« Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione,
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore,
di umanità, di verità »
Sangue.
Sangue che scorre a fiumi.
Sangue per le strade, tra le case, sangue che sgorga a fiotti dalle ferite.
Ferite infette di gente che a testa alta accoglie la morte.
Una morte inflitta loro da gente arrogatasi il diritto di decidere della loro sorte.
Sangue versato dalle mani di chi così ripagò il sorriso innocente ed innocuo.
Il sorriso d'un bambino.
Era iniziata col sangue.
Sarebbe finita nel sangue.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
"Sottotenente, andiamo, non vorrà restare ancora? La guerra è finita."
Nessuna risposta alle parole dell'Eroe di Ishibar, l'alchimista di fuoco, colui che di tante vite s'era preso la briga di decidere, guidato da un ordine dei piani alti.
Colui che ai piani alti voleva arrivare, per non ricevere più ordini di quel genere, e dovervi ubbidire.
"Non dentro di me. Questa guerra non finirà mai finchè vivrò, temo."
In ritardo, queste parole uscirono dalle labbra dell Sottotenente Riza Hawkeye, che si risparmiò di guardare in volto il Tenente-Colonnello Roy Mustang, corrosa dai sensi di colpa.
"Quella è la tomba di un commilitone?"
A sua volta, il Flame Alchemist aveva lo sguardo vuoto, perso, tanto simile a quello del Maggiore Maes Huges, suo più caro amico, e di chiunque avesse partecipato a quella carneficina.
Tutti per un solo, stupido ordine.
Lo sapeva, sapeva che c'era una ragione se s'erano ritrovati nel caos, eppure non riusciva a guardarla negli occhi, lei che gli aveva dato il potere di farlo.
"No, è la tomba di un bambino di Ishbar. L'avevano abbandonato morto sul ciglio della strada."
Silenzio. Il tono di lei era addolorato e gelido al contempo.
"Non posso sopportare questo rimorso, le giuro che è insostenibile. Le ho affidato le ricerche di mio padre, ed io e soltanto io sono responsabile delle sue azioni."
A questo punto il dolore sul volto di Roy si mutò in stupore, e disagio. Quindi era questo? Si riteneva responsabile per gli atti che Lui aveva compiuto?
Non gli diede tempo di replicare.
"La prego, Vorrei che bruciasse...Che sfigurasse la mia schiena."
Lui sbarrò gli occhi.
"Non potrei mai farlo!"
"Perchè? Le chiedo soltanto di liberarmi del peso che mi ha caricato sulle spalle mio padre."
Il tono di lei era addolorato, ma fermo, e lui sapeva che se non con il suo aiuto si sarebbe esaudita da sè, con conseguenze potenzialmente disastrose. Non poteva perdere nessuna delle sue preziose subordinate.
"D'accordo, ti lascerò meno segni possibile..."
Un sorriso.
"Grazie."
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Angolino dell'autrice :D
Innanzitutto ringrazio i 300 che hanno letto, e chi ha inserito nelle seguite/preferite/da ricordare; questa storia non andrebbe avanti se non ci foste a darmi un minimo di sostegno ^^
Per quanto riguarda le Risposte alle recensioni...
Drops Of Jupiter: Sul serio t'è piaciuta? wow *.* beh è ovvio che ti stia simpatico Edward, oltre ad essere il protagonista è un gran bel personaggio <3 anche se non è tra quelli che preferisco io :) Beh, spero il resto ti piaccia altrettanto ^^
Halley: Mi fa piacere che continui a commentare, davvero, grazie tante =)
Vero? è partita quella dal cd e mentre scrivevo mi sono sentita in dovere di usarla per un pezzo dedicato a Trisha, così mentre la storia va avanti ricostruisco anche il passato ^^ Ah, per la cronaca, questo capitolo serve appunto a questo scopo: è un capitolo di passaggio, ossia semplicemente dei ricordi della guerra di Ishibar che aiutino a capire meglio i pensieri ed il comportamento di tali personaggi nel proseguire degli eventi. Inoltre specifichiamo che le citazioni che avete trovato e troverete (quelle in grassetto) sono tratte o direttamente dal manga/anima di Fullmetal Alchemist, o da Canzoni e/o pensieri di Fabrizio De André ^^
Spero questo capitolo non risulti noioso, grazie a tutti, Vivian.