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Autore: Piccolo Fiore del Deserto    18/08/2010    1 recensioni
Minako non è destinata a diventare Geisha come tutte o quasi le ragazze della sua città, comprese le sue due sorelle. Per lei, suo padre, ha riservato un destino particolare: sin da bambina, infatti, ha ricevuto lezioni per diventare una perfetta arciera. Una volta cresciuta verrà inviata presso lo Shogun – un uomo austero, freddo e carismatico a detta di tutti - per diventare un’arciera del glorioso esercito imperiale. Ma, spesso il destino muta i piani. [4° Classificata al Contest "Le Sette Barriere Psichiche" di May8Rose - Storia Valutata da Bimba_Chic_Aiko, a cui va un sentito grazie di cuore!]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo




    In un primo tempo non riuscivo a comprendere il motivo esatto per cui io dovessi essere allevata in maniera diversa dalle mie sorelle, ma man a mano che crescevo, mi sentii pervadere da una sensazione di grande orgoglio per essere stata scelta a tal fine.
Le lezioni erano dure, ma mi permettevano di rafforzare il mio carattere.
Mio padre poteva sembrare severo con me, ma ogni volta che lo guardavo in quegli immensi occhi color pece, notavo la sua gioia, il suo orgoglio e l’affetto che provava per me, la sua figlia prediletta.

    Gli anni passarono in fretta e, anch’io maturai, divenendo una bella ragazza di venticinque anni, appena più alta delle mie coetanee. I miei capelli scuri si erano allungati come i rami dei salici, ma io ero solita tenerli legati alla maniera maschile.
Potevo apparire graziosa e avvenente, se non fossi vestita sovente come un uomo e avessi avuto la grazia delle Geishe, che proprio non mi apparteneva. Questo non voleva dire che fossi una persona grezza, ma al semplice guardarmi, si poteva ben comprendere che non ero una ragazza come tutte le altre. In fondo, ero stata allevata quasi come un uomo.
La cosa più sorprendente, che aveva stupito tutti sin dalla nascita, erano i miei occhi: erano scuri come la notte, ma screziati del colore delle viole. Di certo, non passavo inosservata.
In molti mi avevano fatto proposte di matrimonio, ma l’unico uomo che riuscivo ad amare veramente era mio padre. E, inoltre, avevamo un sogno. Un sogno che io dovevo realizzare, per farlo essere ancora più orgoglioso di me.

    Incurante delle risatine di scherno che le mie sorelle, ormai divenute Geishe di rinomata importanza, mi rivolgevano, avanzavo a testa alta, sicura di me e orgogliosa del mio essere.
Ero diventata quello che sognava da sempre mio padre: una perfetta arciera, che ora si apprestava a recarsi nella città imperiale per accedere tra le fila dell’esercito, guidato dall’onorevole Shogun, Azumamaro Mushanokoji Watanabe, un uomo altero e freddo, capace di uccidere chi solo dimostrasse di andare contro i suoi ordini, o quelli dell’imperatore, o osasse profanare con male parole il nome degli Antenati, ai quali era profondamente devoto. Oltre a ciò, aveva un notevole carisma, impossibile da non notare. O almeno queste erano le voci che giungevano di lui al mio villaggio.

    « Non credere a tutte le voci che senti sul conto dello Shogun, Minako-san. È un uomo che rispetta le sacre leggi e gli antenati. Un uomo giusto, che a volte è costretto a essere un po’ duro, ma se non dimostrasse di avere carattere, carisma e autorità, sarebbe difficile poter mantenere così a lungo quel ruolo di notevole importanza, da essere al pari con l’Imperatore stesso.
Lui lo sa bene ed è per tal guisa che a volte può usare metodi un po’ duri e apparentemente incomprensibili. Servono a rafforzare i suoi soldati, che spesso devono mettere da parte le proprie paure per affrontare i tanti pericoli che infestano il regno, al fine di difendere sia la popolazione sia il divino imperatore. Se ti dico questo, è perché io… l’ho conosciuto. » di fronte a quell’ultima frase, nei suoi occhi scuri comparve una luce intensa, mentre io rimasi di sasso, completamente sorpresa da una rivelazione simile.
Lui, mio padre, conosceva l’onorevole Shogun?
Avrei voluto chiedergli di più sul loro incontro, ma lui m’impedì di far domandare, riprendendo parola.
« Va da lui, figlia mia, ma non lasciare che il tuo cuore sia soggiogato dalla paura. Rispetta le leggi, gli ordini, i nostri sacri antenati e vedrai che la vita militare non sarà poi tanto dura. Io ti ho insegnato molto, ma lui potrà renderti migliore. Segui le sue parole, è un uomo ancor più saggio di me. » fece una piccola pausa, prendendo poi tra le mani una scatola di legno, dalla quale ne estrasse una pergamena.
« Consegna questa mia lettera all’onorevole Shogun e ricorda sempre tutto ciò che ti ho insegnato, mio splendido orgoglio. Va, e che i Kami veglino su di te e ti sappiano sempre guidare in questo nuovo cammino che ti troverai a percorrere. »
Dopo avermi consegnato la pergamena, mi baciò sulla fronte. Sentii affiorare delle lacrime, ma prontamente le ricacciai indietro, per non apparire fragile.
Salutai anche mia madre, che aggiunse la sua benedizione a quella di mio padre, e poi iniziai il mio viaggio, diretta al mio nuovo destino.
Mi voltai per un solo istante, osservando la scena che mi si presentava davanti: mia madre con gli occhi colmi di lacrime, affondava il viso nel petto di mio padre, che la cingeva a sé, come per rincuorarla, ma il suo sguardo era rivolto a me. Non avrei potuto mai dimenticarlo: in quell’oscurità risplendeva una strana luce. Lui era orgoglioso di me ed io avrei fatto di tutto per dimostrargli quanto avevo appreso e qual era il mio valore, non volendo deluderlo.
Tornai a girarmi e, sistemando meglio l’arco e la faretra sulle spalle, ripresi il cammino, lungo la strada che mi avrebbe condotto di fronte allo Shogun in persona.










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Ecco qui il primo capitolo. Ancora non c'è molto, anche se alla fine non sarà una storia troppo movimentata, bensì più profonda, basata sulle emozioni. Ma non dico altro, per non lasciar trasparire troppo. I prossimi saranno un pò più lunghi :)
Questa storia nasce su ispirazione di giocate effettuate da me e il mio fidanzato su un gdr, ed io l'ho "romanzata" un poco, per aderirla meglio alla citazione presa.
Buona lettura



kuasta: Grazie per la recensione, e sono contenta che dall'introduzione e dal prologo la mia storia ti abbia colpita. Non so come pensi che debba andare, ma spero di non deluderti. :)

Ayumi Yoshida: Grazie per la recensione e crepi il lupo. Spero che continuando a leggere possa continuare a piacerti. :) un bacio!
In Bocca al Lupo anche a te per il contest!


Grazie a chi la legge, chi l'ha inserita tra le seguite e tra le ricordate!

   
 
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