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Autore: LadyDenebola    29/08/2010    0 recensioni
"Diciassette anni fa fui abbandonato sui gradini della chiesa di questa sperduta campagna, e il sacerdote mi trovò e mi affidò a colui che mi ha cresciuto e insegnato le tecniche dei Guaritori. L'unica persona che abbia mai dimostrato che potevo farcela, che non ero solo un bambino fragile ma un giovane guaritore con un futuro davanti." Ma ora era arrivato il momento di camminare sulle proprie gambe.
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come le foglie secche cadono in autunno, anche gli uomini sono destinati a morire.

Quella volta toccò al nostro sacerdote, un uomo sulla settantina con un'ampia calvizie e due profonde rughe ai lati della bocca. E' defunto sette anni fa, e dopo tutto questo tempo continuo ad andare in chiesa nel giorno dell'anniversario della sua morte, come se non volessi dimenticarlo. Eppure avrei molti motivi per dover cancellare dalla mia mente il ricordo di quel vecchio che, rosario in mano, percorreva ogni giorno la campagna.

Era un brav'uomo, l'unico sacerdote che avesse deciso di instaurare un dialogo con i Guaritori; ma ho sempre avuto l'impressione che avesse anche adottato le loro regole. Infatti, ogni volta che volevo sfogarmi, togliermi di dosso l'angoscia, mi allontanava rimproverandomi di essere debole di spirito. Qualcosa per me, però, l'ha fatto.

Diciassette anni fa fui abbandonato sui gradini della chiesa di questa sperduta campagna, e il sacerdote mi trovò e mi affidò a colui che mi ha cresciuto e insegnato le tecniche dei Guaritori. L'unica persona che abbia mai dimostrato che potevo farcela, che non ero solo un bambino fragile ma un giovane guaritore con un futuro davanti. E se neanche lui ne era convinto...be', mi ha aiutato tante volte, e questo non è poco.

Quell'uomo è Shizuku Hardfire. Non è il suo vero nome, naturalmente, "Shizuku", ma sono sicuro che persino lui ha dimenticato come si chiamava molti anni fa. Sono stato fortunato ad essere stato scelto da lui, altrimenti sarei cresciuto col sacerdote e non sarei quello che oggi sono.

Un Guaritore.

 

<< Alem, sei qui? >>

Alem si riscosse dalle sue fantasticherie ricordandosi di trovarsi sul bordo del letto, di fronte al vecchio specchio da parete incrinato. Si stava asciugando i capelli quando gli era tornato in mente che quel giorno erano sette anni che era morto il sacerdote. E diciassette anni che conosceva Shizuku.

Si guardò attentamente allo specchio. A parte i parecchi centimetri di altezza non era cambiato affatto da quand'era bambino. I capelli corvini che gli arrivavano fino alle spalle e gli occhi freddi erano gli stessi.

Si guardò di nuovo, e qualcosa di duro lo colpì alla testa, facendolo gemere.

<< Sei impazzito, Shizuku? >>. Lanciò un'occhiataccia all'uomo che gli aveva appena dato una librata sul cranio. Era un bell'uomo sulla quarantina, con baffi e capelli corvini con tanto di coda.

<< Invece di startene lì a rimirarti come una signorina, alza i tacchi e prendi le tue cose! >>esclamò Shizuku. Poi gli tirò un ciuffo ribelle della frangetta.<< Hai passato tanto tempo davanti a questo specchio e non ti sei nemmeno pettinato come si deve. Come farai ora che non sarò più con te? >>

<< Andrò in giro spettinato >>rispose Alem. Prese lo zaino da viaggio dal pavimento e se lo mise sulle spalle.

<< Non puoi certo salvare l'umanità dal male con un aspetto così impresentabile >>

<< Hai ragione, e mi dispiace davvero tanto che non facciano più quelle belle divise che si mettevano i guaritori di due secoli fa >>disse Alem con un finto tono dispiaciuto.

<< Poche chiacchiere, ragazzino. Raccogli quello che hai scordato e vattene da qui >>

Alem si guardò intorno nella stanza, occupata solo da due letti, un armadio e una scrivania. La casa di Shizuku non era molto grande, adatta appena per due persone. Era difficile non accorgersi di aver dimenticato qualcosa.

<< Ho preso tutto >>disse, con un nodo allo stomaco. Alzò lo sguardo su Shizuku, in piedi alla porta della camera. << Non vedi l'ora che mi tolga dai piedi, eh? >>

<< Be', sarebbe anche ora. Comunque, ho intenzione anch'io di partire. Mi sono stancato di vivere in questo posto sperduto >>disse Shizuku accompagnandolo fuori.

Rivolsero uno sguardo intorno a loro. Vivevano in una campagna ad est del paese. Qua e là nell'erba alta si ergevano piccole casette di legno, mentre una stradina bianca serpeggiava tra di esse. Poco lontano, ai margini di un fosso, c'era la chiesa con il suo campanile che in quel preciso istante segnava le 7 del mattino.

In quel luogo vivevano, oltre ai preti, i pochi guaritori rimasti al mondo. Non era il posto adatto dove abitare, dato che il più vicino negozio di alimentari e la scuola distanziavano 15 km e che quelli che avevano l'auto preferivano non usarla per poter fare un po' di moto. Infatti i Guaritori, oltre ad affinare la forza interiore dovevano sviluppare anche quella fisica. E così, i giovani apprendisti guaritori si alzavano alle 5 del mattino per andare a scuola a piedi.

<< Nemmeno ci trovassimo nel secolo scorso! >>bofonchiavano alcuni.

Ma non ci si doveva lamentare delle regole. Per quanto i Guaritori agissero per il bene, erano molto severi sulle loro più antiche tradizioni, o perlomeno lo erano i maestri. A 17 anni l'allievo doveva lasciare la casa in cui era cresciuto per viaggiare e mettere in pratica ciò che aveva appreso fino a quel momento. Era costretto a lasciare la sua vecchia vita per costruirsene una nuova.

Alem aveva riflettuto parecchio su questo prima di quel giorno, ed era giunto alla conclusione che quella regola andava modificata: perchè lasciare il proprio maestro a 17 anni anziché quando ci si sentiva più pronti a farlo?

<< Molto bene >>sospirò, sistemandosi lo zaino sulle spalle. << E' ora di andare >>

Shizuku annuì. Sapeva quanto Alem volesse rimanere ancora un po' con lui, e si accorse quanto lo voleva anche se stesso. Il loro rapporto, con gli anni, era mutato: all'inizio erano praticamente come padre e figlio, finché Shizuku non aveva iniziato a comportarsi con minore indulgenza ed a viziare di meno il suo allievo. Ora, quei 17 anni passati che erano stati tanto duri per entrambi, appartenevano ad una vita passata.

<< Tu dove andrai? >>chiese d'un tratto Alem.

<< Non lo so, ma prenderò la direzione opposta alla tua >>

Alem strinse i pugni.

<< E' una regola stupida, questa! >>sbottò guardando con astio le case degli altri guaritori. << Perchè dividere persone che si vogliono bene? I Guaritori possono anche agire in gruppo >>

<< Ti sbagli >>rispose Shizuku.<< Ci spostiamo da soli per poter agire in più posti. Se viaggiassimo in gruppo, molte zone del mondo resterebbero prive di protezione >>

Anche questo è vero, si disse con amarezza Alem.

Fece per andarsene, ma fu bloccato dall'abbraccio di Shizuku.

<< Ascoltami bene >>disse l'uomo, << noi Guaritori svolgiamo un compito delicatissimo: evitiamo che la follia prenda il sopravvento sulle menti degli uomini, proteggendo loro stessi e anche le persone che hanno accanto >>

<< Lo so >>disse Alem.

<< Non lasciarti abbattere da quello che dicono gli altri>>continuò Shizuku con voce bassa e roca. << Tu sei uno dei migliori allievi che abbia mai avuto. Sento che farai grandi cose.. .>>

<< So anche questo, non fai che ripetermelo da quand'er o piccolo >>sospirò Alem. Sentirselo dire da Shizuku lo faceva stare bene, ma ormai era chiaro che glielo diceva solo per incoraggiarlo, come se fosse una procedura da seguire. Probabilmente, tutti i maestri dicevano ai loro allievi che erano i più bravi, che sarebbero diventati famosi e altre stupidaggini del genere...Perchè esaltarsi tanto?

<< Voglio che ci creda anche tu >>ribatté Shizuku, come se sapesse a cosa stava pensando Alem. << Un'ultima cosa...Gli uomini non si faranno guarire facilmente. Si opporranno a te, faranno di tutto per mandarti via, anche ucciderti. Fa' attenzione ogni volta che dovrai salvare qualcuno. In caso ti serva, prendi questo >>Gli porse un pugnale chiuso in una fodera di velluto scuro.

Alem lo fissò ma non lo prese, anzi, si allontanò da Shizuku.

<< Non possiamo usare le armi per guarire. Non dobbiamo >>balbettò.

<< Prendilo >>insistette Shizuku. << E' importante. Non devi usarlo. E' un mio regalo per te, visto che sarà difficile incontrarsi di nuovo, ora >>

Alem esitò ancora un poco. Poi prese incerto il pugnale e lo mise con cura nello zaino.

Qualche debole raggio di sole giunse fino a loro, riflettendosi sui vetri delle case. L'aria iniziava a riempirsi delle voci dei telegiornali all'interno delle abitazioni mentre qualche donna già si affrettava ad andare a fare la spesa, approffittando della frescura delle prime ore del mattino.

Alem sentiva che era arrivato il momento di andarsene.

<< Non hai nient'altro da dirmi? >>mormorò a Shizuku.

<< Tu devi dirmi qualcosa? >>

Alem alzò le spalle. Shizuku annuì e poggiò una mano sulla maniglia del portone.

<< Solo... >>disse Alem, guardandolo dritto negli occhi, << fa' attenzione >>

<< Contaci >>

Alem sospirò e si voltò definitivamente, obbligandosi a restare calmo. Era arrivato il momento di dimostrare a tutti chi era. Gli si presentavano davanti tante opportunità per smentire quelle voci maligne che lo avevano accompagnato per tutta l'infanzia. Quelle voci che gli ripetevano che non sarebbe mai stato un Guaritore, o, almeno, un Guaritore in grado di aiutare la gente. Alem si portò la mano all'avambraccio e sollevò la manica del giubbotto di jeans. Le cicatrici infertegli da Yuya Hito erano ben visibili ai raggi del sole.

Te la farò vedere io, Hito.

Prima di scomparire dietro un folto gruppo di pioppi per seguire la strada, alzò la mano in segno di saluto. Sapeva che Shizuku ancora non era rientrato.

<< Guarda chi si vede! Il cucciolo si è deciso ad uscire dalla tana della mamma! >>esclamò una voce davanti a lui.

Alem si fermò appena in tempo per evitare che un ragazzo seduto sul ramo di un albero gli saltasse sulla testa.

<< Ti serve qualcosa? >>chiese impassibile.

<< Dove vai, Hardfire? Lo sai che è pericoloso, il mondo? >>lo sbeffeggiò il ragazzo.

<< Tu come fai a saperlo? Non sei mai andato più lontano di casa tua >>replicò calmo Alem. << E' già tanto se sei arrivato qui. Non hai paura che la tua mamma scopra che sei scappato dal letto? O hai ottenuto il suo permesso? >>

<< Pensa per te! Ha finalmente deciso a partire, vedo. Non stai andando a scuola >>

<< Come fai a sapere che non sto andando a scuola? Tu non ci sei mai stato. Tua madre ti fa' da insegnante >>

<< Non sei l'unico che va a scuola al paese vicino. Vedo tanti altri ragazzi andarci >>

<< Bravo, almeno presti attenzione a qualcosa, ragazzino >>

<< Ho solo due anni in meno di te! >>

Alem si grattò la testa. << E allora? Per me resti sempre un moccioso. E ora togliti dai piedi, devo andare >>

Il ragazzo si scansò, e prima che Alem fosse troppo lontano esclamò: << Attento a non allontanarti troppo, o non ritroverai la strada di casa >>

<< Attento a non tornare a casa tardi, o la mamma ti proibirà di mangiare la cioccolata per una settimana! >>esclamò di rimando Alem con un ghigno.

   
 
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