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Autore: Darkmilotic    21/08/2010    0 recensioni
"La vita non è mai stata molto giusta con me , non mi aveva mai dato soddisfazione senza poi prendersi qualcosa in cambio . Questa è per me la vita , un continuo scambio di favori e di delusioni . Probabilmente negli ultimi tempi qualcosa era cambiato in meglio , c’erano nuove persone nella mia vita , persone che erano disposte a comprendermi , ad accettarmi .Ma il piccolo mondo di tolleranza che mi circondava , non era nulla in confronto a ciò che c’era fuori , fuori dalle mura di casa mia ."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

Ciao nonno


Non era c’era un cielo particolarmente sereno quel giorno , anzi direi che era esattamente l’opposto della serenità . Le nuvole dominavano in quella immensa distesa di blu terso , ricoperta nettamente dal quel grigiore pallido . Di tanto in tanto si sentivano alcuni tuoni . Voleva piovere , me lo sentivo , ma forse anche il cielo , spinto dalla compassione , voleva essere forte per noi , forte per coloro che non avevano mai smesso di sperare invano . La distesa verde che mi circondava era enorme , non un fiore , soltanto verde  regnava , piccoli ciuffi continui di erba fresca appena potati ed innaffiati . Si sentiva infatti quel profumo di acqua e terriccio che insieme all’erba davano un aroma sopportabile , ma non del tutto gradevole . Eravamo tutti in nero in quel momento , e l’unica tonalità  chiara che si riusciva a percepire dalla folla erano le camice dei vari uomini che erano accorsi al rito prima in Chiesa e poi lì, in quel luogo del riposo eterno , sormontato da tante croci bianche che venivano fuori dall’erba potata .

C’erano tutti lì , a commemorare la memoria del nonno . Tutti a partire da Mark , Amanda , la Signora Meade , Daniel , Henry e via discorrendo. Tutto lo staff Mode era lì , insieme a parenti ed amici . Mi guardai intorno . A parte Daniel , che sapevo essere venuto con Zia Betty , dal momento che in questi due mesi avevano approfondito il loro rapporto fino ad arrivare a stare insieme , non mi parve di notare nessuno di particolarmente importante , nessuno che avesse particolare rilevanza per me . Forse cercavo Austen , nonostante tutto , volevo ancora vederlo , ma sapevo che era impossibile , non poteva essere lì , il giorno dopo il suo incidente . Speravo però che almeno avesse saputo che cosa mi fosse accaduto , speravo che almeno qualcosa gli sarebbe giunto all’orecchio .

Girai lo sguardo varie volte e poi , e varie volte tentai di vedere e di colmare quel mio desiderio invisibile , inutilmente però . Arrivammo allora alla sua croce , sul luogo dove avrebbe riposato per sempre , sul luogo dove avrebbe per sempre vegliato su di noi . Guardavo quella fossa , e lacrime mi sgorgavano dagli occhi , lacrime di grande tristezza . Non riuscivo a spiegarmi perché mi aveva lasciato solo , perché non era restato per un altro po’ lì a darmi man forte , a sostenermi .

Immerso nei miei mille pensieri , mi disposi in fila insieme a mia madre , Bobbie , la zia Betty e Daniel. A quel punto alzai lo sguardo verso il leggio posto accanto a mia madre e da lì il mio grande sguardo cominciò ad ispezionare gli angoli più remoti della folla . Non mi aspettavo così tanta gente , in realtà non mi aspettavo neanche di trovare Willhelmina vicino Mark . Ma durante questa mia escursione nella folla di gente che vi era , intravidi due persone che non mi sarei mai aspettato venissero al funerale .

La madre ed il padre di Austen si stagliavano dietro alcuni presenti . Erano le persone più alte in quel momento e riuscivano ad intravedere tutto anche a qualche fila di distanza . Erano entrambi vestiti in nero e l’unico accessorio che la madre di Austen si era permessa era un cappello molto fatiscente e nero . Non volevano farsi vedere da me , ma appena notarono che il mio sguardo si era posato su di loro , la signora Tyler mi mandò un’occhiata molto dolce , voleva starmi vicino , questo era evidente . Non volevo però verificare se anche il signor Tyler avesse voluto , perché in quel caso credo che l’unica vicinanza che avrebbe accettato , sarebbe stata quella delle sue mani intorno al mio collo . Lo guardai negli occhi , ma non vi vidi rabbia , soltanto un po’ di tristezza, un po’ di malinconia che tutti portavano come bagaglio in certe situazioni .

Iniziò così la cerimonia . Era tutto perfetto , i fiori al posto giusto , tutto era al suo posto . Non appena il prete iniziò a recitare il salmo , mia madre e mia zia Betty contemporaneamente avvicinarono il fazzoletto al naso ed inspirarono affannosamente . Non volevo assolutamente sentire cosa stessero provando in quel momento . Se in quel momento avessi potuto decidere quali menti sondare , non avrei scelto le loro , sarebbe stato come un suicidio . Il salmo occupò ben dieci minuti , non che mi fossi aspettato chissà cosa , ma nei film di solito durava di più . Quello però non era un film era , sfortunatamente e provvidenzialmente , la realtà dei fatti . Il sacerdote ci chiese se qualcuno di noi avesse qualcosa da dire . Nessuno si alzò , forse era il momento di agire , di fare anche io qualcosa , non me ne sarei stato con le mani in mano , non in quel momento , per mia Zia Betty e per mia madre . Mi alzai .

Mia madre mi fissò con gli occhi spalancati e con lo sguardo vuoto , i suoi occhi lasciavano cadere qualche lacrima . Le avrei voluto dire tante cose , ma non potevo, non era il momento. Sapeva già di Austen , di ciò che gli era accaduto dopo il pranzo da lui , ma la situazione in cui viveva non gli permise di dare un giudizio molto  obiettivo sulla questione . Questo era soprattutto per lei , che non aveva mai demorso di fronte alla realtà , che non si era mai arresa di fronte alle tante controversie che la vita le aveva presentato. Le volevo bene e questo era il mio riconoscimento.

Mi avvicinai al leggio blu scuro e notai che aveva qualche intarsiatura di oro negli angoli molto particolari . Non feci particolarmente caso a ciò che non era degno di nota e decisi quindi di sfogare ogni mia paura :

- Buongiorno … - avevo già cominciato male , non stavamo prendendo un tè , eravamo ad un funerale , poi ripresi - … Ehm … Scusate , non sono pratico con questo genere di cose , non sono mai stato protagonista di certe situazioni , quindi non so molto bene che cosa dire , e che parole usare . In realtà non sono mai stato bravo con le parole , chi era bravo in questo genere di cose era il nonno . Trovava sempre il modo di farci sorridere , di metterci di buon umore .

Intravidi una lacrima sul volto di mia madre , che abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi emozionate , non volevo fermarmi perciò continuai :

- Nonno non era solo bravo con le parole , aveva tanti altri talenti : sapeva cucinare , sapeva lavare , cantare .  Tante piccole cose che lo rendevano la persona speciale che era e che per me continua ad essere tuttora . Non era solo un nonno per me , era un padre , un padre col quale potevi parlare di tutto , con il quale potevi confidarti . E’ sempre stato una buona forchetta ma la sua caratteristica principale era quella di saper trovare il buono nelle persone anche quando di buono non c’è nulla . Per un esempio pratico , guardate me . Sarei il nipote perfetto se non fosse per un piccolo particolare . Sono gay .

In quel momento mia madre alzò di nuovo lo sguardo verso di me , seguita dalla zia Betty , Bobbie e Daniel . Non credevano alle loro orecchie , o meglio non credevano al fatto che avessi trovato il coraggio di dirlo , di parlarne , di rivelarlo. Presi il coraggio a due mani e ripresi il discorso :
- Mentre molte persone in questo momento staranno avendo pensieri razzisti , e credete a me , molti ne hanno , lui non lo avrebbe mai fatto , non mi avrebbe mai rimproverato perché sono “diverso” , non mi avrebbe mai allontanato per questo , questo perché lui mi considerava un UOMO a tutti gli effetti , con tutti i miei pro ed i miei contro . era una persona speciale , l’unico sul quale sapevo di poter contare sempre . Le persone parlano , spettegolano , giudicano , ma non si può parlare senza giudicare , non si può parlare senza sapere . Sapere come si senta una persona , sapere cosa provi questa persona dentro di se . Lui lo aveva capito , mi aveva accettato , mi aveva sempre invitato a non demordere . Bisogna solo seguire il proprio cuore !

Non credevo molto nell’ultima frase che avevo pronunciato , l’avevo detta perché sapevo che avrebbe avuto un certo effetto visto che è stata l’ultima che il nonno ha pronunciato prima di lasciarsi . Guardai mia madre dritta negli occhi e provai gioia nel vedere che accennava ad un sorriso , che era fiera di me , che finalmente aveva trovato ciò che la rendeva orgogliosa di suo figlio . Non voleva altro per me se non il meglio .

Mi allontanai dal leggio , feci pochi passi e mi tornai a sedere . Il sacerdote non impiegò molto tempo per portare a termine la cerimonia . Gli ultimi momenti furono i più strazianti . La bara stava per essere messa sotto terra . Era arrivato il momento di salutarlo per sempre , di dargli un ultimo saluto . Non avevo la forza di farlo , non riuscivo a crederci che non l’avrei più rivisto .  Mi avvicinai alla fossa , presi il coraggio a due mani ed afferrai un fiore , una rosa bianca come l’innocenza . Nella mano destra tenevo la rosa , e con la sinistra presi un po’ di terriccio . Lanciai il terriccio su quella sua nuova dimora perpetua di legno  poi di seguito gli lanciai la rosa . La rosa cadde lentamente , aveva voglia di prolungare l’agonia , o forse stava solo cercando di farmi dimenticare ciò per cui ero venuto e ciò che stavo compiendo .

Il turno di ognuno sembrava non passare più e l’unica cosa che sentivo era una fitta al cuore , un pezzo di cuore che cadeva ogni volta che ognuno di loro gettava una rosa . Mia madre tornò a posto , dopo le ultime parole del sacerdote il rito si concluse . La folla si dissolse e fummo completamente invasi da un cumulo di persone . Io i distaccai dalla mia famiglia per un momento giusto il tempo per poter andare a parlare con coloro che realmente mi interessavano . Intravidi i signori Tyler in fondo alla fila , magari mi stavano aspettando , chi poteva mai saperlo ? Mi avvicinai a loro e la signora Marylin mi abbracciò e mi disse :

- Mi dispiace tanto Justin

Il marito , che non sembrava più apatico come il nostro primo incontro , si abbassò , per accorciare la sua enorme statura , prese la mia mano e disse :

- Le mie più sincere condoglianze … - si fermò come se avesse lasciato in sospeso il discorso , poi continuò - … associate alle mie più sincere scuse per la brutta conversazione di ieri .

- Grazie - risposi senza lasciare intendere se fosse unicamente per le condoglianze o anche per le scuse e poi domandai :

- Ed Austen ?

- I medici non gli hanno dato il permesso di uscire dall’ospedale , sai  è passato solo un giorno dall’incidente . - rispose la madre

- Ah capisco - dissi un po’ deluso.

- Riguardo a ieri , voglio che tu sappia che non ce l’avevo assolutamente con te . Ero soltanto molto sorpreso e molto irato per la rivelazione che mi aveva fatto mio figlio . Non me lo sarei mai aspettato , in fondo io l’ho cresciuto in un modo  e  mai avrei potuto pensare a questa “diversità” - intervenne il signor Tyler

- Siamo come tutti voi , soltanto abbiamo altri interessi - precisai

- Lo so , ed è per questo che me ne pento . Ieri , dopo che Austen si svegliò , ho parlato a lungo con lui , e sono riuscito a farmi un’idea di che persona speciale abbia allevato , di che dono mi abbia fatto il cielo , e di che grande favore mi abbia fatto a fare in modo che conoscesse te .

- A sua descrizione sei una persona fantastica , ed hai anche il più bel di dietro di tutti i suoi amici .- intervenne la mamma di Austen - ma sei tu che lui vuole .

Non riuscii a trattenere una lacrima , in questi due giorni se qualcuno le avesse raccolte , avrebbe potuto riempirci una bacinella con le mie lacrime . Il signor George prese un fazzoletto e me le asciugò poi mi disse :

- Mi ha detto di riferirti una cosa

- E che cosa ?

- Ti amo

Rimasi di soppiatto , non avrei mai pensato che sarebbero uscite queste parole dalla bocca del Signor Tyler, ma nel proferirle sembrava provasse un grande affetto paterno nei miei confronti . continuai a fissarlo per un po’ di tempo fin quando non sentii mia madre che  mi intimava di tornare . Li salutai e loro mi invitarono a venire a trovare Austen . Mi voltai e varie volte girai il volto dietro , giusto il tempo per poterli vedere mentre andavano via . Stava cominciando a piovere e non volevano assolutamente bagnarsi .

Entrai in macchina , piccole gocce cominciarono ad appannare i vetri . Non riuscivo ad intravedere più niente a parte la terra ormai fresca sul luogo di sepoltura di Ignacio Suarez “ padre e nonno esemplare” . Ogni goccia era una lacrima per me una lacrima che mi trafiggeva , che non mi dava pace . Non avevo più bisogno di consolazione , avevo bisogno solo di un po’ di forza, forza che non avrei ottenuto tanto facilmente . Guardai per un ultima volta quella bella distesa di verde nella quale croci bianche dominavano . Vidi le tante gocce abbattersi sul prato verde e riuscii a cogliere la croce di mio nonno . Lo avrei voluto rivedere , lo avrei voluto rimirare di nuovo , non per trattenerlo con me , non per poterlo far stare qui ancora , ma soltanto per potergli dare un saluto . Forse ora era il momento , chi poteva saperlo . Arrivederci nonno , ci rincontreremo , ma fino a quel momento arrivederci .

 

  
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