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Autore: lud_194    26/08/2010    1 recensioni
Sarà una fan fic breve, due o tre capitoli, a meno che non avrò un'ispirazione fulminante. Castle, Beckett, un caso finito male, una festa..
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“..E poi Alexis entrò in salotto, e beh.. vide la scena. Fu..imbarazzante.” Beckett rise di nuovo. Pensò di averlo fatto più quella sera che in tutto l’ultimo mese..ma non era esattamente in lei. Questo però doveva ancora capirlo.

Dopo aver parlato del caso, dopo aver scolato parecchi alcolici come fosse acqua fresca, Richard e Kate iniziarono a parlare senza sosta. E la velocità e dimestichezza con cui passavano da un argomento all’altro, era disarmante.

Castle, un po’ brillo, ma sicuramente più lucido di Beckett, non avrebbe mai pensato che lei si fosse sciolta in quel modo, specialmente con lui. Sapeva bene che era solo colpa, o merito, dell’alcool, anche se avrebbe preferito non ammetterlo a se stesso.

“Mi gira un po’ la testa.. ma che ore sono?” Chiese Kate, alzandosi traballante.

“Quasi le due..”

“Forse è meglio andare..” E seguì un’altra piccola risata.

“Dimentichi la giacca!” Castle glie la tirò, eppure i riflessi di Beckett non erano perfetti come sempre, così si chinò per raccoglierla.

“Grazie Mario, alla prossima!”

“Quando vuoi, Rick” C’è da dire che Mario guadagnò bene quella sera, anche solo prendendo in considerazione il conto di Castle.

Il tragitto fino a casa di Beckett fu miracolato, data la guida di Rick in quella circostanza.

“Altri 50 metri in macchina e avrei vomitato.” Disse Kate.

“Allora a domani, Detective.”

“Dove pensi di andare, Castle? Non arriverai vivo fino a casa tua.” Lui rise.

“Fiduciosa..”

“Sali.”

“Dove?”

“E secondo te? A casa mia.” Castle scoppiò a ridere.

“Beckett, oh mia cara Beckett.. per caso sei ubriaca? Okay, aspetta un attimo.. dimenticavo che tu sei realmente ubriaca.” Risero di nuovo.

“Non sto scherzando! Non voglio averti sulla coscienza.” Castle sospirò.

“Questa sì che sarebbe stata una fantastica parentesi per Nikki Heat. Peccato che sia troppo tardi.” Successivamente parcheggiò l’auto alla buona e salirono nell’appartamento di Kate. Non era proprio il massimo dell’ordine, ma era in stile Beckett.

“Fai come se fossi a casa tua, io vado a mettere il pigiama.” Kate si dileguò in bagno e Castle iniziò a guardarsi intorno. Aveva sempre desiderato studiare l’appartamento di Beckett, scoprirne i dettagli, respirarne l’odore a pieni polmoni.. ma il massimo che riuscì a fare quella sera fu cadere tramortito sul divano. Quando Beckett rientrò nel piccolo salotto, Castle la squadrò.

“Ed io che pensavo dormissi con un completo di seta rossa.”

“Beh, di certo non quando vieni tu a casa mia.” Rick provò a girarsi, ma un movimento goffo lo fece cadere dal divano. Kate scoppiò a ridere.

“Che imbranato.”

“Zitta ubriaca.”

“Questa probabilmente me la pagherai.” Beckett si sistemò sul divano.

“Castle, vorrei dirti una cosa.”

“Ti ascolto.” Rispose lui dal tappeto, ma si sistemò seduto per guardarla negli occhi. Ogni volta che lei gli parlava, la guardava negli occhi.

“Sappi che.. la tua presenza, ogni giorno, beh ecco.. mi fa piacere, mi diverte, mi distrae.. e mi aiuta. E poi c’è dell’altro. Il libro di Nikki Heat mi ha fatto sentire davvero importante. Mi fa sentire importante il fatto che io sia la tua ispirazione.” Castle le sorrise e poi guardò verso la finestra. Dalla tenda poteva scorgere un pezzo di cielo notturno Newyorkese.

“ Oh,Beckett, queste parole avrei dovuto registrarle. Vedi, il fatto è che..” Quando si rigirò verso di lei, notò che si era addormentata. Sorrise.

“A domani, Kate.” Era l’unica circostanza in cui avrebbe potuto chiamarla per nome. Castle decise che anche per lui era giunta l’ora di dormire. Avrebbe dormito lì per terra dov’era, non voleva usare il letto di Kate, e il divano era troppo stretto per entrambi. Non che l’ultima cosa costituisse un problema per lui, ma chissà lei cosa avrebbe pensato l’indomani, appena sveglia. Però vestito ed imbottito com’era, non poteva dormire. Il riscaldamento era molto forte nell’appartamento, e l’effetto dell’alcool contribuiva  a procurargli calore. Così iniziò a spogliarsi, rimanendo unicamente con i boxer. Prese un cuscino dal divano, se lo mise sotto la testa e in pochi minuti prese sonno.

 

Quando il sole fece capolino nel piccolo salotto di casa Beckett, lei aprì lentamente gli occhi. Si sentiva scombussolata, aveva un leggero mal di testa, e in quel momento non ricordava quasi nulla, tantomeno perché stava dormendo sul divano. Quando aprì del tutto gli occhi, vide Castle dormire per terra.

“Oh mio Dio. Oh-mio-Dio! CASTLE!” Urlò. Lui si svegliò di colpo.

“Ehi, buongiorno..” Rispose ancora assonnato

“Buongiorno? Tu mi dici  buon giorno? Ti ricordo che ho una pistola, e non ho nessun problema a farti assaggiare i miei proiettili!” Castle si alzò sollevando le mani.

“Calma Beckett, calma..”

“Sei.. sei in mutande!”

“Non guardarlo.. lui si emoziona.” Beckett gli lanciò un cuscino in faccia.

“Un'altra battuta e ti lancio dalla finestra!” Lui capì che era sul serio arrabbiata.

“Non.. non ricordi niente di ieri sera?”

“Ho qualche vago ricordo, e spero che non ci sia nulla che non ricordi. Giuro che mi pento tantissimo di essermi ubriacata. Erano anni che non mi prendevo una sbronza, dai tempi del liceo!”

“Beckett non è tanto grave..”

“E’ grave, invece. E molto. Io non sono il tipo, non doveva succedere, non doveva succedere con te, e.. dimentica ogni cosa che ho detto e fatto.”

“Avanti, ci siamo solo divertiti, siamo stati bene!”

“No, Castle! Io non sono così.”

“Ti fa bene ridere ogni tanto.. e ieri ne avevi bisogno.”

“Tu non dovevi farmi ubriacare!”

“Beckett..”

“Dimentica tutto. Non ricordo esattamente cosa ti ho detto, ma fai finta di niente.. non ero in me.”

“E invece ieri mi avevi detto delle cose che mi hanno fatto piacere.”

“Ero ubriaca!” Castle sospirò.

“Sai come si dice? In vino veritas. Vuol dire che quando si è ubriachi, o brilli, si tende a dire tutta la verità. Le cose che pensiamo sul serio ma che non vogliamo dire in circostanze normali.” Beckett rimase per un attimo in silenzio

“Stupidaggini.”

“Accidenti Beckett, ma..”

“Fuori da casa mia, per favore.”

“Non pensavo finisse così.”

“E cosa pretendevi? Un minimo dovresti conoscermi. Vestiti ed esci.”Castle iniziò a raccogliere i suoi vestiti e andò verso la porta.

“Mi dispiace.” Disse infine.

“Anche a me.” Kate chiuse la porta e andò direttamente in bagno, aprendo il getto dell’acqua gelida della doccia.

 

Beckett era seduta alla sua scrivania, raggruppava e spostava fogli senza un obiettivo preciso, come se non riuscisse a stare ferma, nella sua testa ancora l’accaduto di due ore prima.

In quel momento arrivò Castle, un’andatura più lenta e meno intraprendente del solito. Kate alzò lentamente lo sguardo.

“Io non voglio più parlarne, ma soprattutto ti chiedo di non parlarne con nessuno..”

“Non c’era bisogno che tu me lo chiedessi. Senti Beckett..” In quel preciso istante suonò il cellulare di lei. Salvata in calcio d’angolo.

“Beckett.” Rispose. Pochi secondi di silenzio.

“Arriviamo subito.” Castle si illuminò, anche se maledì la chiamata. Kate si alzò di fretta.

“Omicidio? Dove?”

“Castle ti chiedo un ultimo favore. Oggi resta qui.”

“Che cosa?!”

“Non venire con me, per piacere.”

“Hai detto ‘arriviamo’.”

“Io, Ryan ed Esposito.”

“Lo vuoi davvero?” Lo guardò negli occhi.

“Sì.” Sostenne ancora per un po’ quello sguardo, poi afferrò la pistola e uscì quasi di corsa seguita dai due uomini. 

 

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, mi sono dilungata anche più del previsto xD

Mi farebbe piacere avere qualche vostro commento ^^

  
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