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Autore: Robigna88    08/08/2010    1 recensioni
-Haley, la figlia che Bobby non vede da anni, torna a casa dopo aver vissuto in un collegio e aver frequentato una scuola privata di moda che si è pagata da sola facendo diversi lavoretti, a New York.
Dopo il diploma lei decide di non frequnetare il college e tornare appunto, a casa. Chiedendosi perchè, Bobby inizia ad indagare sulle motivazioni che hanno spinto la figlia, brillante studentessa, a mollare la scuola a New York e tornare in quella landa sperduta del South Dakota..
Haley non gli dirà qual è la verità, ma ogni sera annoterà su un quaderno i suoi pensieri e tutto ciò che vorrebbe dire al padre.. Finendo ogni pensiero, con la stessa frase: To Dad, with love
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Suddenly Love'
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There's not time to fight


La sua piscina in teak.
Haley se la ricordava benissimo. Suo padre l'aveva comprata per lei quando aveva compiuto quattordici anni..
Anzi, l'aveva costruita per lei seguendo il disegno che lei stessa aveva fatto.
O meglio, ci aveva provato.
Quella che lei aveva disegnato, era a forma di fagiolo, come la più tradizionale delle piscine.
Solo che suo padre, non riuscendo a realizzare quella forma, aveva deciso di modificarla un po' e l'aveva resa quadrata.
Ma a lei era andata bene comunque. Quando aveva visto quella bella acqua fresca e il suo nome inciso nel legno, in un angolo a sinistra, era stata felicissima.
Si era tuffata lì dentro a capofitto e ci era rimasta per ore ed ore, fin quando la pelle non le era diventata grinzosa e aveva iniziato a sentire freddo.
A quel punto era uscita dall'acqua, e avvolta nella coperta che sua madre le aveva cucito, era rientrata dentro.
Aveva continuato a giocare anche dentro, dicendo e spiegando in ogni minimo dettaglio quanto si fosse divertita.
E alla fine, era crollata sul divano.
Quella, se la ricordava, era stata una delle giornate più divertenti della sua vita.
E ora che era di nuovo a casa, in mezzo a tutte quelle auto sfasciate, aveva ricordato dove si trovava, e aveva deciso di tirarla fuori per replicare quelle ore fantastiche.
Solo che, non aveva calcolato nel suo “piano”, quanto quella piscina pesasse.
E così, dopo averla trovata, si era ritrovata a spingerla con tutte le sue forze, nella speranza di riuscire a spostarla fino – più o meno – al centro di quell'enorme spiazzale di casa.
Solo che, mentre con gli occhi chiusi, si sforzava di farlo, si era resa conto che non avrebbe mai potuto farlo da sola.
Sam e Dean erano partiti, e Castiel – che aveva scoperto essere un angelo – beh.. lui non sapeva nemmeno dove trovarlo o come rintracciarlo.
Suo padre poi, era da escludere totalmente.
Seduto su una sedia a rotelle era alquanto impossibile che riuscisse ad aiutarla.
Sospirò e si guardò intorno, quasi rassegnata all'idea di non riuscire nel suo proposito.
Poggiò la fronte sul vecchio legno e ripensò a sua madre..
Ora che era tornata a casa, i ricordi erano più vividi e facevano decisamente più male.
Quello che la consolava era l'idea che, prima o poi, l'avrebbe rivista.
Presto o tardi tutti morivano ricongiungendosi ai propri cari.. O forse, era quello che voleva credere per soffrire di meno.

«Ti serve una mano?»
Sobbalzò e si voltò ritrovandosi Castiel davanti.
Non ci aveva parlato per niente.. L'aveva visto il giorno del suo arrivo, senza nemmeno una presentazione ufficiale e poi, non l'aveva visto più.
Erano le prime parole che si scambiavano.
Una cosa però, l'aveva notata subito: era decisamente carino.
I lineamenti delicati, le labbra carnose al punto giusto e quegli splendidi occhioni blu.
Sospirò e gli sorrise. «Oh si.. Speravo che arrivassi e me lo chiedessi..»
«Speravi che arrivassi io?»
Haley alzò la mano e scosse poco il capo. «No.. Voglio dire, speravo che arrivasse qualcuno in grado di aiutarmi.. Puoi.. puoi farlo?»
Castiel annuì sorridendo e allungando la mano verso la piscina, la mosse fino a spostarla in un punto largo e centrale.
«Qui va bene?» le chiese.
Haley annuì e lo guardò mettendosi le mani sui fianchi. «Si. E' perfetto.» disse guardandosi intorno «Ora non mi resta che ripulirla e riempirla di acqua fresca e limpida.»
Castiel chiuse gli occhi per un attimo, e fece tutto quello che Haley voleva fare. Poi la guardò con aria tranquilla incrociando le braccia dietro la schiena.
«Tutto fatto.» le disse.
La ragazza sorrise e si mordicchiò il labbro inferiore. «Ti ringrazio infinitamente.. Dovresti rimanere nei paraggi.. Più tardi devo fare le pulizie e le tue.. magiche mani mi aiuterebbero parecchio.»
L'angelo sorrise e si avvicinò alla piscina.
Toccò con le dita l'incisione del nome di Haley sul legno e la guardò. «Questa incisione sta ad indicare che la piscina è di tua proprietà?»
«Si, più o meno.. Mio padre l'ha costruita per me quando avevo quattordici anni e ci ha inciso il mio nome sopra, su mia richiesta..» spiegò accarezzando il nome a sua volta.
Ma ritirò subito indietro la mano con un'espressione di dolore stampata in viso..
«Miseriaccia!» esclamò con enfasi «Mi sono infilata una scheggia nel dito.» disse toccandoselo.
Castiel piegò appena la testa e allungò la mano chiedendole tacitamente di porgergli la sua.
Haley fece qualche passo avanti e poggiò la mano, col palmo voltato verso l'alto, su quella calda dell'angelo che le stava di fronte.
«Sai anche togliere le schegge?» chiese.
Castiel poggiò l'altra mano sulla sua e la allontanò dopo pochi secondi.
Poi, con la punta del dito, accarezzò il punto in cui prima c'era la scheggia..
«E' passato?» chiese guardandola in viso.
La giovane donna annuì alzando gli occhi e posandoli dentro i suoi e fece un grosso respiro. «Si. Ti ringrazio tanto.. Di nuovo.»
Castiel la guardò a lungo e poi entrambi sobbalzarono sentendo Bobby schiarirsi la voce.
Si voltarono verso di lui, e mentre Cass riprendeva la sua formale postura, Haley si schiariva la voce indicando la piscina.
«Papà.. Hai visto?» gli chiese avvicinandosi a lui «Ho tirato fuori la piscina. La ricordi?»
«Si!» disse lapidario Bobby «Avresti dovuto lasciarla dov'era, non la voglio tra i piedi.»
Haley annuì appena tristemente.
Sapeva perchè suo padre aveva reagito in quel modo.
Quella piscina era un chiaro ricordo dei tempi in cui anche sua madre era con loro.
I tempi in cui la loro famiglia era una vera famiglia. Felice e serena.
I tempi in cui suo padre si occupava solo di rimorchiare vecchi catorci e smontarli per rivenderne i pezzi.
Quei tempi erano passati da un bel po' oramai, e per quanto Haley si sforzasse di scordarli, per quanto credeva di averli dimenticati, ora, la reazione di suo padre, la informava del contrario.
Ma d'altronde, poteva davvero dimenticare la morte di sua madre?
No! Non era possibile.
E' per suo padre era anche peggio, visto che l'aveva uccisa lui.
Haley però, non l'aveva mai incolpato.
Per un po' era rimasta perplessa certo, ma poi, scoprendo il soprannaturale, aveva capito che, purtroppo suo padre allora, non aveva avuto altra scelta.
Sua madre era posseduta e lui, non sapeva come occuparsi di quelle cose allora.
L'aveva scoperto solo dopo. Anzi, si poteva benissimo dire, che era stata proprio quella tragedia, che aveva iniziato suo padre alla caccia del soprannaturale.
«E' solo una piscina..» rispose decisa «E non ti sta di certo tra i piedi qui fuori.»
«Voglio che tu la faccia sparire.. Subito!»
«Non guardarla se ti infastidisce.. Ma prima o poi, dovremmo parlare di questo..» rispose lei.
«Parlare di cosa?»
«Di quello che ti tormenta.. E cioè la morte della mamma, e dei ricordi che la vista di questa piscina ha fatto riaffiorare.»
«Non c'è nulla da dire..» replicò Bobby.
E con fare disinvolto, ripetendole di farla sparire, si girò per tornare dentro casa..
«Sai una cosa papà?» gli disse Haley attirando la sua attenzione «Io ho qualcosa da dire..»
Si spostò i capelli indietro e avanzò di un passo.
«Onestamente papà.. Io credo che tu non abbia ben capito che non sei il solo a soffrire. Mi hai mandato via dopo la morte della mamma, perchè avevi bisogno di stare da solo e affrontare la perdita.. Ma non ti sei preoccupato di me.» iniziò «Il fatto che tu avessi bisogno di stare solo per superare il dolore, non significava che anche io avessi bisogno di essere sola.. Io avevo bisogno di qualcuno per andare avanti, perchè a differenza di te, io non so affrontare il dolore da sola..»
Bobby abbassò gli occhi, senza fiatare e trattenendo a stento le lacrime, che le tristi parole della figlia gli provocavano.
«Ma non importa papà.. Io ti voglio bene.. E se la piscina ti da fastidio, posso anche buttarla via. Ma voglio che tu ti renda conto che questo non risolverà il problema.. Forse è ora che tu affronti la cosa, che la affronti per davvero.»
Bobby si voltò verso di lei girando veloce sulla sua sedia a rotelle. «Affronto la cosa ogni giorno. Cosa vuoi da me? Vuoi litigare per caso?»
«Litigare?» chiese Haley «No.. Non c'è tempo per litigare papà..» sussurrò infine.
Si voltò verso Castiel e si strofinò gli occhi chiudendoli per un secondo.. «Puoi rimetterla dietro quelle cianfrusaglie per favore? Così non si vedrà..»
«Si. Certamente.» le rispose l'angelo.
Haley sospirò e poi rientrò dentro casa, salendo dritta in camera sua..
Si lasciò andare ad un pianto breve e liberatorio e poi afferrò il suo diario, facendo quello che faceva sempre, quando era triste o nervosa.

Oggi abbiamo litigato.. Non mi stupisce, aspetto questo momento da quando sono tornata.
Tu ed io.. Litighiamo sempre perchè siamo due testoni.
Il motivo per cui abbiamo litigato potrebbe sembrare sciocco, ma io e te, in quel motivo, leggiamo tutto un passato che ovviamente ancora fa male.
Non avrei voluto discutere papà..
Sono venuta qui per stare con te, che sei l'unica famiglia che mi è rimasta..
Eppure è successo, e ora, nessuno dei due chiederà scusa.
Testardi come siamo, rimarremo imbronciati per un po', convinti di avere ognuno le proprie ragioni, e poi ricominceremo a parlare come se nulla fosse successo.
In effetti, analizzando i fatti, entrambi abbiamo le nostre ragioni.. Solo che dovremmo imparare a farle convivere.
Solo per evitare di discutere come abbiamo fatto oggi, e come sicuramente faremo ancora prima della fine..
Ma litigare ogni tanto fa bene. Se tutto fosse perfetto e tranquillo, sempre, sarebbe una noia mortale.
Però c'è una nota positiva in questa giornata: il dolce angelo che mi ha aiutata..
Mi dispiace papà.. Domani faremo la pace. O almeno ci proveremo.
A papà , con amore <3


Posò il diario, custode dei suoi pensieri, e si distese sul letto addormentandosi all'istante.
Quando si svegliò, era sera. Circa 23.00.
Fuori c'era silenzio e dentro la sua camera, con lei, c'era Castiel seduto su una sedia.
«Hey..» gli disse.. «Che fai qui?»
L'angelo si alzò e si avvicinò a lei, le prese la mano e, quando la lasciò, erano di sotto e davanti a loro, la piscina in teak era pronta ad essere usata.
Intorno c'erano poche lucine e l'acqua, invece di essere fredda, era calda abbastanza da fumare un po'.
Haley non disse nulla.. Sorrise a Castiel e piano piano si immerse nel caldo abbraccio dell'acqua.
Sospirò e lo guardò mentre lui la osservava in silenzio. «Grazie..» gli sussurrò.
«Non c'è di che.»
Haley sorrise e si rilassò.. Quella giornata era iniziata male.. ma, l'unica nota positiva l'aveva fatta finire abbastanza bene.
   
 
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