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Autore: mario89    10/08/2010    1 recensioni
Sono Paul Mcarthy,un ragazzo di 21 anni colpito da una sfortuna che ha completamente cambiato la mia vita,senza volerlo mi sono ritrovato senza amici,senza una casa e sopratutto senza più sentimenti,queste sono le cose che ho perso dopo quel Morso,ma tante sono le cose che ho trovato,sono qui non per raccontarvi la solita storiella del vampirello perfetto che ha tutto,ma vi racconterò con quale difficoltà ho uno come noi deve lottare per sopravvivere...dentro e far si che non si muoia mai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bite

Season One Episode Two

"Sete"


Ormai erano passati tre giorni dall'accaduto e tutto sembrava non essere cambiato attorno a me,l'unica cosa ad essere cambiata sembrava essere io,tutti quando mi incontravano per strada mi fermavano e cominciavano a farmi domande su dove fossi stato quei quattro giorni di assenza,la maggior parte di queste persone erano compagni di classe...dentro di me il vuoto totale non riuscivo a parlare ne a rispondere a quelle domande,evitavo l'argomento pur sapendo ciò che mi stava accadendo non volevo accettarlo. Quel giorno,il giorno! Dove per la prima volta ho intravisto la ragazza più carina e dolce della scuola,era proprio il mio ritorno ad essa dopo quasi una settimana di assenza ritornai alla mia vita quotidiana...pur sapendo che sarebbe stato difficile far finta di niente,ricordo quel giorno come se fosse ieri non lo dimenticherò mai,indossavo un paia di jeans neri,una camicia bianca che si mimetizzava con la mia carnagione che giorno dopo giorno si schiariva sempre più,lei un viso dolce capelli ricci color oro,occhioni a mandorla castani e labbra a cuoricino,parlava con delle sue amiche quando voltando il suo sguardo verso di me,mi accenna un sorriso...ed io per la prima volta dopo una settimana sorridetti ricambiando il suo gesto dolce,posai lo sguardo verso il prato imbarazzatissimo quando poi al rialzo la vedo avvicinarsi con quella gonnella rosa a phuà,e quella maglietta bianca,rimasi senza fiato nel vederla prestare attenzione verso di me.

Fiore: Buon giorno
Paul: Buon giorno
Fiore: Senti volevo darti questo
Paul: Cos'è?
Fiore: Bhè vedi,c'è un albero bicentenario nel cortile della nostra scuola,e la preside per qualche strana ragione vuole abbatterlo anche se non da fastidio proprio a nessuno
Paul: Capisco,e che non so se posso ho tante cose da fare
Fiore: Oh! Ok tranquillo fa niente,anzi scusami per l'intrusione avventata sono mortificata di averti disturbato
Paul: Non hai disturbato affatto anzi...
Fiore: Bhè comunque io sono Fiore Burter
Paul: Burter...quel Burter? Fiore: Bhè sì il petroliere del Connecticut,ma tranquillo sono persona normale come qualunque altra qui
Paul: Certo...Coff! Coff!
Fiore: Ti senti bene?
Paul: Si sto bene tranquilla...Coff! Coff!
Fiore: Stai sudando...dal tuo braccio fuoriesce del fumo...sicuro di star bene?
Paul: Si tranquilla Coff ora devo scappare,Coff! Vedro di esserci
Fiore: Ok grazie!

Mi ero proprio dimenticato dell'effetto che i raggi del sole avessero sulla mia pelle,quindi assolto nella conversazione con Fiore la cosa mi era sfuggita rischiando di procurarmi delle ustioni di terzo grado,snobbai anche se contro voglia Fiore e corsi subito a casa cercando di riparare alla scottatura inflittami con la luce solare,entrai in casa con passo furtivo cercando di non farmi sentire da mia mamma e avvicinandomi alla porta sotto le scale,mi recai nel sottoscala dove lì di luce non si vedeva nemmeno l'ombra,mi sedetti a terra in un angolino angosciato e preoccupato per le mie condizioni fisiche,ormai non mangiavo da giorni e non bevevo neanche una goccia d'acqua,ma dentro di me sentivo di avere fame ma non di cibo comune una fame strana oserei dire ossessiva,ma allora ero ancora inesperto e non conoscevo cosa veramente fossi diventato anche se pian piano stavo focalizzando la mia natura,passarono ben dieci ore e il sole fuori era calato lasciando spazio alla luna...mi rialzai con un dolore alle gambe e salì le scale recandomi in soggiorno dove vi erano mia madre e mio padre che sonnecchiavano sul divano,la mamma era distesa sul lato destro con la testa che pendeva verso il basso mostrando in bella vista il suo collo,mi fermai sotto l'arco della stanza e osservavo il collo della mamma ossessivamente improvvisamente i miei occhi cambiarono colore diventando marroni con iridi da felino,dentro di me sentivo una pulsazione che mi invitava ad azzannare il collo della mamma una volontà animale si stava manifestando dentro il mio corpo,resistetti e di corsa uscì di casa veloce sconvolto e mi diressi verso la scuola senza mai fermarmi a prendere fiato.

Arrivai al cancello d'ingresso ovviamente chiuso con una catena spessa quattro centimetri,e un catenaccio che pesava mezzo chilo...osservai bene la zona per assicurarmi che nessuno mi vedesse fare ciò che volevo fare,presi una forcina presa dal cassetto della mamma e calandomi cominciai ad infilarla nella fessura del catenaccio scuotendo la forcina velocemente,ma niente non riuscivo ad aprirlo,dopo poco mi arrabbiai e tirando la catena nervosamente verso di me! La spezzai rimanendo fermo con occhi sgranati dallo stupore,non avevo messo il ben che minimo sforzo nel tirare la catena,eppure si spezzò...cominciai a preoccuparmi seriamente della cosa,mi ripresi un po' e entrai nella scuola precisamente mi diressi nel giardino dove vi era posto l'albero di cui parlava Fiore,mi nascosi dietro ad un muro visto che sul posto vi era proprio la stessa Fiore che seduta sotto l'albero dava il suo contributo nel protestare affinchè l'albero non venisse abbattuto,io rimasi esterefatto dalla sua caparbia e fermezza in ciò che dice e fa a tal punto che decisi di aiutarla nell'impresa dando anche io sotto ente anonima il mio contributo alla protesta,ma prima di fare questo il desiderio di salutarla era forte e non potevo farmi sfuggire un momento così,e così feci mi avvicinai a lei e la osservavo mentre riposava sotto l'albero...la pulsazione ricominciò a farsi sentire e l'istinto animale che faceva parte del mio essere,cercava di prendere il controllo su di me,strinsi i pugni la vena del collo si gonfiò...in quel momento stavo lottando per non fare ciò che mi sarei pentito per il resto della mia esistenza,osservavo il suo candido collo e giuro che il desiderio di morderlo per dissetarmi del suo sangue era immenso,ma riuscì a tentennare e voltandomi stavo per allontanarmi quando sento la sua candida voce che mi chiama,mi giro e la guardo negli occhi...e di colpo quella pulsazione sparì immediatamente.

Fiore: Ehy! Alla fine sei venuto,un po' in ritardo ma sei passato
Paul: Ehm...veramente mi trovavo nei paraggi...e notandoti sotto l'albero da sola,ho pensato di dare un occhiate e assicurarmi che andasse tutto bene.
Fiore: Oh,sei gentilissimo grazie,ma mi sa che e stata una fatica inutile
Paul: Perché scusa?
Fiore: Nel garage sono parcheggiati due gruette che trasporteranno il legname,per non parlare delle due motoseghe
Paul: Ah...capisco!
Fiore: Credimi,non mi arrenderò così facilmente...a costo di rimanere qui tutta la vita,ma quest'albero non si tocca
Paul: E giusto lottare per le cose che ci interessano
Fiore: Come ti chiami?
Paul: Ora devo andare!
Fiore: Aspetta!
Paul: Si?
Fiore: Frequentiamo lo stesso istituto...potrei informarmi su di te e venire a conoscenza non solo del tuo nome ma anche della tua vita,ma preferisco che siano i diretti interessati a dirmi e raccontarmi queste cose
Paul: Paul e il mio nome.

Mi girai e corsi veloce verso il garage della scuola lasciando con un sorriso sul viso la dolcissima Fiore,non riuscivo a capire perché dentro di me non scattava quella scintilla che invece prima scoccava così facilmente,anche la mia anima era cambiata o forse non ne avevo più una? Non sentivo più nulla,non provavo sentimenti ne sensazioni,il mio corpo stava cambiando e nessuno poteva darmi delle risposte...mi correggo una persona poteva,ma non so se in quel caso l'avrei incontrata come sarebbero andate le cose visto la troppa rabbia che provavo nei suoi confronti,riusci a capire solo che la Presenza di Fiore riusciva a calmare il mio istinto animale,il perché non lo sapevo,arrivai al garage e fortunatamente la serranda era aperta,entrai senza esitare visto che sapevo bene che ne le telecamere e ne le macchine fotografiche,avrebbero potuto catturare la mia immagine,mi avvicinai ai due veicoli che avrebbero trasportato il legno ricavato dall'abbattimento dell'albero,strinsi un pugno e sperando di non farmi male lo scagliai contro il motore della prima gruetta forandolo e mettendo così fuori uso la macchina,feci lo stesso con la seconda per poi dirigermi verso le due motoseghe,ne presi una in mano e flettendo la lama con la catena la spezzai rendendola inutilizzabile stessa cosa per la seconda,gettai il tutto a terra e usci dal garage recandomi poi velocemente nel bosco.

Paul: Ricordo bene le sue esatte parole,si nutriva di lepre volpi e cervi...bene devo trovare una di questi animali.

La sete ormai era incontrollabile,l'istinto animale altrettanto ed era difficile da contenere entrambe le cose,così mi vennero in mente le parole dette dalla ragazza che mi ridusse in questo stato,si nutriva di animali e forse per non far del male alle persone dovevo fare altrettanto anche io,arrivai nel bosco sentendo l'odore di un cerbiatto segui la scia che esso lasciava,arrivato più nel fitto localizzai l'animale e lo osservai mentre questo mangiava,mi avvicinai piano piano i miei canini crescerono a dismisura e i miei occhi cambiarono nuovamente colore,mi piegai sulle ginocchia per poi slanciarmi verso il cervo saltando verso di lui con la bocca aperta e le braccia spalancate e lo azzannai mordendolo.

Cervo: GHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

Se la FanFiction vi piace recensite se c'è qualcosa che non vi garba nella storia scivetelo e sarà modificato all'istante,sono alle prime armi anche se ho anche un altra storia che sto scrivendo,spero che il capitolo vi piaccia ^_^.
   
 
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