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Autore: Amber Cat    18/08/2010    1 recensioni
Emma guardò con preoccupazione l’orologio, non poteva certo arrivare tardi il suo primo giorno di lavoro. Mentre camminava con passo svelto ripensò a quando il suo capo le aveva comunicato che per un breve periodo sarebbe stata trasferita al Torchwood di Cardiff.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma III CAPITOLO 3

Gwen apparve sulla porta del soggiorno avvolta in un aderente abito nero con una profonda scollatura che lasciò Rhys senza fiato
- Non crederai mica che ti lasci uscire così? Jack non riuscirebbe mai a resisterti!
- Tranquillo, Ianto sarà in smoking quindi penso che Jack avrà occhi solo per lui stasera, anzi è molto probabile che quei due troveranno il modo di appartarsi in un palco, lasciando tutto il lavoro ad Emma e a me.
poi baciandolo aggiunse
- Non pensare neanche lontanamente di andare a dormire prima del mio ritorno, perché penso che avrò molta voglia di te una volta tornata a casa.
Detto questo lasciò la stanza seguita dallo sguardo inebetito e innamorato di Rhys.

Quando Emma fece il suo ingresso nell’hub notò che Jack e Ianto stavano parlando e ridendo insieme e si domandò cosa mai avessero da dirsi, poi il gallese si voltò verso di lei e le sorrise, indugiando con lo sguardo lungo la linea del suo collo candido su cui i ricci color mogano spiccavano più del solito, messi in risalto dal contrasto con l’abito blu cupo.
- Sei veramente bellissima stasera!
- Grazie … anche tu- rispose lei arrossendo leggermente
Jack scrutò per un istante gli sguardi che i due si scambiavano, poi schiarendosi la voce con un colpo di tosse gli interruppe
- A questo punto Gwen starà per arrivare, perché non ci avviamo fuori intanto?
Poi s’infilò il cappotto guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione da parte di Emma
- Quel cappotto sullo smoking? Stai scherzando vero?
- Perché?
- Perché è un abbinamento improponibile, non si può proprio guardare, toglilo!
Jack prima cercò un po’ di sostegno da parte di Ianto, poi accorgendosi che il ragazzo si era limitato a sollevare un sopracciglio, si allontanò scuotendo la testa, senza riuscire a controbattere, nessuno aveva mai osato criticare il suo cappotto; mentre Ianto e Emma si scambiavano uno sguardo complice
- Ma sei perfida, IL CAPPOTTO non si critica, mai!
- Lo so, non dovrei...ma è stato troppo divertente, lui è sempre così sicuro di sé e quando ho avuto l'occasione di togliergli per un attimo quel sorrisetto di superiorità non ho proprio resistito.
Mentre usciva dall' hub al fianco di Emma, Ianto non poté fare a meno di sorridere, pensando che adesso Jack si sarebbe fatto consolare da lui.

Emma guardando l'imponente palazzo del teatro dal finestrino del suv ne rimase affascinata.
- È meraviglioso, e pensare che il mio albergo è proprio qua dietro e non l'avevo ancora notato.
- Potevi dirci che stavi qui vicino, saremmo potuti venire a prenderti direttamente in albergo invece di farti venire alla base.
- Non preoccuparti Ianto... e poi se non fossi venuta da voi non avrei avuto l' occasione di criticare l'abbigliamento di Jack
dicendo queste parole lanciò uno occhiata in direzione del Capitano per osservare la sua reazione e le sembrò di scorgere, riflesso nello specchietto retrovisore, uno sguardo divertito.
I quattro fecero poi il loro ingresso nella sala cercando di passare inosservati tra la folla e tenendo gli occhi ben aperti alla ricerca di qualche anomalia.
Jack sollevò un sopracciglio con aria compiaciuta
- Ma guarda un po', un palco libero- poi rivolto verso Ianto -potrebbe essere un'esperienza interessante…-
mentre Gwen alzando gli occhi al cielo pensò che ormai cominciava a conoscere fin troppo bene il suo capo. Infatti, come aveva previsto, il Captano decise di fare squadra con Ianto e si diresse con lui verso le scale che portavano al piano superiore.
Jack, dopo aver aperto la porticina che conduceva al palco che aveva adocchiato, si sedette sulla poltrona invitando Ianto a seguirlo.
- Andiamo, è un palco.
- Stiamo lavorando Jack.
- Solo qualche minuto ... è l'opera ... è romantica ...non dirmi che ti lascia indifferente.
Ianto cedette all'insistenza di Jack e sedendosi al suo fianco si lasciò avvolgere dalla musica e da quell'atmosfera quasi irreale, quando sentì la mano di Jack poggiarsi su suo ginocchio e risalire molto lentamente lungo la sua coscia. Ianto cercò di mantenere il controllo, continuando a tenere gli occhi fissi sulla scena, ma non poté evitare di mordersi il labbro inferiore e Jack accennò un sorriso compiaciuto nel constatare l'effetto che riusciva a fargli ogni volta.
Improvvisamente però udirono delle grida provenire dalla platea e si resero conto che una gigantesca creatura aliena si era avventata sul pubblico, poi videro Emma e Gwen correre in direzione della creatura facendosi largo tra la folla. Imboccarono velocemente la porta per allontanarsi dal palco e scesero precipitosamente le scale per poterle raggiungere al più presto. Mentre la folla si accalcava verso le uscite si resero conto di non essere assolutamente attrezzati per affrontare una tale minaccia, in fin dei conti quello avrebbe dovuto essere solo un giro di ricognizione, più un’uscita di gruppo che una vera e propria indagine. Cercarono sbrigativamente di stabilire un piano, Jack e Gwen sarebbero andati al suv per procurarsi le armi necessarie, mentre Emma e Ianto si sarebbero occupati di non far uscire all’esterno la creatura e di accertarsi che tutta la gente avesse lasciato incolume il teatro. Emma, poco abituata al lavoro sul campo, cercò di mantenere il sangue freddo, sentendo che in lei la paura per ciò che stava accadendo si mischiava all’eccitazione. Respirò a fondo, sentendo le grida che fino a quel momento avevano riempito la sala allontanarsi sempre più … silenzio … i passi della creatura sempre più vicina … e poi un pianto alla sua sinistra; si voltò di scatto, cercando di capire da dove provenisse quel lamento. Poi la vide, rannicchiata a terra, nascosta tra le poltrone, una ragazzina di undici o dodici anni. Le corse incontro per portarla in salvo, la abbracciò per infonderle coraggio e convincerla che poteva fidarsi di lei, ma si accorse in quel momento che anche la creatura aliena stava venendo verso di loro e che ormai le aveva quasi raggiunte. A quel punto sentì un rumore di spari e vide la creatura voltarsi con aria inferocita … poi la voce di Ianto
- Presto portala via di qui, i proiettili non riusciranno a trattenerlo per molto tempo.
Emma corse via portando con sé la ragazzina mentre Ianto, esauriti i colpi, cercava di tenere a bada la creatura lanciandogli contro tutto ciò che si trovava sottomano. Tornata in sala la donna vide la creatura che, ormai incontrollabile, si avventava su Ianto scagliandolo contro la parete. Il ragazzo cadendo sul pavimento sentì un "crack" provenire dal suo polso e un dolore acuto che si diffondeva per tutta la mano. Mentre tentava di rialzarsi, con la vista ancora annebbiata per il colpo e cercando di rientrare in possesso della sua lucidità mentale vide la creatura venirgli incontro ed Emma che si poneva tra loro due; non riuscì a capire come, forse a causa dello shock subìto, ma la ragazza era riuscita a distrarla e a dare il tempo a Jack e Gwen di raggiungerli, in modo da poter stordire e catturare la creatura.
Quando si rese conto che ormai il pericolo era passato, Emma si voltò verso Ianto per accertarsi che stesse bene e rimase stupita nel vedere Jack che, chinato sul pavimento vicino a lui, gli carezzava il viso chiedendogli se fosse ferito, per poi passare a baciargli con dolcezza la fronte e le labbra.
- Non avevo capito niente- sussurrò a voce così bassa che solo Gwen, che le stava accanto, poté udirla. Poi sentì la mano di Gwen poggiarsi sulla sua spalla e la sua voce che le chiedeva se era tutto a posto. Emma si voltò verso di lei e capì dal suo sguardo che aveva compreso quanto ciò che aveva appena scoperto la facesse soffrire e che sarebbe rimasto un segreto tra loro due.


continua...
  
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