tsunade arrabbiata “Altrimenti…”
“Altrimenti cosa? Cosa è cambiato da stamattina ad adesso? Sapevo usare
questo potere da ancora prima che tornassi a Konoha, perché
ora sei così fredda?” disse Naruto infastidito dal
cambio comportamentale della madre.
“C’è che non lo sapevo!” disse la donna “Le cose sarebbero state
diverse!”
Naruto sgranò gli occhi e
abbassò la testa “Cioè? Mi avresti fatto rinchiudere, non mi avresti più voluto
o che so io? sono sempre lo stesso ragazzo e non sono come ora tu mi vedi!”
“Come ti vedrei?” chiese Tsunade avendo
paura di sentir uscire dalla bocca del ragazzo una certa parola
“Come un mostro!”
Tsunade lo fissò “te lo ripeto
fino alla nausea. Puoi fare errori e cretinate come tutti gli esseri umani, ma
non ti giudicherò mai un mostro. Il fatto che ti stia sgridando e che sia
arrabbiata per quello che fai, non ti deve far pensare a una cosa del genere!
So bene che il mostro è Kyuubi e non tu, ma non posso
accettare che tu faccia spontaneamente uso di quel potere, per vendicarti di
qualcosa. Non mi interessa cosa ti hanno insegnato all’akatsuki,
la prossima volta che userai quel potere
prenderò dei seri provvedimenti!”
Jiraya intervenne prima che la
situazione potesse degenerare. Si abbassò all’altezza di Naruto
e gli afferrò le spalle. “Naruto promettimi che non
userai più quel potere!”
Naruto guardò l’uomo, ma non
fiatò.
“Naruto!”
Il ragazzo abbassò il volto.
Jiraya lo scrollò preoccupato
per il fatto che il ragazzo esitasse tanto a rispondere “Guardami negli occhi e
promettimelo!”
Il ragazzo alzò gli occhi lucidi e guardando l’uomo, promise.