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Autore: Gobra1095    16/08/2010    4 recensioni
Asteria lo odiava. Ma come si può odiare qualcuno che si conosce appena? Lei non lo conosceva, non poteva di certo capire. Nessuno può capire se non sa.
Asteria odia Draco, e l'odio non fa che intensificarsi quando lui le chiede la mano. Una convivenza difficile, tra litigi e scoperte, e sentimenti e canzoni. Una piccola pazzia che dovete concedermi.
[Draco/Asteria]
Genere: Romantico, Comico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella costellazione dello Scorpione Cap 6°

Capitolo 6°Incontri

Non un comune regalo di quelli che hai perso 
O mai aperto o lasciato in treno 
O mai accettato 

Il regalo più grande di Tiziano Ferro

Alors...je le sais, sì lo so, sono in riardo, come al solito. E dire che stavolta speravo di essere puntuale. Dettagli.

Notate come sono française? So nche a voi non importa nulla, ma sono andata in France, chissà, magari nel prossimo capitolo potrei mettere una canzone francese. Comunque, basta parler de moi, mais ... ringraziamenti a chi ha recensito lo scorso capitolo:

 terryborry: ciao! Ecco, non mi sono sbrigata subito per i motivi che tu sai, però ho riguardato il capitolo e mi sembra vada bene, poi dimmi che ne pensi, ho bisogno del tuo parere :)

 Lily Malfoy:grazie a te. A quanto ho visto nel tuo profilo-e nel tuo nick- ti piace anche la Lily/Scorpius. A me sinceramente piace la Rose/Scorpius, ma sono contenta che almeno con i genitori di lui siamo sicure: Asteria/Draco rules. Fammi sapere come è questo capitolo.

 lisasepe9:grazie per i complimenti, spero di non deluderti con questo capitolo, anche se penso di averti delusa  per questo ritardo, non posso promettere che sia l'ultimo, ma spero che tu gradisca lo stesso la storia.

ATTENZIONE: niente di che, vorrei essere sicura che si capisca, quando vedrete una scena in corsivo, ecco quella è un momento che Asteria si ricorda, scritto in corsivo per fare capire che è passato. FIN

Tra qualche ora incontrerò la signora e il signore Malfoy e volente o nolente dovrò affrontarli e, quasi dimenticavo, qualche minuto fa ho baciato Draco Malfoy... veramente è stato lui a baciarmi.

Non prendetemi per sciocca, ma nonostante sia maggiorenne questo è il mio primo bacio, ho sempre aspettato che arrivasse la persona giusta, se doveva succedere, doveva essere perché lo volevo veramente. È questo che si prova? Rabbia, confusione e strana frammentata felicità?

Non riesco a pensare che lui sia stato il primo. Avrei voluto che quel momento non finisse mai –lui bacia così bene- ma dall’altra non avrei voluto nemmeno che iniziasse, ed ero arrabbiata con me stessa per ciò che provavo.

Ha senso?

Non so come comportarmi con i Malfoy né cosa è giusto fare. Vorrei essere arrogante e dire ciò che penso, ma adesso... sono curiosa, sì, solo curiosa di sapere che tipo sono i genitori di Draco, anche se credo di saperlo: quel genere di genitori che danno qualunque cosa al proprio figlio, dei viziati che non sanno cosa sia l'accezione del verbo soffrire, dei mangiamorte, degli esseri senza cuore.  Che altro tipo di persone avrebbero potuto generare uno come Draco?

Ma non voglio sembrare una persona piena di pregiudizi, prima di tutto devo conoscerli, poi chissà...

Chiudo gli occhi e lascio che il vento che filtra dalla finestra aperta mi scompigli leggermente i capelli.

L’ho capito solo ora: sono attratta da Draco solo fisicamente. Ebbene devo essere sincera con me stessa, anche se la cosa non mi fa affatto piacere. Forse è solo perché di questioni amorose o baci io ne avevo solamente sentito parlare, ma viverlo sulla pelle con Draco, che invece a Hogwarts aveva molte ragazze.

Credo che sia normale la mia attrazione nei suoi confronti, è un uomo molto affascinante, ma è solo un guscio vuoto.

Come Draco mi aveva anticipato, oggi non lo vedrò fino a stasera quando ci saranno i suoi genitori.

«Sono nello studio al primo piano, devo finire di controllare delle cose, se vuoi puoi girare per casa, ma te lo sconsiglio a meno che tu non voglia perderti»

Faccio finta di non ascoltare la sua provocazione.

«Lavori già adesso?» non so come suoni la mia voce alle sue orecchie. Non mi mancherà –anche perché è sempre al Maniero, solo non mi aspettavo che iniziasse a lavorare così presto.

Lui, come mi aspettavo fraintende la mia sorpresa.

«Cosa c’è? Hai paura di questa casa o ti spiace rimanere da sola senza di me?» nelle sue labbra si apre un sorriso saccente.

Sospiro.

«Sei sempre così megalomane? Credi davvero che il mondo ruoti attorno a te?» chiedo con le braccia incrociate.

Lui storce la bocca e prima di rispondere alza gli occhi al cielo.

«Dico solo la verità»

Gli lanciò un’occhiataccia ma lui, come al solito, non se ne rende conto, o meglio fa finta di nulla.

«Comunque, ricorda: primo piano, scendendo quelle scale-» e indica delle scale dietro di noi con un cenno del capo  «prima porta a destra. Se sentirai la mia mancanza non pensare di essere causa di disturbo per me, al contrario».

Non trovandolo degno di risposta volto le spalle e mi dirigo nella mia stanza senza dirgli nulla, e anche se non lo vedo in faccia sento il suo ghigno seguirmi.

Continuo a spazzolarmi i capelli cercando di non pensare che tra non molto conoscerò personalmente i genitori di Draco. In questo momento potrei essere nella mia camera –o, pensando in grande, nella casa di Luna- a studiare medimagia, invece di conoscere persone che pensano erroneamente di divenire un giorno mie parenti.

Anche se da una parte sono curiosa di sapere se l’idea che mi sono fatta di loro corrisponde alla realtà, anche se dubito che appena arriveranno mi inizieranno a parlare di quanto siano dispiaciuto della guerra, che abbiano adottato un bambino babbano o che facciano parte del gruppo Amiamo Tutti Gli Animali Di Questo Mondo Come Hagrid.

Però sono pronta a rivalutare.

Qualcuno bussa alla mia porta per due volte e prima che io chieda “chi è?” lui entra con la testa alta senza sforzarsi di dire “si può?”.

«È richiesta la tua presenza»

Alzo un sopracciglio e arriccio le labbra e il naso.

«Dire “sono arrivati i miei” non ti piaceva?» domando incrociando le braccia in petto.

Draco mi porge la mano per condurmi giù in salotto, ma io lo sorpasso cercando di simulare una sicurezza che non ho mai avuto.

«Sarebbe stato troppo banale, quasi come un idiota babbano» dice con una voce lontana.

Quando sono con lui non sono più la dolce Stella, ma la fredda e altezzosa signorina Greengrass. E questo è strano, è come se quando siamo insieme qualcuno si impossessasse del mio corpo ed io diventassi una spettatrice neutrale, come se ad un tratto arrivasse la signorina Greengrass e la dolce Stella venisse relegata in un angolo della mia mente.

Lo trovo di fianco a me dopo suoi pochi passi. Sono certa che i Malfoy siano già nel salotto che ci attendono, forse nervosi o irritati. Decido che non mi interessa quando sento delle dita sfiorare le mie. Il tocco è talmente leggero che non sono certo sia accaduto davvero, ma qualcosa dentro di me sento che non è frutto della mia immaginazione.

Se è successo veramente, è un gesto tenero… non da Draco, ma da essere umano.

Senza accorgermene mi ritrovo in salotto e davanti a me ci sono loro.

Narcissa Malfoy è sempre la più bella donna che io abbia mai visto: i capelli sono in ordine e sono di un biondo tendente al bianco ma ciò non la invecchia; gli occhi sono due zaffiri che mi squadrano curiosi.

Faccio un mezzo inchino verso di lei, ma mi blocca con una mano sorridendo.

«Non ce n’è bisogno, Asteria. Lui è mio marito Lucius» mi dice lei indicando l’uomo accanto a lei molto più alto di lei con gli occhi grigi tanto simili a quelli di Draco da far venire i brividi, anche il colore dei capelli sono identici a quello del figlio.

Ecco: ora cosa faccio? Inchino, stretta di mano, porgo la guancia o faccio un cenno con il viso?

Comprendendo la mia confusione il signore Malfoy prende la mia mano e gli posa delicatamente le labbra, e poi solleva gli occhi su di me.

«Estasiato di conoscerti, Asteria»

Draco deve aver intuito il mio disagio perché decide di riempire quel silenzio.

«Come è andato il viaggio?»

«Tutto bene» risponde il signor Malfoy «Purtroppo vi dovremo lasciare questa sera perché io e Narcissa abbiamo un impegno che non possiamo rimandare, ma tra una settimana all’incirca ritorneremo»

Mentre il signor Malfoy parla sento gli occhi azzurri della signora Malfoy che mi osservano. Appena finisce di parlare annuisco con un viso inespressivo.

«Perché non ci sediamo?» domanda la signora Malfoy con l’eleganza di una padrona di casa.

Le poltrone grigie su cui ci sediamo sono a due posti poste una davanti all’altra. Io sono seduta accanto alla madre di Draco.

Fisso le mie gambe perfettamente parallele e cerco di eliminare delle pieghe inesistenti dalla gonna, mentre Draco e suo padre iniziano a parlare di quidditch. Io e la mia vicina annuiamo e abbozziamo un sorriso quando i due ridono.

A un certo punto la signora si rivolge a me.

«Sono insopportabili, non è vero? Sembra che parlino goblinese» sbuffa lei.

Io annuisco alzando gli angoli della bocca.

«A te piace il quidditch?»

«Non ne vado matta» rispondo con un’alzata di spalle.

Sono sempre stata leggermente imbranata in tutti gli sport in cui bisogna muoversi, però mi piace volare anche se non sono molto veloce –e sono perciò una pessima giocatrice-.

Lei ride elegantemente.

«Anch’io non lo capisco, ma per chi si ama si farebbe qualsiasi cosa» mentre dice questo il suo sguardo si perde su suo marito.

Alzo un sopracciglio non capendo a che cosa si riferisca in particolare ma appena si gira verso di me annuisco tesa.

«Il cognome Malfoy non è un nome come tanti altri, ha il suo peso» continua lei e nonostante mi stia guardando sembra lontana da questa stanza in un altro tempo. Poi sorride e sposta lo sguardo dalla finestra a me.

«Ma non devi temere: se sarai accanto a chi ami nulla potrà sembrarti difficile»

Una domanda mi sorge spontanea e mentre la formulo non mi chiedo se posso sembrare impertinente.

«Lei ama suo marito?»

La signora Malfoy si allontana velocemente da me come se avesse preso la scossa e dopo qualche secondo inizia a ridere mentre Draco e il padre continuano a parlare senza curarsi di noi.

«Oh, Draco aveva ragione: hai davvero la lingua appuntita»

Arrossisco fino alla punta dei capelli senza sapere se mi succede per la domanda che le ho appena rivolto o perché Draco le ha parlato di me.

Cerco allora di rimediare non prima di essermi morsa le labbra con una smorfia a mò di scuse.

«Mi scusi, non volevo essere indiscreta, io...» ma non mi da il tempo di esprimere le mie scuse confuse che mi fa cenno di tacere.

«Tranquilla, cara, non mi hai offesa» mi rassicura lei con un sorriso.

Inizia ad esserci un silenzio imbarazzante tra noi due ma la signora Malfoy

«Non è una cosa negativa dire ciò che si pensa. Ora ho capito perché Draco ti ha scelto, e ne sono contenta. Prima avevo paura di trovarmi come nuora una bambolina vuota»

Draco e Lucius ci lasciano da sole per andare a vedere alcune pratiche mentre io e Narcissa. Mi ero fatta un idea completamente diversa di lei, che, tra le tante cose, non somiglia per nulla a mia madre. Lei e mia madre sono talmente diverse da non farmi capire perché sono amiche.

«Voglio mostrarti una cosa» dice alzata davanti a me con un sorriso «spero che tu lo prenda come una specie di strano regalo».

La seguo senza rivolgerle nessuna domanda. Saliamo delle scale, e andiamo in alto, ma non troppo, fino ad arrivare ad una stanza semibuia con una grande terrazza. Devono essere le otto le nove di sera ed il sole è già caduto dietro delle montagne lontane e la luna regna nel cielo.

«Venivo spesso qui quando ero incinta»

Ormai mi sono abituata alla semioscurità e mi accorgo che davanti a me c’è un telescopio. Lascio vagare lo sguardo nelle stelle e riconosco la costellazione del Drago vicino a quella dello Scorpione.

Per le prossime settimane ci sarà spesso questa costellazione. Mi farà compagnia per il tempo che sarò lì alla Malfoy Manor.

«È un posto tranquillo per pensare» la sua voce la sento come quella di un narratore lontano. Annuisco sapendo che non sarà l’ultima che verrò qui.

   
 
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