Capitolo
6°Incontri
Non
un comune
regalo di
quelli che hai
perso
O
mai aperto o
lasciato in treno
O
mai accettato
Il regalo più grande di Tiziano Ferro
Alors...je le sais, sì lo so, sono in riardo, come al solito. E dire che stavolta speravo di essere puntuale. Dettagli.
Notate come sono française? So nche a voi non importa nulla, ma sono andata in France, chissà, magari nel prossimo capitolo potrei mettere una canzone francese. Comunque, basta parler de moi, mais ... ringraziamenti a chi ha recensito lo scorso capitolo:
terryborry: ciao! Ecco, non mi sono sbrigata subito per i motivi che tu sai, però ho riguardato il capitolo e mi sembra vada bene, poi dimmi che ne pensi, ho bisogno del tuo parere :)Lily Malfoy:grazie a te. A quanto ho visto nel tuo profilo-e nel tuo nick- ti piace anche la Lily/Scorpius. A me sinceramente piace la Rose/Scorpius, ma sono contenta che almeno con i genitori di lui siamo sicure: Asteria/Draco rules. Fammi sapere come è questo capitolo.
lisasepe9:grazie per i complimenti, spero di non deluderti con questo capitolo, anche se penso di averti delusa per questo ritardo, non posso promettere che sia l'ultimo, ma spero che tu gradisca lo stesso la storia.
ATTENZIONE: niente di che, vorrei essere sicura che si capisca, quando vedrete una scena in corsivo, ecco quella è un momento che Asteria si ricorda, scritto in corsivo per fare capire che è passato. FIN
Tra qualche ora
incontrerò la signora e il signore Malfoy e volente o
nolente dovrò affrontarli e, quasi dimenticavo, qualche
minuto fa ho baciato
Draco Malfoy... veramente è stato lui a baciarmi.
Non prendetemi
per sciocca, ma nonostante sia maggiorenne questo è il mio
primo bacio, ho sempre aspettato che arrivasse la persona giusta, se
doveva
succedere, doveva essere perché lo volevo veramente.
È questo che si prova?
Rabbia, confusione e strana frammentata felicità?
Non riesco a
pensare che lui sia stato il primo. Avrei voluto che quel
momento non finisse mai –lui bacia così bene- ma
dall’altra non avrei voluto
nemmeno che iniziasse, ed ero arrabbiata con me stessa per
ciò che provavo.
Ha senso?
Non so come
comportarmi con i Malfoy né cosa è giusto fare.
Vorrei essere
arrogante e dire ciò che penso, ma adesso... sono curiosa,
sì, solo curiosa di sapere che
tipo sono i genitori di Draco, anche se credo di saperlo: quel genere
di
genitori che danno qualunque cosa al proprio figlio, dei viziati che
non sanno
cosa sia l'accezione del verbo soffrire, dei mangiamorte, degli esseri
senza
cuore. Che altro tipo di persone avrebbero potuto generare
uno come
Draco?
Ma non
voglio sembrare una persona piena di pregiudizi, prima di tutto devo
conoscerli, poi chissà...
Chiudo gli
occhi e lascio che il vento che filtra dalla finestra aperta mi
scompigli leggermente i capelli.
L’ho
capito solo ora: sono attratta da Draco solo fisicamente. Ebbene devo
essere sincera con me stessa, anche se la cosa non mi fa affatto
piacere. Forse
è solo perché di questioni amorose o baci io ne
avevo solamente sentito
parlare, ma viverlo sulla pelle con Draco, che invece a Hogwarts aveva
molte
ragazze.
Credo che sia
normale la mia attrazione nei suoi confronti, è un uomo
molto
affascinante, ma è solo un guscio vuoto.
Come Draco mi
aveva anticipato, oggi non lo vedrò fino a stasera quando ci
saranno i suoi genitori.
«Sono
nello
studio al primo piano, devo finire di controllare delle cose, se vuoi
puoi
girare per casa, ma te lo sconsiglio a meno che tu non voglia
perderti»
Faccio finta
di non ascoltare la sua provocazione.
«Lavori
già
adesso?» non so come suoni la mia voce alle sue orecchie. Non
mi mancherà
–anche perché è sempre al Maniero, solo
non mi aspettavo che iniziasse a
lavorare così presto.
Lui, come mi
aspettavo fraintende la mia sorpresa.
«Cosa
c’è?
Hai paura di questa casa o ti spiace rimanere da sola senza di
me?» nelle sue
labbra si apre un sorriso saccente.
Sospiro.
«Sei
sempre
così megalomane? Credi davvero che il mondo ruoti attorno a
te?» chiedo con le
braccia incrociate.
Lui storce
la bocca e prima di rispondere alza gli occhi al cielo.
«Dico
solo
la verità»
Gli
lanciò
un’occhiataccia ma lui, come al solito, non se ne rende
conto, o meglio fa
finta di nulla.
«Comunque,
ricorda: primo piano, scendendo quelle scale-» e indica delle
scale dietro di
noi con un cenno del capo «prima
porta a
destra. Se sentirai la mia mancanza non pensare di essere causa di
disturbo per
me, al contrario».
Non
trovandolo degno di risposta volto le spalle e mi dirigo nella mia
stanza senza
dirgli nulla, e anche se non lo vedo in faccia sento il suo ghigno
seguirmi.
Continuo a
spazzolarmi i capelli cercando di non pensare che tra non molto
conoscerò personalmente i genitori di Draco. In questo
momento potrei essere
nella mia camera –o, pensando in grande, nella casa di Luna-
a studiare
medimagia, invece di conoscere persone che pensano erroneamente di
divenire un
giorno mie parenti.
Anche se da una
parte sono curiosa di sapere se l’idea che mi sono fatta di
loro corrisponde alla realtà, anche se dubito che appena
arriveranno mi
inizieranno a parlare di quanto siano dispiaciuto della guerra, che
abbiano
adottato un bambino babbano o che facciano parte del gruppo Amiamo
Tutti Gli
Animali Di Questo Mondo Come Hagrid.
Però
sono pronta a rivalutare.
Qualcuno bussa
alla mia porta per due volte e prima che io chieda “chi
è?”
lui entra con la testa alta senza sforzarsi di dire “si
può?”.
«È
richiesta la tua presenza»
Alzo un
sopracciglio e arriccio le labbra e il naso.
«Dire
“sono arrivati i miei”
non
ti piaceva?» domando incrociando le braccia in petto.
Draco mi porge
la mano per condurmi giù in salotto, ma io lo sorpasso
cercando di simulare una sicurezza che non ho mai avuto.
«Sarebbe
stato troppo banale, quasi come un idiota babbano» dice con
una
voce lontana.
Quando sono con
lui non sono più la dolce Stella, ma la fredda e altezzosa
signorina Greengrass. E questo è strano, è come
se quando siamo insieme
qualcuno si impossessasse del mio corpo ed io diventassi una
spettatrice
neutrale, come se ad un tratto arrivasse la signorina Greengrass e la
dolce
Stella venisse relegata in un angolo della mia mente.
Lo trovo di
fianco a me dopo suoi pochi passi. Sono certa che i Malfoy
siano già nel salotto che ci attendono, forse nervosi o
irritati. Decido che
non mi interessa quando sento delle dita sfiorare le mie. Il tocco
è talmente
leggero che non sono certo sia accaduto davvero, ma qualcosa dentro di
me sento
che non è frutto della mia immaginazione.
Se è
successo veramente, è un gesto tenero… non da
Draco, ma da essere
umano.
Senza
accorgermene mi ritrovo in salotto e davanti a me ci sono loro.
Narcissa Malfoy
è sempre la più bella donna che io abbia mai
visto: i
capelli sono in ordine e sono di un biondo tendente al bianco ma
ciò non la
invecchia; gli occhi sono due zaffiri che mi squadrano curiosi.
Faccio un mezzo
inchino verso di lei, ma mi blocca con una mano sorridendo.
«Non
ce n’è bisogno, Asteria. Lui è mio
marito Lucius» mi dice lei
indicando l’uomo accanto a lei molto più alto di
lei con gli occhi grigi tanto
simili a quelli di Draco da far venire i brividi, anche il colore dei
capelli
sono identici a quello del figlio.
Ecco: ora cosa
faccio? Inchino, stretta di mano, porgo la guancia o faccio
un cenno con il viso?
Comprendendo la
mia confusione il signore Malfoy prende la mia mano e gli
posa delicatamente le labbra, e poi solleva gli occhi su di me.
«Estasiato
di conoscerti, Asteria»
Draco deve aver
intuito il mio disagio perché decide di riempire quel
silenzio.
«Come
è andato il viaggio?»
«Tutto
bene» risponde il signor Malfoy «Purtroppo vi
dovremo lasciare
questa sera perché io e Narcissa abbiamo un impegno che non
possiamo rimandare,
ma tra una settimana all’incirca ritorneremo»
Mentre il
signor Malfoy parla sento gli occhi azzurri della signora Malfoy
che mi osservano. Appena finisce di parlare annuisco con un viso
inespressivo.
«Perché
non ci sediamo?» domanda la signora Malfoy con
l’eleganza di una
padrona di casa.
Le poltrone
grigie su cui ci sediamo sono a due posti poste una davanti
all’altra. Io sono seduta accanto alla madre di Draco.
Fisso le mie
gambe perfettamente parallele e cerco di eliminare delle
pieghe inesistenti dalla gonna, mentre Draco e suo padre iniziano a
parlare di
quidditch. Io e la mia vicina annuiamo e abbozziamo un sorriso quando i
due
ridono.
A un certo
punto la signora si rivolge a me.
«Sono
insopportabili, non è vero? Sembra che parlino
goblinese» sbuffa lei.
Io annuisco
alzando gli angoli della bocca.
«A te
piace il quidditch?»
«Non
ne vado matta» rispondo con un’alzata di spalle.
Sono sempre
stata leggermente
imbranata in tutti gli sport in cui bisogna muoversi, però
mi piace volare
anche se non sono molto veloce –e sono perciò una
pessima giocatrice-.
Lei ride
elegantemente.
«Anch’io
non lo capisco, ma per chi si ama si farebbe qualsiasi cosa»
mentre dice questo il suo sguardo si perde su suo marito.
Alzo un
sopracciglio non capendo a che cosa si riferisca in particolare ma
appena si gira verso di me annuisco tesa.
«Il
cognome Malfoy non è un nome come tanti altri, ha il suo
peso» continua
lei e nonostante mi stia guardando sembra lontana da questa stanza in
un altro
tempo. Poi sorride e sposta lo sguardo dalla finestra a me.
«Ma
non devi temere: se sarai accanto a chi ami nulla potrà
sembrarti
difficile»
Una domanda mi
sorge spontanea e mentre la formulo non mi chiedo se posso
sembrare impertinente.
«Lei
ama suo marito?»
La signora
Malfoy si allontana velocemente da me come se avesse preso la
scossa e dopo qualche secondo inizia a ridere mentre Draco e il padre
continuano a parlare senza curarsi di noi.
«Oh,
Draco aveva ragione: hai davvero la lingua appuntita»
Arrossisco fino
alla punta dei capelli senza sapere se mi succede per la
domanda che le ho appena rivolto o perché Draco le ha
parlato di me.
Cerco allora di
rimediare non prima di essermi morsa le labbra con una
smorfia a mò di scuse.
«Mi
scusi, non volevo essere indiscreta, io...» ma non mi da il
tempo di
esprimere le mie scuse confuse che mi fa cenno di tacere.
«Tranquilla,
cara, non mi hai offesa» mi rassicura lei con un sorriso.
Inizia ad
esserci un silenzio imbarazzante tra noi due ma la signora Malfoy
«Non
è una cosa negativa dire ciò che si pensa. Ora ho
capito perché Draco
ti ha scelto, e ne sono contenta. Prima avevo paura di trovarmi come
nuora una
bambolina vuota»
Draco e Lucius
ci lasciano da sole per andare a vedere alcune pratiche
mentre io e Narcissa. Mi ero fatta un idea completamente diversa di
lei, che,
tra le tante cose, non somiglia per nulla a mia madre. Lei e mia madre
sono
talmente diverse da non farmi capire perché sono amiche.
«Voglio
mostrarti una cosa» dice alzata davanti a me con un sorriso
«spero
che tu lo prenda come una specie di strano regalo».
La seguo senza
rivolgerle nessuna domanda. Saliamo delle scale, e andiamo
in alto, ma non troppo, fino ad arrivare ad una stanza semibuia con una
grande
terrazza. Devono essere le otto le nove di sera ed il sole è
già caduto dietro
delle montagne lontane e la luna regna nel cielo.
«Venivo
spesso qui quando ero incinta»
Ormai mi sono
abituata alla semioscurità e mi accorgo che davanti a me
c’è
un telescopio. Lascio vagare lo sguardo nelle stelle e riconosco la
costellazione del Drago vicino a quella dello Scorpione.
Per le prossime
settimane ci sarà spesso questa costellazione. Mi
farà
compagnia per il tempo che sarò lì alla Malfoy
Manor.
«È
un posto tranquillo per pensare» la sua voce la sento come
quella di un narratore
lontano. Annuisco sapendo che non sarà l’ultima
che verrò qui.