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Autore: Halandar    10/09/2010    0 recensioni
In un mondo diverso dal nostro una battaglia decide il destino di una persona. Contemporaneamente appare in una scuola del nostro mondo uno strano ragazzo che sembra vivere fuori dalla nostra epoca e che manifesta strane doti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Capitolo 12-

 

Aveva combinato un casino. Se lo sentiva dentro. Per tutte le restanti ora il Contadino l'aveva guardata sogghignando, con lo sguardo di chi conosce un segreto compromettente ed è deciso ad usarlo. Veris le aveva più volte chiesto cosa avesse ma lei aveva lasciato più volte cadere la questione senza rispondergli. Ora per fortuna la giornata di scuola era finita i due si stavano dirigendo verso il parcheggio dove Veris aveva lasciato la moto. Stavano passando per un vicolo stretto e poco illuminato, quando una voce fastidiosamente nota li chiamò da dietro. Girandosi, Veris e Ambra videro che il Contadino li aveva raggiunti ed ora stava tentando di dire qualcosa nonostante il fiatone glielo impedisse. Fu Veris ad interrompere quella serie di suoni senza senso:

«Devi dirci qualcosa o sei qui per farci l'imitazione del maiale? Gli assomigli molto comunque...» mentre pronunciava l'ultima frase un ghigno gli si allargò in volto.

«È inutile...che fai...tanto il figo» gli rispose il contadino ancora ansimando. Poi finì di riprendere fiato e continuò «Stamattina la tua amichetta mi ha fornito le prove di qualcosa che sospettavo da parecchio... precisamente dal giorno in cui ci hai sbattuti tutti per terra senza muovere un dito... credevo di aver immaginato tutto... ma stamattina la cara p******lla si è trasformata sotto i miei occhi in quel grosso coso scaglioso. » Nel dire queste parole fu il suo turno di ghignare « Come la mettiamo ora? Ho le prove che siete veramente strani. Perciò o abbassate la cresta e fate come dico io, tu in particolare» continuò indicando Ambra «Oppure sarà la volta buona che spiffererò tutto in giro... e non vi farà piacere vivere tra folle di gente curiosa, o con la polizia addosso». Il contadino avrebbe voluto continuare a parlare ma ciò che avvenne gli gelò il sangue: Veris aveva sollevato la mano destra di fronte a se e questa si era improvvisamente ricoperta di un fuoco nero. Con voce bassa e maligna si rivolse al ragazzo, palesemente spaventato «C'è un'altra opzione al tuo discorso: io ti ammazzo qui in modo da soddisfare il mio senso sadico, e nessuno saprà nulla» Concluse la frase lasciandosi andare ad una profonda risata malvagia. Spaventò perfino Ambra, non abituata a vedere il suo amico comportarsi in quel modo. A interrompere la scena fu un rumore particolare: un miagolio. Proveniva dalle spalle del Contadino. Questi si girò lentamente, aspettandosi chissà quale mostro chiamato da Veris, per trovare invece un gatto, nero, seduto sul selciato. Aveva gli occhi verdi, da cui sembrava trasparire una forte intelligenza.

« Uh, e io che mi pensavo chissà cosa» L'interruzione aveva ridato coraggio al contadino «Vai via bestiaccia, o sarà peggio per te!» per sottolineare il concetto affibbiò un potente calcio al gatto.

Questi incassò il colpo, poi però, invece di fuggire via spaventato come ogni altro gatto, rotolò al suolo, si rialzò sulle zampe e riprese a fissare il ragazzo: se non fosse stato un animale si sarebbe detto che era profondamente arrabbiato.

«Che ti guardi bestiaccia pulciosa?» il Contadino aveva deciso di sfogare la sua frustrazione sull'animale stava prendendo la rincorsa per dargli un altro calcio. L'animale però non lo aspettò seduto come prima: un attimo prima che il ragazzo lo prendesse col il piede balzò verso la sua faccia e, dimostrando una forza veramente inusuale per un animale così piccolo....diede quello che sembrava un pugno al ragazzo, facendolo schiantare violentemente al suolo. La scena aveva lasciato a bocca aperta Veris ed Ambra. Il gatto invece prima si accertò che la sua vittima fosse impossibilitata ad agire, quindi, come se nulla fosse accaduto, prese a leccarsi la zampa con cui aveva colpito. Aveva quasi finito le sue pulizie quando lo sguardo gli cadde su Veris. Come se avesse improvvisamente realizzato qualcosa, prese a correre verso quest'ultimo per poi spiccare un balzo quando era a pochi metri da lui. Mentre era in volo verso il ragazzo emise un lungo miagolio, che sembrava formare una parola:

«VERIS!»

  
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