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Autore: Darkmilotic    21/08/2010    0 recensioni
"La vita non è mai stata molto giusta con me , non mi aveva mai dato soddisfazione senza poi prendersi qualcosa in cambio . Questa è per me la vita , un continuo scambio di favori e di delusioni . Probabilmente negli ultimi tempi qualcosa era cambiato in meglio , c’erano nuove persone nella mia vita , persone che erano disposte a comprendermi , ad accettarmi .Ma il piccolo mondo di tolleranza che mi circondava , non era nulla in confronto a ciò che c’era fuori , fuori dalle mura di casa mia ."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

“Segui il tuo cuore !”

I genitori di Austen arrivarono pochi minuti dopo . La madre iniziò a piangere , mentre il padre fissava il corpo inerme del figlio . Sul suo volto era stata posta una mascherina . I medici avevano detto che si sarebbe ripreso completamente , ma che ora era stordito e che avrebbe dovuto passare qualche giorno in ospedale . La madre di Austen si prese il mio numero di cellulare ,giusto per potermi tenere informato delle condizioni del figlio e mi lasciò andare .

Stavo andando alla fermata dell’autobus quando cominciai a pensare .Ogni passo che poggiavo mi sembrava un passo verso il patibolo . Ciò che aveva detto Austen era vero , e non sapevo se volevo rivederlo . tutto mi diceva di sì ma tante altre cose mi allarmavano facendomi cambiare idea .

Non pensavo di andare in ospedale . Prima si sarebbe dimenticato di me , prima avrebbe smesso di soffrire . Non volevo imprimere nella sua mente la mia immagine , e né io volevo che nella mia mente si imprimesse la sua . Non dopo quello che aveva detto . La confusione era ammessa in quel momento , ma non avrebbe dovuto dire quelle parole , o almeno avrebbe dovuto trattenersi.

Non riuscivo più a riflettere , a pensare lucidamente a ciò che mi stava intorno a ciò che provavo e che non aveva intenzione di lasciarmi . Cosa potevo pretendere da me stesso ora ? Di lasciare perdere tutto come avevo sempre fatto ? No questo mai , tradendo me , aveva tradito anche ciò che c’era tra di noi. Anche il più piccolo filo che si era creato tra i nostri due cuori si era spezzato per come si era comportato , anche il più piccolo sentimento stava per sparire , trattenuto da quella voglia matta di pensare che non fosse vero niente .

Improvvisamente mi squillò il cellulare , tentai di trovarlo , e infine lo riuscii a prendere dentro una delle varie tasche del mio giaccone . Lessi il nome sul minischermo al di sopra del telefono e lessi il nome di mia zia Betty. Preso da un po’ di curiosità nel leggere quel nome , poiché ci eravamo sempre scritti per comunicare , aprii immediatamente il mio telefono e risposi :

- Pronto?

- Justin sono Betty - aveva una voce seria . Strano per lei . di solito quando parlava con me era sempre gentile, non lasciava mai trasparire alcun segno di preoccupazione , ma in quel momento qualcosa mi diceva che c’era da preoccuparsi . Quando zia Betty parlava in quel modo non poteva assolutamente essere successo niente di bello.

- Dimmi Zia Betty - la invogliai , preoccupato

- Vieni subito in ospedale

- Perché ? - chiesi , ma forse conoscevo già la risposta

- Il nonno è peggiorato , non gli resta molto

Come se mi avessero gettato un secchio di acqua gelata mentre dormivo , tutto ciò in cui avevo sempre creduto era scomparso . Adesso anche il nonno doveva andare via , non bastava mio padre , adesso anche il nonno non sarebbe più stato qui se avessi avuto bisogno , neanche lui sarebbe stato qui quando sarei diventato grande , quando avrei capito cosa era il mondo . Non potevo pensarci . Dovevo salutarlo , dovevo dirgli che gli volevo bene , dovevo fargli sentire la mia presenza  , che gli ero vicino. Non avrei accettato di non vederlo per un’ultima volta .

Presi immediatamente l’autobus , cercando di non urtare nessuno . Svuotai la mia testa da ogni pensiero che non fosse il nonno . Eliminai temporaneamente Austen dalla mia vita per pensare unicamente alla mia famiglia , a quella che non mi aveva mai abbandonata , che non mi aveva mai fatto mancare nulla , che mi era sempre stata vicina .

Arrivai subito di fronte all’ospedale , una struttura bianca enorme . Di fronte all’entrata vi erano delle rose , bellissime piante di rose che rendevano incantevole il luogo . Non contemplai a lungo il paesaggio , in quel momento non sarebbe servito , mi precipitai alla reception e chiesi alla signorina che era di turno:

- Scusi , sto cercando Ignacio Suarez

- Lei è un parente?- chiese in modo del tutto formale

- Sono il nipote

-Bene controlla la lista

La stanza del nonno si trovava nel reparto di cardiologia al secondo piano . Nello scorrere l’elenco con i nomi ordinati in ordine alfabetico , notai che un piano più in su , nello stesso ospedale , era stato anche portato Austen - Non potevo crederci , era una persecuzione . Anche se avevo preso la decisione di non pensare più a lui  non riuscii a trattenere l’istinto a fare delle domande :

- E di Austen che mi dice come sta ? - domandai timidamente

L’assistente lesse l’elenco ed una volta capacitatasi di chi fosse mi domandò :

- E’ un parente ?

- Sono un amico

- Non ti preoccupare Austen sta bene , ha soltanto un leggero trauma cranico , niente di allarmante .

- Quanto tempo starà qui ? - chiesi impaziente

- Lo dimetteranno domenica prossima , giusto fra una settimana . Il medico ha detto che vorrebbe tenerlo sotto controllo nel caso vi siano delle complicazioni

- Grazie

- Di nulla - rispose gentilmente

Corsi verso l’ascensore , ma lo trovai occupato . Non avevo voglia di aspettare ed ogni piano che si illuminava sul contatore dell’ascensore era come uno spillo che veniva infilzato nel mio cuore. Decisi di prendere le scale per fare prima e durante quei due piani di salita decisi che non sarei andato a visitare anche Austen , non per il momento almeno . ci avrei pensato prima per bene e poi  avrei preso una decisione sul da farsi . Arrivato al secondo piano riconobbi immediatamente la coda di cavallo di mia madre in fondo al corridoio . In ogni stanza che oltrepassavo c’era tanta sofferenza , chiusa a chiave in modo che non potesse uscire , che non potesse lenire anche gli altri . Le porte di vetro non lasciavano trasparire neppure un’immagine . Tutto sembrava rivolto verso di me . Una volta arrivato in fondo al corridoio abbracciai mia madre e mia zia che avevano le lacrime agli occhi . Mia madre prese la parola :

- Hai un altro po’ di tempo per salutarlo !

Cominciai anche io a piangere , non so quante volte lo avevo fatto quel giorno , ma almeno questa volta era giustificato . Mi voltai verso Bobbie e vidi che anche lui singhiozzava , e continuava a ripetere :

- Vorrei che non fosse mai accaduto

Entrai nella sala , e vidi mio nonno letteralmente intubato con gli occhi semiaperti , lui girò debolmente la testa , inquadrando il mio viso piangente . Poi accennò ad un sorriso e mi fece segno di avvicinarmi . Mi avvicinai al suo letto e mi sedetti sulle coperte bianche con pallini a pois verdi .A quel punto continuai a piangere silenziosamente tentando di non farmi sentire . Lui prese la parola e debolmente mi disse :

- Come è andata con Austen ?

- E’ finita letteralmente in tragedia nonno - risposi trattenendo un singhiozzo

- In che senso ?

- L’ho lasciato e lui è stato investito da un autobus , peggio di così non poteva assolutamente andare .

- Come sarebbe a dire peggio di così ?

Spalancai gli occhi , leggermente sorpreso dalla sua domanda , ma cercai in tutti i modi di non distogliere l’ascolto da lui e di creare quell’intesa che ci aveva sempre caratterizzati .

- Dove è finito il ragazzo che ha un cuore da leone ? Che ha il coraggio di affrontare tutto e tutti senza preoccuparsi delle conseguenze ? Dov’è finito il Justin che conosco? Dove è finito mio nipote ? Dov’è andato Justin ? Tu sei qui , accanto a me con il tuo coraggio e la tua voglia di lottare , non lasciare perdere tutto soltanto per il giudizio altrui ! In che occasione te ne sei importato ? Reagisci Justin

- Ma è difficile

- Lo so figliolo , lo so . La vita non è bella se qualche volta non è difficile . So che adesso ti sembrerà tutto confuso , tutto ti sembrerà strano , ma non demordere , fallo per me . Fallo per chi ha sempre creduto in te . Segui il tuo cuore !

Mi accarezzò una guancia , mi asciugò le lacrime con il suo dito , mi guardò negli occhi e sorrise , ma lasciò comunque che una lacrima spuntasse dai suoi occhi . A quel punto gli domandai:

-Perché piangi ?

- Perché sono felice , felice di sapere che sei te stesso . Felice di vedere l’uomo che sei diventato . non cambiare mai Justin .Non lasciarti abbattere , vivi i tuoi sogni , segui il tuo cuore . Ti voglio Bene  figliolo .

Accasciò la testa sul cuscino , lo sguardo perso nel vuoto . Cercai di rianimarlo toccandolo più volte sul braccio ,ma fu tutto inutile , mi portai una mano davanti agli occhi e cominciai ad urlare :

- NO! NONNO NO!

Ero disperato . Perché era andato via ? Perché non poteva restare ? Aveva superato attimi peggiori , perché non poteva superare anche questo? Non potevo accettarlo e continuai a chiamarlo finché Bobbie non entrò nella stanza , accompagnato da alcuni infermieri , e non mi portò fuori , tra le braccia di mia madre e della Zia Betty. Lui , alto e robusto ci strinse forte , tutti e tre . Forse avevamo solo bisogno di un abbraccio in quel momento di solitudine , in quel momento in cui la speranza ci aveva abbandonato , dove tutto sembrava buio, dove niente era più come prima , in un mondo in cui avremo solo voluto piangere . Ci stringemmo tutti forte , mentre Bobbie ci teneva insieme io , mia madre , e Betty lanciammo un pianto disperato verso il cielo e pregammo di prendersi cura di lui.

  
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