Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Iris of Goodbye    16/08/2010    5 recensioni
Komm und hilf mir fliegen Leih mir deine Flügel
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ooooooooooook, lo so che ho gia due Fan Fiction aperte qui su u.u Ma ormai mi conoscete ç.ç non posso non scrivere!.
Questa storia è un pensiero un po' vecchio in realtà che ho deciso di mettere finalmente su carta. Il motivo? Avendo resettato il pc non ho ancor ADS qui sopra e non posso finirla ahimè. Ma non vi preoccupate u.u non l'abbandono mica!. E' questione di giorni e la mia bimba tornerà sul pc <3
Comunque, sta volta non trarrò ispirazione dai gemelli mi dispiace.... Ma non vi dico neanche chi sarà il Boy della situazione, o rovino la sorpresa.
Dal primo capitolo si capisce poco e niente ;) Pazientate un po' e il resto arriverà presto.
Nacht, Isa (:

 

 

~ нιlf  мιя  flιєgєи 
    

 

 

 

 

Penso che l'arrivo di un bambino sia sempre una cosa gradita per una coppia.
In un modo o nell'altro serve a rafforzare la relazione, che sia una gravidanza voluta o meno.
Penso anche che, le persone mature non reputano una creatura così meravigliosa un errore.
Perchè errore, è semplicemente la fiducia che darà quel piccolino ai propri genitori..
sempre che abbia la fortuna di venire alla luce..
Io ricordo perfettamente la sera in cui la mia mamma mi disse che avremmo avuto una sorellina.
Non vedevo tanta gioia nei suoi occhi, nonostante le sue labbra fossero piegate all'insù sapevo che era malinconica.
Ci spiegò anche che lei non era proprio nostra sorella, perchè non aveva il nostro stesso papà.
-dov'è suo padre allora?- domandò mio fratello alzandosi dal letto
-è andato via per lavoro, ma tornerà...spero- rispose con un filo di voce la mamma.
Poi vidi i suoi occhi chiudersi e lacrime silenziose bagnare la sua pelle perfettamente liscia.
-Non piangere mammina, ci siamo noi due con te! - le sorrisi, per quello che potevo.
Mi struggeva sempre vederla singhiozzare così.
-lo so Bill, lo so- si piegò a baciarmi la fronte, poi fece lo stesso con Tom.
-vi voglio bene piccoli miei- sussurrò abbracciandoci.
Ci stringemmo a lei, a quel caldo petto che ci aveva protetti da quando eravamo nati.
Io ero sicuro che mia sorella sarebbe stata felice lo stesso. Anche il nostro papà non viveva più qui ormai,
lo vedevamo solo qualche volta al mese. Ma mamma ci bastava, ci bastava per l'eternità.
-Buonanotte ragazzi-
Ci rimboccò le coperte e dopo aver spento la luce chiuse la porta della cameretta.
-Pensi che saremo in grado di aiutarla?- domandò lui.
-Lo spero, mamma ha bisogno di noi- rincaricai deciso.
Due sospiri, in contemporanea, e un piccolo sorriso increspato sulle nostre labbra identiche.
-In ogni caso, noi non le abbandoneremo mai, ok?- domandò Tom allungando una mano verso il mio letto.
-Mai!- annuìì deciso.
Strinsi il suo dito per suggellare quella promessa appena fatta e poi, vinti dalla stanchezza lasciammo che
morfeo si impadronisse dei nostri sogni.

 


-Come la chiamiamo?- Domandò tom sporgendosi verso al culletta dell'ospedale
-Tom! attento o la farai cadere!- intervenne subito la mamma.
-Deve essere un nome bello! Da principessa!- lo guardai.
I suoi occhi, proprio come i miei, brillavano di gioia.
Avevamo aspettato per nove lunghi mesi l'arrivo di nostra sorella, e lei era li adesso, stretta nella tutina bianca dell'ospedale,
con la pelle candida e gli occhi semiaperti. Bella da morire.
Quando si erano rotte le acque, mamma aveva strillato per il forte dolore, e noi in preda al panico avevamo chiamato
la vicina che, per fortuna nostra, era in possesso di una macchina.
La corsa all'ospedale e poi, ancora sotto le sue urla, l'avevamo vista sparire oltre la porta della sala operatoria.
Gli infermieri avevano chiamato il nostro papà, che molto "gentilmente" ci aveva raccattati e portati a casa.
E ora, a meno di ventiquattro ore dalla nascita della nostra sorellina, eravamo li a farle faccie buffe.
-Violette!- sputò poi Tom guardandomi - è il fiore preferito della mamma, ed è bello!-
-Mi piace- gli sorrisi e corsi velocemente nella stanza adiacente.
-Abbiamo trovato il nome!- saltellai contento
-Sentiamo allora..- ridacchiò Simone osservandoci
-Violette!- urlammo in coro.
Mamma ci guardò ancora, ferma sempre nella stessa posizione, con quei piccoli tubicini che si infilavano nel suo braccio
-Non ti piace..?- domandò mio fratello spaventato dalla sua Non-reazione.
- No no tesoro! è perfetto!- sorrise poi commossa.
L'abbracciamo ancora, poi il nostro papà ci chiamò, con il suo solito vocione imponente, e proprio come due cagnolini, lo seguimmo
fuori dall'ospedale.
Violette uscì con la mamma una settimana dopo, era bella tutta vestita di rosa.
Nonostante fosse molto piccola, lei ci riconosceva gia.
Tom stava sempre con lei, tutto il giorno. La controllava, ci giocava, la faceva addormentare e addirittura la cambiava assieme alla mamma.
Io invece, ero più casalingo e aiutavo Simone a fare i servizi.
-
per i miei due ometti!- sorrise mamma posandoci due grandi vaschette di gelato difronte - non sporcate nulla mi raccomando! e non datelo a Violette!-
specificò guardando Tom che con un occhiata furbetta annuì.
-Tu vuoi più bene a lei che a me Tomi?- domandai di getto osservandolo mentre posava un bacio sulla guanciotta piena della bambina.
-Ma certo che no! voglio bene tanto a tutti e due Billy.. Tu sei sempre il mio gemellino!- mi assicurò.
Il muso che poco prima aveva abbrutito la mia faccia si trasformò subito in un dolce sorriso quando sentii le sue braccia stringersi attorno a me.
Rimanemmo ancora li per qualche minuto, guardando Violette beatamente addormentata.
-Pensi che si farà bella?- mormorai ingenuamente sospirando appena
-Si, e anche tanto..è pur sempre nostra sorella!- ridacchiò portandosi una mano al petto con fare altezzoso.
Scossi la testa, come al solito non passava giornata in cui non si autocommemorasse.
-Io vado a letto, ho parecchio sonno e domani iniziamo scuola- gli ricordai scendendo dal divano.
-Si! lo so..-sbuffò lui ruotando gli occhi al soffitto.
-Andiamo Tom! è il nostro primo giorno di elementari!-
-Appunto!- borbottò guardandomi - Buonanotte Billy-
-Notte Tomi- piegai le labbra in un lieve sorriso e salii al piano superiore.
Mi infilai velocemente nel letto, steso supino rimasi ad osservare il soffitto colmo di stelline luminose rimuginando un po'.
Mi sentivo tanto piccolo e indifeso fuori dalle mura di casa, e senza Tom ero completamente perso.
Ma lui adesso si stava affezionando a Violette, e io sarei passato in secondo piano.
Come per tutti.
-Sei ancora sveglio?- domandò mio fratello entrando in camera
-Si..- Sussurrai flebile
Salì a gattoni sul mio letto e mi guardò - Sei arrabbiato?-
- No Tomi, perchè dovrei?-
Scrollò le spalle e si allungò a prendere la sua chitarra acustica, regalo fattogli dall'ex compagno di mamma.
-Ti piace proprio suonare eh?-
Annuì - Lo amo, mi fa stare bene- sospirò -Bill, voglio...voglio scrivere una canzone per Violette, mi aiuti?- domandò poi.
-Adesso?- sgranai appena gli occhi.
Annuì di nuovo - Proviamoci..-.
Tirai un bel respiro e mi allungai a prendere un foglio.
Quella sera, per destino o per fortuna, iniziammo a camminare a piccoli passi sulla strada che a distanza di dieci anni ci avrebbe portato al successo.

Ma questo noi non potevamo ancora saperlo.

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Iris of Goodbye