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Autore: candidalametta    07/08/2010    2 recensioni
un Jared troppo giovane, alle prese con uno dei suoi primi film, il cuore chiaro di speranze e l'anima forse, ancora intatta. un Angelo distratto che ne in contra un'altro, diverso e forse opposto che fa a pugni con il cielo. un non-amore... e in fondo, forse, una lezione da imparare... -(spostata dalla sezione 'attori' a quella 'cantanti' dopo attenta riflessione)- "volevo solo distruggere qualcosa di bello"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era strano vagare per quel capannone incredibilmente spazioso eppure così affollato. Jared si aggirava confuso tra i ring appena delimitati da strisce di carta e capannelli di gente che incitava i combattimenti. Una folla scorrazzante di bambini con le uniformi delle varie squadre tagliava spesso il passaggio di adulti impegnati a scambiarsi informazioni sulle gare, giovani allievi che ripetevano a rallentatore mosse appena viste, che si scambiavano consigli sorridenti o si spiavano dubbiosi a metri di distanza sotto i bisbigli preoccupati dei loro maestri.

Futuri avversari.

L’aria permeata dall’odore metallico del sudore fresco e la gomma nuova dei tappetini. Il tessuto delle divise contro la pelle e il gridare rauco vicino alla fine di ogni combattimento.

Vittoria o sconfitta.

La luce delle grosse lampade appese al soffitto si infrangeva contro centinaia di capi, di capelli sciolti o caschi protettivi e Jared si accorse ben presto che l’intero capannone era diviso in settori, divisi in cinture, fasce d’età, peso, come sui ring c’era un’aera specifica per ogni combattimento. I giudici, scaglionati dallo sfondo multicolore grazie alle divise bianche a sottili righe nere, sembravano impegnati a mantenere ordine dentro e fuori il campo.

Il ragazzo gironzolò curioso in quello che sembrava l’angolo delle nuove scoperte, ricolmo di adolescenti imberbi con le protezioni ancora nuove e le cinture sghembe, combattevano con più furore che tecnica, persino uno come Jared lo intuiva senza troppo sforzo. Accanto a loro, maestri più preoccupati che incitanti e famiglie sconvolte da tanta violenza immotivata. Si notava subito chi era al primo combattimento, giri infiniti intorno ad un avversario altrettanto stupito.

Mine vaganti.

Una mano guantata si abbatté sulla spalla del ragazzo senza preavviso e quasi barcollò nello stupore dell’approccio, “hey Jared! Che cosa ci fai qui?”, il sorriso storto di Manuel brillò provocante in mezzo alla confusione.

Jared si rimise in equilibrio osservando il compagno di allenamento nel suo ambiente naturale, i guantoni e parapiedi indossati con disinvoltura, con il casco stretto appena sotto il braccio muscoloso. “mi avevano detto che c’era una gara da queste parti e allora ….”, Jared si fermò prima di rivelargli che l’obiettivo della sua visita era Angela.

Il Maestro, che aveva potere illimitato sulla sua vita.

Un dio sadico che si prendeva tutte le libertà del mondo su un povero uomo con la fede ridotta a brandelli.

Jared era stufo, ed era venuto alle gare solo per avere l’occasione di rinfacciargli una promessa mantenuta fino in fondo.

Manuel sghignazzò tirando un altro gancio alla spalla di Jared che evitò di lasciarsi spostare di nuovo, “sembri parecchio fuori luogo sai?”, mugolò qualcosa che l’altro non si diede la pena di sentire, “ma questo è solo un gioco, ci saranno si e no quattro persone che sanno cosa aspettarsi, è più che altro un’occasione per fare la ossa ai ragazzini questa, Angela lo trova divertente anche se questa volta non ha voluto portare nessuno del gruppo”.

Jared strizzò gli occhi perplesso, “combatte solo lei oggi”, assentì il ragazzo indicando con il guantone sdrucito il centro del capannone.

Manuel si girò in direzione di una ragazzina adorante che lo osservava muta da parecchi minuti e le allungò il caschetto che arrossì silenziosamente mentre lo prendeva e se lo portava al petto definitivamente persa negli occhi chiari del ragazzo davanti a lei, “Naomi … chiamami quando è il mio turno”, prese Jared per un braccio, sospingendolo in uno stretto passaggio tra la folla. Trascinò il ragazzo fino alla barriera di schiene che proteggeva il ring e si fece largo con l’autorità imposta dai suoi muscoli e il simbolo della scuola impresso sulla maglietta a maniche corte, fino al bordo dello spazio riservato al combattimento.

Esattamente al centro, rilassata e perfetta come sempre, Angela aspettava l’avversaria e Jared si accorse che c’era troppa pace nel suo sguardo per poterla attaccare impunemente. La divisa nera le scendeva addosso coprendola senza farla apparire goffa, la figura slanciata e magra, il viso perfetto dell’ovale lasciato libero dalla coda alta dei lunghi capelli biondi che scendevano lisci e impeccabili fino a metà schiena. Indossò i guantoni bianchi con la solita tranquillità di quando doveva mostrare qualche mossa in palestra e Jared notò la smorfia della sua bocca mentre aggiustava il paradenti con un movimento studiato del labbro. Manuel apparve magicamente accanto a lei all’ultimo secondo per allacciarle il caschetto protettivo e Jared trovò il gesto tanto collaudato da comprendere per un attimo il livello d’indiscussa intimità tra i due. Una sorta di fiducia cieca che a Jared mancava verso qualsiasi essere umano che non fosse suo fratello.

Gli occhi dell’insegnante sorrisero per un attimo al suo allevo preferito per poi cadere oltre e inquadrare Jared seminascosto nella prima fila, con l’aria intimorita di topolino in una gabbia di gatti famelici. La sorpresa gli scurì lo sguardo mentre sul ring appariva la figura altrettanto atletica della sfidante, di una testa più bassa ma unitamente affilata, tanto che Jared pensò immediatamente ad una sciabola contro un fioretto.

Manuel tornò accanto a lui un attimo prima che le sfidanti si inchinassero con rispetto allungando il pugno dell’assaggio del guantone.

E Jared si accorse che fino a quel momento non aveva mai visto Angela combattere, non sul serio, non in quel modo, con tanta eleganza nei gesti, mentre trasformava i rigidi movimenti insegnati in eleganti passi di danza. Allontanandosi con leggerezza estrema nella posizione di difesa che poteva usare a suo piacimento visto i dang sulla sua cintura. Con la figura perfettamente allineata al nero della stoffa e le protezioni bianche di riflessi veloci. Il ragazzo si disse che assomigliava in maniera incredibile ad una pantera e ne ebbe quasi paura mente colpiva l’avversaria con decisione e fermezza, così veloce e precisa da chiedersi se l’avesse presa davvero, nel dubbio se le facesse male. Fin quando il tempo non venne interrotto da un giudice di gara e le sfidanti si inchinarono in un saluto silenzioso mentre l’uomo annunciava la vittoria della sua maestra che impunemente lo fissava con aria truce, lasciandogli capire che sarebbe stato lui il suo prossimo avversario.

Appena il giudice lasciò libera Angela alla stretta della vittoria Manuel la trascinò via dal ring ridendo, sciogliendole il casco dal capo con gesto liberatorio mentre lei rideva, togliendosi il paradenti. “piaciuto lo spettacolo Leto?” gli sussurrò troppo vicina nella calca, Jared arrossì, e prima di poter fare qualsiasi cosa si ritrovò ancora più stretto a lei, nella gioia esagitata delle congratulazioni, mentre da qualche parte appariva un attestato di qualche genere e qualcuno brandiva una macchina fotografica.

“dai Angela, facciamoci una foto” rise Manuel sull’altro fianco della donna, stringendola con cura, allontanando la folla.

Jared non lo aveva notato e uno strano spasmo gli chiuse lo stomaco facendogli digrignare i denti.

La donna sorrise passando un braccio intorno alle schiene di entrambi e mentre il flash li accecava la mano di Angela salì lungo la schiena di Jared scivolando su ogni vertebra per fermarsi sul collo, stringendolo con leggerezza languida. “sorridi per me Leto” sussurrò gentilmente, e un flash di stupore rimase impresso nella pellicola mentre l’ultima foto veniva scattata e la folla si dissolveva, lasciando Jared solo e confuso vicino al ring ormai vuoto.

Blue_moon

Ciao Nicole ;) tu sei sempre così buona con me! ;) la verità è che io un Jared ancora un po’ bambino lo vedo bene, perché prima di diventare quel meraviglioso sbronzissimo rubacuori che è ora un po’ innocente lo deve essere stato no? nn moltissimo per carità! (quello ha un istinto di seduzione talmente alto che nessuno potrebbe sfuggirgli!) ma quel tanto che basta per farsi prendere debitamente in giro da chi è un po’ più grande di lui quando ancora gli anni sulla patente sono pochi ;)
è sempre bellissimo risentirti

Un bacione

 

  JBecca

Oilà! Se non ti ho distrutto l’interesse con questo capitolo (lo so è stato uno stress) benvenuta tra quelli che si chiedono come mai un tale angioletto si sia andato a cacciare in un guaio tanto grande ;P

La “relazione” tra Jj e Angela è tutta in divenire, se hai voglia di vedere come finisce non hai che da leggere!

A prestissimo!

  
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