“Tu sai chi
sono?” le chiese ancora. “Non capisco. Dove sono?”
“Ti trovi nel laboratorio del Dottor Gero.” rispose 18.
“Chi è il Dottor Gero?” le domandò.
“é morto.”
“Morto?“
“Sì,morto!L’ho ucciso io stessa.” rispose irritata,stringendo i pugni.
L’umano guardò il suo volto corrucciato con dispiacere. “Ti prego,non
arrabbiarti.” pregò. “Mi spiace.”
“Taci.” gli ordinò,e lui abbassò lo sguardo. 18 gli si avvicinò. La sua
faccia si contorse nel cercar di trovare una spiegazione logica. Non se
l’aspettava di venirlo a prendere e di trovarlo così.
Poco dopo,il ragazzo si alzò,lentamente e con calma. I suoi occhi vagarono sulla
cella,il resto del laboratorio,e infine si riposarono su di lei. 18 lo
gelò con lo sguardo,notando che la fissava.
“Che hai da fissare? Vedi qualcosa che non ti piace?” gli domandò,e lui
cambiò subito soggetto.
“No, voglio solo sapere...tu sai chi sono?” domandò.
18 pensò bene prima di rispondere. “Sì...so chi sei tu.”
disse,finalmente.
“Puoi? Fantastico! Me lo dici?” chiese esaltato. Sulla sua faccia
apparve un gran sorriso,e strinse
i pugni entusiasta.
“Posso dirti tutto ciò che dovresti sapere” disse. Tutto ciò che io voglio farti
sapere,ovviamente!. pensò maligna. Stava pensando ad un
piano. No, non era come se lo aspettava,ma di certo avrebbe funzionato lo
stesso. Sarebbe stato più facile controllare il piccoletto,ora che aveva
perso la memoria. Specialmente se in passato era un suo nemico..
18 non potè non sorridere. Finalmente la fortuna girava dalla sua parte.
“Io sono Juhachigo, numero 18.” gli spiegò. “Sono un androide.”
“Sei...un androide?” domandò,per nulla disturbato dal fatto. Anzi,curioso.
18 annuì. “Sono molto più di un semplice androide.” lo corresse.
“Sono di base umana. Ho semplicemente modificato il mio corpo per il mio
scopo.”
“Qual è il tuo scopo, Juu…” abbozzò.
“Juhachigo!” urlò. “E cerca di non dimenticarlo,altrimenti...!”
Lui sussultò. “Qual è il tuo scopo…Juhachigo?” ripetè.
Juhachigo chiuse gli occhi. “Estinguere ogni umano dalla faccia di questo
insulso pianeta.” rispose tranquilla.
Il piccoletto stette in silenzio,con un sopracciglio interrogativo. Era
rimasto stupito dalle sue parole. “Perchè fai questo?” le chiese.
“Che ti hanno fatto di male che gli odi così?Ti hanno fatto male?”
18 lo guardò torva. “Puoi dirlo forte. Posso dare la colpa a tutti gli
umani per quello che hanno fatto a mio fratello.”
“Hai un fratello?” chiese l’umano.
“Anche lui è morto.”
“Oh.” disse,abbassando lo sguardo. Poi la riguardò in faccia,un po’
timoroso. “La gente attorno a te muore...?” domandò.
Lui indietreggiò quando vide 18 ghignare in modo inquietante. “Tanti
muoiono attorno a me!” disse,scoppiando a ridere. “Tanti.”
Continuò a ridere di fronte ad unCrilin impallidito.
“Ma non tutti muoiono...” gli assicurò. “Ti ho salvato dalla morte...”
“Davvero??” chiese. “Mi hai salvato?Grazie,numero 18!” disse con
tono felice e rispettoso.
“Finiscila,però!” intimò l’androide spazientita.
Obbedientemente,fece silenzio,in attesa che lei dicesse qualcosa. Non sentendo
nulla,decise
poi di
parlare al suo posto.
“Qual è il mio nome, Juhachigo?” chiese,per poi aspettare. “Ho un
nome,vero?”
Lei annuì. “Hai un nome.” Ma
non sono sicura se dirtelo o no... pensò dentro di se.
“Te lo dirò.” disse “Ma ad una condizione,e se la romperai,io ti
uccido!!!”
Crilin non pareva seguire con difficoltà,quindi continuò.
“Non dovrai dire il tuo nome a nessuno.” concluse.
“Perchè?”
”Perchè lo dico io!!!” ringhiò lei.
“Ma perchè?”
“Sei una nuova persona a partire da oggi.” gli disse. “Se rifiuti di
esserlo,peggio per te.”
Crilin pensò bene un attimo. “Okay. Se mi dici il nome,non lo dirò a
nessuno.”
Allora 18 sorrise . “Il tuo nome è Crilin,e sei un umano.”
“Crilin?Che tipo di nome è?Un bel nome?”
“Carino.” rispose lei,annuendo. “Ci sono tante cose più brutte che hanno
un nome brutto...”
Lui sorrise,quasi onorato. Quindi la guardò negli occhi,lasciando
intendere che volesse fare
un altra
domanda.
“Che c’è?”
“Juhachigo,mi hai detto che sono nuovo oggi. Che significa?”
Lei non sapeva bene come spiegarlo,e nemmeno voleva. “Non importa. Quel
che conta è che tu sia qui ora...”
Lui annuì. “Qual è il mio scopo,ora che sono nuovo?” le domandò.
Questa domanda la sorprese.
“Il tuo scopo” iniziò lentamente. “Consiste nell’aiutarmi.”
“Okay. Come?”
Lei lo osservò mentre accettava. Sarebbe stato davvero così facile?
“Farai ciò che ti dirò? Senza lagne?” gli domandò scettica.
“Perchè no?” le chiese,sorridendo. “Mi hai salvato.”
18 sorrise d’istinto. “Andiamo.Ti spiego strada facendo.”
“Ce ne andiamo?” chiese Crilin. “Perchè?”
“Perchè ‘sto posto puzza,è umido,polveroso e schifoso.” rispose lei,già sulla
porta d’ingresso.
Allora il terrestre la seguì fino all’aria aperta,nel cuore della notte. Una
volta fuori,ovviamente,
non potè
non riprendere nel fare delle domande.
“Wow!” esclamò,guardando le miriadi di stelle luccicare in cielo. “Che
bello!!!Succede ogni notte
questo strano evento,18?”
Lei alzò leggermente la testa per vedere cosa lo stupisse tanto. La sua
bocca si storse. “Idiota.Che ci trovi di tanto bello i queste stelle?”
“Non pensi siano belle?” le chiese.
“Sono inutili. A cosa servono?”
“N...non so...forse...solo a esser belle?” rispose titubante.
“Ma stà zitto. Io so a che servono,e tu no. Ora andiamocene. Sono stufa di
‘sto posto e dei tuoi insulsi blateramenti.”
”Mi...dispiace...”
18 gli diede le spalle. Lui si alzò in piedi,con la testa bassa. Era
così pietoso...
Borbottando,si
alzò in volo,pronta ad andare. Quando si accorse che Crilin non la
seguiva,si voltò.
Era rimasto dove l’aveva lasciato,con aria incantata.
Lei si mise una mano sul fianco,spazientita. “Beh?Se non vuoi che ti
lasci qui,ti conviene sbrigarti, idiota.”
“Wow! Come riesci a volare,18?” domandò meravigliato.
18 non credette alle sue orecchie. Lui era la stessa persona che aveva
lottato contro di loro quasi un anno prima,e era certa che sapesse
volare. Lo aveva visto con i suoi occhi!
Ti prego non mi dire che non sa volare.
disse a se stessa. Se è così,è
inutile.Farei bene a ucciderlo ora che non sa nemmeno volare!
Atterrò così davanti a lui,accendendo i suoi scanner. Lesse un numero basso nel
suo potenziale,ma ciò non significava nulla. Gli umani sono infatti in
grado di controllare così bene la loro aura che possono quasi sembrare
inesistenti. Una delle abilità che aveva trascurato 17,finendo così
ucciso. In poche parole,i sensori scanner non servivano.
“Aumenta la tua aura.” ordinò a Crilin,che faceva una grande fatica a capire.
“Aumentare la mia che?” domandò.
“Non sai che è l’aura?” esclamò.
“No…è importante?”
“Si tratta della tua energia vitale,idiota!” urlò. “La fonte del tuo
potere!”
“Che potere?” domandò.
18 era sul punto di scoppiare.
L’aura!
L’unica fondamentale cosa che lo faceva respirare,e che lui non sapeva cosa
fosse!
No. Pensò bene,calmandosi.
Non ricorda cos’è. C’è della
differenza.
“Non hai mai sentito parlare dell’aura?” domandò,mentre il terrestre la
guardava dubbioso e
un poco intimorito dal suo tono.
“Mai.” rispose. “Cos’è?”
“Te la faccio vedere.” disse lei,con un sorrisino diabolico. “Lo
vuoi,Crilin?Che ti faccia vedere la tua aura?”
“Certo...credo.” annuì nervosamente. “Se è questo che vuoi...”
Prima che Crilin finisse la frase,lei gli apparve appresso e gli sferrò un
poderoso ma controllato calcio allo stomaco. Con un grido di dolore questi
venne sbalzato a terra a circa due metri di distanza. 18 controllò i
sensori,e notò che l’aura era leggermente aumentata,come difesa istintiva al
suo calcio. Lui si rialzò ansimante,tenendosi lo stomaco. Lei lo
aveva colpito molto forte.Un normale umano sarebbe morto sul colpo.
Ma istinto
o no,Crilin non pareva lontano dalla normalità. La sua forza era oltre i
10’000.
E questo era solamente una difesa istintiva.
Sorridendo,l’androide apparve alle spalle del piccoletto. Afferrò con una
mano intera una ciocca dei suoi capelli e lo sollevò in aria,stappandogliene un
po’.Ci mise poco a farlo infuriare.
Furioso,aumentò
al massimo la sua aura,accendendo un’imponente fiamma intorno al suo
corpo. Allora lo lasciò andare. Il suo livello di aura era
notevolmente aumentato.
Non avrebbe impiegato molto a ri-insegnargli a volare.
Crilin,intanto,stava osservando stupito la sua aura. “Uao!Questa è l’aura?”
“Sì.” assicurò Juhachigo. “Quella ti tiene in vita. Ecco come si
lotta,manipolando l’aura.”
“Io lottare?” chiese sorpreso.
18 guardò in alto,esasperata. Non era sorpresa,o arrabbiata per il fatto
che non sapesse nulla.
Era palese che aveva ancora la sua forza e le sue tecniche. Solo non ricordava
come usarle.
Se gli avesse ri-insegnato le basi,era certa che tutto sarebbe giunto da se.
“Combatterai.” promise. “Ma non ora. Intanto ti insegnerò a volare,poi
domani vediamo cosa potrai ricordare ancora...”
“Volare?Intendi proprio VOLARE?” esclamò,felice come un marmocchio.
Oh,Ok. Pensò,notando i suoi
modi infantili. Perderà ‘sto modo di
fare quando inizierò ad allenarlo. Sorrise al pensiero. Già...una volta iniziato,non sarà così
felice. Per il suo bene,gli converrà ricordarsi in fretta...
“Insegnami a volare! Per favore?” la voce di Crilin interruppe i suoi
pensieri. Sorrideva brillantemente,e gli occhi gli luccicavano.
“Molto bene.” rispose 18. Poi lo afferrò gentilmente per un braccio,e si
sollevò. “Reggiti.”
Con lui che si teneva per il braccio,salì fin sopra le montagne. Crilin
spalancò gli occhi appena vide l’altezza.
“18!” urlò nella paura che lo lasciasse. Il suo sorriso gelido si fece più
grande.
“Sìì?” chiese.
“Che fai?Lasciami andare!”
“Non ancora.” rispose. “Non siamo ancora in alto abbastanza.”
“Cosa?!”
Dopo aver raggiunto la cima,18 si posò su uno strapiombo,da cui si poteva
vedere sul fondo delle roccie acuminate. Quindi rilasciò il piccoletto,ormai
bianco come uno straccio.
“Hai fatto attenzione al mio volo?” gli chiese.
“Non molto...” confessò. “Ero un tantino occupato a guardare
l’altezza...”
L’androide alzò le braccia in segno di resa. “Mi chiedi di insegnarti a
volare e non presti attenzione???” chiese nervosa.
Crilin deglutì. Non gli piaceva la sua espressione. “Ehm...penso di
aver capito...non molto a dire il vero...” concluse,inghiottendo.
Juhachigo scosse la testa. “Suppongo io debba insegnarti per la via più
difficile”
“Che?La via difficile?” domandò lui. “Che intendi per ‘ via difficile’?”
Senza finire la frase,18 lo prese e lo lanciò giù per il burrone.
“AHHHHHHHHH!!!!”.
“Questa è la via difficile.” rispose,ghignando.
Poi lo seguì mentre precipitava. Sarebbe stato divertente
Intanto il povero Crilin stava per spappolarsi al suolo,senza la minima idea di
che fare. 18 gli andò incontro,a testa in giù come lui.
“Che ti prende? Perchè non voli,Crilin?”
“Non so come!” urlò,terrificato. E per un buon motivo.
Se non
avesse imparato a volare,si sarebbe sfracellato.
“Non è difficile. Ti ho mostrato la
tua aura. Vola con quella e basta.” disse,come se fosse ovvio.
“Ma io non so come recuperarla!!!”
“Vuoi che ti colpisca ancora?”
“NO!”
“Bene,allora ti conviene sbrigarti. Se ti schianti al suolo,farai un
disastro.Sangue e budella ovunque...sì sì!” disse lei,scuotendo la testa come
per annuire.
“E esattamente quanto tempo mi rimane?!” domandò lui,in panico.
18 guardò a terra.
“Si tratta
di una montagna alta. Credo tu abbia circa 30 secondi per farlo. Ah,no,28
ora,scusa..”
“MUOIOOOOOO!” urlò Crilin,coprendosi la faccia.
Quando i 28 secondi scadettero,smise di cadere. Aprì con cautela gli
occhi,e vide che la terra stava
a circa mezzo metro da lui.
“Yikes!”mugugnò. Perchè si era bloccato...volava?
“Idiota.” disse una voce. Confuso girò la testa,e vide 18. Lo teneva
saldamente per una caviglia,e lo aveva salvato dalla morte...di nuovo.
“Diciottina...!”mormorò spaventato.
“Idiota.” ripetè lei. “Perchè non hai volato?”
“Uh…non so come fare?”
Alla risposta lo mollò e vide mentre picchiava il volto a terra.
“Ahio…” si lamentò,massaggiandosi il punto in cui doveva esserci il naso.
“Frignone. Alzati subito. Dobbiamo rifare.”
“Non scherziamo!” urlò lui,guardando dal basso il monte. “Non lo voglio
rifare!Che succederebbe se non mi prendessi stavolta?”
“Difatti non ti prendo.Se non voli,muori!”
Crilin trattenne il fiato. “Non...non penso che io voglia imparare...”
ammise.
“Codardo.”
“NON SONO CODARDO!”
“Allore perchè non voli?”
“Te l’ho già detto,non so come fare!”
“Ma io te l’ho fatto vedere.”
“Bene,allora fai pena come insegnante!”
18 reagì alla frase,e lo gelò con il solo sguardo. “Cosa hai detto?”
“Uh…nulla. Assolutamente nulla!!!” replicò timoroso lui,cercando di
sorridere.
18 gli andò incontro e ripetè “Cosa hai detto?”
“P-P-penso che tu sia una bravissima maestra,e che sono pronto per volare?”
L’androide sorrise. “Bene. Iniziamo.”
*****