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Autore: Lover    07/08/2010    2 recensioni
Leggendo alcune fanfiction su Carlisle, mi sono resa conto di come si sia sempre tentato di fare delle ipotesi sul suo passato. Ho notato anche che sono poche nella nostra amata lingua, perciò ho deciso di approfittare. Questa fanfiction tratta la storia di Carlisle prima e dopo Edward, piccoli problemi di cuore compresi! Prevalentemente yaoi, shounenai, slash, insomma omosessuale!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Volturi

 

Tre vampiri, di questo era certo, si trovavano a poca distanza da lui. E lui, paralizzato dal fascino e dall'attrazione che sentiva verso di loro, non si preoccupò nemmeno di considerare l'ipotesi che potessero essergli nemici.

Erano piuttosto diversi da quello che l'aveva trasformato, da quelli che era solito inseguire fin nelle fogne di Londra con una croce in una mano e la Bibbia nell'altra. Indossavano lunghe tuniche nere, pantaloni scuri e si coprivano i volti con cappucci foderati di seta. Sembravano indecisi se proseguire o meno, quello un po' più basso allungò una mano verso il più alto e questo la strinse. Avevano unghie lunghe, quasi degli artigli, che conferivano alle loro estremità candide un'aria di selvatico indefinibile.

Rimasero in quella posizione per qualche minuto, poi la figura più alta annuì e lasciò andare la mano dell'altra. Carlisle si chiese che cosa avessero fatto, ma la sua testa fu in grado di creare solo quel pensiero e non una risposta. Non respirava nemmeno.

A quel punto i tre si fecero avanti, lasciando cadere i cappucci con grazia innaturale. Non emisero un solo rumore mentre lo facevano, solo la sua sorpresa infranse il ghiaccio dell'assenza di suono.

-Che cosa abbiamo qui?- disse la figura più alta, un uomo. Aveva lunghi capelli scuri, più scuri della tenebra, e un sorriso di aperta curiosità sul volto. I suoi compagni erano anch'essi uomini, uno aveva i capelli dello stesso colore di quello che aveva parlato mentre l'altro, il più basso e tarchiato, aveva una chioma di un pallido dorato. Ciò che li accomunava, e che li rendeva perversamente simili, erano la pelle e gli occhi. La prima, così chiara e fragile da sembrare un antico raggio di luna; i secondi, rossi come il sangue. Erano fratelli di sangue, bevitori di esseri umani.

Nonostante la paura, Carlisle non si mosse. Pensò che era meglio studiarli, e quindi affrontarli in un scontro verbale prima che in uno scontro fisico. Erano comunque sempre tre e lui era da solo.

-Aro, andiamocene.- disse il piccoletto, muovendosi nervosamente. Fulminò Carlisle con una sola occhiata e lo fece rabbrividire, costringendolo a riservare la sua attenzione interamente a colui che aveva parlato. Il terzo vampiro, quello con i capelli scuri, continuava a guardarsi attorno senza mostrare il minimo interesse per quello che accadeva e per questo non fu attirato dalla sua presenza.

-Perché? Mi sembra che questo giovane studente meriti la nostra attenzione.-

La risposta del moro non aveva soddisfatto pienamente il biondo che rimase immobile, mentre gli altri due compagni si spostavano insieme con movimenti gemelli.

-Che cosa stai studiando?- gli chiese, quando fu abbastanza vicino. Gli puntò gli occhi addosso, occhi grandi che sembravano fatti per scrutare dentro la mente delle persone, e gli sorrise spingendolo a parlare.

-Medicina.- rispose Carlisle, cercando di mantenere la sua voce su un tono più monocorde possibile. L'eccitazione e la paura, però, formavano un mix così micidiale che nessun drink sarebbe riuscito ad eguagliare. Non era facile inebriarlo, nelle sue nuove spoglie.

-Affascinante, molto affascinante. E poi?-

Il vampiro biondo concesse un'occhiata alle mani dell'altro che si muovevano fra i suoi appunti, spargendoli senza farsi troppi problemi.

-Studio musica, medicina e scienze. Se non vi dispiace.- e strappò di mano le carte al nuovo arrivato. Questi lo fissò, dapprima colpito, poi il suo volto si allargò in un sorriso compiaciuto. Di più, soddisfatto.

-Materie importanti e serie, per un ragazzo giudizioso. Un bel carattere, aggiungerei.-

-Aro, stiamo solo perdendo tempo.- si lamentò ancora il piccoletto.

-Non ne sono certo.-

Di fronte alla scarsa collaborazione del compagno, il piccoletto avanzò velocemente e squadrò Carlisle dalla testa ai piedi.

-Non ha niente di speciale, è uno come tanti altri.- borbottò, fra sé e sé. -Studia medicina soltanto per sapere meglio dove mordere, fine dei misteriosi misteri.-

-Io penso che di misteriosi misteri qui ce ne siano molti. Per esempio, è inspiegabile la presenza del tuo parere quando non è stato richiesto.-

Era un duro rimprovero, il biondino aprì e chiuse un paio di volte la bocca ma non replicò. L'altro moro sorrise, quando lo vide giungere al suo fianco, e sembrò diventare finalmente partecipe della realtà contemporanea.

-Perdona Caius.- gli disse il vampiro che aveva inquadrato come leader.

-Chi siete?- domandò, deciso ad impedire la svolta assurda che stava avendo quell'approccio.

-Non fingere di non sapere chi siamo.- borbottò il rimproverato, puntando ostinatamente lo sguardo a terra. L'altro doveva averlo udito, ma distese un sorriso sul volto e non replicò.

-Perdona anche la mia maleducazione. Tanti anni di solitudine ci hanno arrugginito la capacità di socializzare.-

Si voltò verso i suoi compagni e li presentò:-Siamo Marcus,- ed indicò il moro distratto. -Aro,- ed appoggiò la mano sul suo petto. -e quel brontolone che hai avuto la sfortuna di conoscere è Caius.- additando il piccoletto ancora furente per il biasimo da poco ricevuto. Avevano tutti nomi strani, quei tipi, ed erano caduti lungo il corso della sua vita in modo ancora più strano.

Non erano buoni motivi per mettere da parte le buone maniere, tuttavia, quindi quando quello che si era presentato come Aro gli tese la mano per stringerla, Carlisle ricambiò. Le mani dell'altro erano forti e fredde come il ghiaccio, non lo lasciarono in fretta. Aro infatti aveva chiuso gli occhi ed aveva smesso il sorriso cordiale per vestire un'espressione di intensa concentrazione. Si chiese che cosa stesse facendo, si ricordò di quanto era accaduto quando erano arrivati e di così aveva preso la mano del biondo Caius per qualche attimo. Aveva poi annuito, come se si fossero parlati, ma le loro bocche non avevano emesso fiato.

Aveva fatto in tempo a riportare a galla quel momento dai turbolenti flutti della sua sovraccarica memoria quando l'altro lo lasciò andare. Riaprì gli occhi e vide impressa nelle iridi scure una comprensione che lo turbò. Di tutta risposta Aro batté le mani con aria gioiosa, ma nei suoi occhi restava una scintilla di fredda analisi.

-Piacere di conoscerti, Carlisle.- trillò, felice come un bambino sotto il periodo natalizio.

Carlisle si pietrificò. -Come fate a sapere il mio nome?

-So molte cose di te, adesso.- annunciò, voltandosi nuovamente verso i compagni. -Ma sono quelle che non so ad incuriosirmi maggiormente. Caius?-

Il biondo sollevò la testa, smettendo di fissarsi le ginocchia con aria imbronciata.

-Che ne dici?-

Carlisle li fissò mentre si avvicinavano e si stringevano le mani, come poc'anzi era toccato anche a lui. Osservò quello che faceva Caius, ma pareva piuttosto indolente, mentre Aro aveva vestito una strana espressione.

-Si, senza dubbio sei diretto e sincero.- disse Aro, quando lasciò la mano del compagno. -Forse troppo.-

Caius indietreggiò ed Aro si rivolse con lo sguardo a Marcus.

-Non c'è niente di interessante da leggere, per adesso.- fu l'avvertimento dell'altro.

Allora Aro tornò con il suo sguardo su Carlisle, che aveva ancora il volto agghiacciato tanto era profondamente sconvolto.

-Avremo piacere che ci venissi a trovare, giovane vampiro.- dichiarò, con un tocco di solennità nella voce.

-Trovarvi?- ripeté Carlisle, ancora molto confuso.

-Abitiamo a Volterra, non molto lontano da qui. Diciamo, un ora abbondante se prendi il cavallo.-

-Sempre che voglia avvicinarsi a te.- mormorò Marcus, sorridente come se avesse appena fatto una battuta divertente. Così doveva trovarla Aro, perché scoppiò in una risata poco genuina che coinvolse anche Caius. Sebbene tenesse ancora il broncio.

-Sono più intelligenti degli umani. Un cane o un gatto non si lascerebbe mai incantare dal nostro dubbio fascino.-

Non aveva staccato gli occhi di dosso al vampiro biondo dagli occhi di sole per un solo istante.

-E tu, giovane vampiro, ti lascerai stregare da noi?-

Carlisle sobbalzò e non rispose. Tutta quella situazione era per lui imbarazzante.

-Se prendi la strada dei campi, sarai da noi in meno di dieci minuti. Quindici, se ti muoverai così tardi da incontrare qualche contadino.- gli insegnò Marcus.

-Si svegliano presto, la mattina.- lo ammonì Aro.

-Ma come farò a trovarvi?- chiese.

I tre risero educatamente, le labbra nemmeno si mossero troppo per lasciar uscire una diplomatica ilarità.

-Non dimenticherai così presto il nostro odore, spero.-

Aro finse di sembrare offeso e si ritirò. Sorrise, per mostrargli che stava scherzando.

-Non sono sicuro di potermi fidare di voi.- confessò il giovane dai capelli biondi, sorridendo imbarazzato.

Aro rise. La sua risata era come un suono di campanelli celesti, ma l'apparente ilarità svaniva prima di lambire gli occhi rossi. Rossi come un incendio di ghiaccio.

Carlisle provava una sorta di attrazione fatale verso quel vampiro. Era qualcosa di fisico, una specie di reazione chimica e psicologica che accadeva soltanto quando i propri occhi color dell'ambra purissima si legavano ai suoi. Si disse che doveva essere l'emozione che veniva dall'incontro con un altro della sua maledetta specie a fargli quell'effetto.

-Mi sembra logico che non puoi fidarti di noi, non ci conosci nemmeno. Lascia che però ti dica una cosa, giovane Carlisle.- e qui Aro si piegò appropriandosi, con languida ed affettata dolcezza che forse celava una volontà di possessione più intensa, la mano. La sollevò verso la luce della luna, che colpì l'epidermide esaltandone lo splendore innaturale.

-Con noi non avrai mai bisogno di nascondere la meraviglia che sei. Mai, non ti costringerei a porti le spoglie di un mediocre umano.-

Carlisle lesse qualcosa di nuovo negli occhi del bruno vampiro, un sentimento forse. Solitudine? Abbandono? Era sempre stato bravo a cogliere sfumature di sensazioni, ma in quella situazione si trovò in seria difficoltà.

-A domani, allora.- gli sussurrò Aro, mentre si allontanava senza lasciare tracce, così come era venuto. Rimase a fissarli mentre sparivano. Quando erano giunti alla porta, Caius che la teneva aperta, il moro dagli occhi di fuoco di voltò un'altra volta verso di lui e parlò.

Piano, ma naturalmente riuscì ad udirlo ugualmente.

-Un tipo affascinante, sono sincero. Ho scorto in lui almeno un paio di aspetti che meritano uno studio più appropriato.-

Uscirono, sparendo come spettri scuri capaci di confondersi con la notte più nera. Sparirono, lasciandolo tremante a ricercare le loro tracce come un disperato segugio.

Note dell'autrice

A distanza di una settimana, eccomi qui! La storia continua e Carlisle si sta per gettare in una nuova avventura molto incerta. Che cosa succederà? Lo scoprirete solo continuando a leggere la mia storia! Intanto ringrazio tutti quelli che la leggono senza recensirla e che mi hanno registrato come loro autrice preferita!

CondroitinSolfato: grazie a tutte e due per aver recensito! Mi fa piacere che vi piaccia la mia storia, avevate ragione stavo per far entrare i Volturi! Spero che continuerete a leggere e a recensire, anche perchè detto in confidenza (guardo intorno con circospezione) fra Carlisle e Aro potrebbe esserci qualcosa! A presto!

Alla prossima, Love.



  
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