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Autore: AlbusSilenteXX    27/08/2010    1 recensioni
Ultima lezione di Pozioni del settimo anno... Piton, che vuol fare il perfido, assegna una pozione difficilissima.... ma qualcosa va storto!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! E come sempre un grazie per le belle recensioni!! ^__^

A presto!!! ;***

 

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A dividere il mare della spiaggia di Little Winghing vi era una fila di scogli che si allungava per molti metri nelle acque

‘’ Per di qui!’’ disse allegramente Silente, arrampicandosi sui primi scogli, seguito da Harry e Piton.

Iniziarono a percorrere la barriera, che sembrava quasi infinita.

‘’Guardate ai vostri lati!’’ disse Silente ‘’con i vostri occhiali speciali dovreste iniziare a vedere qualche Ricciocorno!’’

‘’Per tutti i lupi mannari!’’ esclamò Piton ‘’Qua… quanto sono grossi?’’

Harry calò lo sguardo e si sentì subito mancare.

Vi era un gruppo di quattro Ricciocorni Obesi che potevano essere grandi quanto una piccola orca assassina. E pensare che se li era immaginati al massimo come dei piccoli, feroci piragna. Ma almeno i piragna erano grandi quanto un palmo di mano!

Tuttavia, sembravano innocui. Avevano le palpebre semi abbassate, sembravano mezzi assonnati, e nuotavano calmi e indifferenti. Non dovevano essere molto intelligenti.

‘’Quanti ne dovremmo pescare?’’ chiese Piton visibilmente preoccupato.

‘’Oh, mezza dozzina basteranno!’’ disse Silente allegro

‘’Ma… con tutta la massa che hanno, potremmo produrre una quantità di pozione tale da riempire una piscina!’’ esclamò Piton.

‘’Oh no Severus!’’ lo corresse Silente ‘’ciò che ci interessa è il cervello dei Ricciocorni. Purtroppo, non ne sono molto dotati. Comunque… eccoci arrivati!’’ esclamò allegro.

Erano arrivati tutti e tre alla punta della lunga fila di scogli.

Appena misero piede sull’ultima pietra, fu loro visibile un enorme campo sul mare, una specie di recinto, dove vi erano già una decina di giocatori molto presi dal gioco. Questo sembrava molto simile al Quidditch, Harry riconobbe la pluffa, dei battitori che sparavano il bolide contro altri surfisti, ma non vide il cercatore.

Tutti, comunque, dovevano avere la stessa età di Silente.

‘’Bene, ragazzi, è venuto il momento di lasciarvi ai vostri compiti, il boccino mi attende!’’ sorrise Silente, che salì sulla sua tavola da surf.

Harry e Piton lo videro decollare, elevarsi in aria, surfare un po’ di onde, fare un po’ di capriole e tornare ad alta quota, scrutando i cieli.

Intanto, un vecchio mago tirava la pluffa con la propria stampella e segnava un goal.

‘’Ha chiamato l ‘ospizio intero?!’’ si domandò Piton tra se e se. Poi, con un ultimo acido sguardo al campo di Surfidditch,  si allontanò di qualche metro, si sedette e lanciò l’amo nell’acqua.

Harry fece lo stesso, sedendosi di spalle a Piton. Una volta allontanatosi dall’ultima pietra, tornò il silenzio totale.

Harry scoprì che la pesca era la cosa più noiosa del mondo, peggiore delle punizioni di Piton, quando esse consistevano nel catalogare lunghi archivi.

Il branco di Ricciocorni che avevano visto prima sembrava essere scomparso. Dopo mezz’ora, nessuno dei due aveva pescato nulla.

Harry quasi quasi si sarebbe concesso una pausa per andare a provare un po’ il Surfidditch, ma qualcosa gli diceva che Silente l’avrebbe rimproverato e intimato di tornare a lavoro. E poi era indispensabile che trovassero i Ricciocorni. Ne aveva abbastanza di essere Severus Piton. Rise poi all’idea di quanto avrebbe perso i nervi quest’ultimo, una volta tornato nel suo corpo. Avrebbe dovuto aspettare che i suoi capelli crescessero di nuovo, e bere un the con sua zia. Era certo che questa sarebbe andato a trovarlo a Spinner’s End.

Questa parola gli ricordò qualcosa.

Sapeva dell’ubicazione di Piton perché l’aveva letto nel diario. E aveva ancora una parte in sospeso da leggere.

Con un sorriso, estrasse il libricino dal costume, dando un occhiata alle spalle, ma Piton non lo degnava della minima attenzione. Ed iniziò a leggere. Nell’ora seguente, avrebbe scoperto su Piton, più cose che non nei sette anni trascorsi insieme ad Hogwarts…

 

 

Piton guardava le acque immobili. Ogni tanto intravedeva qualche medusa e qualche pesciolino minuscolo, ma di Ricciocorni Obesi neanche l’ombra. Dove si nascondevano?

Iniziò a guardarsi i piedi nudi.

Lo stesso era successo ben venti anni addietro, ma erano piedi scheletrici, e li guardava per la vergogna, perché non voleva guardare in faccia lei, i suoi occhi accusatori…

 

‘’L’hai fatto!’’ stava dicendo Lily, gli occhi posati sull’avambraccio  di Piton ‘’Tu mi disgusti!’’

Piton si mosse le labbra. Non poté impedire che lacrime calde gli percorressero il viso. Nascose con l’altra mano il Marchio e voltò la faccia.

‘’Non capisco perché mi hai portato qui, Severus.’’ Continuò Lily. ‘’Non ci parliamo da due anni. Comunque sia, è l’ultima volta che ci vediamo. La scuola è finita e… e tu tra poco tornerai da Voldemort!’’

‘’Non dire il suo nome!’’ esclamò Piton.

‘’Lo veneri e hai paura del suo nome? Ucciderai per lui, farai in modo da dargli ancora più potere, e ti nascondi dietro un soprannome, non osi guardarlo in faccia?’’

Piton allora si voltò e la guardò.

Era ancora più bella di quando era bambina, gli enormi occhi verdi puntati su di lui, ridotti a fessure,le labbra, leggermente carnose, socchiuse in un espressione di rabbia, la chioma rosso fuoco che le ricadeva sulle spalle.

Era una fonte di luce potente, che a poco a poco eliminava quell’ombra insignificante di Piton.

Il ragazzo, rannicchiato sugli scogli, abbracciandosi le gambe, non sapeva da dove cominciare.

‘’Tu… io… ho saputo che… che tu e Potter state… assieme…’’

Gli sembrò di morire, mentre pronunciava quelle parole.

‘’Potter, quell’arrogante… pieno di se… malvagio…’’

‘’Malvagio?’’ Lily alzò un sopracciglio ‘’ Voldemort ben presto ti chiederà di uccidere, Severus, e questo come lo definiresti? Ti chiederà di uccidere i babbani, e tutti quelli come me…’’

‘’No!’’ esclamò Piton ‘’Io … non ti ucciderei mai!’’

Lily sorrise amaramente.

‘’perché mai, Severus? Sono una sporca mezzosangue. Infetto la vostra razza, la contamino, perché non dovresti toglier di mezzo anche me?’’

Il dolore di Piton aumentava sempre di più.

Si scostò una ciocca di capelli dal viso.

‘’perché ti amo, Lily’’ riuscì a dire, tremando ‘’e la tua vita è la cosa che conta di più per me. Morirei io al posto tuo, ma tu… non puoi morire sei così…’’

Lily lo guardava un po’ scioccata. Piton le sembrava un pazzo delirante.

‘’Severus, zitto, adesso ascoltami. Abbiamo preso strade diverse. Tu… mi piacevi… ma come ti ho già detto, i tuoi amici e i tuoi comportamenti mi disgustano. Se tu davvero mi amavi… Avresti scelto me, non loro. I Mangiamorte. E Voldemort! Tu non mi ami, Severus. Ami il potere che un folle promette di darti!’’

‘’No!’’ urlò Severus.

‘’Si invece.’’

‘’Non ti ucciderei mai. Darei la mia stessa vita.’’

‘’Ma ammazzeresti quelle di altri!’’

‘’Per me conti solo tu.’’

‘’Bugiardo!’’

Piton si alzò in piedi, la bacchetta nel pungo. E altrettanto fece lei.

Come erano diversi… lui magro, un po’ gobbo, la pelle grigiastra tirata sulle ossa, i capelli neri e unti che gli nascondevano mezzo viso.

Lei splendente come quella giornata estiva, i capelli rossi che brillavano illuminati dal sole.

Si guardarono per lunghi secondi. Poi Lily urlò.

Piton rimase immobile.

Una cerva splendente si era avvicinata alle spalle di lei e le aveva accarezzato il pungo serrato.

Quando lei se ne accorse, sgranò gli occhi.

‘’U…una cerva! E’ il mio Patronus!’’ balbettò.

‘’E’ il nostro Patronus’’ disse Piton cupo.

Lily guardava la cerva evocata da Severus e il suo volto si addolcì un poco.

‘’Severus’’ disse infine, carezzando la testa argentata della cerva ‘’per qualche motivo le nostre strade si sono divise. Ciò è accaduto, perché entrambi abbiamo fatto le nostre scelte. Non ti dimenticherò. Non lo dimenticherò. Sarai… il mio Severus. Sempre’’

La cerva galoppò in torno ai due, e li osservò mentre Lily stampava un timido bacio sulla guancia del ragazzo.

‘’So che non mi farai mai nulla di male. Buona fortuna’’

E corse via.

Il ragazzo, confuso, guardò la ragazza correre via. Sapeva che quella era l’ultima volta che l’avrebbe rivista.

Si rigirò per potersi sedere a guardare di nuovo il mare ma un rumore lo fece voltare.

Petunia aveva ascoltato tutta la loro conversazione! Era nascosta dietro un enorme scoglio alle sue spalle.

‘’Petunia Evans!’’ sorrise maligno Piton ‘’ancora una volta a fare la spia!’’

‘’Tu!’’ disse una Petunia diciassettenne sbucando da dietro lo scoglio e avvicinandosi ‘’ancora a dar fastidio a mia sorella! Lei ti piace! Ma cosa credevi, che le sarebbe potuto piacere quello straccione rachitico di Spinner’s End?’’

E scoppiò a ridere. Ma ben presto la risata si trasformò in un urlo.

Con un leggero movimento di bacchetta, Piton ordinò alla cerva di galoppare in direzione di Petunia. Questa perse l’equilibrio e cadde in acqua.

‘’Aiuto! Non so nuotare!’’ urlava questa in preda al panico, cercando ti tenersi a galla.

Piton, sopra di lei, la guardò con odio e scherno.

Poi scappò via.

 

Piton si ridestò dai suoi pensieri. Faceva caldissimo ed era tutto sudato, nonché scosso dai ricordi.

Harry, dall’altro lato, provava le stesse emozioni. E così, Piton aveva amato sua madre. La sorpresa, lo shock si impadronì di lui. Piton, il malvagio, il perfido, che trovava sempre una buona scusa per prendere in giro i suoi genitori…

Solo mio padre, si corresse.

Non ci aveva mai fatto caso, ma Piton non aveva fatto altro che ripetere sempre che suo padre era un arrogante presuntuoso… e non si era chiesto perché non se la prendeva tanto anche con sua madre… e adesso la verità…

Ma prima che altri pensieri potessero assalire la sua mente, notò in fondo al mare un enorme Ricciocorno Subacqueo!

‘’Perfetto!’’ pensò, e lanciò la canna da pesca.

 

Dudley era affaticatissimo. Si era tuffato a mare, con la sua mascherina e canna per respirare, e aveva nuotato per un po’. Avrebbe fatto un attentato a quel mago prepotente. L’aveva visto sedersi sugli scogli e lanciare la canna da pesca. Molto bene. Sarebbe sbucato all’improvviso dalle acque e l’avrebbe fatto a polpette. Era o non era campione giovanile di Box?

Finalmente era vicino agli scogli, vedeva l’ombra del mago sopra di lui… tra breve, sarebbe riemerso in superficie…

Ma qualcosa lo tirò fuori molto prima.

 

‘’Piton, ho trovato un Ricciocorno!!’’ esclamò Harry.

L’amo magico si agganciò alla pelle dell’animale e Harry cominciò a tirare.

‘’Ehm… potresti darmi una mano? Pesa un quintale…’’

Piton, dietro di lui si voltò, vide Potter in difficoltà e si apprestò ad aiutarlo. Lo cinse – o meglio, cinse il suo vecchio corpo, o quel che era rimasto di esso – prese anche lui la canna e iniziarono a tirare entrambi.

‘’Evvai!’’ disse Harry quando vide sbucare dalle acque l’enorme Ricciocorno.

Esso volò in aria. Harry e Piton alzarono lo sguardo. L’animale magico stava ricadendo verso di loro a gran velocità.

‘’perché ha una certa somiglianza con mio cugino?’’

Chiese Harry osservando il Ricciocorno.

‘’E’ tuo cugino, idiota!’’ esclamò Piton allarmato ‘’presto scappa!’’

Ma fu troppo tardi. Il ragazzo, dal peso di cento chili, planò su di loro. Entrambi sentirono un grande dolore. Per entrambi, fu buio pesto all’improvviso.

 

                                   

  
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