Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Halandar    18/08/2010    1 recensioni
In un mondo diverso dal nostro una battaglia decide il destino di una persona. Contemporaneamente appare in una scuola del nostro mondo uno strano ragazzo che sembra vivere fuori dalla nostra epoca e che manifesta strane doti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Prologo. Luogo: ? Tempo: ?-

 

Erano ormai mesi che scappavano da quell'individuo...Ma ormai credevano di aver fatto perdere le loro tracce. Preferirono perciò accamparsi per la sera in modo da poter riposare la notte. Almeno, lei avrebbe potuto riposare: il suo compagno di viaggio e padrone aveva cessato da secoli di essere un essere vivente e non aveva perciò nessuno delle necessità legate alla vita. Così come aveva abbandonato il bisogno di dormire, bere o mangiare, egli aveva anche abbandonato anche le emozioni. O meglio, riusciva a controllarle totalmente, impedendo loro di avere il sopravvento sui suoi pensieri.

 

«Non credo ci sarà bisogno di accendere un fuoco stasera, la notte è calda...»

disse quest'ultimo. Il suo aspetto avrebbe sicuramente instillato il più profondo terrore in qualunque mortale: il corpo era ricoperto da poca pelle verdina, marcia e secca, da cui a tratti si intravedevano le ossa. Gli occhi non erano più presenti nel cranio, al loro posto vi erano due puntini rossi, che brillavano di una luce maligna nel fondo delle orbite. Indossava un lungo mantello riccamente decorato ma sfregiato dall'usura alle estremità. Su tutto il corpo si affollavano numerosissimi gioielli intarsiati e decorati da molte pietre preziose. Ognuno di questi emanava un'immensa aura magica. A sovrastarli tutti però era un pesante medaglione appeso al collo del mago: forgiato in oro massiccio, aveva però una strana tonalità scura. Era presente una sola grossa pietra verde al centro che a tratti risplendeva come se dotata di luce propria.

Nel pronunciare la frase, il mago aveva appoggiato il pesante sacco che portava in spalla al suolo e aveva cominciato ad estrarre e montare una tenda.

 

«Parla per te! Fa un freddo dannato.. che ne può saper di freddo uno il cui corpo non ha più una singola goccia di sangue circolante da secoli?»

La ragazza che aveva risposto sembrava il negativo del mago: alta, vivace, muscolosa ma al tempo stesso formosa, portava lunghi capelli castani. Indossava vestiti estremamente leggeri ed equivoci, certamente non adatti al clima freddo del luogo. Ad uno sguardo fugace sarebbe sembrata una comune umana... se non fosse stato per le due orecchie e la coda nera da gatta che le spuntavano dal corpo. Si muoveva continuamente guardando, fiutando e muovendo le orecchie di continuo, come se avesse sempre paura che qualche nemico potesse piombare loro addosso.

 

«Fa così freddo qui! Per favore, accendiamo un fuoco,o stanotte non sopravvivrò!

«Sei matta? La luce di un fuoco può essere avvistata fino a 3,6 chilometri di distanza in una notte limpida, 2 in una nuvolosa. Inoltre il fumo suggerirà al nostro inseguitore dove cercare e...»

«...E bla, bla, bla... dati sempre dati... ma non riesci mai ad estraniarti dal tuo mondo di dati? Rischiamo la morte entrambi, non riesco a capire come fai a restare cosi calmo!»

Il mago finì placidamente di montare la tenda, quindi le rispose:

«Se perdessi in continuazione la testa come fai tu otterrei solo di essere continuamente confuso... invece cosi riesco sempre a pensare chiaramente»

per tutto il discorso il suo tono di voce non era minimamente variato, rimanendo sempre piatto, a dir poco inumano.

«Uff... con te non c'è gusto a discutere... finisci per avere sempre ragione!»

«Lo so, cara Elet, lo so» disse il mago, abbozzando quello che poteva sembrare un sorriso.

 

# Due ore più tardi #

 

«Ehi! Ancora non riesco a capire come tu possa cucinare cose cosi buone senza avere una lingua!»

A parlare era stata Elet, tra un morso e l'altro di un pezzo di bollito. Da sopra un piccolo fuoco da campo ( acceso infine in seguito agli insistenti piagnucolii di Elet).

«La cucina è tutta una questione di dosaggi e tempi esatti... se li si rispetta è impossibile sbagliare» nonostante il tono sempre piatto, il mago sembrava lusingato del complimento ricevuto.

«MMM veramente gustoso... senti... ma secondo te … quel tipo... lo abbiamo seminato?» Elet, nel pronunciare quelle parole, involontariamente tirò fuori le unghie, mentre i peli su orecchie e coda le si rizzavano.

«Nulla è certo... spero però di si... anche se non ho commesso alcun reato lui continua ad inseguirmi... non capisco la motivazio...»

 

La frase fu interrotta da un quadrello di balestra che passò ad un millimetro dalla testa del mago

«TE LO SPIEGO IO COSA HAI COMMESSO IMMONDA CREATURA!» la voce proveniva da dietro un gruppo di alberi poco distante. Si sentì uno schiocco, mentre due degli alberi più vicini cadevano, rivelando un umano. Questi indossava un'armatura completa con fregi dorati. Era completamente calvo e dai suoi occhi marroni traspariva un fortissimo odio per i presenti nella radura Nella mano destra brandiva un enorme spadone mentre con la sinistra reggeva uno scudo recante l'araldica di un sole, dotato di occhi e bocca.

 

«Io, Reves, supremo paladino del dio del sole, purgherò la terra della tua immonda presenza di necromante e, con ciò, riacquisterò il favore del mio dio!»

 

«Non riacquisterai un bel niente , idiota... Il dio del sole non ricompensa l'omicidio!» ad interrompere il monologo del nuovo arrivato era stata Elet, che continuò «Il mio padrone non è responsabile di alcun crimine... solamente per il suo stato di esistenza voi bigotti lo perseguite in ogni dove, e inoltre...»

« basta Elet» la interruppe il mago« Non otterrai nulla con le parole. La mente di costui è ottenebrata dal bigottismo e dalle parole di coloro che lo hanno istruito»

 

«Non ti permetto di insultare cosi il mio nobile mentore, creature delle tenebre! Smettila di blaterare vuote parole: combatti ed affronta il tuo destino!»

 

«Se vuoi combatterò... devo ricordarti però come è finito il nostro ultimo scontro? Se non fosse stato per quella giovane che ti raccolse, saresti morto dissanguato in quel campo...»

 

«Questa volta andrà diversamente... il mio signore mi ha fornito... QUESTA!» Proferendo queste parole, Reves estrasse una piccola pietra dalla sacca. Appena esposta all'aria, la pietra cominciò a brillare, mentre Reves incominciava una mormorante cantilena.

 

«Una pietra degli Angeli! Credevo fossero state usate tutte!» a riconoscere l'oggetto era stata Elet, mentre il mago era, se possibile, sbiancato ancor di più.

 

«Esatto , mezza gatta! Questa è una pietra degli angeli, un artefatto donatomi dalla mia chiesa per la mia redenzione... » disse Reves « E, grazie al suo potere, io bandirò te, immondo Lich da questo reame dei viventi!»

 

Voltandosi Elet si accorse che il suo maestro era avvolto in una cortina dorata di luce.

«Maestro! » urlò «Scappate, vi imploro!»

 

«Non posso, lo sai bene... questa magia supera perfino le mie altissime capacità» A testa china il mago mormorò queste parole mentre il suo corpo iniziava a scomparire partendo dai piedi. Alla fine ebbe la sensazione di trovarsi dentro un tunnel di luce gialla. Ad un'estremità vedeva Elet, la sua fedele assistente che lo chiamava. Udi le sue ultime parole:

 

«Maestro Veris! NOOOOOOOOOOOooo........» Le parole si persero in lontananza mentre l'oscurità ottenebrava i suoi sensi.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Halandar