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Autore: Airis_cs    07/08/2010    8 recensioni
La storia tiene conto della maggior parte degli avvenimenti del settimo libro.Lord Voldemort è stato sconfitto ma c'è ancora qualcuno che trama nell'ombra. Nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts è stato indetto un nuovo torneo, quello della coppa dei prefetti, che li vedrà affrontarsi in varie prove. In questo anno Hermione si ritrova sola, senza l'aiuto dei suoi due migliori amici che sono diventati inspiegabilmente scontrosi nei suoi riguardi.Dovrà vedersela con Draco Malfoy e un ragazzino dall'aria abbastanza furba.
Ciao a tutti ^^ Siamo due cugine, Antonietta e Martina, e siamo appassionate della coppia Draco/Hermione. Proprio per questo abbiamo deciso di scrivere una fan fiction su di loro. Speriamo possa piacervi. I commenti naturalmente sono ben accetti!!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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ÃÃÃÃ

 

Le Sale comune dei Grifondoro e Serpeverde quella sera furono in gran subbuglio.
Burrobirre, Whisky Incendiario e vino erano sparsi da ogni parte dei dormitori accompagnati, naturalmente, dagli schiamazzi degli studenti. Ogni studente festeggiava la vittoria di Draco ed Hermione.

 
La sala comune dei Grifondoro era addobbata a dovere. Stendardi rosso-oro erano appesi ai muri, piccoli fuochi d’artificio scoppiettavano nell’aria, e un grande poster col viso d’Hermione occupava gran parte di un muro che era stato sempre libero.
La Grifondoro non era abituata a ricevere tante attenzioni. Si sentiva un po’ “pesce fuor d’acqua” in quella situazione, ma dopotutto non le dispiaceva affatto.
Appena mise piede nella sala comune, un gran numero di mani la applaudirono. Hermione era rossa in viso per l’emozione. Chiunque le passava vicino l’abbracciava o le baciava le guance.
La Grifondoro guardò poi il tavolo alla sua destra.
Un enorme quantità di dolci di tutti i tipi erano sul ripiano, facendolo completamente scomparire.
Cioccorane, gelatine tuttigusti + 1, gommebolle bollenti, api frizzole, pallini acidi, rospi alla menta ecc…..
Qualcuno aveva evidentemente svaligiato Mielandia.
Nella sala comune c’erano tutti i Grifondoro di ogni anno. Tutti festeggiavano e intonavano cori ad Hermione che rideva, sentendoli.
All’improvviso però si sentì il quadro della Signora Grassa che ruotava. Chi poteva mai essere? Il coprifuoco era scaduto da almeno un’ora e tutti gli studenti rosso-oro sembravano essere nella Sala.
Tutti si zittirono, alcuni incominciarono a pulire,altri nascosero i Tiri Vispi Weasley credendo che fosse la McGranitt, direttrice della loro casa e preside della scuola.
Dopo pochi istanti comparve Ron. Anche lui era un prefetto e aveva partecipato alla coppa come sapevano, e vedere la festa per Hermione non era proprio il massimo per lui.
Ron si guardò attorno e vide che tutta la sala era stata addobbata per l’occasione.
Poi rivolse lo sguardo ad Hermione e la fulminò con un’occhiata piena di odio, prima di salire nel suo dormitorio dove probabilmente lo aspettava Harry che, da come aveva notato Hermione, non aveva preso parte ai festeggiamenti.
Hermione si sentiva nuovamente male per lui. L’aveva guardata in un modo orribile, cosa che non aveva mai fatto neanche quando avevano litigato anni fa. Ma cosa gli era successo? In quei pochi mesi che non si erano visti sembrava che fosse uscita fuori la parte peggiore di Ron e che non fosse mai rientrata dentro.
Intanto, mentre la Grifondoro si perdeva nei suoi pensieri, gli altri avevano ripreso a festeggiare. Ogni cosa era tornata al suo posto e si faceva baldoria come prima.
Hermione decise di salire nel suo dormitorio, ormai il suo umore era stato rovinato e non valeva più la pena di festeggiare.
Mentre saliva le scale, Ginny la notò, e si diresse anche lei nel dormitorio.

 

“Herm, tutto a posto?” disse Ginny, appena chiuse la porta.
“Sisi, davvero! Non sono triste, è soltanto che… non mi sembra giusto festeggiare nei confronti di tuo fratello.”
“Ma cosa dici?! Ti sei meritata la vittoria ed è giusto godertela. Mio fratello è solo un imbecille, è solo invidia!” la rassicurò la rossa.
“Va bene Gin,però non voglio tornare lo stesso di sotto. Restiamo qua, ti va? Magari prendiamo qualche Burrobirra e festeggiamo qui, eh?” propose Hermione, che non se la sentiva proprio di scendere giù e di sentire tutto quel chiasso.
“Si, ok. Qui c’è più silenzio.” disse Ginny mentre prendeva la sua bacchetta di salice.
” Accio Burrobirre!” e subito due Burrobirre vennero catapultate sul letto di Hermione.
Ci fu un attimo di silenzio che subito venne interrotto dalla rossa.
“Ma cosa ci facevi sopra Malfoy prima?? Hai deciso di lasciarti andare finalmente, eh?”
“Cosa?!” esclamò Hermione “ Sei pazza? Io con Malfoy? Siamo solo inciampati perché Ernie stava facendo le corse con l’aspirapolvere e mi stava venendo addosso!”.
“Aspira - che? Vabbè lasciamo stare. Raccontami un po’ di questa prova. Cos’ ha detto Malfoy? Ti ha aiutato?” continuò Ginny.
“Meno male che mi hai chiesto della prova Gin, figurati se mi chiedevi di Malfoy eh? Comunque niente di che. Non mi ha insultata,se intendevi questo, ma solo perché abbiamo stretto diciamo una specie di tregua per la durata della coppa. Altrimenti era impossibile collaborare…E voi che avete fatto tutto il tempo in Sala Grande?” chiese Hermione sorseggiando un po’ della sua Burrobirra.
“Niente di che… siamo stati ad aspettarvi. C’erano un sacco di pettegolezzi su chi sarebbe arrivato prima … la maggior parte erano su Ron e Padma. In verità su voi due non ci contava nessuno! E come biasimarli? Dopo tutti gli insulti che vi siete tirati contro per sei anni …” spiegò Ginny.
“Già … pensa che non ci speravo neanche io di vincere… ma mi sono dovuta ricredere. In realtà Malfoy mi è stato di grande aiuto, molte intuizioni le ha avute lui. Nei momenti cruciali ha mantenuto sempre il sangue freddo … al contrario di me” spiegò alla rossa ripensando alla domanda che la voce nel telefono le aveva fatto alla prima prova.
“Ah, non ti ho raccontato una cosa” la interruppe Ginny “mentre vi aspettavamo sono stata in compagnia di Blaise Zabini e di un marmocchio del primo anno dei Serpeverde”.
Hermione per poco non si affogò con la sua Burrobirra. Continuò a tossire mentre Ginny le dava qualche pacca sulla schiena.
“Hey Herm … ti senti bene?” chiese in tono preoccupato.
“Tu … coff … insieme ai Serpeverde? Coff…!” domandò la riccia mentre tossiva.
 “ E che cosa c’è di strano? Ero sola e l’unica compagnia era quella di Harry che mi prendeva in giro dicendo che probabilmente ti saresti andata a chiudere con Malfoy in qualche sgabuzzino, visti i tuoi precedenti con Krum…” disse Ginny trattenendo una risata.
Hermione era fuori di se dalla rabbia. Come si permetteva Harry di parlare di lei in quel modo?
“E poi è arrivato Zabini insieme a quel biondino … e gli hanno risposto a dovere mandandolo via. E così abbiamo parlato un po’ … sai che ti dico? Non era affatto una cattiva compagnia. E poi dovresti sentire quel primino … sta sempre a parlare di te e Draco!” continuò Ginny in tono esasperato “ mi ha assillato da quando ha saputo che ero la tua migliore amica!”.
La Grifondoro rimase senza parole, ma dopo un po’ scoppiò in una grande risata.
“Un bambino ? Che parlava di me e Draco? Ma ne sei sicura? Non sapevo di essere così popolare!” disse Hermione continuando a ridere e facendo salire su un altro paio di Burrobirre con la bacchetta.
“Ridi, ridi … ma se lo sentissi parlare ti verrebbe l’esasperazione, sembra che non sappia parlare d’altro” e dopo un momento di serietà, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
Le Burrobirre stavano cominciando a fare effetto.

 

~~~~~~~~~

 

La sala comune dei Serpeverde era piena di studenti in divisa verde-argento che festeggiavano.
Draco entrò insieme a Blaise e Jamie, scrutando per bene il luogo che ora sembrava irriconoscibile.
Appena entrò, Draco fu sommerso da urli e grida da parte delle ragazze, e cori che intonavano il suo nome da parte dei ragazzi. Sembrava di essere allo stadio alla finale di Quidditch.
“Ma cos’è tutto questo baccano?” chiese al moro Serpeverde mentre si tappava le orecchie per il gran fracasso.
“Come sarebbe a dire? Draco … hai vinto la prima prova e ti aspetti che la grande casata dei Serpeverde non festeggi la tua vittoria?” chiese in tono incredulo Zabini.
“Appunto … la prima prova! Non l’intero torneo! Cosa succederà allora se lo vincerò davvero?” e mentre diceva queste parole si faceva spazio tra la folla seguito da Jamie.
Si sedette sul grande divano di pelle verde e distese le gambe fasciate dai pantaloni neri della divisa, che gli conferivano un aspetto aristocratico.
Jamie si accomodò di fianco a lui, coprendosi le orecchie con le mani per il gran baccano, imitando alla perfezione lo stesso gesto che aveva fatto Malfoy in precedenza.
Improvvisamente la porta si aprì e comparve Pansy Parkinson.
Appena gli occhi della Serpeverde osservarono il luogo, una smorfia apparve sul suo volto, e i suoi occhi indugiarono sulla figura di Draco.
Richiuse la porta dietro di se e , con passi lenti e misurati, si avvicinò al divano su cui era disteso Malfoy.
“Complimenti per la vittoria…” gli disse incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione imbronciata.
Draco la guardava senza battere ciglio, privo di interesse.
“Ho notato che tu e la mezzosangue avete formato proprio una bella squadra … ma non credere che ti lascerò vincere anche la seconda prova. Sono disposta a tutto pur di portare a casa la coppa, e sicuramente non lascerò che una sporca mezzosangue babbana la tocchi con le sue sudice mani!”.
Ad ogni parola che pronunciava il tono della Serpeverde diventava sempre più aspro e l’umore di Draco diveniva sempre più nero.
Zabini la guardava esterrefatto. Mai la Parkinson si era rivolta a lui con quel tono minaccioso.
Jamie la guardava di sottecchi… quella ragazza lo intimoriva, sembrava un serpente pronto a lanciarsi contro il collo di Draco.
“Pansy, quando hai finito questa ridicola sceneggiata ti sarei grato se ti togliessi dai piedi…” la fulminò con uno sguardo di ghiaccio il bel Serpeverde.
“Con la tua brutta faccia stai spaventando Jamie”.
La Serpeverde rimase pietrificata a quelle parole. Le braccia che teneva incrociate al petto le caddero lungo i fianchi, come prive di vita.
Aprì la bocca per replicare ma l’espressione di Draco le fece cambiare idea.
Era meglio tenere la bocca chiusa.
Gli voltò le spalle e corse via in direzione delle scale che portavano al dormitorio femminile. Tiger e Goyle, che erano dietro di lei, la seguirono subito.
Jamie fece un sorrisetto e cominciò a fare il conto alla rovescia.
“Tre…due…uno…”
Appena terminò si sentirono delle urla che provenivano da quelle stesse scale e un suono fastidioso, tipo quello di un allarme.
A quanto pare i due Serpeverde erano stati sorpresi dall’incantesimo Glisseo che vietava loro di salire nei dormitori femminili.
Le scale avevano assunto la forma di uno scivolo e Tiger e Goyle si erano ritrovati a terra in fondo alle scale.
Blaise,Draco e Jamie scoppiarono in una risata fragorosa, seguiti dal resto degli studenti Serpeverde che si trovavano nella stanza.
I due ragazzi si alzarono da terra rossi in viso, e correndo si diressero verso i dormitori maschili.
Per quella sera le loro brutte facce sicuramente non si sarebbero fatte più vedere.
Jamie e Draco si lanciarono uno sguardo complice.
Malfoy fece l’occhiolino al piccolo, che ricambiò con un gran sorriso.
Il Serpeverde stava cominciando ad affezionarsi a quella piccola peste che gli girava sempre intorno.
Lo apprezzava anche per un altro motivo.
Tutti e due avevano in comune una piccola cosa: mai parlare male di Hermione davanti a loro.

 

~~~~~~~~~

 

Un fascio di luce dorata entrò dalla finestra del dormitorio femminile dove le due Grifondoro stavano riposando beatamente. La luce colpì Hermione che subito si nascose il volto dietro la pallida e minuta mano. Lentamente si alzò da quella scomoda posizione in cui si era addormentata, poiché sentiva un grosso peso all’altezza dello stomaco. Guardò meglio e vide che una gamba di Ginny era andata a finire sopra la sua pancia, mentre il braccio destro della riccia nascondeva metà del volto dell’amica.
Cercò di tirarsi su poggiando entrambe le mani sul letto, e con una leggera spinta riuscì a mettersi seduta.
Appena si trovò in posizione eretta, ebbe un giramento di testa che la fece ritornare nella posizione iniziale.
A quanto pare la sera prima avevano un po’ esagerato con la Burrobirra!
Hermione si strofinò gli occhi, cercando di svegliarsi completamente e far passare quel terribile mal di testa che minacciava di spaccarle la testa in due.
Diede un’occhiata veloce alla sveglia che si trovava sul suo comodino, ma dovette riguardare meglio perché non credeva a quello che i suoi occhi avevano appena intravisto.
Era tardissimo! Le lezioni erano cominciate da un pezzo!
Velocemente fece roteare le gambe alla sua destra per poter scendere dal letto, ma appena i suoi piedi toccarono terra vide tutto il dormitorio girare e con un sonoro tonfo si ritrovò a terra, stesa ai piedi del letto.
Il rumore fece svegliare Ginny che aveva continuato a dormire fino a quel momento, ignara di tutto.
“Herm…che succede?” chiese all’amica mentre si strofinava gli occhi per riuscire a intravedere qualcosa nel buio della stanza.
Dato che la rossa non ricevette alcuna risposta, spostò lo sguardo di fianco al suo e notò che il posto occupato la sera prima da Hermione, era vuoto.
“Herm dove sei?” domandò ancora una volta sperando di ricevere qualche risposta.
Stava cominciando a pensare di aver sognato tutto, quando improvvisamente sentì uno strano mugolio provenire da sotto il letto.
Ginny si sporse lentamente e sopra il pavimento trovò distesa Hermione, con una mano posta sopra la fronte sudata.
“Oddio … Herm! Ti senti bene?” le chiese tutta allarmata scendendo dal letto e afferrando l’amica per un braccio nel tentativo di farla rialzare.
Lentamente Hermione si rimise in piedi, ma il suo mal di testa continuava a perforarle il cervello.
“Ginny … le lezioni … siamo in ritardo!” cercò di dire alla rossa mentre , con scarso successo, cercava di individuare in quale direzione si trovasse il bagno.
Ginny portò gli occhi al cielo, e mettendo un braccio intorno alla vita dell’amica, la riportò seduta sul letto.
“Herm calmati non siamo in ritardo…” cercò di farla calmare Ginny mentre con un fazzoletto le tamponava la fronte sudata.
“Come non siamo in ritardo?Ma hai visto che ore sono?Sicuramente ci avranno date per disperse!” strepitò la riccia mentre con un gesto della mano toglieva il fazzoletto di Ginny dalla sua fronte accaldata.
“Herm… è Domenica” le spiegò lentamente la rossa guardandola con apprensione.
Hermione a quelle parole smise di agitarsi e ritornò tranquilla.
“Oh…”  fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Si portò ancora una volta la mano sulla fronte e cadde all’indietro, stesa sul morbido materasso.
“Ma si può sapere quanto abbiamo bevuto ieri?” chiese con un tono di voce disperato e tenendo ancora gli occhi chiusi.
“Ehm … beh… abbastanza…” cercò di dire Ginny sperando che il discorso si chiudesse lì.
“Cosa vuoi dire con … “abbastanza”?” si infervorò la riccia cercando di rimettersi ancora una volta a sedere.
“Sarà meglio che ci vestiamo, non credi?” cambiò discorso l’amica scomparendo oltre la porta del dormitorio, probabilmente diretta a quello del suo anno.
“Ginny… ritorna subito qui!” ma era inutile gridare, ormai la rossa era andata.
Hermione scese dal letto, sempre appoggiandosi al sostegno del letto a baldacchino, e si diresse vero il bagno, che finalmente aveva intravisto.
Lo sapeva.
La sera prima non avrebbe dovuto bere. Non aveva mai sopportato l’alcool, ma era stata così stupida da farsi abbindolare da quattro bottiglie… o forse erano più di quattro.
Chiuse gli occhi e poggiò la fronte al muro freddo del bagno, sperando così di avere un po’ di sollievo.
Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e sgranò gli occhi.
Le occhiaie erano molto accentuate e i capelli erano spettinati e crespi.
Doveva proprio darsi una regolata. Appena uscita di li sarebbe andata in infermeria e si sarebbe fatta dare qualcosa da Madama Chips per il mal di testa.

 

 

 ~~~~~~~~~

 

 

Draco si svegliò di buon’ora quella mattina, eppure la scorsa sera non aveva riposato molto. Tra burrobirre, musica e cazzate varie aveva dormito si e no, tre o quattro ore. Non era molto entusiasta della festa di ieri sera, ma alla fine si era lasciato trasportare e non aveva perso tempo per fare baldoria.
Dalla finestra poteva intravedere il sole alto, anche se nascosto da qualche nuvola.
Camminando con la solita eleganza si diresse verso il bagno, facendo attenzione a non svegliare Zabini e anche Jamie, che aveva dormito perfino nel suo dormitorio quella notte. Draco richiuse la porta e si guardò allo specchio.
I capelli biondi erano abbastanza scompigliati, e alcune ciocche erano erette sulla sua testa. Aveva delle occhiaie profonde, che facevano a cazzotti con il pallore abitudinario della sua pelle perfetta e inoltre aveva ancora addosso la sua divisa verde-argento. La camicia bianca era aperta sul petto, lo stemma brillava all’altezza del cuore, e i pantaloni neri gli fasciavano le gambe.
*Che schifo questa divisa.. devo farla lavare subito* pensò, e in poco tempo si spogliò per cambiarsi e mettere qualcosa di più comodo. Optò per un maglioncino grigio a V, con delle piccole righe nere che si alternavano al bianco, un jeans chiaro che gli fasciava, come sempre, le gambe e un paio di scarpe nere e bianche, non troppo eleganti.
Mentre si vestiva sentì un dolore che ripercorreva in tutto il suo corpo. Il braccio gli doleva in modo particolare, quello sinistro, si intende. Si portò una mano quasi a metà braccio, e la strinse intorno abbastanza forte. Intanto Zabini si era svegliato e stava osservando la scena.
“Che hai Drà?” chiese il moro alzandosi dal letto e corrugando un pochino il viso.
“Niente” disse Draco con quel tono freddo e distaccato che sembrava essere sparito da tempo.
Zabini non fece in tempo nemmeno a rispondere, che vide Draco sfrecciare via giù dalle scale,diretto chissà dove.

 

~~~~~~~~~

 

Hermione si vestì in fretta e furia, correggendo con il make-up quei piccoli difetti che la notte movimentata gli avevano lasciato. Ginny era già pronta, una sciacquata veloce, un jeans e una maglietta, ed eccola qui, sempre perfetta.
“Eccomi, sono pronta” e prendendo la borsa al volo, si diresse insieme alla rossa giù dalle scale del dormitorio.
La Sala comune dei Grifondoro era deserta. A quanto pare erano già tutti in Sala Grande a fare colazione.
Sorpassarono il quadro della signora Grassa e si avviarono giù per le scale, evitando ogni volta di farsi portare da qualche altra parte.
Avevano appena raggiunto l’ultimo pianerottolo, quando Hermione andò a sbattere violentemente contro qualcosa, o per meglio dire, qualcuno.
Davanti a lei vide soltanto una massa di capelli biondi, prima di appoggiarsi al muro per evitare di cadere.
Incontrò ancora una volta quegli occhi color del ghiaccio, ma questa volta avevano qualcosa di strano.
Sembravano … sofferenti.
“Malfoy … che ti succede?” gli chiese massaggiandosi la spalla dove era stata colpita dall’imponente figura del biondo.
Lo sguardo di Draco sembrò congelarsi e irrigidirsi. Senza preavviso scappò via mentre stringeva ancora forte il braccio sinistro,gesto che non era passato inosservato agli occhi di Ginny.
Hermione e Ginny si lanciarono un’occhiata interrogativa. Cosa gli era successo così all’improvviso?
Hermione cominciò a demoralizzarsi. Era stata veramente sciocca a pensare di aver cambiato, anche se in minima parte, Malfoy. Aveva creduto di essere riuscita a penetrare in quella barriera che si portava sempre dietro.
“Sono sicura che non ce l’ha con te…” le disse Ginny notando lo sguardo triste dell’amica.
“Ma non hai visto come mi ha guardata?” rispose Hermione diventando,se possibile, ancora più triste.
“Non ha motivo di essere arrabbiato con te … sono sicura che c’è una spiegazione logica”
“Si … ma in fondo chi se ne importa di quel furetto? Io ho di meglio da fare!” e detto questo si avviò verso l’enorme portone della Sala Grande, seguita da Ginny che finalmente riconosceva la sua migliore amica. Non era da lei demoralizzarsi in quel modo.

  
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