Eccoci
arrivati al 6° capitolo. Altro capitolo che io trovo parecchio
divertente^^
*In
tono
solenne* Leggete e recensite. Bè se vi piace
ovviamente…
===================================
CAPITOLO
6
House
si fermò
un attimo e osservò i suoi assistenti sparire dietro
l’angolo. Sebbene di norma
House non visitasse mai un paziente a meno che non ci fosse costretto,
era
abbastanza curioso di conoscere questo qua. Dopotutto, non capitava
tutti i
giorni di incontrare un russo con il cuore che stava per cadergli fuori
dal
petto.
‘Un
russo
molto forte oltretutto’ pensò House ricordando i
lividi sul polso di Wilson.
Serviva molta forza per provocare dei lividi del genere e
l’uomo che li aveva
fatti stava parecchio male quando era successo. House non voleva
neanche
pensare a quanto quel tipo poteva essere forte quando era in piena
salute.
Magari sarebbe stato meglio non far arrabbiare il paziente, non sapeva
se
poteva sopravvivere ad un pugno di quelli.
House
si avviò
verso l’ufficio di Wilson e aprì senza bussare.
Wilson, che stava scrivendo
qualcosa, alzò lo sguardo in attesa.
“Perché
stai
lavorando a dei documenti nel tuo giorno libero?” chiese
House mentre chiudeva
la porta e si sedeva.
“Alcuni
dottori hanno un enorme montagna di documenti da fare e che
incredibilmente
fanno. Visto che ero qui ho pensato di mettermi avanti con i miei.
Perché sei qui?”
chiese Wilson appoggiando la biro sul tavolo e appoggiandosi alla sedia.
“Oh
Jimmy.
Sempre un bravo burocrate. Sono sicuro che mammina sarà
davvero orgogliosa del
suo piccolo bubbala” lo prese in giro House mentre tirava
fuori il cellulare e
un pezzo di carta. Wilson alzò gli occhi, ma la sua
attenzione ritornò subito su
House. House se ne accorse e sospirò.
“Ho
mandato i
tre cagnolini a raccogliere informazioni e un campione di sangue. Con
un po’ di
fortuna saremmo in grado di contattare un famigliare. Proprio adesso
sto per
chiamare il servizio informazione della conferenza e vedere se riescono
a darmi
delle informazioni sul nostro russo,” spiegò House
mentre cominciava a digitare
sul telefono.
“E
dirgli che
uno dei loro impiegati è in ospedale con una malattia
potenzialmente mortale,
ovviamente,” replicò Wilson. House alzò
un dito e appoggiò il telefono
all’orecchio. Wilson sospirò e cominciò
a roteare con la sedia.
“Salve,
qui è
il dr. House; sono il capo del reparto diagnostico del
Princeton-Plainsboro
Teaching Hospital. Vi sto chiamando a riguardo di uno dei vostri
impiegati. È
stato portato al pronto soccorso questa mattina e al momento sono il
suo medico
curante. L’unica cosa che abbiamo è la sua carta
di identità e mi stavo
chiedendo se potevo avere alcune informazioni su di lui,”
disse House in tono
professionale. Wilson non finiva mai di stupirsi di quanto bene poteva
recitare
House quando voleva qualcosa. Faceva quasi paura.
“Sì,
il suo
nome è Ivan Braginski. Attorno ai
6’3’’ (circa 183 cm), capelli biondi,
occhi
viola. Sì aspetto,” continuò House.
“Cosa
hanno
detto?” sussurrò Wilson. House mise una mano sul
ricevitore e rispose sempre
sussurrando.
“Hanno
detto
che mia passano chi se ne occupa. Un tizio di nome Jones.”
Wilson annuì.
***************
L’uomo
in
questione alzò gli occhi quando sentì pronunciare
il suo nome umano e vide che
una delle sue nuove segretarie lo stava guardando con apprensione. Le
rivolse
un largo sorriso e le fece cenno di entrare. Lei sorrise timidamente in
risposta, poi si avvicinò rapidamente alla sua scrivania.
“C’è
un
dottore in linea. Dice di lavorare al Princeton-Plainsboro Teaching
Hospital e
che Ivan Braginski è un suo paziente. Ho notato che
è sulla lista che mi ha
dato, quindi ho pensato che sarebbe stato meglio passarlo direttamente
a lei,
signore,” disse la ragazza. America alzò un
sopracciglio alla notizia e si
chiese cosa era successo al suo arci-nemico (tecnicamente
ex-arci-nemico, ma fa
lo stesso.)
“Che
linea?”
chiese alzando la cornetta.
“Linea
tre
signore,” America annuì.
Mentre
la
segretaria si girava per tornare al suo posto, America
richiamò la sua
attenzione.
“Potete
dire
al signor Kirkland e al signor Williams di venire qui?” le
chiese. Lei annuì e
chiuse la porta uscendo. America schiacciò il tasto tre del
suo telefono.
“Salve,
qui è
Jones che parla. Come posso aiutarla?”
“Signor
Jones?
Qui è il dr. House. Uno dei suoi impiegati è
attualmente un mio paziente e mi
stavo chiedendo se posso avere alcune informazioni su di lui.
Attualmente ho
solo la sua carta di identità.”
Gli
occhi di
America si illuminarono quando capì chi era la telefono. Dr.
House! Era, tipo,
il miglior medico al mondo! Sorrise al pensiero di come avrebbe
sbattuto in
faccia a Inghilterra e Canada la reputazione del suo miglior ospedale.
Gliel’avrebbe
fatto vedere, loro e la loro sanità pubblica. Ovviamente
ignorò felicemente il
fatto che il suo governo stava attuando una riforma per attivare una
sanità
pubblica anche in America. Dettagli…
“Di
quale
impiegato stiamo parlando?” chiese America fingendo ignoranza.
"Ivan
Braginski"
“Oohhhh,
quello” disse America con
quanta più
condiscendenza possibile nella voce. “Non è un
vero è proprio impiegato. È il
rappresentante mondiale per la Federazione Russa.”
America
fece
una pausa e tenne il telefono vicino all’orecchio quando gli
sembrò di sentire
il suono di qualcuno che tossiva dall’altra parte.
"Dr.
House...?"
***************
Wilson
fece un
salto sulla sedia quando House cominciò a tossire
all’improvviso.
“Cosa
c’è?”
sussurrò. House alzò una mano e chiese al signor
Jones di aspettare un attimo.
Poi velocemente mise una mano sul ricevitore.
“Quel
tizio,
il russo,” sussurrò House. “È
IL rappresentante
della Federazione Russa.”
Wilson
rimase
a bocca aperta. Uno così giovane era COSI’
importante?
“Santo
cielo…”sussurrò.
“Già,”
rispose
House prima di riprendere la conversazione.
***************
America
picchiettò con la biro sulla scrivania aspettando che il
dottore tornasse in
linea. Sentì alcuni bisbigli dall’altra parte, ma
non riuscì a capire cosa
dicevano.
“Eccomi.”
America
sospirò e stava quasi per dire
‘finalmente’, ma si trattenne. Era una di quelle
cose che Inghilterra avrebbe sicuramente definito
‘scortese’. E non voleva
certo offendere il dr. House. Era uno dei suoi cittadini migliori
dopotutto!
“Posso
avere
qualche dato medico sul signor Braginski? E magari qualche modo per
contattare
la famiglia?”
America
ci
pensò su un attimo. Avrebbe dovuto chiamare il capo di
Russia e sentire cosa ne
pensava. Non aveva nessuna idea se Russia andava regolarmente dal
medico o
meno, ma non era compito suo procurarsi questi dati in ogni modo. La
famiglia
era un discorso completamente diverso. Un sorrisetto malvagio si fece
strada
sul volto di America.
“Devo
fare
alcune telefonate per quanto riguarda i dati medici, dr. House, ma ci
sono due
sorelle che lavorano qui. Posso facilmente contattarle e mandarle da
lei.”
disse.
“Quando
possono essere qui?”
“Cosa
ne dice
se le do il numero di telefono così le può
chiamare lei stesso? Le darò la loro
linea personale così non dovrà passare attraverso
altre segretarie.”
“Di
cosa si
occupano?”
“Oh,
sua sorella
maggiore, Yekaterina Braginski, e la minore, Natalia Arlovskaya, sono
le
rappresentanti di Ucraina e Bielorussia. Rispettivamente.”
America
lanciò
un’occhiata stranita al telefono quando sentì
nuovamente tossire.
“Tutto
bene?”
Sentì
un
leggero ‘sì’ quindi America
lasciò i numeri al medico, poi riattaccò. Non
vedeva l’ora di dirlo a Inghilterra e Canada. Russia bloccato
in ospedale con
Bielorussia e Ucraina in arrivo? Sarebbe stato esilarante.
===================================